Anteprima
Vedrai una selezione di 11 pagine su 47
Psicologia dello sviluppo Pag. 1 Psicologia dello sviluppo Pag. 2
Anteprima di 11 pagg. su 47.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Psicologia dello sviluppo Pag. 6
Anteprima di 11 pagg. su 47.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Psicologia dello sviluppo Pag. 11
Anteprima di 11 pagg. su 47.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Psicologia dello sviluppo Pag. 16
Anteprima di 11 pagg. su 47.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Psicologia dello sviluppo Pag. 21
Anteprima di 11 pagg. su 47.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Psicologia dello sviluppo Pag. 26
Anteprima di 11 pagg. su 47.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Psicologia dello sviluppo Pag. 31
Anteprima di 11 pagg. su 47.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Psicologia dello sviluppo Pag. 36
Anteprima di 11 pagg. su 47.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Psicologia dello sviluppo Pag. 41
Anteprima di 11 pagg. su 47.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Psicologia dello sviluppo Pag. 46
1 su 47
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

ATTACCAMENTI MULTIPLI

Una delle critiche fatte a Bowlby riguardano gli attaccamenti multipli: altri studiosi sostengono che gli attaccamenti multipli siano presenti nel bambino fin dall'inizio: il legame che il bambino sviluppa con i genitori, con i parenti o con la babysitter costituisce un attaccamento multiplo. Il bambino è quindi fin da subito capace di costruire rapporti ugualmente significativi tra loro (attaccamenti multipli).

MARY AINSWORTH (1913-1999)

Allieva di Bowlby, sviluppò un test per lo studio e la definizione di quali tipi di attaccamento esistono. Inventò la STRANGE SITUATION, complesso test sperimentale in cui si chiede al bambino di entrare in una stanza sconosciuta con giochi e persona sconosciuta. In un primo momento il bambino entrerà nella stanza con il caregiver, in seguito il caregiver se ne andrà e lascerà il bambino solo; alla fine ritornerà nella stanza il caregiver. Si tratta di un test con episodi di stress e

ansia crescente: c'è lo stress del bambino legato al nuovo ambiente, lo stress legato alla persona estranea e lo stress causato dall'allontanamento della madre. Alla fine la madre (o il caregiver) tornerà nella stanza perché la reazione del bambino al ritorno della madre fornisce molte indicazioni sullo stile di attaccamento madre-bambino. Si analizzano alcuni indici di comportamento: - Esplorazione dell'ambiente da parte del bambino - Ansia da separazione: come reagisce alla separazione, che emozioni si generano - Paura dell'estraneo: come reagisce all'estraneo - Comportamento messo in atto verso l'altro - Modalità di ricongiungimento mamma-bambino A seconda del punteggio totalizzato si identificano quattro tipi di attaccamento, che riguardano tutti noi come persone. La tipologia di attaccamento è sempre legata alla relazione reciproca, e cioè l'interazione mamma - bambino. Essi sono: 1) ATTACCAMENTO

SICURO

Il bambino inizialmente è disorientato ma subito dopo inizia a esplorare l'ambiente, scruta la persona estranea ed è interessato all'ambiente. Nel momento in cui il caregiver esce il bambino ha una crisi di pianto che però è consolabile (limitata nel tempo); quando il caregiver torna il bambino può manifestare pianto o piacere del riconoscimento: il bambino è contento che la madre sia tornata, le mostra i giochi che ha fatto.

In questo tipo di attaccamento c'è una spontanea alternanza tra vicinanza ed esplorazione dell'ambiente: la possibilità che il bambino si senta sicuro ad andare e poi tornare dalla madre testimonia una sicurezza nel legame di attaccamento.

Importante in questo attaccamento è la sintonizzazione emotiva: il caregiver in questo attaccamento è capace di cogliere i segnali del bambino ed è in grado di consolarlo e sostenerlo (se il bambino piange la madre ha delle

modalità "buone" di consolarlo)

2) ATTACCAMENTO INSICURO – EVITANTE

Quando la madre torna il bambino è indifferente, continua a giocare, non cerca lo sguardo della madre ma preferisce quello dell'estraneo. La madre (o il caregiver) non appare in grado di sintonizzarsi con le emozioni del bambino (madre che piuttosto di interessarsi del bambino parla con adulto) e non è tollerante nei confronti delle richieste del figlio. Spesso questo evitamento del contatto con la madre riguarda il fatto che il bambino ha accumulato troppa rabbia o tensione nei confronti del genitore e preferisce evitarlo.

3) ATTACCAMENTO INSICURO – AMBIVALENTE

I bambini entrano molto in crisi nel momento della separazione e mostrano una serie di reazioni che non cessano con il ritorno della madre: non riescono a distrarsi con il gioco e il malessere non si placa (attaccamento ambivalente perché da un lato il bambino desidera la vicinanza e la consolazione del genitore,

dall’altro rifiuta il conforto). Quando torna il caregiver il bambino cerca il contatto fisico, ma questo contatto fisico non appaga mai del tutto il bisogno del bambino; dall’altra parte i caregiver non comprendono le richieste del bambino minimizzando le reazioni del bambino. 4) ATTACCAMENTO DISORIENTATO - DISORGANIZZATO attaccamento che si verificano nei bambini che hanno subito situazioni emotive molto forti come maltrattamenti e abusi. I bambini non possiedono alcuna strategia efficace per fronteggiare lo stress e sono completamente disorientati. Invece del gioco e dell’interazione prevalgono comportamenti autoconsolatori (dondolarsi, muovere la gamba) o comportamenti autolesionisti (es. sbattere la testa, strapparsi i capelli). Attaccamento insicuro evitante: adulto ignora richieste del bambino. Attaccamento insicuro ambivalente: adulto non capisce le richieste. *L’attaccamento che il bambino sviluppa dipende anche dal suo carattere Il compito del caregiver evidenziatopartner o con le figure di attaccamento significative. Questo modello operativo interno influisce sulle nostre aspettative, sulle nostre emozioni e sul nostro comportamento nelle relazioni intime. L'attaccamento sicuro è caratterizzato da un modello operativo interno positivo, in cui ci si aspetta che gli altri siano disponibili, affidabili e sensibili alle proprie esigenze emotive. Le persone con un attaccamento sicuro tendono ad essere più aperte e fiduciose nelle relazioni, e sono in grado di regolare le proprie emozioni in modo sano. L'attaccamento insicuro evitante è caratterizzato da un modello operativo interno in cui ci si aspetta che gli altri siano poco disponibili o poco sensibili alle proprie esigenze emotive. Le persone con un attaccamento insicuro evitante tendono a evitare l'intimità e a tenere le proprie emozioni per sé, cercando di essere indipendenti e autonomi. L'attaccamento insicuro ambivalente è caratterizzato da un modello operativo interno in cui ci si aspetta che gli altri siano imprevedibili o poco affidabili nelle relazioni. Le persone con un attaccamento insicuro ambivalente tendono ad essere preoccupate e ansiose nelle relazioni, e possono essere iperattive emotivamente. L'attaccamento disorganizzato è caratterizzato da un modello operativo interno in cui ci si aspetta che gli altri siano pericolosi o minacciosi. Le persone con un attaccamento disorganizzato possono avere difficoltà a regolare le proprie emozioni e possono manifestare comportamenti contraddittori o incoerenti nelle relazioni. In conclusione, l'attaccamento influisce profondamente sulle nostre relazioni intime e sulla nostra capacità di regolare le emozioni. Comprendere il nostro stile di attaccamento e lavorare su di esso può aiutarci a costruire relazioni più sane e soddisfacenti.

caregiver (e poi in generale con le altre persone). Non sempre questi modelli sono consapevoli. Sulla base dei comportamenti messi in atto da noi creiamo delle previsioni nella nostra mente su come l'altra persona reagirà. Questo fonda un'idea di relazione o di attaccamento. Le esperienze di attaccamento diventano pensiero rispetto all'attaccamento in generale: quindi l'esperienza di attaccamento dei primi anni di vita è la base per costruire tutti i legami di attaccamento nella vita.

se l'attaccamento è stato sicuro e quindi il caregiver era disponibile, coerente, sintonizzato il bambino acquisirà sicurezza. Avrà l'idea di essere amato e capace

se l'attaccamento è stato insicuro il bambino si creerà l'idea di non essere degno di amore.

Il modello operativo interno serve sia per rappresentare le relazioni, ma anche per guidarci nelle relazioni future. Non sempre queste rappresentazioni e

queste idee di attaccamento sono consapevoli. Quanto più l'attaccamento è sicuro, tanto più nasce nel bambino l'idea di essere degno di essere amato. Questo elemento rappresenta una base per la formazione dell'autostima. Nel caso di attaccamenti insicuri noi avremo l'idea che le nostre emozioni non siano significative e ce le terremo per noi. Queste esperienze fatte nei primi anni di vita non costituiscono un segno irrevocabile: come esseri umani siamo plasmabili e in grado di assorbire esperienze nuove che facciamo, quindi un attaccamento insicuro sperimentato nelle prime fasi della nostra vita non condiziona inevitabilmente i nostri rapporti futuri. Gli studi successivi si sono concentrati sugli attaccamenti multipli, tra cui l'attaccamento con la figura paterna e attaccamenti a figure non familiari (operatori dell'asilo nido che sono prima esperienza di socializzazione fuori dalla famiglia). In seguito agli studi di Bowlby è stato

Evidenziato che i legami multipli possono fungere da base sicura al pari del caregiver principale (madre). Inoltre è stato anche evidenziato che la formazione dei modelli operativi interni non è limitata alla fase preverbale dello sviluppo, ma procede anche nelle fasi successive quando il linguaggio verbale diventa più importante.

LO SVILUPPO EMOTIVO L'EMOZIONE è un insieme di reazioni a qualcosa che succede. L'emozione si associa a reazioni fisiologiche (lacrime, tremori) ma anche a una mimica facciale specifica. Esperienze emotive = processo multi componenziale con un decorso temporale che evolve. L'emozione ci segnala che ci siamo allontanati dal nostro stato di quiete. In passato le emozioni erano intese sotto un punto di vista negativo, perché il mondo della psicologia era dominata dalla parte cognitiva; l'emozione disturbava i processi cognitivi mandando in "tilt" il cervello. Dagli anni 30 si è osservato come la

La funzione delle emozioni è necessaria per la sopravvivenza (come la paura). Inoltre, dentro le esperienze emotive c'è sempre una parte cognitiva. L'emozione:
  • non è uno stato ma un processo
  • ha una durata nel tempo
  • è costituita da più componenti di natura diversa
  • si accompagna a reazioni fisiologiche (sudorazione, tachicardia)
  • si accompagna a reazioni espressive (mimica facciale, gesti)
  • in un processo emotivo vi è sempre una valutazione cognitiva dello stimolo (di quello che sta succedendo) anche se non ne siamo consapevoli
Quando siamo di fronte a un evento che ci provoca un'emozione, il nostro cervello si chiede se sia uno stimolo nuovo o no, se sia piacevole o doloroso, se sia di alta o bassa intensità. A volte la risposta non è così chiara (nel caso dell'ansia, il cervello ci dà delle risposte non adatte allo stimolo, ci comunica che dobbiamo avere più paura di quella necessaria.e questo è dovuto a informazionipassate che abbiamo immagazzinato).
  • ha funzione adattativa: permesse di adattarci all'ambiente
  • funzione comunicativa
  • funzione intersoggettiva: strumento di comunicazione con l'altro
  • funzione intrasoggettiva: comunicazione con sé stessi
  • sono processi sociali e prodotti sociali. Fanno parte di tutte le nostre relazioni con l'altro

Le emozioni sono innate o acquisite?

Esistono teorie diverse. Per Darwin l'espressione delle emozioni è universale, biologicamentedeterminata, è un prodotto dell'evoluzione della specie.

Ekman approfondisce gli studi di Darwin testando le emozioni nelle diverse culture. Arriva asostenere che l'espressione del viso per ciascuna emozione primaria è comune per tutti i popoli; tuttavia una cultura influenza:

  • ciò che suscita un'emozione (stimolo emotigeno, che provoca emozioni)
  • il controllo della mimica nelle situazioni sociali

Secondo

Gli studi più recenti ci sono solo due.
Dettagli
A.A. 2022-2023
47 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/04 Psicologia dello sviluppo e psicologia dell'educazione

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher auroratognetti__ di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia sociale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Parma o del prof Gandolfi Carolina.