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Cambiamenti nelle capacità mentali tra i 18 e i 36 mesi

Tra i 18 e i 36 mesi avviene un cambio qualitativo fondamentale nelle capacità mentali della nostra specie (=filogenesi). Tale cambio Piaget lo desume dall'osservazione della comparsa di tre comportamenti:

  • la comparsa dell'imitazione differita
  • la comparsa del gioco simbolico
  • la comparsa del linguaggio

Ciò che accomuna le funzioni alla base di tali comportamenti è la capacità simbolica, cioè di agire mentalmente indipendentemente dalla corrispondenza con ciò che accade. Tale capacità precorre le funzioni astratte del pensiero (ne costituisce le basi, costituisce le regole).

In particolare, per imitazione differita Piaget intende la comparsa della capacità non solo di imitare le azioni, ma le intenzioni altrui. Tale capacità sta alla base dei futuri processi di teoria della mente, cioè di interpretazione dell'altro: io penso che tu pensi. Tra i 18 e 36 mesi tali qualità si rendono già evidenti.

dopo, i bambini iniziano a sviluppare la capacità di fare finta. Utilizzano oggetti in modo diverso dalla loro funzione originale: una scatola diventa una macchina, un pettine diventa un'astronave. Gli studiosi successivi a Piaget hanno identificato tre tappe fondamentali nello sviluppo del gioco: - Il gioco di manipolazione: è essenziale nella fase senso-motoria perché permette ai bambini di esplorare tutte le informazioni sull'uso degli oggetti. - Il gioco di funzione: si stabilizza intorno all'anno di età. I bambini imparano a utilizzare gli oggetti in modo appropriato: riempiono una scatola, tirano una palla, usano un cucchiaio per mangiare e non per sbattere. - Il gioco simbolico: intorno all'anno e dopo, i bambini iniziano a sviluppare la capacità di fare finta. Utilizzano oggetti in modo diverso dalla loro funzione originale.

mezzo la scatola diventa una macchina e il cucchiaio un aereo.Il processo maturazionale dimostra di aver raggiunto l'avvio delle capacità simboliche.La comparsa del linguaggio è una tappa fondamentale di tutta l'evoluzione, sia della filogenesi che dellaontogenesi. Per avviarsi ha bisogno di strutture comunicative universali che prendono il nome di linguaggionon verbale, paraverbale e verbale. I più antichi nella nostra filogenesi sono quello non verbale e paraverbale,cioè i segni comportamentali dei gesti della mimica e dello sguardo e i toni e i ritmi degli suoni emessi. Neiprimi mesi di vita l'emissione dei suoni universali si chiama lallazione ed è la funzione che prosegue nellosviluppo verbale, comunque sempre accompagnata dalla comunicazione paraverbale del tono e non verbaledell'espressione umana.Riguardo al linguaggio verbale da Piaget in poi le ricerche hanno avuto un incremento enorme: oggi esconomigliaia di ricerche

L'anno sul linguaggio. In estrema sintesi, le fasi fondamentali sono:

  1. i vocalizzi: suoni prototipici di assestamento delle strutture articolari vocali
  2. lallazione universale nei primi mesi di vita
  3. diadi consonante-vocale, consonante-consonante. Quando le lallazioni si moduleranno con suoni prototipici delle lingue si generano queste diadi. Le ricerche sembrano confermare la stabilizzazione prototipica nelle prime parole grazie al rinforzo educativo
  4. parole frasi (=olofrasi) genericamente tra gli 8 e 12 mesi
  5. arricchimento lessicale avviene nel secondo anno di vita
  6. fluenza morfosintattica nel terzo anno di vita

Meravigliosi al riguardo sono gli errori di ipergeneralizzazione e ipercorrettismo spesso segno delle basi generative e innate del linguaggio stesso.

Lo stadio del pensiero preoperatorio (dai tre ai sei anni) è la tappa evolutiva fondamentale per la prima modalità di interpretazione della realtà fisica e mentale (fisica= cosa mi sta accadendo intorno:

“Perché piove?”; mentale: “Perché ho paura?”). In particolare, questo periodo di transizione è caratterizzato da forme di pensiero naif cioè ingenuo, egoriferito e spesso molto immaginifico per generazione simbolica. In particolare, dice Piaget, si possono riconoscere quattro tendenze universali molto caratterizzate:

  • il realismo è la tendenza ingenua a dare carattere di realtà ad ogni cosa che accade anche mentalmente. Dà realtà a tutto ciò che accade, anche agli stati mentali.
  • l’animismo è la tendenza spontanea a dare psiche (= anima, pensiero, intenzione) a tutto ciò che accade (dal dare botte all'oggetto che ha fatto male al bambino, alle bambole; gli avatar con cui giochiamo; la poesia; le arti; le religioni,… ). Viene attribuito pensiero anche agli oggetti. L'animismo è alla base non solo delle funzioni creative più evolute, arti, poesie, credo,
paragrafi.animismo e finalismo che si basa sulla percezione sensoriale e sulla fusione di diverse esperienze. L'artificialismo, invece, attribuisce alla scrittura e alla lettura un valore pratico e funzionale, come strumenti per diventare bravi a scuola. Il realismo si riferisce alla rappresentazione fedele della realtà, mentre l'animismo attribuisce agli oggetti e ai numeri una vita propria. Il finalismo, infine, sottolinea l'importanza della scrittura e della lettura per sviluppare l'intelligenza.in cui si evidenziano i sensi e le informazioni sensoriali. È una caratteristica del realismo, tipica di questa fase e di alcune malattie (autismo).

Lo stadio del pensiero operatorio concreto (6-11 anni circa)

Si chiama così perché è il lungo periodo di tempo in cui i bambini maturano le capacità di operazioni mentali caratteristiche del pensiero umano. Tali operazioni mentali si riferiscono a quattro categorie logiche: tempo, spazio, modo, causa. Si tratta di organizzatori cognitivi che consentono di operare mentalmente e che secondo Piaget durante questo stadio si vanno via via rafforzando attraverso le esperienze concrete.

  • La categoria logica di tempo: risponde alla domanda "Quando?" e ha due dimensioni fondamentali: la sincronia o contemporaneità e la diacronia o successione.
  • La categoria di spazio: risponde alla domanda "Dove?" e implica i principali rapporti topologici: davanti, dietro, sopra, sotto, destra,

sinistra… (sono fondamentali tutti i giochi che consentono una organizzazione topologica).

  • La categoria di modo: è forse la più complessa e risponde alla domanda “Come?” e ha molti descrittori: soggettivo oggettivo, fisico mentale, reale irreale, interno esterno,… in tutte le possibili combinazioni. Ad esempio: ho freddo ed è freddo.
  • La categoria di causa: risponde alla domanda “Perché?” e secondo Piaget solo dopo i sei anni i bambini possono comprendere oltre alla causalità finale anche quella meccanica e quella efficiente. La professoressa Lucangeli raccomanda di utilizzare una guida metacognitiva costante che accompagna il bambino fin dai primissimi anni di vita a riflettere su cosa accade e come, quando, dove, perché. La ristrutturazione di queste informazioni consente di potenziare la maturazione dell'intelligere.

Lo stadio del pensiero ipotetico deduttivo (dai 11 anni)

Dalla preadolescenza

In poi Piaget riconoscere la conquista della maturazione cognitiva nella comparsa del pensiero ipotetico deduttivo. È un pensiero formale, svincolato dalla necessaria esperienza concreta capace di procedere di ipotesi in deduzioni e reversibile, cioè capace di condizionare contemporaneamente le operazioni logiche dirette e inverse. Ne è esempio didattico la matematica formale (a+b)² = a²+b²+2ab. Questa sequenza formale non può essere compresa senza pensiero reversibile. Oggi le ricerche sull'adolescenza dimostrano che la conquista del pensiero formale è molto più lunga di quello che Piaget immaginava, ed è molto più warm, cioè ricca di componenti emotive e affettive, collegate alla speciale maturazione di genere che porta all'adolescenza una totale ristrutturazione del sé (attenzione all'egocentrismo intellettuale in adolescenza= io capisco gli altri no, molto tipico del pensiero formale).

Gli studi psicologici sulla motivazione sono relativamente recenti, iniziano tra gli anni '50-'60 in ambito comportamentista. Il primo modello si basa sulla combinazione dei due termini motivo-azione: c'è un motivo che spinge ad agire. Spesso tale motivo è regolamentato dalla presenza del rinforzo. Il rinforzo positivo aumenta la probabilità che un'azione venga fatta ancora, cioè venga compiuta nuovamente (gratificazione); il rinforzo è negativo quando diminuisce la probabilità che l'azione venga svolta nuovamente. In sintesi, la motivazione è estrinseca quando si agisce per uno scopo esterno; è intrinseca quando si agisce per uno scopo interno (io studio perché mi miglioro/mi rende più soddisfatto). Gli studi più recenti ci fanno capire che in realtà motivazione estrinseca e intrinseca sono spesso coesistenti in ogni nostro comportamento e quanto più sono bilanciate.

tanto più le azioni e i comportamenti ne sono rafforzati. Tutti i modelli più recenti sulla motivazione hanno fortemente insistito.
Dettagli
Publisher
A.A. 2020-2021
6 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/04 Psicologia dello sviluppo e psicologia dell'educazione

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher ire-24 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia dello sviluppo e dell'educazione e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Padova o del prof Lucangeli Daniela.