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Dipendenza da esercizio fisico

Nel 1990 Isaac Marks introduce il termine. Nel 2005 Griffith identifica sei elementi presenti in soggetti con una dipendenza. Nel 2013 viene introdotta la primaria dipendenza da esercizio fisico, una primaria dipendenza comportamentale. La si suddivide in secondaria (caratterizzata da disturbi del comportamento alimentare, disturbo da dismorfismo corporeo, bassi livelli di autostima, disturbo narcisistico di personalità). Ne soffre circa il 3-5% della popolazione senza differenze tra sessi.

Esistono numerosi test in grado di valutare il rischio di sviluppare dipendenza, ma non esiste ancora un test in grado di diagnosticarla: EDS (exercise dependence scale) presenta 20 item e classifica in soggetti a rischio, soggetti sintomatici non dipendenti, soggetti asintomatici non dipendenti; EAI (exercise addiction inventory) presenta 6 item e con un punteggio superiore a 24 si avrà alto rischio di dipendenza. Il trattamento si attua tramite terapia cognitivo comportamentale, valutare eventuali comorbidità, valutare cambio di attività, istruire il soggetto alla moderazione e aiutarlo in caso di difficoltà nella socializzazione.

Psicologia clinica dello sport

Disturbo dello spettro d'autismo

Fa parte dei disturbi del neurosviluppo. Ne esistono molte forme ma ci sono delle linee guida comuni a tutte: raccogliere informazioni dai genitori, non focalizzarsi troppo su comportamenti inappropriati, adattarsi alla situazione, sviluppare strategie creative per motivare, diversificare attività frequentemente per aumentare il coinvolgimento (i cambi di attività devono essere pianificati e predisposti) e soprattutto predisporre un ambiente funzionale.

L'ADHD (disturbo da deficit di attenzione/iperattività) porta le persone a essere sempre in movimento e ad avere difficoltà a focalizzarsi. L'attività fisica porta benessere a livello emotivo, cognitivo e comportamentale. Moderatori su cui abbiamo il controllo: tipologia di attività, intensità (limitare momenti di pausa), durata (75-90’), frequenza (2-3 volte a settimana) e costanza.

Burnout sportivo

Il burnout sportivo è caratterizzato da tre elementi: esaurimento fisico/emotivo, ridotto senso di realizzazione, svalutazione dello sport. Emerge in cinque aree: depressione, ansia, stress cognitivo fisico, comportamentale motivazionale (mancanza di sonno), rifiuto e mancanza di voglia. Porta a conseguenze psicologiche e fisiologiche che si ripercuotono su salute e benessere.

Psicopatologia

Immagine corporea

L'immagine corporea è l'insieme di percezioni, pensieri ed emozioni che una persona esperisce riguardo al suo corpo. È determinata da aspetti percettivi, cognitivi, affettivi e comportamentali (costrutto multidimensionale). È importante distinguere due aspetti chiave sulla base dell’immagine corporea: aspetto valutativo (soddisfazione o insoddisfazione per il proprio corpo) e aspetto di investimento (importanza psicologica che le persone attribuiscono al proprio corpo).

L'immagine corporea si forma fin dalla prima infanzia e il suo sviluppo dura tutta la vita. Un ruolo determinante è svolto da figure rilevanti che giocano una funzione importante della nostra vita e dall'influenza socioculturale. Infanzia e adolescenza sono le fasi più importanti per lo sviluppo dell'immagine corporea. Il modello tripartito di influenza individua 3 fonti primarie di influenza nello sviluppo dell'immagine corporea: i genitori, i pari, i mass media. Queste tre fonti rinforzerebbero gli standard irrealistici di bellezza attraverso commenti o azioni che supportano e perpetuano tale ideale.

I canoni di bellezza sono canoni estetici sganciati dalla realtà (rischio di insoddisfazione corporea molto elevato). L'insoddisfazione corporea costituisce un aspetto dell'immagine corporea derivante dalla scontentezza percepita per la forma del corpo, per il peso o per la dimensione di alcune parti del corpo. Può essere associata ad una distorsione percettiva dell'immagine del corpo, la quale può essere: sottostima o sovrastima delle dimensioni corporee (percezione) o (sensazioni, stati d'animo, emozioni evocate dell'immagine corporea).

Non sempre, però, l'insoddisfazione corporea è frutto di processi negativi né risulta sempre implicata nella distorsione dell'immagine corporea. L'anoressia nervosa è un disturbo dell'alimentazione e della nutrizione e presenta i seguenti criteri diagnostici: restrizione dell'assunzione di calorie in relazione alla necessità (peso corporeo basso nel contesto di età, sesso, salute fisica, ecc.), intensa paura di aumentare di peso o diventare grassi, alterazione del modo in cui viene vissuto dall'individuo il peso o la forma del proprio corpo (eccessiva influenza del peso o della forma del corpo sui livelli di autostima o persistente mancanza di riconoscimento della gravità dell'attuale condizione di sottopeso).

Anoressia e bulimia nervosa

Esistono due tipi di anoressia nervosa: restrittiva (dieta, digiuno e/o attività fisica), con abbuffate e/o condotte di eliminazione (vomito autoindotto, uso inappropriato di lassativi, diuretici…). La bulimia nervosa presenta 5 criteri diagnostici: ricorrenti episodi di abbuffata, ricorrenti e inappropriate condotte compensatorie per prevenire l’aumento di peso, le abbuffate e le condotte inappropriate si verificano entrambe almeno una volta a settimana per 3 mesi, i livelli di autostima sono indebitamente influenzati dalla forma e dal peso del corpo, l’alterazione non si manifesta esclusivamente nel corso di episodi di anoressia nervosa.

Disturbo da dismorfismo corporeo

Il disturbo da dismorfismo corporeo è caratterizzato dalla presenza di una preoccupazione per uno o più difetti o imperfezioni percepite nell’aspetto fisico. Le preoccupazioni sono indesiderate e spesso non controllabili e in risposta ad esse i soggetti mettono in atto comportamenti ripetitivi o azioni mentali. La dismorfia muscolare è un tipo di dismorfismo corporeo che riguarda principalmente atleti impegnati in discipline come bodybuilding o sollevamento pesi. È caratterizzata da una preoccupazione riguardo l’idea che il proprio corpo sia insufficientemente muscoloso.

Inizialmente fu descritta come anoressia inversa e fu definita da due fattori: desiderio di aumentare la massa muscolare e desiderio di ridurre la massa grassa. Gli autori di questa definizione propongono una serie di criteri diagnostici e suggeriscono che la presenza di almeno 2 fattori su 4 può determinare l’insorgenza di una forma di dismorfia muscolare: l’individuo rinuncia frequentemente ad importanti attività sociali a causa di un bisogno compulsivo di seguire il suo programma d’allenamento e dieta; l’individuo evita situazioni in cui il suo corpo viene esposto agli altri; la preoccupazione circa l’inadeguatezza della dimensione del corpo o della muscolatura provoca stress o disagi clinicamente significativi; l’individuo continua ad allenarsi, seguire la dieta e assumere sostanze che migliorano la prestazione nonostante la conoscenza di conseguenze fisiche o psicologiche. La maggior parte di individui con dismorfia muscolare segue rigidi programmi d’allenamento, pratica esercizio fisico in modo eccessivo e alcuni fanno uso di steroidi anabolizzanti o altre sostanze dannose.

Lezione 8 - La percezione

La percezione è un processo di individuazione di oggetti ed eventi nell’ambiente volto ad attribuire loro un senso, a comprenderli, a categorizzarli e a prepararsi a reagire ad essi. Può cambiare in base a esperienza e velocità di pensiero (anticipazione). Per migliorare la velocità di pensiero e quindi l’anticipazione sono utili le tecniche di occlusione, che si suddividono in spaziali e temporali. Quelle temporali si attuano con l’interruzione del filmato con la schermata nera, quindi bisogna essere in grado di raccogliere tutte le informazioni più importanti prima dell’interruzione del filmato. Quelle spaziali si attuano con l’occlusione di una specifica fonte di informazione.

Lezione 9 - Stili attentivi

L’attenzione è una componente fondamentale della prestazione e dell’apprendimento delle abilità motorie e sportive, cioè la capacità che fa riferimento alla nostra abilità di selezionare degli stimoli piuttosto che altri. Le prospettive sono: capacità di selezionare stimoli rilevanti senza focalizzarsi sugli altri (tecnica dell’arresto di pensiero/self talk), doppio compito, efficacia della concentrazione (capacità di attivarsi in base alla concentrazione che un determinato compito richiede), orientamento verso stimoli salienti (o stimoli che possono diventarlo, strettamente legati all’anticipazione).

Nideffer parla di stili attentivi tramite interazione tra direzione (interna o esterna) e ampiezza (ampia o ristretta). Ampio - esterno (consultivo/assess): focus su ambiente circostante (allenabile tramite goal setting); Ampio - interno (strategico/analyze): valutazione e pianificazione di strategie importanti per valutare e efficacemente determinate situazioni; Ristretto - interno (sistematico/rehearse): ripetizione di simulazioni e strategie volte ad affrontare situazioni interne ed esterne; Ristretto - esterno (focalizzato/perform): focus su specifica procedura da mettere in atto.

Lezione 10 - Apprendimento e memoria

Le modalità di apprendimento variano in base all’età. Il processo mnesico è dato dall’interconnessione tra apprendimento e memoria, entrambe collegate alle informazioni. Nell’apprendimento raccogliamo le informazioni, le immagazziniamo e vengono consolidate tramite la ripetizione. Nel lasso di tempo tra immagazzinamento e consolidazione sono necessari dei feedback (devono essere costruttivi). Infine nella memoria abbiamo il recupero. In ambito sportivo sono importanti per creare automatismi e quindi permettere un’applicazione efficace di tecnica e tattica. L’apprendimento può avvenire in modo implicito (inconsapevole e involontario) o esplicito (consapevole e volontario).

Le capacità motorie sono essenziali per l’acquisizione delle abilità motorie. Le capacità motorie si suddividono in organico muscolari (condizionali) e coordinative (base e speciali). Quelle condizionali sono forza, velocità, resistenza e mobilità articolare. Quelle coordinative sono date da processi nervosi centrali di regolazione e controllo del movimento. L’abilità è una sequenza di movimenti che viene ripetuta fino a quando non viene appresa e consolidata, fino ad arrivare ad eseguirla in modo automatico.

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Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/01 Psicologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher ale632 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia applicata alle attività motorie e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Cagliari o del prof Pazzona Riccardo.
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