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APPUNTI DI PSICOLOGIA DELLO SPORT
GIULIA SOFIA CHINDAMOL’allenatore dovrà conoscere, capire e comprendere lo stato psichico del proprio atleta e rilevare, diconseguenza, i suoi disturbi:
- Nei casi lievi e soprattutto in quelli legati ad alcune particolari situazioni o a momenti transitori dellavita dell’atleta, egli potrà essere un valido supporto e lo sport stesso un efficiente strumento di aiuto;
- Nei casi più gravi, invece, dove i sintomi appaiono intensi ed evidenti, l’allenatore dovrà richiedere oconsigliare la consulenza di uno specialista.
In relazione a questi aspetti, l’allenatore, quindi, dovrà:
- Conoscere e capire la situazione psichica del proprio allievo;
- Rilevare ogni condotta anomala ed ogni sintomo di disturbo psicologico;
- Saper individuare i vari conflitti, prima di tutto in sé stesso e poi negli atleti, attraverso il metododell’osservazione, del colloquio e tramite l’empatia;
- Gestire ogni
proprio conflitto e frustrazione ed aiutare gli atleti a gestirli a loro volta, ad esempio, non formulando e non convalidando richieste troppo eccessive;
Dare sempre il giusto apprezzamento allo sforzo dell'atleta per aumentare la sua autostima e la fiducia in sé stesso;
Essere il più possibile equilibrato e saper gestire la propria ansia;
Essere un valido supporto negli stati ansiosi dell'atleta, ad esempio non assegnando responsabilità poco definite o non condivise dall'atleta stesso;
Controllare lo stato emotivo dell'atleta, ad esempio prima e durante la gara, per aiutarlo in una migliore gestione dell'energia psichica, dell'ansia pre-gara e dello stress.
AGGRESSIVITA'. L'aggressività, dal latino "adgredior" cammino in avanti, in psicologia è intesa come la particolare tendenza diretta all'etero o all'autodistruzione, che può essere presente in ogni comportamento ed in ogni fantasia.
In riferimento all'aggressività esistono varie e diverse teorie psicologiche: - Neuropsicologia: le ricerche in questo campo hanno consentito di individuare formazioni neurotiche multiple che, opportunamente stimolate, determinano lo stato aggressivo o di quiete fino a distinguere, nella regione centro encefalica, la reazione di rabbia primitiva; - Etologia: grazie agli studi di Konrad Lorenz, si è giunti alla conclusione che l'aggressività non è una dimensione distruttiva ma una tendenza positiva che spinge gli esseri viventi alla conservazione della vita, nelle forme della difesa del territorio, della ricerca dell'accoppiamento, della lotta per procurarsi il cibo; - AGONISMO: L'agonismo, dal greco "agon" luogo della riunione e della contesa, indica la combattività e lo spirito d'emulazione. Viene inteso, in psicologia, come un comportamento indirizzato all'auto affermazione competitiva ed all'espressione.regolamentata dell'aggressività, secondo particolari modelli culturali. In questo senso lo sport è, quindi, un "dispositivo sociale" che consente di istituzionalizzare, in forma simbolica e ritualizzata, il modello comportamentale competitivo proprio della nostra cultura. L'agonismo non può essere identificato con l'aggressività, ma con la sua espressione "canalizzata" che ne regola, con precisione, i limiti e le sfere d'influenza.
ALLENATORE E AGONISMO. L'agonismo in senso lato indica la condotta che l'atleta assume nell'ambito sportivo. L'allenatore, tenendo presente che lo spirito di competizione varia da un atleta all'altro in base all'età ed alle situazioni, e che la sua attività concorre alla promozione ed all'accrescimento dei livelli individuali di rendimento, dovrebbe:
- Diversificare e sostenere nei giovani le esperienze agonistiche che costituiscono validi
FUNZIONI E PROCESSI PSICHICI: LA PERCEZIONE
La percezione è il processo mediante il quale traiamo informazioni relativamente all'ambiente nel quale viviamo. Lo studio classico sulla percezione deriva dalla psicologia comportamentista tramite lo schema di S-R (stimolo-risposta), dove R (la risposta del soggetto) è in funzione della stimolazione (S) che ha subito.
FUNZIONI E PROCESSI PSICHICI: L'APPRENDIMENTO
L'apprendimento è il processo psichico mediante il quale l'esperienza modifica il comportamento animale o umano. È possibile individuare diversi tipi di apprendimento, ad esempio:
- Cognitivo: di tipo complesso, coinvolge le funzioni psichiche superiori come l'intelligenza e la creatività;
- Meccanico: di tipo semplice ed imitativo, inerente i condizionamenti esterni.
Grazie alla curva di apprendimento, un...
specializzazione alla differenziazione. Ciò ha luogo sia tramite la modificazione di strutture e funzioni già disponibili che la creazione di altre forme motorie atte a rispondere a nuove situazioni o esigenze. La specializzazione determina un miglioramento della capacità esecutiva del gesto, mentre la differenziazione ne amplia il repertorio di azione. FUNZIONI E PROCESSI PSICHICI: LA MEMORIA. La memoria costituisce il processo psichico attraverso il quale ciò che è stato appreso, nelle più diverse forme, viene immagazzinato e successivamente rievocato. La memoria, quindi, non è solo la riproduzione dell'esperienza trascorsa, ma anche il riconoscimento di quest'ultima. Esistono varie forme di memoria, tra le quali ricordiamo: - Memoria senso-motoria: comprende la memoria visiva, la memoria uditiva e la memoria tattile; - Memoria sociale: più complessa poiché implical'attività mentale che comprende una serie svariata di fenomeni, come ad esempio: ragionare, riflettere, immaginare, fantasticare, l'esistenza di categorie mentali, razionali ed impersonali, che rendono possibile la comunicazione sotto forma di "racconto"; - Memoria autistica: compare negli stati onirici ed in diverse malattie mentali ed è caratterizzata dal primato della sfera affettiva e dal mancato riconoscimento del passato in quanto tale. - Memoria motoria: costituisce un aspetto importante per l'apprendimento motorio. È caratterizzata dal fatto che un programma motorio necessita di una certa pratica prima di essere appreso ma, una volta appreso, può essere rievocato a lungo persino quando, ad esempio con l'invecchiamento, sono involute le strutture fisiche per sostenerlo. FUNZIONI E PROCESSI PSICHICI: IL PENSIERO. Il pensiero è quel processo psichico che ci permette di essere in comunicazione con il mondo. Consiste nell'attività mentale che comprende una serie svariata di fenomeni, come ad esempio: ragionare, riflettere, immaginare, fantasticare.prestare attenzione e ricordare. Esistono vari tipi di pensiero, tra cui: - Pensiero intuitivo e logico; - Pensiero analitico e sintetico, il primo tipico dell'ambito umanistico, il secondo in ambito matematico; - Pensiero creativo e rigido; - Pensiero divergente e convergente. Vi sono alcuni disturbi legati al pensiero, sia formali che del contenuto, tra cui l'inibizione e la fuga delle idee, l'incoerenza, la prolissità, la disgregazione, la deconcentrazione, le idee dominanti. FUNZIONI E PROCESSI PSICHICI: L'ATTENZIONE. L'attenzione indica la capacità psichica in base alla quale l'individuo è in grado di cogliere stimoli e di orientarsi verso gli stessi. L'attenzione influenza direttamente l'efficienza delle prestazioni nei compiti di vigilanza (stato ottimale del campo di coscienza) in quanto mette in azione i meccanismi che provvedono ad immagazzinare, nei depositi della memoria, gli stimoli selezionati. In neuropsicologiagrafico che registra i livelli di apprendimento prestazionale di un soggetto nel corso di prove successive cui è sottoposto, è possibile misurare il grado di apprendimento verbale o motorio.
FUNZIONI E PROCESSI PSICHICI: L'APPRENDIMENTO MOTORIO. Una qualsiasi competenza, determinata geneticamente, si realizza solo attraverso una stimolazione ambientale adeguata. La ripetizione dell'esperienza di un movimento tende ad "automatizzarlo", cioè a svincolarne l'esecuzione dal controllo cosciente dell'individuo che lo compie, permettendogli di perseguire, così, fini motori più evoluti.
L'esperienza di un movimento quindi:
- Diviene parte utile e integrante del processo di apprendimento, insieme a tutte le informazioni percettive e sensoriali che la accompagnano, soltanto se è assimilabile a funzioni e strutture motorie preesistenti;
- Attraverso la sua ripetizione, sollecita il soggetto a ricercare nuovi adattamenti alla
Il "riflesso di orientamento" è la reazione fisiologica che si manifesta con il destarsi dell'attenzione; il corpo si volge verso la sorgente dello stimolo mentre la coscienza (consapevolezza di sé stessi e delle proprie azioni) si concentra sul suo significato. La ripetizione dello stimolo riduce il riflesso di orientamento ("abituazione"). Inoltre l'attenzione può essere sollecitata da stimoli "esterni" all'individuo o "interni" (l'interesse proprio del soggetto, la sua motivazione, la risonanza emotiva, ecc.).
Ponendo l'attenzione in relazione alla percezione distinguiamo:
- Il "campo" dell'attenzione: differenziato in una zona più intelligibile (fuoco) ed una periferica, progressivamente meno chiara;
- L'estensione dell'attenzione: ovvero il numero degli oggetti che il soggetto è in grado di percepire;
- L'attenzione volontaria ed
involontaria (o spontanea): caratterizzate da un orientamento cosciente o meno del soggetto verso uno stimolo. L'attenzione volontaria richiede uno sforzo soggettivo.