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INTELLIGENZA E MEMORIA NELL'INVECCHIAMENTO (CAP 6)

1. Invecchiamento cognitivo

Alcuni autori distinguono meccanismi mentali di base (o abilità fluide), biologicamente determinate, e abilità cristallizzate, culturalmente determinate. Alcuni autori parlano di simmetrie (somiglianze nel funzionamento cognitivo tra giovani e anziani) e asimmetrie (dissociazioni nel funzionamento cognitivo legate all'avanzare dell'età). Si pensava che lo sviluppo cognitivo si arrestasse con la fine dell'adolescenza e che l'età adulta fosse costituita da un declino cognitivo. A questa concezione dell'invecchiare se ne contrappone un'altra secondo cui le modificazioni psicologiche caratterizzano tutto l'arco della vita: questo approccio è detto life-span ed ha portato a considerare i cambiamenti lungo tutto l'arco di vita della persona, sostenendo una visione secondo cui lo sviluppo è un continuo equilibrio tra nuove

acquisizioni e la perdita di alcune abilità che caratterizza ogni fase dell'esistenza. 2. L'intelligenza e le abilità dell'anziano Intelligenza: un test di intelligenza più utilizzato è quello delle Matrici progressive di Raven: si presentano delle figure con una parte mancante e i partecipanti devono individuare quale tra diversi frammenti le completi correttamente. I giovani ottengono un punteggio significativamente superiore. Nella standardizzazione della versione colore delle matrici di Raven, i dati ottenuti mostrano un declino generale con l'avanzare dell'età. Cattell afferma che la natura dell'intelligenza deve essere studiata considerando abilità legate alla comprensione di nuovi dati, e abilità legate all'esperienza. Questi due tipi di intelligenza vengono chiamati: intelligenza fluida (Gf), che permette di adattarsi a situazioni nuove, dipende da fattori biologici e fisiologici, e intelligenza cristallizzata (Gc), che si basa sull'esperienza e l'apprendimento accumulato nel corso della vita.cristallizzata (Gc) declina con l'età; e si basa su conoscenze e capacità acquisite con l'esperienza legate alla cultura; essa migliora con l'età. L'invecchiamento deve essere considerato un fenomeno multidimensionale e multidirezionale poiché vi sono diversi tipi di abilità che seguono traiettorie diverse. Nella teoria dell'arco di vita proposto da Baltes, lo sviluppo caratterizza ogni fase della vita e subisce influenze di tipo biologico e culturale. Egli parla di operazioni mentali di base legate più alla biologia che agli aspetti legati alla cultura. Le abilità di base come ragionamento, memoria, orientamento spaziale, velocità percettiva, subiscono un declino precoce e rapido. Le abilità verbali e numeriche restano stabili. Il declino di tutte le componenti dell'intelligenza avviene con l'età. Cornoldi ha proposto un modello di intelligenza in cui le abilità di base sono

organizzate da tre fattori: metacognizione, esperienza e cultura. Abilità intellettive fondamentali le operazioni mentali di base (velocità, ragionamento e memoria) e gli aspetti pragmatici (conoscenze generali e abilità di vocabolario) sono correlate negativamente con l'età. La struttura intellettiva degli anziani è meno differenziata di quella dei giovani (ipotesi di dedifferenziazione), che individua correlazioni tra ambiti cognitivi diversi con un cambiamento nella struttura dell'intelligenza. Si assiste, con l'avanzare dell'età, all'aumento dei meccanismi di base dell'intelligenza sulle abilità pragmatiche. Il decadimento differenziato delle abilità intellettive fondamentali la capacità di comprendere concetti e relazione è danneggiata; l'abilità legata alla conoscenza e al linguaggio non ne risente; gli anziani mantengono un'ottima capacità di lettura.

Buone capacità di produzione e comprensione di testi scritti e orali

Gli anziani presentano con l'età un indebolimento di tutte le loro capacità sensoriali, a partire dalla vista e dall'udito.

Ipotesi della causa comune postula che la relazione tra funzioni sensoriali e cognitive dipendano dal sistema nervoso centrale, evidenziando un legame nell'invecchiamento tra le caratteristiche del cervello da cui dipendono le funzioni sensoriali e le abilità cognitive.

Con l'avanzare dell'età il peso dei fattori biologici e genetici è più importante nel determinare il funzionamento cognitivo. Ma è il declino percettivo che causa il declino cognitivo?

È noto che molte persone anziane sono poco sensibili allo spazio e molto rallentate in semplici compiti di ricerca visiva. La debolezza riportata nelle abilità di ragionamento fa riferimento al ragionamento fluido, legato a situazioni nuove.

Gli anziani

Sono meno capaci di imparare e meno flessibili nel modificare strategie di giudizio e di scelta, che preferiscono usare strategie meno impegnative: sono più lenti e cauti dei giovani, infatti, l'anziano si avvale dell'esperienza accumulata e risulta più avvantaggiato.

Creatività e cognizione: la creatività è la capacità di produrre qualcosa di nuovo che sia socialmente apprezzato. Si può manifestare anche nella vita quotidiana, purché si trovi un modo originale per risolvere un problema o per gestire compiti comuni. Con l'avanzare dell'età non cambia l'efficienza nello svolgere i compiti, ma le strategie con cui questi compiti vengono affrontati. La dimensione creativa in età senile può influenzare la qualità della vita. Un atteggiamento creativo sollecita nuovi interessi, e questa prospettiva fornisce supporto alle iniziative proposte per sollecitare processi creativi attraverso.

Attività quali scrittura, musica, che svolgono anche una funzione preventiva nei confronti del declino intellettivo e della depressione. La memoria nell'invecchiamento è considerata un aspetto centrale del'invecchiamento cognitivo. La memoria a breve termine mantiene piccole quantità di informazioni per un tempo limitato; la memoria di lavoro attiva permette il mantenimento e l'elaborazione dell'informazione. L'invecchiamento non influenza la memoria a breve termine. Prove classiche di memoria a breve termine sono lo span di cifre o parole in cui si devono ripetere cifre o parole appena ascoltate nello stesso ordine in cui queste sono state sentite o lette dal partecipante. Lo span all'indietro è più sensibile all'età. La memoria a breve termine non subisce particolari alterazioni, non è così sensibile agli effetti dell'età. Nella memoria a lungo termine ci sono differenze legate

All'età maggiori. All'interno della memoria a lungo termine distinguiamo: memoria dichiarativa (che conserva le info riguardo fatti e concetti) e la memoria procedurale (implicita, che conserva info automatizzate, come andare in bicicletta). La memoria dichiarativa si divide in memoria semantica e memoria episodica. Gli effetti dell'età più importanti si trovano nella memoria dichiarativa episodica. Prove di memoria episodica sono: ricordo di parole, riproduzione di stimoli visivi. Una prova di memoria implicita è quella in cui si presentano dei suggerimenti (cues) ai partecipanti e si avanza una richiesta che non fa riferimento alla memoria, ma al linguaggio. L'influenza che gli item hanno sulla prestazione è un esempio di preattivazione (priming). Le prove di priming sono di due tipi: priming percettivo (completamento di parole) priming concettuale o di produzione. La memoria procedurale rimane indenne all'avanzare dell'età.

anche in presenza di patologie cognitive degenerative. Esistono differenze d'età pronunciate in prove di apprendimento associativo o in prove di memoria della fonte (in cui viene chiesto ai partecipanti di ricordare la fonte originaria dell'informazione). Gli anziani ricordano solo un'informazione legata al contesto. I risultati di alcuni studi hanno formulato l'ipotesi di un deficit associativo con l'avanzare dell'età che spiega in parte il declino in memoria episodica. Un aspetto della memoria è rappresentato dalla memoria autobiografica che riguarda episodi di carattere generale ma associati alla sfera e alla vita personale del soggetto. Se il ricordo riguarda episodi recenti, la prestazione dell'anziano risulta indebolita; se il ricordo riguarda episodi acquisiti quando la memoria era più efficiente, la prestazione subisce modificazioni. Gli anziani riescono a recuperare senza difficoltà i ricordi del proprio passato.particolare della loro giovinezza. Il fenomeno di ricordare episodi accaduti tra i 10 e i 30 anni viene chiamato reminiscence bump. La giovinezza e l'età adulta si caratterizzano per la presenza degli eventi più significativi e positivi della vita in termini di sviluppo sociale, relazionale e lavorativo favorendone la codifica. La propensione a tenere vivi i propri ricordi è influenzata da una particolare caratteristica dell'individuo, chiamata leopardismo (per ricordare l'amore che Leopardi aveva per il ritorno al passato) o sensibilità alla memoria. Un altro filone di ricerca sulla memoria episodica si è interessato agli errori di memoria che le persone commettono, distorcendo l'evento (distorsioni) o pensando si sia verificato qualcosa che non è mai successo (false memorie). Con il paradigma del misinformation effect si evidenzia come nel recupero dei ricordi legati ad un evento, la presentazione di un'info interferisce.

Sul ricordo dei dettagli legati all'evento stesso, producendo distorsioni. Gli anziani producono più falsi ricordi dei giovani. Infine, vi è la memoria prospettica, ovvero il ricordare di ricordare, che permette di programmare le azioni future e di rievocarle nel momento in cui devono essere compiute (prendere la medicina alle 20). Distinguiamo la memoria prospettiva basata sul tempo (devo ricordarmi di prendere la medicina alle 20) e quella basata sugli eventi (quando suona la sveglia devo prendere la medicina. Nel determinare le differenze tra giovani e anziani possono intervenire vari fattori, tra cui i tipi di compiti considerati, il contenuto dell'informazione da ricordare e la salienza degli stimoli utilizzati. Il paradosso dell'età in memoria prospettica indica come l'artificiosità dei compiti utilizzati possano agire aumentando o diminuendo la distanza tra il livello di prestazione di giovani e anziani. Alcuni sistemi di memoria sono preservati,

onamento cognitivo e le conoscenze acquisite nel corso della vita. Questo tipo di memoria è responsabile della conservazione di informazioni generali, come il significato delle parole, dei concetti e delle regole grammaticali. Ad esempio, la memoria semantica ci permette di sapere che un cane è un animale domestico, che il sole è una stella e che l'acqua è composta da idrogeno e ossigeno. La memoria semantica è strettamente legata alla memoria episodica, che invece conserva ricordi di eventi specifici e personali. Mentre la memoria episodica è legata a esperienze individuali, la memoria semantica è condivisa da tutti gli individui di una determinata cultura o lingua. La memoria semantica è fondamentale per il nostro funzionamento quotidiano. Ci permette di comprendere il significato delle parole che leggiamo o ascoltiamo, di comunicare in modo efficace con gli altri e di utilizzare le conoscenze acquisite per risolvere problemi e prendere decisioni. Inoltre, la memoria semantica è coinvolta nel processo di apprendimento. Quando impariamo qualcosa di nuovo, come una nuova parola o un nuovo concetto, la memoria semantica si attiva per conservare queste informazioni e renderle accessibili quando ne abbiamo bisogno. In conclusione, la memoria semantica è un componente essenziale del nostro sistema di memoria. Ci permette di conservare e utilizzare le conoscenze acquisite nel corso della vita, facilitando la comprensione del mondo che ci circonda e il nostro funzionamento cognitivo.
Dettagli
Publisher
A.A. 2022-2023
41 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/08 Psicologia clinica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher agneseagata di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia dell'invecchiamento e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Padova o del prof Borella Erika.