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PCC = V + I + P + S
V = valorizzazione della persona con demenza
tenere conto della sua “individualità”
I =
P = “prospettiva” della persona con demenza
S = ambiente sociale “supportivo” ed inclusivo
L’obiettivo verso cui verte la PCC è di riconoscere le persone affette da demenza nella loro
umanità e globalità, dove l’assistenza riguardi la persona e non la sua malattia. Se enfatizziamo
meno la funzione cognitiva e ci concentriamo sulla persona intera, riusciremo a vedere la
possibilità di una gamma di relativi stati di benessere anche in una persona con demenza. La cura
si basa sulla relazione. Attraverso la relazione viene supportata la personhood.
dell’interazione di 5 elementi:
Kitwood propone la sua concezione di demenza come risultato
Demenza = NI+H+B+P+SP (T. Kitwood, 1997; D. Brooker, 2007).
• Danno neurologico (Neurological Impairment), che può essere dato da alterazione della
struttura cerebrale o della funzione cerebrale. Sono presenti problemi di memoria, di linguaggio
e di comprensione, di eseguire le attività di vita quotidiana…
• Salute fisica (Helth and physical fitness), è importante prestare attenzione al benessere fisico
di una persona con demenza
• Biografia (Biography or life history), la storia di vita di ciascun individuo è la struttura iniziale
della personalità.
• Personalità (Personhood); definita come “una posizione o grado che è conferita ad un essere
umano, da altri, nel contesto delle relazioni sociali e come essere sociale. Implica
riconoscimento, rispetto, e verità”.
• Psicologia sociale (Social Psychology); come abbreviazione di ambiente sociopsicologico
ovvero tutte quelle relazioni interpersonali che per Kitwood può supportare o danneggiare le
persone con demenza.
La psicologia sociale maligna PSM
È costituita da tutte quelle interazioni svalutanti da parte degli operatori, che possono minare uno o
più dei bisogni psicologici, e quindi la Personhood di chi è affetto da Demenza. La PSM non implica
una malevolenza consapevole da parte degli operatori, ma spesso l'agire in modo inconsapevole e
superficiale, senza rendersi conto del danno provocato e seguendo schemi già collaudati ed accettati.
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Il DCM (Dementia Care Mapping)
È uno strumento di osservazione e valutazione che applica i principi dell'approccio centrato sulla
persona (PCC) coinvolgendo le persone con demenza nella loro interezza, per migliorarne la qualità
di vita attraverso un'attenzione profonda alla qualità dell'assistenza. È nel contempo uno strumento
ed un processo.
- Lo strumento è formato dai meccanismi di osservazione e di codifica
- Il processo è l'utilizzo del DCM come motore per lo sviluppo di una pratica assistenziale di qualità,
basata sui principi della Person Centred Care. Consiste nella registrazione puntuale di tutto ciò che
accade nel setting assistenziale. Le azioni del personale di cura sono fondamentali per sostenere
(PE) ovvero minare (PD) la Personhood. In questo ambito non esistono più i cosiddetti
“comportamenti problematici” (BPSD), ma solo azioni, generate da un contesto, che vanno
interpretate.
Realizzare un approccio PCC
1. Realizzare una formazione del personale centrata sui principi dell'approccio
2. programmare interventi personalizzati di assistenza e di attività ricreative/occupazionali
3. affiancamento sul campo per osservare le interazioni durante le attività. Gruppi di lavoro per
l’analisi dei casi osservati:
- identificazione delle modalità relazionali per sostenere la personhood
- elaborazione di Pai Person Centred
Gentlecare
Moyra Jones, terapista occupazionale canadese, alla fine degli anni Novanta partendo dalla propria
esperienza personale e professionale ha creato e promosso il Metodo Gentlecare per la cura delle
persone con demenza. La metodologia “Gentlecare” ha lo scopo di promuovere il benessere del
malato, ottimizzando il suo stato funzionale e consentendo una buona qualità di vita rispetto al
declino causato dalla demenza. Questo modello aiuta i caregivers a sviluppare strategie che
migliorano i disturbi comportamentali ed eliminano lo stress, offrendo sostegno ai malati e a chi si
prende cura di loro.
L’approccio protesico, termine coniato dalla stessa Jones, riguarda qualsiasi intervento che tenta
di compensare il deterioramento cognitivo del malato di demenza attraverso l’adattamento
dell’ambiente non solo fisico, ma anche interpersonale, per ridurre le conseguenze della sua inabilità
e per dare il massimo supporto alle capacità ancora presenti.
Obiettivi
- Promozione del benessere della persona ...
- Ottenere il miglior livello funzionale possibile
- Risoluzione o riduzione della gravità dei principali disturbi comportamentali
- Riduzione dello stress di chi assiste sia esso caregiver formale o informale
- Riduzione dell'utilizzo di mezzi di contenzione fisica e farmacologica
Il personale e i famigliari devono:
• identificare gli elementi di stress nell’ambiente del malato (e della famiglia) e sviluppare metodi
e programmi efficaci e creativi per rendere la vita di questi pazienti più confortevole
• capire chiaramente i processi e le implicazioni cliniche delle demenze
• Integrare attività quotidiane con programmi utili e stimolanti che sfruttano le residue capacità
del malato per sviluppare schemi assistenziali efficaci.
•Suggerire tecniche di comunicazione. 38
La formula gentlecare
1) conosci la persona, la sua patologia, in che stadio di malattia si trova
2) comprendi il deficit e il suo comportamento
3) sviluppa l’intervento protesico (sia esso sulla persona o sull’ambiente)
• Il primo elemento: le persone: tutta l’équipe adeguatamente e costantemente formata. I familiari
vengono coinvolti in modo attivo sulle scelte assistenziali del proprio caro.
• Il secondo elemento: i programmi/attività: Per la cura personale viene adottata la tecnica del
risveglio naturale e in generale vengono utilizzate strategie personalizzate per riuscire nella
vestizione, nell’igiene personale, ecc. Per le attività del tempo libero non vi è una programmazione
rigida da rispettare ma uno schema da poter seguire durante le mattine o i pomeriggi.
• Il terzo elemento: l’ambiente:
- Considerato come spazio fisico e relazionale, come insieme di oggetti e arredamento, di
percorsi, di soluzioni tecnologiche.
- Creare un ambiente protesico semplice, domestico arricchito con oggetti familiari e personali
per essere facilmente vissuto.
- Dotazione di un giardino opportunamente attrezzato e direttamente raggiungibile dal nucleo
con percorso circolare e area per ortoterapia. L’illuminazione notturna ne garantisce la fruibilità
sia di giorno che di notte.
L'efficacia del trattamento
L'efficacia dell’intervento non farmacologico dipende da come è stato strutturato: è fondamentale
venga infatti individualizzato e scelto in base alle caratteristiche del paziente (funzionamento
sociale, storia, preferenze), sulla patologia e sul livello di compromissione o disturbo
comportamentale.
Obiettivi
Qualità della vita delle persone con demenza
Qualità della vita delle persone che se ne prendono cura
Uso ottimale delle risorse disponibili e delle capacità residue
Interventi sull'anziano
1) Interventi centrati sulla cognitività
→
Stimolazione cognitiva La riabilitazione cognitiva ha come obiettivo il ristabilire il
funzionamento cognitivo il più vicino possibile a com'era prima dell'insorgenza della
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compromissione. In questo caso si mira ad un recupero delle abilità cognitive danneggiate.
È rivolta a soggetti di qualunque età che hanno subito una lesione cerebrale. Per stimolazione
cognitiva (SC) si intende un programma mirato in cui si cercano di migliorare il
funzionamento cognitivo globale ed il funzionamento sociale della persona con demenza.
Essa non ha come obiettivo il recupero delle abilità cognitive perse o danneggiate ma il
mantenimento di quelle funzioni che ancora non sono state compromesse dalla malattia. Si
parla di stimolazione cognitiva nelle patologie neuro-degenerative come nella demenza,
dove non è possibile un recupero ma, attraverso un costante allenamento, si può cercare di
contrastare l'impatto della malattia. Il deterioramento cognitivo non si presenta in tutti i
soggetti con le stesse caratteristiche e con lo stesso livello di gravità. I soggetti si
differenziano per un diverso grado e qualità di capacità ancora presenti. Fare stimolazione
vuole dire anzitutto conoscere il livello di funzionamento complessivo e specifico e
modulare la proposta di attività in modo da promuovere l’utilizzo delle capacità ancora
sufficientemente conservate.
Suggerimenti: Scegliere le attività in modo da assecondare predisposizioni, attitudini, gusti
e passioni della persona. Per far questo è utile confrontarsi con la famiglia in modo da
fondo gli interessi passati dell’anziano; Non avere fretta ma calibrare il
conoscere più a
ritmo con cui si propongono le attività al tempo di elaborazione richiesto dal malato. È
solitamente consigliabile scegliere bene poche cose da fare con molta calma; Non forzare la
persona ad adeguarsi alle richieste, ma cercare il momento ed il modo più giusto per
agganciarlo nelle attività proposte; Non preoccuparsi di fare bene il compito; Non protrarre
lungamente le attività poiché le risorse di attenzione delle persone con demenza sono
limitate e potrebbero stancarsi rapidamente; Rinforzare positivamente gli sforzi compiuti
elogiando sempre ogni atto che manifesti il tentativo di coinvolgersi nelle attività proposte
e di esprimere le proprie risorse; Non rimarcare mai gli eventuali errori.
La Cognitive Stimulation Therapy (Spector, 2003): È un trattamento psico-sociale
validato e strutturato in sessioni a tema per stimolare diverse funzioni cognitive. Nasce in
Gran Bretagna ad opera di Aimèe Spector e dei suoi collaboratori nei primi anni del 2000.
Si tratta di un trattamento di gruppo (5/6 persone) basato sull’evidenza, indirizzato a persone
con demenza di grado lieve e moderato. L'approccio sviluppato alla University College of
London consiste in incontri due volte alla settimana per 45 minuti, per un totale di 14
incontri.
All’inizio di ogni sessione viene ricordata la data, il luogo in cui ci si trova, eventuali
ricorrenze al fine di stimolare l’orientamento nei partecipanti, attraverso metodi impliciti
che non demoralizzino la persona