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Il counselor deve essere in grado di
riconoscere le proprie emozioni = se questo
non avviene, il counselor non può pretendere
di aiutare il bambino a gestire le proprie
emozioni 15 ottobre 2024
Osservazione
È importante riuscire a scrivere ciò che
accade durante il colloquio
Ciclo dell’osservazione
Vedere guardare osservare
descrivere cosa viene notato, cosa è stato osservato, cosa è stato sentito nella relazione con il bambino
Difficoltà del trascrivere la relazione Difficoltà dello stare nella relazione
È importante riuscire ad analizzare i significati degli eventi per il bambino, per il counselor, per la
relazione
Questa modalità di approccio all’osservazione e alla trascrizione permette di capire come proseguire
nel lavoro
Il counselor deve sostenere il miglioramento ovvero, a partire da ciò che viene osservato, capire come
poter agire nel presente in vista del futuro = quali feedback dare al bambino
- Questo può avvenire all’interno della seduta (emerge un tema che deve essere affrontato in quel
momento, attraverso la riformulazione) o tra due sedute (individuazione di un tema che viene
poi affrontato successivamente, diventando argomento delle sedute successive)
Questo ciclo dell’osservazione può avvenire su due livelli
- Direttamente nella stanza = il counselor sente che il bambino porta con forza un elemento che
necessita di essere affrontato durante il colloquio
Diventa necessario fare una riformulazione dei contenuti e riformulazione delle emozioni
o (dell’emozione dal punto di vista del bambino – dal punto di vista del counselor) > sono
due tipi di riformulazione diverse
Dare una restituzione per attivare il pensiero dei bambini
o
Fasi dell’osservazione partecipe
Quando si è dentro la relazione (osservazione partecipata) è necessario
- Sospendere le aspettative e i giudizi = farsi guidare da cosa ci si aspetta impedisce di cogliere
gli elementi portati dal bambino
- Osservare quanto accade e non modificare la situazione
- Non intervenire immediatamente
- Ascoltare le emozioni attivate durante l’osservazione (sia del bambino sia del counselor)
Il counselor può provare emozioni durante la seduta = riuscire a gestire le proprie
o emozioni
- Agire tenendo in considerazione le fasi precedenti > riformulare e ristrutturare affinché il
paziente possa andare avanti nella spirale del cambiamento
Un comportamento adattivo viene individuato non solo quando il bambino è sempre felice e ben
funzionante, ma anche quando è arrabbiato e ben funzionante (capace di esprimere le emozioni in
modo funzionale)
Il counselor non deve bloccare l’espressione delle emozioni del bambino perché altrimenti si rischia che
ci sia un esplosione dis regolata delle emozioni in fasi successive (adolescenza come periodo di
esplosione delle emozioni) > il counselor deve permettere al bambino di esprimere tutte le emozioni in
modo funzionale > è importante riuscire a gestire le emozioni negative (sono fondamentali)
Il counselor deve fare attenzione a molti elementi durante il colloquio in modo da poter poi lavorare su
questi elementi e promuovere il cambiamento del bambino (cambiamento come frutto del lavoro
condiviso tra bambino e counselor)
Fotografia
Che cosa rappresenta per me questa Che emozioni mi provoca?
immagine?
Chi era con me? Chi l’ha scattata? Dov’ero?
Perché ho scelto questa fotografia? Quale direzione futura posso delineare?
Quale momento della mia vita rappresenta quest’immagine?
Osservare vuol dire andare oltre: davanti all’immagine che abbiamo scelto, dobbiamo necessariamente
analizzare il contesto più ampio, che vuol dire porre la nostra attenzione su alcuni elementi spesso
trascurati (ambiente, colori, eventuali persone presenti, chi ha scattato la fotografia e il suo intento a
ritrarre quel preciso istante, sfondo e non un altro).
Se si vuole provare ad andare oltre, bisogna imparare a porsi le giuste domande mentre si osserva.
Per rendere ciò attuabile, si inizia dal singolo dettaglio, per giungere alla pienezza del contesto fisico,
ampio e allargato: tutto questo permette di comprendere meglio i comportamenti di vita; altro non sono
che singoli dettagli, che si influenzano a vicenda, gli uni con gli altri.
Il contesto temporale permette di comprendere il senso delle azioni, pensieri, emozioni, per poi
trasformarli.
La chiave di lettura privilegiata resta sempre quella di porsi domande di qualità, ovvero quelle in grado
di far progredire, di far andare oltre. Per fare ciò, è necessario disattivare il pilota automatico degli
schemi mentali -la famosa zona di comfort-, costituita anche da paure e limiti, che inevitabilmente
impediscono il vero cambiamento.
Ascolto
L’altra dimensione delle tecniche che il counselor deve tenere in considerazione quando fa counselling
è l’ascolto – ascolto attivo (prospettiva di Rogers)
Concetto dell’ascoltare è molto complesso
- Coinvolge l’organo di senso = orecchio (dimensione fisica)
Legame con l’occhio = a volte ciò che si vede e ciò che si ascolta non sono coerenti > ascolto
attivo vuol dire mettere insieme ciò che si percepisce dai due sensi > ad esempio, dire ‘sono
molto felice’ e manifestare effettivamente felicità è diverso dal dire ‘sono molto felice’ e non
manifestare felicità
- Attenzione unitaria dovuta all’io del counselor
- Coinvolge due persone = io e tu (ciò che il paziente fa sentire dal punto di vista emotivo)
I percetti arrivano dall’altro = il counselor crea integrazione a partire dall’altro (non si possono
leggere gli elementi sulla base del counselor > questo atteggiamento impedirebbe di aiutare il
bambino) pensiamo di ascoltare, ma solo raramente ascoltiamo con una reale
Citazione di Rogers >
comprensione, con un empatia vera. Eppure, questo tipo molto speciale di ascolto rappresenta una
delle forze più potenti, ai fini del cambiamento che io conosca.
ascoltare non è prestare l’orecchio, è farsi condurre dalla parola dell’altro là
Citazione di Galimberti >
dove la parola conduce.
Ascolto attivo ed empatico = fa sentire il paziente compreso e sostenuto nel setting clinico
Ascoltare non è sentire
Ascoltare vuol dire che il counselor deve farsi condurre dal paziente (non interessa conoscere la realtà
oggettiva, ma interessa conoscere la realtà soggettiva)
- Se il paziente distorce la realtà, capire perché fa questo (a che bisogno psichico risponde il
mentire)
- Se il paziente porta un tema, capire perché fa questo
Il counselor deve fidarsi di ciò che dice il paziente (fiducia come presupposto per la terapia)
Il counselor deve prima di tutto conoscere il mondo del paziente (realtà e percezione della realtà) > il
counselor deve comprendere il punto di vista del paziente (storia)
Le sette regole dell’arte di ascoltare di Sclavi
Non avere fretta di arrivare alle conclusioni ed essere interessati a cogliere informazioni
Imparare a entrare nella prospettiva del paziente (capire il punto di vista del paziente = influenzato
dalla storia)
Assumere che l’altro dica la verità = il counselor deve fidarsi del paziente e chiedere al paziente di
approfondire per poter capire
- Dare sempre la voce al bambino in modo da poter comprendere la motivazione che sta sotto
all’azione e alla parola del bambino
Sintonizzarsi su tutte le emozioni del bambino = far emergere le emozioni che non vengono espresse
- Il bambino che non porta le emozioni negative in seduta vuol dire che non è in grado di
esprimere le emozioni (le emozioni negative sono difficili da far emergere)
I bambini sono molto capaci di trasmettere le proprie emozioni
Il compito del counselor può essere quello di far attivare le emozioni del bambino = creare situazione di
attivazione (dal gioco del bambino capire qual è l’emozione sottointesa)
Ci sono alcuni elementi che risultano essere trascurabili perché risultano incongruenti > questi sono gli
elementi più importanti (quando c’è incongruenza tra aspetti che dovrebbero essere congruenti)
Ad esempio dire di essere felici e esprimere felicità
o
Il counselor non deve avere paura di attivare un confronto con il bambino in quanto il confronto è
generatore di cambiamento > co-costruzione tra bambino e counselor
Quando si lavora con i bambini è importante usare l’umorismo e il gioco > due elementi che
permettono di far emergere alcuni temi (ricondurre il dato emotivo e leggere la situazione)
- Dal gioco possono emergere alcuni temi = ricondurre alla vita del bambino ciò che accade
durante i diversi momenti della seduta
Le sette regole dell’arte di ascoltare di Sclavi
1. Non avere fretta di arrivare a delle conclusioni. Le conclusioni sono la parte più effimera della
ricerca.
2. Quel che vedi dipende dalla prospettiva in cui ti trovi. Per riuscire a vedere la tua prospettiva, devi
cambiare prospettiva.
3. Se vuoi comprendere quel che un altro sta dicendo, devi assumere che ha ragione e chiedergli di
aiutarti a capire come e perché.
4. Le emozioni sono degli strumenti conoscitivi fondamentali se sai comprendere il loro linguaggio.
Non ti informano su cosa vedi, ma su come guardi. Il loro codice è relazionale e analogico.
5. Un buon ascoltatore è un esploratore di mondi possibili. I segnali più importanti per lui sono quelli
che si presentano alla coscienza come al tempo stesso trascurabili e fastidiosi, marginali e irritanti
perché incongruenti con le proprie certezze.
6. Un buon ascoltatore accoglie volentieri i paradossi del pensiero e della comunicazione. Affronta i
dissensi come occasioni per esercitarsi in un campo che lo appassiona: la gestione creativa dei
conflitti.
7. Per divenire esperto nell’arte di ascoltare devi adottare una metodologia umoristica. Ma quando hai
imparato ad ascoltare, l’umorismo viene da sé
Le quattro componenti dell’ascolto attivo
L’ascolto attivo si compone di quattro elementi
- Sintonizzarsi con il comportamento non verbale
- Utilizzare risposte brevi (non parlare molto ma lasciare parlare) = il bambino è al centro del
lavoro
- Utilizzare l’interpretazione dei contenuti e delle emozioni
- Utilizzare la riformulazione dopo la seduta
La riformulazione dei contenuti è il primo movimento che il counselor fa fare al bambino
Il counselor legge ciò che il bambino fa o ciò che il bambino dice > il bambino si sente al centro della
relazione se il counselor dà dei feedback
La riformulazione permette al bambino di
- Sentirsi osservato e compreso dal counselor<