Anteprima
Vedrai una selezione di 9 pagine su 39
Psicologia delle scelte alimentari (Modulo 2) Pag. 1 Psicologia delle scelte alimentari (Modulo 2) Pag. 2
Anteprima di 9 pagg. su 39.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Psicologia delle scelte alimentari (Modulo 2) Pag. 6
Anteprima di 9 pagg. su 39.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Psicologia delle scelte alimentari (Modulo 2) Pag. 11
Anteprima di 9 pagg. su 39.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Psicologia delle scelte alimentari (Modulo 2) Pag. 16
Anteprima di 9 pagg. su 39.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Psicologia delle scelte alimentari (Modulo 2) Pag. 21
Anteprima di 9 pagg. su 39.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Psicologia delle scelte alimentari (Modulo 2) Pag. 26
Anteprima di 9 pagg. su 39.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Psicologia delle scelte alimentari (Modulo 2) Pag. 31
Anteprima di 9 pagg. su 39.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Psicologia delle scelte alimentari (Modulo 2) Pag. 36
1 su 39
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

PALABILITÀ

Polivy, Herman, & McFarlane effettuano uno studio per comprendere l’impatto della

palatabilità del cibo nei soggetti mangiatori-restrittivi o mangiatori-non-restrittivi

La palatabilità è vista come una proprietà dello stimolo: permette quindi di testare se

la spiegazione stimulus-binding è migliore rispetto a quella funzionale nel predire il

comportamento alimentare sotto stress

L’ipotesi della spiegazione stimulus-binding è che le persone a dieta, in condizioni di

stress, mangeranno di più se il cibo è palatabile, ma di meno se il cibo non lo è.

Viene effettuata la manipolazione dello stress di donne: metà pensa di dover fare un

talk di 2 minuti, l’altra metà sa semplicemente di dover fare un compito tattile

Prima dei due compiti i soggetti ricevono 2 tipi di biscotti, con l’istruzione di valutarli

Essi hanno sapori diversi (buono e cattivo)

Nei risultati si vede:

un aumento significativo del consumo in generale nei mangiatori-restrittivi

- una riduzione non significativa del consumo in generale nei mangiatori-non-

- restrittivi

Quindi i mangiatori-restrittivi mangiano di più quando stressati; i mangiatori-non-

restrittivi mangiano di meno quando stressati: si vede che questi cambiamenti dovuti

allo stress non sono determinati dalla palatabilità del cibo

Sembra quindi che non sia tanto lo stimolo esterno e le sue caratteristiche a

determinare la risposta dell’individuo, bensì le spinte interne della persona a ricercare

conforto in stimoli esterni, indipendentemente dalla loro natura

CARICO DI LAVORO/STUDIO

McCann et al. misurano con un self-report il comportamento alimentare di

o lavoratrici, misurandolo in giorni vicini a una scadenza lavorativa importante e in

giorni più tranquilli: le calorie riportate in forma di cibi grassi erano

significativamente maggiori in prossimità dell’evento stressante e aumentavano

anche i livelli di colesterolo nel sangue

Michaud et al. testano l’impatto dello stress dato dagli esami scolastici sul

o comportamento alimentare di ragazzi delle scuole superiori

Si misura il comportamento alimentare nel giorno del test e in un giorno identico

o ma senza test: calorie e grassi consumati il giorno del test sono stati maggiori di

calorie e grassi di controllo

In particolare le ragazze aumentano l’apporto calorico, i ragazzi i grassi

o L’impatto dello stress dipende anche dalle abitudini di dieta, come abbiamo già

- visto (chi nel giorno di controllo assumeva poche calorie, aumentava l’assunzione

di calorie il giorno del test / chi nel giorno di controllo assumeva molte calorie,

riduceva l’assunzione di calorie il giorno del test).

WEIDNER ET AL.

Weidner ed altri colleghi hanno indagato su come determinati comportamenti della

sfera health siano influenzati dallo stress

Le ipotesi di partenza sono:

che i comportamenti che tendono ad essere stabili e di routine per l’individuo

- dovrebbero essere meno influenzati dallo stress, rispetto a quelli che più variabili

che in condizioni di stress aumentino i comportamenti associati a emozioni

- negative (abuso di sostanze), e diminuiscano quelli associati a emozioni positive

Su un gruppo di studenti sono state misurate diverse variabili health in 2 periodi:

l’inizio dell’anno (con poco carico accademico) e due giorni prima della settimana di

esami (alto carico accademico)

Queste variabili sono:

1) esercizio fisico

2) alimentazione, cioè la misura di quanto una persona sceglie cibi sani

3) cura della persona

4) sicurezza alla guida

5) uso di sostanze alteranti

Si misura lo stress chiedendo «quanti esami dovrai dare nelle prossime 2

- settimane?» per vedere se tutti hanno lo stesso carico accademico

Si misurano le emozioni positive e negative tramite un PANAS

- Si propone un questionario sullo stile di vita

-

Risultati:

c’è poca correlazione tra i diversi comportamenti health (mettere in atto un

- comportamento non vuol dire metterne in atto anche un altro)

in particolar modo sicurezza stradale e rifiuto di sostanze alteranti sono

- comportamenti stabili, mentre esercizio fisico ed alimentazione sana sono

comportamenti variabili

l’impatto dello stress è più basso per i comportamenti stabili

- ci sono dei comportamenti più sani in condizioni di basso stress

- le donne hanno comportamenti più sani, indipendentemente dallo stress

- solo le emozioni positive mostrano delle correlazioni positive con i comportamenti

- di health: attività fisica, cura della persona emozioni positive

uso di sostanze emozioni negative

STRESS E COMPORTAMENTO CIBO-SPECIFICO

In un primo studio si valuta la percezione che le persone hanno della loro assunzione

di cibi specifici in periodi di stress

I mangiatori restrittivi dicono di assumere più cibo in situazioni di stress, rispetto ai

non restrittivi

La maggior parte delle persone riporta di mangiare più snacks e meno cibi sani in

condizioni di stress

Quindi, almeno a livello percepito, le persone dichiarano di variare il comportamento

alimentare in risposta allo stress in modo diverso a seconda dei diversi cibi

Si è quindi poi voluto confermare ciò a livello sperimentale:

i soggetti devono risolvere 2 tipi di anagrammi in 10 minuti (semplice o irrisolvibile), e

poi ne viene misurato lo stress

Vengono poi poste davanti a loro 4 box con cibi diversi: uva, M&Ms, patatine,

noccioline

Si vede:

Differenze non significative nel consumo di patatine o noccioline

Il gruppo non stressato mangiava significativamente più uva

Il gruppo stressato mangiava significativamente più M&Ms

Agli stessi soggetti, in un secondo studio, è stato poi dato un questionario che misura i

livelli di overeating e undereating in periodi di stress

I soggetti indicano quali cibi cercano con più frequenza o rifiutano con più frequenza,

e ne esplicitano le ragioni

Sotto stress:

molte più donne che uomini dichiarano overeating

- meno donne che uomini dichiarano undereating i mangiatori restrittivi vanno

- incontro per la maggior parte delle volte ad overeaters

la maggior parte degli overeaters dichiara di mangiare cibo che normalmente rifiuta

- (la metà di loro dichiara che normalmente rifiuta questi cibi per preoccupazioni

legate al peso)

la metà degli overeaters dichiara di mangiare questi cibi per sentirsi meglio

- più della metà dichiara di mangiare dolci (primo tra tutti il cioccolato)

-

Si conferma quindi che sembra esserci una relazione tra il tipo di cibo assunto e lo

stress percepito dall’individuo, anche in base al tipo di individuo (restrittivo o non)

Le caratteristiche individuali e le caratteristiche del tipo di stress sono un aspetto

molto importante, ed influenzano l’incongruenza di alcuni risultati

Fattori contestuali

23. ACCESSIBILITÀ

L’accessibilità è la facilità/difficoltà con cui noi possiamo arrivare ad ottenere uno

stimolo (cibo)

L’accessibilità è uno dei fattori che più influenza il nostro comportamento rispetto a

stimoli (cibo).

1. In un primo studio si osserva che gli uomini bevono più acqua quando questa è

posizionata sul tavolo, rispetto a quando questa è posizionata a 7 o 13 metri dalla

persona.

2. Studi precedenti condotti all’interno delle caffetterie e durante i buffet, avevano

dimostrato che i cibi più accessibili e comodi da raggiungere erano consumati in

maggiore quantità

3. In un ulteriore studio si è manipolata l’accessibilità del cibo per poi misurare: la

selezione dei cibi, l’accettazione dei cibi e la quantità di cibo scelto

Le confezioni di cioccolata in una mensa vengono messe lontano dalle casse e per

acquistarla le persone dovevano prima pagare il pasto e poi accedere ad uno step

successivo in cui potevano scegliere e pagare la cioccolata

Risultato: crolla il consumo di cioccolata, ma la quantità pesata totale di cibo

acquistato non varia, con propensione però per altri spuntini rispetto ai piatti principali

4. Lo studio successivo è simile al precedente ma di durata maggiore: 2 settimane di

baseline (in cui non si interviene) + 3 settimane di intervento in cui le patatine

vengono allontanate + 2 settimane di estinzione, in cui si ritorna alla baseline

Risultato: crolla il consumo di patatine nelle 3 settimane di intervento, ed esse

vengono sostituite da cibi come patate e riso

però quando esse ritornano disponibili nelle 2 settimane di estinzione il ritorno al

consumo è lento e graduale.

5. In un ultimo studio è stata messa in relazione l’accessibilità alla tipologia di cibo,

più o meno calorico

Nella mensa di un ospedale viene manipolata l’accessibilità dei dessert: nei giorni 3 e

5 i dessert molto calorici erano più facili da raggiungere, nei giorni 2 e 4 i dessert poco

calorici erano più facili da raggiungere

Risultato: se il dessert poco calorico è lontano verrà consumato di meno, mentre si

tende a cercare di superare l’ostacolo della lontananza per raggiungere il dessert più

calorico

Oltre alla distanza, un altro modo per rendere il cibo meno accessibile è aumentare il

tempo di attesa necessario per ottenerlo. Infatti si è visto come i giudizi legati

all’apprezzamento di un cibo scendevano all’aumentare del tempo di attesa.

24. MUSICA

Per valutare l’impatto della musica nel consumo alimentare si è andato a manipolare il

ritmo della musica all’interno del ristorante per 8 settimane: in alcuni giorni ha un

ritmo veloce, in altri giorni ha un ritmo lento

Poi si è misurato: il tempo passato a tavola, la quantità di cibo ordinata, i soldi spesi

Quando la musica è a ritmo lento: aumenta il tempo seduti a tavola, i soldi spesi

- per bevande alcoliche, la cifra totale spesa.

Quando il volume è molto alto le persone abbandonano prima la tavola

- Quando si ascolta musica in linea con i propri gusti si spende più tempo a tavola

-

A volte il fatto di passare una quantità di tempo inferiore a tavola a causa della musica

comporta fenomeni di overeating: un pasto più breve può portare le persone a finire il

piatto senza prestare attenzione al loro livello di sazietà, la musica in questo caso

diventa fonte di stress.

25. ODORE

Gli odori possono influenzare il consumo del cibo tramite effetto asimmetrico: gli

odori sgradevoli riducono la durata del pasto e la quantità consumata di cibo, ma un

odore buono non porta necessariamente ad un aumento del consumo di quel cibo

In uno studio (Rolls e Rolls) si è andati a te

Dettagli
A.A. 2022-2023
39 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/01 Psicologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher ANUunimi2023_2024 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia delle scelte alimentari e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano o del prof Banterle Alessandro.