RONDINE CITTADELLA DELLA PACE: UNA RICERCA DI VALUTAZIONE
Ciò che le ricerche hanno potuto concludere nel testare le teorie psicosociali di cui si è parlato prima è che è necessario
tenere sempre presente sia le caratteristiche strutturali e di personalità proprie di ciascun membro del gruppo, sia una
serie di fattori socio-contestuali proprie della realtà in cui prendono forma questi meccanismi. La questione principale
concerne la comprensione di quale sia la strategia più efficace per ridurre la discriminazione intergruppi all’interno di un
dato contesto o circostanza.
La ricerca su Rondine intende rispondere alle seguenti domande: avviene tra i ragazzi un cambiamento nel modo di
percepire il conflitto e il nemico? Avviene tra i ragazzi un cambiamento nella percezione del loro livello di appartenenza
all’ingroup/ favoritismo pro-ingroup? Avviene tra i ragazzi un cambiamento nella percezione del loro livello di
discriminazione nei confronti dell’outgroup? Ci sono altri aspetti associati a questo cambiamento?
La ricerca ha avuto inizio nel gennaio 2017 e ha raggiunto i suoi primi esiti nel giugno 2018. È stata divisa in tre
somministrazioni: inizio dell’anno accademico/ scolastico (T1), metà (T2) e fine (T3). Lo studentato internazionale è
composto da 13 ragazzi, 11 di loro erano presenti alla prima somministrazione, 10 alla seconda e 9 alla terza; il 63,6%
è di sesso femminile. I partecipanti hanno un’età compresa tra i 22 e i 31 anni; il 45,5% proviene dai territori caucasici
e dell’Est Europa, il 27,3% dai paesi del vicino Oriente e infine il 27,3% dal Mali. I partecipanti hanno background
accademici diversi ma tutti hanno conseguito almeno una classificazione di bachelor degree. Il 63.6% degli studenti è
di religione cristiana; il 9.1% musulmana e il 9.1% dichiara di appartenere a un’altra religione; infine, il 18.2% dichiara
di non appartenere ad alcuna religione.
Il quarto anno d’eccellenza è composto da 26 ragazzi (19 presenti al T1, 20 al T2, 26 al T3); il 65.4% è di sesso
femminile; i partecipanti hanno un’età compresa tra i 16 e i 18 anni. Il 93.2% è di nazionalità italiana e l’80.8% di religione
cristiana.
Per la raccolta dei dati si è scelto di adottare un approccio multi-metodologico: sono stati utilizzati tre strumenti diversi,
di cui due qualitativi e uno quantitativo (focus group, stemmi, questionario self-reported). Ai partecipanti è stato chiesto
anche di leggere e firmare il consenso informato alla raccolta dei dati, spiegando loro che questo avrebbe significato
autorizzare l’analisi delle risposte a fini di ricerca.
Il focus group è una tecnica di ricerca sociale basata sulla discussione tra un piccolo gruppo di persone invitate a parlare
in maniera profonda dell’argomento oggetto di indagine. Ai gruppi in tutte e tre le somministrazioni è stato chiesto ai
partecipanti di rispondere a queste domande:
1. Cosa significa per voi la parola conflitto?
2. Dove si trova secondo voi il conflitto nella vita dell’uomo?
3. Secondo voi cosa si può fare per risolvere un conflitto?
4. Cosa significa per voi la parola pace
Lo stemma ispirato all’idea degli stemmi araldici è uno strumento adattato da Fulmer. Nel caso della presente ricerca
sono stati utilizzati due stemmi realizzati ad hoc con l’obiettivo di far emergere la rappresentazione che ciascun individuo
ha del proprio gruppo di appartenenza (in-group) e del proprio nemico (out-group) tramite la richiesta di disegnare e poi
spiegare brevemente a parole: il lato più positivo dell’ingroup e dell’outgroup, quelllo più negativo e il più grande
desiderio.
L’ultimo strumento utilizzato è un questionario self-report che contiene domande relative alle caratteristiche
sociodemografiche e si compone di ben 10 scale. Sono stati inseriti nel questionario anche strumenti utili per rilevazione
di aspetti associati al cambiamento che si può immaginare sia stato favorito dall’esperienza a Rondine. Verranno
descritte più nel dettaglio solo quelle che sono prese in considerazione per la ricerca qui presentata:
> inclusion of other in the self scale (IOS), costituita da una serie di diagrammi di Venn, ognuno dei quali mostra due
cerchi in vari stadi di sovrapposizione (Non sovrapposti a quasi completamente sovrapposti). È stato chiesto ai soggetti
di scegliere il set che meglio rappresenta la relazione tra il sé e il proprio ingroup, tra sé e l’outgroup e tra l’ingroup e
l’outgroup.
> differenziale semantico: strumento volto a misurare la percezione più o meno positiva o negativa della realtà. Nel caso
di questa ricerca è stata misurata la percezione sia dell’ingroup che dell’outgroup. Lo strumento propone una serie di
aggettivi oppositivi da attribuire ai gruppi 37
Irene Torrigiani
> ethno-cultural identity conflict scale (EICS): scala che misura le percezioni e le cognizioni di incompatibilità tra le
dimensioni etniche e culturali del sé che possono minare la coerenza e la chiarezza dell’identità e il senso di
appartenenza a uno o più gruppi etnoculturali
I tre strumenti, data la loro diversa natura, hanno richiesto differenti modalità di analisi. Il contenuto delle registrazioni
audio del focus group è stato rilasciato e sbobinato al fine di consentire un’analisi carta-matita. Il corpus di
verbalizzazioni ammonta a 24 pagine per lo studentato e 32 pagine per il quarto anno d’eccellenza.
I contenuti degli stemmi sono stati trascritti e sintetizzati entro alcune tabelle costruire ad hoc per poter decifrare e
confrontare tra loro le risposte dei partecipanti ai tre tempi ed effettuare della analisi carta-matita.
Infine, sono state svolte delle analisi descrittive al fine di vedere gli andamenti nel tempo dei costruiti indagati dalle tre
scale nel questionario self-report.
Durante la prima somministrazione, le risposte dei ragazzi indicano l’emergere di una visione intrapersonale del conflitto.
Durante la seconda somministrazione inizia ad essere chiaro per entrambi i gruppi che il conflitto è una dimensione
ineliminabile della vita dell’essere umano e che non è solo a livello intrapersonale ma anche a livello interpersonale.
Inizia ad emergere anche una riflessione riferita alla differenza tra risolvere il conflitto e lasciare il conflitto. Durante
l’ultimo focus group emerge chiaramente come si sia sviluppata la consapevolezza che il conflitto esiste a diversi livelli
e sia fonte di inevitabile cambiamento e mutamento.
Un primo aspetto che emerge dall’analisi degli stemmi invece è la varietà con cui cambia il concetto di gruppo di
appartenenza e gruppo ‘nemico’ nei soggetti che compilano lo strumento. Nel caso dello studentato è emerso come
solo 1 degli 11 partecipanti ha indicato come in-group il proprio popolo di appartenenza coinvolto nel conflitto armato
mentre nessuno ha indicato il popolo nemico come out-group. Sono state indicate come categorie ingroup soprattutto
appartenenze professionali o piccole comunità. Con la seconda somministrazione le persone che indicano in modo
esplicito il proprio popolo come ingroup diventano 2/10 mentre nella terza 5/9.
Per quanto riguarda il quarto anno d’eccellenza si nota un andamento diverso nella definizione di gruppo di
appartenenza e gruppo nemico. Alcuni partecipanti partono da tipologie di ingroup come la famiglia, per poi passare da
persone con valori saldi e ideali forti ad arrivare a formulazioni più ampie come l’umanità. Altri percorrono un percorso
al contrario. Si può riscontrare però, in particolare, come nel corso delle somministrazioni emerga in modo crescente il
gruppo di apparentenenza al quarto anno di eccellenza.
Il lato positivo dell’ingroup è stato rappresentato da simbologie e relative spiegazioni che vanno nella direzione e
dell’armonia, dell’integrità, della condivisione. Per quanto riguarda il lato negativo dell’ingroup possiamo riscontrare
come i toni siano accessi e consapevoli dei limiti del proprio ingroup. I limiti che vengono sottolineati sono riferiti spesso
ad aspetti organizzati organizzativi, di apertura mentale e disponibilità a mettersi in gioco per un possibile cambiamento.
Il lato positivo dell’outgroup fa riferimento più che altro al riconoscimento di qualità organizzative o capacità competive
elevate. Il quarto anno d’eccellenza dimostra toni più aperti e collaborativi: è presente il tentativo di trasformare la sfida
che mi presenta l’altro in opportunità. Lo studentato internazionale, invece, riconosce queste caratteristiche in modo più
competitivo, come se riconoscesse che queste qualità sono ultieori difficoltà nella dinamica conflittuale. Sui lati negativi
emerge, invece, in modo ancora più marcato la durezza del linguaggio e giudizio che i partecipanti usano nei confronti
dell’out-group. Un tratto distintivo negativo attributo all’outgroup è la non disponibilità ad affrontare il conflitto, a non
dialogare, a mettersi in discussione.
Per quanto riguarda il questionario self-report:
In generale le analisi di percezione di vicinanza nello studentato internazionale mostrano come per questi ragazzi ci sia
una percezione di vicinanza maggiore tra sé e il proprio ingroup rispetto alla vicinanza tra sé e l’outgroup e tra i due
gruppi. Le analisi descrittive rivelano che la vicinanza tra sé e il proprio ingroup aumenta tra T1 e T2 pre poi diminuire
in T3. Tuttavia, i risultati non sono risultati essere statisticamente significativi (così come anche la vicinanza tra ingroup
e outgroup). Per quanto riguarda la vicinanza tra sé e l’outgroup è risultata significativa solo la differenza tra T1 e T2: i
ragazzi percepiscono l’outgroup maggiormente vicino a sé a T2.
Le analisi descrittive mostrano come la rappresentazione positiva del proprio gruppo aumenti tra T1 e T2 per poi
diminuire in T3. Mentre la rappresentazione positiva del proprio outgroup dimunisce costantemente nel corso del tempo.
I risultati non sono però statisticamente significativi. Per quanto riguarda il livello di identità etnico-culturale, le analisi
descrittive mostrano che aumenta tra T2 e T3: il livello di identità etnico-culturale diminuisce in modo statisticamente
significativo tra T2 e T3.
In generale, le analisi per il quarto anno d’eccellenza mostrano che: c’è una percezione di vicinanza maggiore tra sé e
il proprio ingroup piuttosto che negli altri due casi. La rappresentazione positiva del proprio ingroup diminuirebbe nel
corso del tempo mentre quella dell’outgroup aumenterebbe. 38
Irene Torrigiani
Dall’analisi dei focus group è emersa la difficoltà ad individuare delle espressioni catalogabili e inte
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