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TRATTI CENTRALI
• Definizione di tratto vera e propria, ossia quelle tendenze disposizionali a comportarsi in un certo modo in diverse
situazioni cinque o dieci tratti centrali
• Meno pervasivi dei tratti cardinali e sono quelli comunemente utilizzati per descrivere un dato individuo
DISPOSIZIONI SECONDARIE
• Poco pervasive meno coerenti e in qualche misura sono simili alle abitudini
Queste tre tipologie di tratti non sono separati e non sono da intendere come caratteristiche discrete, bensì disposti
in cui i due poli sono definiti dalle caratteristiche più o meno pervasive e generalizzabili.
lungo un continuum
I tratti possono essere descritti ed individuati attraverso il lo ma
metodo idiografico, studio approfondito di casi
anche attraverso il e l’utilizzo di in modo da non rinunciare completamente
metodo psicolessicale self-report
all’individuazione di caratteristiche di base comuni alle persone.
LA PERSONALITA’ SECONDO ALLPORT
L’autore e in generale con le teorie che vedono le
si pone in contrapposizione con le teorie psicoanalitiche
esperienze della prima infanzia come centrali nell’influenzare in maniera determinante la personalità di un individuo.
Egli elabora il costrutto alternativo di in relazione alla motivazione umana. I tratti di personalità
autonomia funzionale
di un individuo adulto diventano dalle motivazioni infantili : In età adulta non è più la
“funzionalmente indipendenti”
motivazione infantile a guidare scelte e comportamenti ma la maturità la cui espressione è l’autonomia funzionale
Questa è strettamente collegata al ossia l’insieme di integrati
costrutto di Proprio, tutti gli aspetti della personalità
in un tutto unico. Il Proprio equivale ai costrutti di IO e SE’ : cioè l’identità. Il Proprio non è qualcosa di innato ma si
sviluppa configurandosi come il raggiungimento di massima coerenza della personalità umana.
Al raggiungimento del Proprio anche le motivazioni si evolvono, cambiano e diventano indipendenti da quelle infantili. Il
distacco dal passato, attraverso l’evoluzione, fa spazio all’elaborazione di scelte proprie e libere e in questo percorso
la formazione del Proprio è una tappa necessaria. CATTEL
La sua ricerca ha come principale interesse lo studio della personalità umana e a lui si deve una tra le più ampie
classificazioni (tassonomia) di personalità.
Utilizza un dalla raccolta di una vasta quantità di dati su grandi campioni di
• approccio induttivo, di tipo bottom-up:
soggetti procede verso un modello utile alla descrizione della personalità
• Attraverso una trasposizione concettuale, l’obiettivo del suo lavoro è quello di creare una classificazione dei tratti di
personalità con la stessa funzione
La sua modalità di conduzione delle ricerche si avvale della raccolta di dati attraverso le diverse fonti:
➢
- Informazioni relativi ad (dati L)
eventi di vita
- Dati estratti da a questionari o self-report (dati S O Q)
risposte individuali
- Informazioni ricavate dalla somministrazione di (dati OT )
test oggettivi
La grande quantità dei dati raccolti viene sottoposta ad analisi fattoriale, fondamentale per il raggruppamento di
variabili che si configurano come tratti di personalità.
L’idea alla base della è per l’autore quella di una
classificazione dei tratti struttura gerarchica della personalità.
Propone due criteri concettuali al fine di operare una distinzione tra diversi tratti di personalità :
Differenziare tra che riflettono livelli di analisi gerarchicamente diversi
➢ tratti superficiali e tratti originari,
tendenze comportamentali che possono essere osservate in quanto appunto in “superficie”.
• Tratti superficiali
Cattel giunge all’identificazione di una quarantina di gruppi di termini corrispondenti a tratti significativamente
intercorrelati. Dopo aver individuato i pattern di intercorrelazione mediante analisi fattoriale, effettuò una sintesi
sovraordinata di quest’ultimi, definendo in tal modo i tratti originari.
: strutture psicologiche “interne”, cioè la fonte da cui originano le intercorrelazioni tra i tratti
• Tratti originari
superficiali
Tale metodo ha permesso di identificare di personalità che sono stati da lui suddivisi in tre
16 fattori (tratti originari)
categorie.
1. ossia le capacità che permettono all’individuo di essere efficiente (es: l’intelligenza)
Tratti di abilità,
2. cioè alla vita affettiva e alla qualità dello stile di comportamento
Tratti temperamentali,
3. che fa riferimento al diverso livello di motivazione tra gli individui elementi stabili della personalità
Tratti dinamici,
Da queste evidenze lo strumento di indagine prodotto da Cattel è il questionario 16 Personality Factors
L’autore individuò altri che influenzano il comportamento oltre ai tratti:
due elementi
La persona secondo Cattel non è un’entità statica in quanto il suo comportamento dipende oltre che dai tratti
fondamentali anche dalla situazione che la persona vive in un dato momento : esperisce uno stato d’animo
(Stato)
per un periodo limitato di tempo all’interno di una data situazione
“ogni osservatore della natura umana si accorge che lo stato di una persona in un dato momento ne determina
——>
il comportamento tanto quanto i suoi tratti”
Alcuni comportamenti possono essere dettati anche dal degli individui, non solo dai tratti che lo
ruolo sociale
caratterizzano
Dunque Lo stato d’animo di una persona (stato) e il modo in cui si relaziona o reagisce ad una determinata situazione
(ruolo o stile) sono in grado di avere un impatto sul suo comportamento
Cattel individuò bipolari derivati dai
16 fattori/tratti di personalità
dati del questionario ——->
CRITICHE AL MODELLO DI CATTEL
- Poco economico in quanto tiene conto di un elevato numero di fattori e nella pratica clinica può essere dispendioso.
- La concettualizzazione teorica del modello è stata fondata esclusivamente su misurazioni puntuali e questo
potrebbe portare a non considerare dimensioni e caratteristiche importanti
HANS J. EYSENK
Il suo impegno e le sue ricerche sono state volte all’identificazione dei tratti di base comuni a tutti gli individui.
A differenza di Allport, (approccio idiografico) Eysenk privilegia senza dubbio l’approccio
• nomotetico
Considera i termini personalità e temperamento costrutti con uguale significato. La è per lui la parte
• personalità
motivazionale, non cognitiva, che caratterizza il comportamento di un individuo. —> struttura gerarchica
I sono equivalenti a schemi comportamentali, definiti anche stili emotivi e coerenti che rendono
• tratti di personalità
diversi tra loro gli individui
Giunge a definire le dimensioni fondamentali di base della personalità attraverso una utilizzando
• strategia teorica,
la quale che permette di restringere il numero dei fattori emersi
l’analisi fattoriale e l’analisi fattoriale secondaria,
da una prima analisi, tramite l’applicazione di una seconda analisi sui risultati della precedente.
I risultati portano l’autore all’individuazione dei emersi dall’analisi di secondo ordine posta ad un livello
Superfattori,
più alto di gerarchia. Costituiscono un livello sovraordinato con funzione di organizzare i tratti di livello inferiore, definiti
espressione delle risposte abituali derivanti da risposte specifiche.
tratti componenti,
Individua così i primi due superfattori (lungo un continuum) entrambi caratterizzati da due poli opposti :
- (socievolezza, dominanza, assertività ecc... calma, riservatezza, ecc.... )
Estroversione-introversione
- (persone ansiose, agitate, preoccupate ecc... persone calme, controllate, ecc...)
Nevroticismo-stabilità emotiva
Le persone si differenziano in base al grado in cui un certo tratto è presente.
——>
Successivamente aggiunge un terzo superfattore : lo Questo corrisponde alla tendenza alla
Psicoticismo.
mancanza di empatia, tendenza all’isolamento, ad un suo estremo, mentre all’altro estremo caratterizza gli individui
altruisti ed empatici
Mentre i primi due superfattori sono riferiti alla personalità “tipica”, lo psicoticismo ad alti livelli può riflettere una
——>
condizione psicopatologica.
Il modello dei Superfattori di Eysenk è ridotto dunque a tre dimensioni comuni agli individui: PSICOTICISMO,
ESTROVERSIONE, NEVROTICISMO (PEN).
Le differenze individuali sono da ricercare nei diversi livelli di
espressione di queste dimensioni.
A differenza di Cattel, il modello di Eysenk rappresenta un approccio
più economico.
Attraverso il questionario è possibile indagare i tre fattori in un numero di item
Eysenk Personality Questionnaire
limitato
Tuttavia è stata criticata la riduzione ad un numero troppo scarso di fattori di personalità.
BASI BIOLOGICHE DEI SUPERFATTORI
Secondo Eysenk ponendo come obiettivo del suo
ai tre supefattori corrisponde un determinato sostrato biologico,
lavoro l’individuzione dei correlati anatomo-fisiologici delle tre dimensioni.
Secondo la sua ipotesi ad ogni disposizione, o pattern comportamentale, corrisponderebbe un’attivazione fisiologica.
Tale ipotesi prende le mosse dagli studi del fisiologo russo secondo cui, in base alle osservazioni
Ivan Pavlov
condotte su animali (cani) come soggetti sperimentali, gli esseri viventi si differenziano sulla base del livello di
eccitazione del loro sistema nervoso centrale (eccitabilità vs inibizione).
Eysenk è interessato alla modalità in cui differisce il livello di eccitazione del sistema nervoso nell’uomo, che
determinerebbe il livello di manifestazione dei superfattori.
In particolare il suo interesse è diretto al funzionamento del il quale media la
Sistema Reticolare Ascendente,
trasmissione di informazioni da strutture (es. ipotalamo) alla corteccia cerebrale e determina grado di eccitazione a
livello corticale
A livello fisiologico le differenze individuali sono da ricercare nel livello di attivazione: studiando il superfattore
estroversione - introversione, l’ipotesi di Eysenk vede un livello di eccitazione corticale maggiore negli
che avrebbero quindi meno necessità di stimoli ambientale, spiegando così la tendenza a mostrarsi più
“introversi”
ritirati. Al contrario, gli individui sarebbero caratterizzati da un
“estroversi” più basso livello di eccitazione
e per contrasto d