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METODI DI STUDIO
Psicofisica e tempi di reazione: osservazione dei fenomeni studiati con metodi psicofisici o
mediante tempi di reazione
Registrazione intracellulari
Lesioni su animali
Lesioni accidentali su esseri umani
Tecniche di neuroimmagine: sono metodi correlazionali tra lo stimolo presentato e
l’attivazione di quell’area → tuttavia può essere che quell’area attivata non sia necessaria
per quel compito (relazione causale → la quale non si può verificare con le tecniche di
neuroimaging bensì con la TMS)
1. MRI - risonanza magnetica → studia l’anatomia del cervello: si sottopone il
soggetto ad un forte campo magnetico statico provocando un allineamento ed una
piccola oscillazione dei protoni lungo una direzione preferenziale.
2. functionalMRI: studia le funzioni delle aree del cervello → correlazioni tra
afflusso di sangue in aree specifiche del cervello che corrisponderebbe al fatto che in
quell’area si stanno bruciando più energie/ossigeno e che quindi c’è un compito che
quell’area sta svolgendo.
Si va a individuare quali aree sono le più attive e che di conseguenza richiedono più
ossigeno di altre: nella risonanza magnetica funzionale vengono sfruttate le diverse
proprietà magnetiche dell’emoglobina ossigenata vs non ossigenata → quando una
parte del cervello funziona di più, ha anche bisogno di più ossigeno e volume di
sangue perché si pensa che sia in correlazione più stretta con i neuroni: più
ossigeno, più attività neurale. Si parla solo di correlazioni ma non di causalità.
E’ meno precisa rispetto alla MRI.
3. PET: usa una molecola di zucchero che può essere captata → con questi metodi si
trovano aree selettive, ad esempio, LO = selettiva agli oggetti (laterale occipitale),
FFA = selettiva ai volti (fusiform face area), PPA = luoghi (area paraippocampale per i
luoghi).
Metodi di interferenza (stimolazione magnetica transcranica – TMS): qui possiamo
andare a studiare la causalità e usare quindi paradigmi causali → viene usata per
modulare l’eccitabilità corticale andando a inibire temporaneamente una determinata area:
se chiedo a un soggetto di compiere un compito e in quel momento vado ad inibire
quell’area deputata e lui peggiora la sua prestazione, deduco che quell’area è
funzionalmente e causalmente legata a quella particolare funzione.
Event-related potentials (ERPs): potenziali evento - relati → registro
elettroencefalogramma e andrò a prendere quei pezzi di tempo che rispondono all’inizio
dello stimolo
Visual evoked potentials (VEP): potenziali evocati visivi multifocali 13
OCCHIO
Formazione dell’immagine sulla retina rappresenta un problema ma i sistemi viventi hanno
cercato di risolvere questo problema con le lenti → come OCCHIO UMANO .
Davanti si hanno la pupilla + cornea e cristallino che sono entrambe lenti convergenti
grazie a cui immagine riesce a convergere sulla retina in cui abbiamo già un primo livello di
elaborazione delle info: la retina si trova nella parte posteriore dell’occhio + sottile come un
foglio di carta + formata da questo strato di cellule fotorecettori:
● coni e bastoncelli che sono anche situati nella posizione più lontana rispetto alla
provenienza della luce → la luce prima di arrivare a questi fotorecettori deve passare
cornea, umor acqueo, cristallino, umor vitreo - i vasi sanguigni presenti nell’occhio
● questi fotorecettori sono cellule sensibili alla luce e in presenza o meno di luce
modificano il loro potenziale di membrana che viene comunicata alle cellule subito
successivi (cellule bipolari - orizzontali) per poi arrivare alle cellule gangliari, i cui
assoni vanno a formare il nervo ottico, escono dall’occhio e vanno verso la parte
posteriore del cervello
● già a questo livello avviene una prima elaborazione perché le cellule gangliari hanno
i campi recettori ad antagonismo centro - periferia ai chiaroscuri e derivano dai
bastoncelli (ma ci sono anche quelle che rispondono alle lunghezze d’onda e
derivano dai coni) cellule con campi recettivi a centro on rispondono massimamente
alla luce presentata al centro con scuro in periferia, al contrario di quelle a centro off
→ la luce diffusa invece non ha quasi nessun effetto su attività di queste cellule.
Elaborazione portata avanti da cellule orizzontali.
NGT
Dalla retina si passa al nucleo genicolato laterale del talamo: struttura sottocorticale in
mezzo al cervello - cellule con le stesse caratteristiche dei campi recettivi dei fotorecettori
coni e bastoncelli.
A questo livello, ma anche già dalla retina, c’è una differenziazione di cellule in magno e
parvocellulare → questa differenza si perde nella via dorsale e ventrale.
1.magnocellulari - bastoncelli: sono grandi, insensibili alle lunghezze d’onda, selettive per
le basse frequenze spaziali (oggetti grandi), hanno una risposta transiente (risponde appena
vede lo stimolo e basta) e hanno una maggiore velocità di conduzione: trasmettono i segnali
in modo più veloci rispetto alle P.
Un danno selettivo agli strati magnocellulari nel NGL della scimmia →Effetti sulla percezione
del movimento, ma anche della forma e della profondità a frequenze spaziali basse e a
frequenze temporali alte
Il campo dendritico delle cellule M è 3 volte più largo di quello delle cellule P.
2.parvocellulari - coni: sono piccole, selettive per le lunghezze d’onda (colore) + per le alte
frequenze spaziali (dettagli e cose piccole) e hanno una risp lenta e sostenuta: la cellula
risponde allo stimolo e continua fino a quando non viene tolto. 14
Un danno selettivo agli strati parvocellulari nel NGL della scimmia (attraverso iniezione di
acido ibotenico) →Effetti sulla percezione del colore, ma anche della forma e della
profondità a frequenze spaziali alte e a frequenze temporali bassi
La via parvo sembrerebbe deputata all’analisi di come gli oggetti ci appaiono (what),
mentre la via magno alle caratteristiche spazio-temporali (via dorsale) degli oggetti
(where).
La disposizione topografica dei campi recettivi delle cellule gangliari è riprodotta nel NGL
(rappresentazione retinotopica) + ogni strato possiede una completa mappa della emiretina
→ questa stessa rapp. retinotopica viene anche riportata nella V1 (primo livello di
elaborazione corticale). CORTECCIA VISIVA PRIMARIA - V1
Dal NGL arriviamo a V1: in V1 si ha una rappresentazione retino - topica → corteccia
striata che contiene 6 strati e W sta per white-materia bianca → le informazioni magno e
parvo arrivano su strati diversi della corteccia visiva primaria.
Le maggiori trasformazioni delle informazioni visiva hanno luogo nella corteccia striata e
contiene circa 200 milioni di cellule: ci sono cellule che rispondono a barre orientate
(sensibili quindi sia all’ampiezza della barra che all’orientamento) + cellule che rispondono
ad aspetti che hanno a che fare con la forma + cellule che rispondono solo alle lunghezze
d’onda.
→ ridimensionamento delle informazioni compiuto da molteplici parti del campo visivo -
fattore di magnificazione: le parti centrali della retina sono sovrarappresentate, non si ha
una rappresentazione 1 a 1 tra retina e V1 → si parla di una sovrarappresentazione o
sottorappresentazione.
Nella V1 si parla di colonna e ipercolonna:
colonne: arrangiamento verticale di neuroni + Hubel e Wiesel trovarono
un sistematico e progressivo cambiamento nell’orientamento preferito →
tutti gli orientamenti erano compresi in una distanza di circa 0.5 mm
+ ogni colonna orientata comprende cellule semplici e complesse
ipercolonne: un blocco di 1-mm di corteccia striata che contiene “ tutti i meccanismi
necessari per le analisi che la corteccia striata viene chiamata ad eseguire, in una
determinata e minuscola parte del campo visivo” .
Queste ipercolonne ci sono su tutta la nostra C1 e ognuna di
queste risponde a un pezzettino della nostra retina: in queste iper
avremo info che arriveranno da diversi occhi 15
I 3 tipi di organizzazione colonnare (colore, orientamento e dominanza oculare) formano
un'ipercolonna = modulo corticale di 1mm x 1mm che contiene tutte le colonne di
orientamento, i blobs (che rispondono a lunghezze d’onda e quindi a colore) e le colonne di
dominanza oculare relative a una particolare regione dello spazio: è una colonna necessaria
.
e sufficiente
Da V1 l’info va verso le altre aree extrastriate (V2 e V3): in queste due c’è un’organizzazione
retinotopica. Da qui in poi si creano due vie:
1. una ventrale → ci sono aree successive come V4 V8 da cui passa l’info per arrivare
alla corteccia infero temporale (la parte bassa del lobo temporale). In questo livello i
campi recettivi diventano sempre più complessi (passano da barre a parti di oggetti a
oggetti interi - esempio cellule che rispondono ai volti) e più grandi (rispondono a
campi recettivi sempre più grandi: in corteccia infero temporale si perde
completamente di retino topicità: per cui la cellula risponde allo stimolo
indipendentemente se sia rappresentato in alto o a destra).
→ si ritiene che questa sia la via per la percezione cosciente e consapevole (teoria
dominante)
2. una dorsale che ha a che fare con le rappresentazioni che spesso vengono ritenute
non consapevoli e che hanno a che fare la percezione per l’azione/del movimento:
invece che vedere l’oggetto (occhiali azzurri), si passa al localicazzarlo e afferarlo →
compito della via dorsale. Nel tempo quindi c’è stata anche una discussione circa la
percezione del movimento è via ventrale (cosciente) o dorsale: il movimento viene
percepito consapevolmente ma ha anche a che fare con il cambiamento spaziale nel
tempo.
3. la via del movimento si situa a metà strada tra le due → terza via del movimento
che da V3 linfo va a finire in MT (medio temporale) in cui ci sono cellule che
rispondono solo al movimento - alla direzione specifiche di movimento. Da MT
(movimenti globali) c’è un’area MST: elaborazione del movimento parte dalla retina
→ in V1 ci sono poi già delle cellule che rispondono a specifiche direzioni. Via
ventro-dorsale che ha a che fare con elaborazione del movimento: è
magnocellulare come la via dorsale ma elabora caratteristiche coscienti/consapevoli
EVOLUZIONE DEL MAGNO E PARVO + CAMPI RECETTIVI
I blob sono porzioni di strati 2 e 3 della V1 che si trovano al centro delle colonne di
dominanza oculare e non sono sensibili a orientamento e frequenze spaziali e nemmeno alla
direzione di movimento. Rispondono a basse frequenze (dettagli) e sono sensibili alle
lunghezze d’onda (colori).
- Molte c