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GABA
Strutture celebrali e psicopatologie
Insieme di strutture profonde spesso implicato in varie forme di psicopatologia, raggruppati sotto il nome di sistema limbico, termine
ritenuto ormai superato dalla maggior parte dei neuroscienziati
controllano le espressioni viscerali e somatiche delle emozioni, accelerazione del battito cardiaco, frequenza respiratoria,
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tremore, sudorazione, modificazioni delle espressioni facciali, espressione degli istinti e di altre pulsioni primarie
Le strutture maggiormente implicate sono:
Porzione anteriore del giro del cingolo, che si allunga sopra il corpo calloso
• Area de setto, situata anteriormente al talamo
• Ippocampo, si estende dall’area del setto fino al lobo temporale
• Ipotalamo, regola il metabolismo, temperatura corporea, sudorazione, pressione arteriosa, sonno e appetito
• Amigdala, racchiusa in profondità nella parte apicale del lobo temporale
•
Lo sviluppo del cervello umano è un processo complesso che inizia durante il 1° trimestre di gravidanza, e continua fino all’inizio dell’età
adulta
si stima che nel cervello venga espresso circa 1/3 dei geni, ma nel corso del processo di sviluppo possono verificarsi degli errori
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Sistema neuroendocrino e psicopatologia, riduzionismo biologico
Uno dei sistemi più importanti è il cosiddetto HPA -> asse ipotalamo-ipofisi-surrene, di cruciale importanza per la risposta
dell’organismo allo stress
per riduzionismo biologico si intende la visione teorica secondo la quale l’oggetto di studio può e deve essere ridotto ai suoi
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elementi costitutivi fondamentali
Il paradigma cognitivo-comportamentale
Condizionamento classico
• Condizionamento operante
• Modellamento -> apprendimento che ha luogo anche in assenza di rinforzi, apprendiamo tramite l’osservazione e l’imitazione degli altri
• negli anni 60’, Bandura e Menlove, si servivano di una terapia basata sul modellamento per far superare ad alcuni bambini la paura dei
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cani
Le scienze cognitive
Si occupano di come le persone strutturano le proprie esperienze, ne traggono un senso e mettono in relazione le esperienze presenti
con quelle passate
la persona inserisce ogni nuova informazione in una rete organizzata, schema o set cognitivo
—>
I fattori che influenzano trasversalmente i diversi paradigmi
Emozioni e psicopatologia
Le emozioni influenzano il modo in cui rispondiamo ai problemi e alle sfide dell’ambiente, ci aiutano ad organizzare i pensieri e e azioni, sia
a livello esplicito sia implicito e guidano il nostro comportamento
per descrivere un’emozione di breve durata si usa il termine “stato emotivo”, mentre il tono dell’umore è uno stato emozionale che
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dura più a lungo
L’emozione è costituita da numerosi elementi che comprendano 3 componenti:
Componente espressiva o comportamentale -> espressione facciale di un’emozione
• Componente esperienziale o soggettiva -> ciò che una persona dice di sentire in un dato momento o in risposta ad un evento
• Componente fisiologica -> implica cambiamenti corporei
• Fattori interpersonali
Fattori socio-culturali Teoria delle relazioni oggettuali -> sottolinea l’importanza
Rispetto al genere •
• degli schemi relazionali duraturi
Povertà
• Teoria dell’attaccamento
Fattori etnici e culturali •
•
Paradigma diatesi-stress
È incentrato sull’interazione tra predisposizione allo sviluppo di un certo disturbo (diatesi) e condizioni ambientali o esistenziali
perturbanti (stress)
Alcuni disturbi mentali dell’adulto
La psicopatologia si avvale di termini specifici:
Sintomo -> singolo segno di alterazione o disfunzione sul piano psichico, fisico o comportamentale
• Sindrome -> caratterizzato da più sintomi
• Struttura -> organizzazione stabile della psiche
•
I principali quadri psicopatologici
Nevrosi
• Psicosi -> fissazione alla fase narcisista che determina un cambiamento nelle relazioni
• Disturbo del carattere -> gruppo eterogeneo di problemi accomunati da modalità di comportamento senza un marcato disagio
• soggettivo
Stato borderline -> personalità che manifestano fenomeni sia nevrotici che psicotici
•
La classificazione del DSM-IV-TR
Disturbi d’ansia -> l’ansia è un fenomeno patologico ma ha funzione adattiva
•
In questa categoria sono inclusi i disturbi che hanno come caratteristica predominante manifestazioni d’ansia e di panico
Fobie
• Disturbi da stress estremi
• Disturbi dell’umore
• Disturbi dell’alimentazione
• Disturbi della sessualità e identità di genere
• Disturbi somatoformi
• Dipendenza da sostanze
• Disturbi di personalità
•
Disturbi dissociativi
Hanno in comune la sconnessione delle funzione della coscienza, memoria, identità, percezione dell’ambiente, ma non sono indice di
patologia, nonostante possono comparire tra i sintomi di altri disturbi, dare disagio clinico significativo o compromettere la vita
sociale
Amnesia dissociativa -> incapacità di rievocare episodi personali importanti
• Fuga dissociativa -> allontanamento improvviso da casa o dal luogo di lavoro
• Disturbo dissociativo dell’identità -> vi sono 2 o più identità distinte e ciascuna ha un suo modo di percepire e relazionarsi
• Depersonalizzazione -> alterazione nella percezione o nell’esperienza di sé, la persona si sente staccata dal proprio corpo o si sente
• un’osservatore esterno
Schizofrenia e altri disturbi psicotici
Patologia complessa, multiforme e sotto-articolata, per parlarne sono necessari almeno 2 tra i sintomi positivi e negativi, e comporta
un deterioramento di una o più di funzionamento
Disturbo delirante -> presenza di uno o più deliri non bizzarri che permangono per almeno un mese
•
Il delirio è una falsa convinzione che implica una non corretta interpretazione di percezioni ed esperienze
I deliri sono bizzarri quando non sono plausibili rispetto alla propria cultura, e “non bizzarri” quando la convinzione è errata ma
in linea con la cultura
Disturbo psicotico breve -> alterazione che comporta l’insorgere improvviso di uno o più sintomi
•
L’episodio dura da un minimo di un giorno ad un massimo di un mese, con un ritorno al funzionamento premorboso, e vi è un alto rischio
suicidario
Disturbo schizoaffettivo -> si combinano sintomi psicotici con disturbo dell’umore
• Disturbo schizofreniforme -> la durata della patologia è compresa tra un mese e 6 mese, si caratterizza per i sintomi positivi della
• schizofrenia
La richiesta di aiuto psicologico
A parità di situazione, le persone rispondono in modo diverso; a parità di sintomatologia, alcune persone si sentono malate, altre non
percepiscono l’esistenza di alcun disagio
Chi si rivolge allo psicologo clinico?
Una persona che riconosce di vivere una condizione di disagio e/o di sofferenza che di contrappone ad un benessere atteso o
desiderato
vede nella sua condizione un “prima” in cui stava bene e un “dopo” in cui sta male
—>
Secondo Fulcheri nel corso della vita ci si può trovare in 5 condizioni:
Benessere psichico -> buon livello di soddisfazione dei bisogni e di accettazione
• Disagio psichico -> stato di sofferenza connesso a difficoltà di vario tipo
• Malessere psichico -> il disagio assume livelli di intensità più elevati e vi è la consapevolezza soggettiva di non stare bene
• Disturbo psichico -> la situazione di malessere raggiunge livelli elevati
• Malattia mentale cronica -> quando perdurano nel tempo la condizione di disturbo e ciò che lo ha indotto
•
La percezione del malessere e il grado di preoccupazione sono variabili soggettive correlate alle caratteristiche del soggetto
vi sono però 2 presupposti che agiscono fortemente e fanno sì che la persona si rivolga al clinico
—>
Il disturbo ha modificato il suo stile di vita
• Si ritiene che la propria situazione possa cambiare
•
Chi ha effettivamente bisogno dello psicologo clinico?
La sofferenza che induce una persona a chiedere aiuto ad uno specialista non è direttamente proporzionale al disturbo
la persona sofferente che si rivolge al clinico può avere n disturbo momentaneo che non richiede intervento ma rassicurazione
—>
Giungere a capire se il disturbo psichico che porta il paziente sia un disagio momentaneo, un disturbo o un problema evolutivo è l’esito
• di un processo diagnostico
Le caratteristiche della richiesta di aiuto
La decisione di rivolgersi ad un clinico può avere diverse fonti:
L’esito di un processo diagnostico fatto dall’individuo in prima persona
• Indotta da sollecitazione dei familiari più o meno accettate
• Deriva da indicazioni provenienti dall’esterno, ma si ritiene che la proposta non sia congruente con i propri bisogni
•
Il modo in si formula la richiesta fornisce informazioni importanti per il clinico e condiziona anche il modo in cui il paziente incontrerà il
clinico
Il paziente che si auto-invia Il paziente inviato dai familiari
Quando il paziente contatta direttamente il clinico vuol dire che Il paziente è d’accordo con i familiari per una
•
ha effettuato un ragionamento diagnostico da cui ha inferito consultazione, ma delega ad un membro della famiglia di
che: fare la richiesta
La sua sofferenza è psichica I familiari chiedono la consultazione al posto del
• •
Vuole verificare se sia di origine psichica o organica paziente
• Vive una condizione di significativo malessere generale Il paziente prende l’appuntamento indotto dai familiari
• •
Il paziente inviato da un collega Il paziente inviato da altre agenzie
I motivi per cui un collega invia un paziente possono essere Capire se le agenzie anno effettuato un invio corretto; si
molteplici e molteplici sono le reazione del paziente; è possono avere 2 casi:
fondamentale: Al paziente viene fatta una proposta, egli accetta e e
•
Capire come il paziente ha vissuto l’invio tratta di accertare se la disponibilità sia reale o
• Quanto sia convinto e quanto condivida la scelta apparente
• Considerare le aspettative e le ambivalenze dell’inviante Il paziente è obbligato
• •
Ulteriori caratteristiche
Età -> nel caso di soggetti adulti è po