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Psicologia della comunicazione

Definizione precisa di psicologia della comunicazione: è la competenza comunicativa, i cui aspetti comunicativi sono elemento più percepibile e rendono la comunicazione efficace. Non sono dei doni innati, ma delle tecniche che possono essere apprese nel tempo. È importante tenere conto dell'esistenza di meccanismi di apprendimento quando si tratta di comunicazione. Studiare la comunicazione significa anche cogliere degli aspetti nascosti, perché ciò che si comunica è spesso più di quanto si dice. Si cerca di cogliere gli aspetti impliciti in ogni ambito della "comunicazione normale", sia in campo artistico, sia filosofico, ecc.

Comunicazione: si intende che il soggetto umano è un essere comunicante, pensante, sociale, emotivo, ecc. La comunicazione fa parte della natura umana, per questo ha anche molteplici aspetti e dimensioni: è un'attività sociale di interazione.

noi comunichiamo agli altri qualcosa; comunicare significa partecipare o rendere partecipe qualcuno, condividere i significati e si può costruire un sapere comune, grazie alla quale si sviluppa la cultura di un popolo. È un'attività cognitiva, che ha origine nella mente e nel pensiero, ma anche all'azione, perché anche essa può provocare un pensiero. Non è disgiunta dalla discomunicazione > vuol dire che la comunicazione non è sempre legata alla verità, quindi ci si avvicina alle bugie, all'inganno o comunque non si dà un'impressione veritiera di sé stessi. Quando si parla di comunicazione si fa riferimento a diversi approcci e modelli teorici, importanti per vedere l'ampiezza della dimensione comunicativa. Ne indichiamo 5: 1. Modello matematico: che riguarda l'elaborazione dell'informazione, ovvero l'unità minima della comunicazione, cioè come viene

comunicata un’informazione.

2. Modello semiotico: legato allo studio della comunicazione come processo di significazione, cioè ciòche noi diciamo ha un significato ed esso è oggetto della comunicazione.

3. Modello pragmatico: che evidenzia il legame tra testo e contesto, ciò significa che quando noi parliamo, diciamo delle cose che compongono il testo. Ma esso non è sufficiente, perché la frase può essere detta con toni diversi o ci si sofferma su certi aspetti piuttosto che altri. Questo riguarda infatti il contesto. Il contesto può essere anche differenziato in base alla gerarchia della persona con cui si parla: se si parla con un superiore, ci si rivolgerà diversamente rispetto che ad un nostro pari.

4. Modello sociologico: volto ad evidenziare i processi della vita quotidiana (microsociologia) o i processi della vita macroscopici, legati all’istituzione e ai media (macrosociologia).

5. Modello psicologico: relativo

Ai giochi di relazione presenti nel processo comunicativo. Questi cinque modelli riguardano quello che è l'ambito della comunicazione; c'è infatti un ambito per ogniuno dei modelli e tutti riguardano comunicazione e processi comunicativi.

Modello matematico: È stato analizzato da Shannon e Weaver e afferma che la comunicazione è vista come trasmissione di informazioni - passaggio di un segnale da una fonte A al destinatario B, con l'uso di un trasmettitore da parte di A e un recettore da parte di B. Dalla dinamica ottocentesca si passa alla nozione più sottile di bits, l'elemento comunicativo diventa molto più moderno. Questo modello di trasmissione si può ovviamente pensare anche in termini di un dialogo tra due persone. La persona A parla, per parlare deve codificare le sue informazioni (encoding). È un aspetto molto semplice della comunicazione, significa sostanzialmente dare un codice alle informazioni che noi trasmettiamo.

Lo facciamo un po' tutti perché, quando parliamo, parliamo in una lingua, significa che il mio interlocutore per capirmi deve conoscere la mia stessa lingua), queste informazioni vengono trasmesse ad un destinatario attraverso il canale vocale e deve essere raccolta dal ricettore. C'è bisogno, tuttavia, di un mezzo che rende possibile ricevere questa informazione, in questo caso l'orecchio. Una volta ricevuta l'informazione però bisogna anche decodificarla; io formulo, per esempio, una frase in italiano, ciò significa che chi mi sente, per capirmi, deve conoscere l'italiano, ovvero il codice con cui io ho codificato la comunicazione (decoding). Ovviamente possono essere presenti delle interruzioni o interferenze nella comunicazione e possono complicare la trasmissione. Si aggiunge poi il modello di feedback > si intende una quantità di informazione che dal ricevente torna all'emittente e ci dà un'idea di ciò.

Che il ricevente ha capito (nel caso si tratti di un messaggio). Il feedback può essere positivo (rafforza l'informazione d'ingresso) o negativo (riduce l'informazione d'ingresso). Con il feedback negativo ci si avvicina al concetto di omeostasi, quando viene raggiunta la soglia che noi riteniamo importante, il sistema allora si spegne e resta in attesa degli eventi successivi. C'è quindi una diminuzione dell'informazione di ingresso. Con il feedback positivo succede l'opposto: se si diffonde un'informazione, può essere ampliata con il suo vagare attraverso le persone (esempio: pettegolezzo). L'informazione non è unidirezionale, perché l'informazione viaggia attraverso i feedback.

Il feedback è però diverso dal concetto di rinforzo. Il rinforzo è un'informazione che noi diamo in seguito ad un comportamento: ad esempio, se addestriamo un cane a distinguere un gioco dalla

se viene seguita alla lettera. Tuttavia, nella realtà, le persone interpretano e comprendono le informazioni in modi diversi, influenzate dalle proprie esperienze, conoscenze e contesto. Pertanto, è importante considerare anche il fattore umano nella comunicazione. Il modello matematico può essere utile per comprendere alcuni aspetti della comunicazione, ma non può spiegare completamente la complessità delle interazioni umane. La comunicazione è un processo dinamico e soggettivo, in cui le emozioni, le relazioni e le intenzioni giocano un ruolo fondamentale. In conclusione, il modello matematico può fornire una base teorica per comprendere la comunicazione, ma è necessario considerare anche altri fattori per una comprensione completa e accurata.

se c'è un codice che la sostiene. Il modello matematico non funziona con la comunicazione non verbale.

Modello semiotico

La semiotica o semiologia è la scienza che studia i segni nell'ambito sociale. Per la semiotica la comunicazione è un processo di significazione, cioè genera significati. Si fa riferimento al referente (oggetto su cui comunicare) e a dei codici che si usano per comunicare (ovvero i sistemi che sono impiegati dagli attori per comunicare tra di loro). Questi aspetti sono racchiusi nel diagramma della significazione, cioè un triangolo con il simbolo o significato (parola, segno), il referente (oggetto o evento comunicato) e la referenza o significante (la rappresentazione mentale dell'oggetto o evento che viene comunicato) tutti legati tra loro. Secondo questo diagramma, la conseguenza del processo di significazione è che il simbolo non ha un rapporto diretto con la realtà, ma soltanto con il concetto mentale.

questo significa che c'è un collegamento stretto tra simbolo e referenza, ma non tra la parola e il referente. Questo ci fa capire insomma l'arbitrarietà tra il simbolo e il referente e quindi del linguaggio in generale. È stato studiato da De Saussure: il segno è l'unione di un'immagine acustica (significante o espressione) e di una mentale (significato o contenuto). Il segno non è inteso solo come realtà fisica, ma come intuizione, come una relazione fra due persone che partecipano a questo segno. Vediamo di nuovo l'arbitrarietà del segno tra il simbolo e il referente > il legame tra significato e significante è arbitrario. Vediamo insomma questa associazione tra significato e significante che è abbastanza forte. Piena corrispondenza ed equivalenza tra espressione e contenuto. All'interno di un sistema linguistico complesso, in cui la lingua viene intesa come un sistema di differenze di

Suoni combinati da un insieme di differenze di significati, distinguiamo soprattutto tra quello che è una linguistica interna primaria (si occupa dell'analisi della lingua), da una linguistica esterna e secondaria (si occupa delle parole), cioè lingua ed eloquio. La semiotica continua con Peirce: il segno ha un valore diverso rispetto a quello di De Saussure. Per Pierce il segno è un qualcosa che sta al posto di qualcos'altro. Si individuano 3 tipi di segni: icone, in cui c'è una relazione di somiglianza con le proprietà del referente; indici, sono il rapporto di continuità fisica con gli oggetti a cui si riferiscono; simboli, in cui c'è un rapporto arbitrario con il referente stabilito appunto per continuità. Il segno viene visto come inferenza > cioè un indizio da cui trarre una conseguenza. Indizio da cui facciamo un'inferenza: faccina con la bocca all'ingiù > la persona è triste.

Si costruiscono modelli mentali utili per individuare aspetti mancanti. Si spiega lo scarto tra ciò che è detto e ciò che è implicato da quanto è stato detto. Un soggetto comunica sempre, più di quanto dica ed è legato al fatto che il segno come inferenza rimanda alla nozione di contesto.

03/02/21

Modello pragmatico

Prevede la comunicazione come un'interazione fra testo e contesto. La distinzione che Morris fa è tra Semantica (cioè l'analisi dei significati dei segni), Sintassi (cioè l'analisi della relazione formale tra i segni) e la Pragmatica (analisi della relazione dei segni con gli attori). La pragmatica si occupa dell'uso di significati, della relazione tra segno e interprete e del rapporto tra testo e contesto. Si analizzano i processi impliciti della comunicazione, è importante sia quello che diciamo, sia come lo diciamo. Si analizzano anche i processi impliciti, come la deissi.

qualcosa che è implicito nel contesto, ma deve essere specificata nel testo. Questi riferimenti sono più o meno impliciti nella conversazione ed è in gran parte su questo che si basa la pragmatica. Slama-Cazacu ha parlato di un co
Dettagli
A.A. 2020-2021
56 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/01 Psicologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher eleonora_columbano di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia della comunicazione e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Caterina Roberto.