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PIANIFICAZIONE:
in particolare, la pianificazione di progetto riguarda tutte quelle attività che partono dalla definizione degli
obiettivi, dalla definizione delle strategie e lo sviluppo dei piani secondo poi i quali il progetto verrà
condotto e sviluppato dal team.
La pianificazione riguarda anche le strategie e la conduzione, la conduzione di un progetto riguarda
l’organizzazione. Un’altra attività molto importate fa riferimento a come organizzare il progetto. Ossia
definire una struttura organizzativa, quindi all’interno dell’azienda, all’interno dell’istituzione, definire una
organizzazione cioè creare delle regole. La struttura organizzativa di progetto e del gruppo di lavoro a cui
verrà affidato lo svolgimento delle attività. In particolare, molto importante, l’assegnazione delle
responsabilità funzionali. Perché vedremo più avanti la matrice di responsabilità. Per avere una buona
organizzazione di progetto ogni persona alla quale è assegnata una funzione deve avere determinate
responsabilità. Ogni attività deve essere a responsabilità di qualcuno. All’interno quindi dell’assegnamento
delle responsabilità, occorre da parte del PM avere pieno potere sulla gestione delle risorse umane. In
inglese viene detto spesso “STAFFING”. Ossia identificare le persone o a volte le funzioni corrette per il
progetto, reperirle quindi andando a sceglierle all’interno dell’azienda e nel caso in cui non ci fossero
reperirle e selezionarle all’esterno, formarle. Durante lo svolgimento del progetto dovrà anche valutarle.
Un bravo PM nel corso di vari progetti deve tendere a formare le proprie risorse umane e valutarne il
cambiamento, si spera il miglioramento.
Gestione delle risorse umane significa:
identificare i ruoli e il numero di persone necessarie trovarle, formarle là dove non sono pienamente
coerenti con le richieste e poi dopo valutarne il lavoro.
DIREZIONE DEL PROGETTO:
guidare il team, non significa comandare ma gestire tutte le attività che riguardano la conduzione del
progetto, ovvero:
Coordinamento: coordinare le persone affinché lavorino al meglio.
Decision-making: prendere le decisioni utili in tempi utili, il prima possibile.
Un PM che non decide non è un PM che guida bene un progetto.
Supervisionare il personale: è qualcosa di molto differente da progetto a progetto e da project
manager a project manager ma la supervisione non vuol dire stare sul fiato sul collo sulle persone,
non vuol dire giorno per giorno dare dei compiti o controllare il lavoro. Ma avere comunque
sempre l’occhio e sapere in ogni momento qual è lo stato dell’arte delle attività svolte.
Controllo del progetto: verificare che il progetto segua i piani formulati; quindi, andare
eventualmente a vedere la differenza tra ciò che è pianificato e ciò che è stato eseguito al fine non
tanto di sgridare le persone che stanno rallentando, secondo la pianificazione del progetto, ma
rivedere il piano, capire perché ci sono questi ritardi. Fare in modo che non ci siano nel futuro e
ripianificare per poter ritornare rispetto a ciò che abbiamo pianificato.
PIANIFICAZIONE DEL PROGETTO.
In particolare, quali sono le attività che devono essere svolte durante la pianificazione.
La prima, è quella di definire in modo chiaro e in modo condiviso con tutti gli stak older gli obiettivi di
progetto. Un progetto per il quale non sono chiari a tutti gli obiettivi e un progetto che è destinato a fallire.
Perché è un progetto che non riuscirà mai a valutare. Importante è definire gli obiettivi e scriverli in modo
chiaro e condiviso.
Secondo, definizione delle strategie e delle politiche di gestione del progetto
Una volta che sono stati definiti le strategie e le politiche di gestione che sono di alto livello, di solito sono
enunciazioni di principio queste vengono codificate attraverso delle procedure e delle regole standard che
tutti all’interno del team devono seguire. In modo tale che sia anche più semplice fare attività di
coordinamento.
Pianificare significa fare, compiere delle scelte operative.
Arriviamo alle attività che il PM deve compiere operativamente le scelte.
Dopo aver fatto le scelte può stendere il piano operativo, ovvero l’elenco e la sequenza delle attività che
devono essere svolte.
Fatto il piano operativo, a fianco, definiamo il piano di gestione dei rischi. Ovvero per ogni attività
pianificata e resa operativa andiamo a valutare se ci possono essere dei rischi.
Un rischio grave per il progetto è quello di non poter definire ad un obiettivo di progetto. Mettere in
campo una simulazione, valutare tutti i possibili eventi che mettano a rischio il raggiungimento di un
obiettivo.
Fatto questo si scrivono questi rischi, si cerca di evidenziare gli eventi che anticipano l’accadere di questi
rischi, si mette in questo piano anche l’elenco di ’attività per poter risolvere un rischio che accade. Quindi
lo si ottiene l’attività che si chiama la mitigazione del rischio. Fatto tutto ciò possiamo definire in modo
globale il budget che attiene alle risorse umane e alle risorse tecniche, poi tradotti in quantitativi
economici.
Chiaramente nel budget andiamo a valutare anche la gestione del rischio.
Riguardo alla pianificazione, abbiamo detto che è molto importante arrivare alla definizione degli obiettivi
di progetto.
Perché per quanto riguarda gli obiettivi, significa capire quale deve essere il risultato finale del nostro
progetto. Sia in termini di realizzazione in termini di prodotto o servizio che andiamo ad immettere sul
mercato. Ma anche in termini di crescita del no how aziendale, cioè l’azienda tramite l’organizzazione a
progetti, deve ottenere anche una crescita del proprio no how, sia del singolo dipendente ma anche in
generale come azienda. In modo tale che possa sempre posizionarsi rispetto al mercato, rispetto ai
concorrenti, sempre rispetto allo stato dell’arte.
Un altro obiettivo, oltre all’obiettivo tecnico del prodotto. È anche un obiettivo in termini di tempi e costi
di tempo del completamento progetto. Quindi una stima di budget globale iniziale.
I tre termini sono: ambito, tempo e costi. Sono i tre parametri su cui un progetto viene valutato dal
committente.
Se tali obiettivi non sono definiti e definiti in maniera chiara allora non solo non possiamo valutare a fine
progetto se il nostro lavoro ha determinato una conclusione positiva. Ma nemmeno durante il corso del
progetto ci sono degli indicatori su cui fare rifermento per prendere decisioni.
L’attività di decision making di un PM è monca, cioè non riesce ad essere efficace se non sono chiari gli
obiettivi. Viceversa, se gli obiettivi sono chiari, a questo punto i criteri su cui basare le decisioni sono
sempre rivolti a raggiungere gli obiettivi di progetto.
ATTENZIONE:
dobbiamo distinguere quelli che sono gli obiettivi del progetto, quindi obiettivi dell’applicazione che stiamo
progettando rispetto agli obiettivi del sistema in esercizio. Anche gli indicatori dovranno essere differenti.
Perché magari per il sistema in esercizio la quantità di dati, la quantità delle istallazioni è molto diversa da
quelli richiesti per il progetto. Quindi anche la valutazione deve essere fatta in maniera differente. A volte
per sistemi molto grandi, la messa in esercizio è a sua volta un progetto con dei propri indicatori e con dei
propri obiettivi specifici.
Come faccio a capire quali sono gli obiettivi di un progetto?
Gli obiettivi li vado a cercare in tutte le aree aziendali, ossia un progetto deve poter fornire un risultato
positivo, un beneficio, sia dal punto di vista economico, sia per l’area marketing, sia per obiettivi di tipo
tecnici, ma anche obiettivi non primari ma secondari. Quindi fissare degli obiettivi organizzativi, spesso le
applicazioni informatiche aiutano a migliorare l’organizzazione in termini di efficienza, andando ad ottenere
un risparmio economico. Anche in termini amministrativi semplificazione tramite progetti di applicazioni
informatiche, semplificazione amministrativa.
Queste sono le aree in cui e per le quali misurarsi ogni qual volta si parte con un progetto di nuovo servizio.
Un nuovo servizio spesso è un servizio informatico.
Per raggiungere e per definire bene gli obbiettivi c’è una check list, possiamo andare a chiederci e
rispondere a queste domande.
• Perché si vuole il progetto?
Bisogna rispondere insieme al committente che ci ha parlato del progetto, una volta che abbiamo capito il
perché bisogna capire che vantaggi e che svantaggi porta e soprattutto a chi li porta o chi subisce questi
svantaggi.
• Quali svantaggi porta e a chi?
• Quali sono i risultati attesi dagli interessati?
• Cosa viene richiesto formalmente?
• Quali sono gli obiettivi di funzionalità? (cosa)
• Quali sono gli obiettivi di prestazione? (come)
• Quali sono gli obiettivi di compatibilità? (vincoli)
• L’obiettivo è d’interesse diretto o è strumentale?
• Quali sono gli effetti di ricaduta o collaterali?
• …
Definizione della strategia e delle politiche di gestione
Dobbiamo definire all’interno del progetto qual è la strategia complessiva del progetto, sia una strategia di
tipo tecnico qual è la modalità strategica per avere un risultato tecnico, sia una strategia di tipo
organizzativo.
Da queste due scelte strategiche nascono quelle che sono le politiche operative, ossia le regole che
operativamente ciascuno dovrò seguire.
Quali sono le strategie su cui porsi le domande e scegliere il ciclo di vita della produzione. Per quanto
riguarda la costruzione di un sistema informatico qual è la metodologia di sviluppo software. Ne vedremo
più avanti due distinte.
Scelte relative all’uso di fornitori esterni all’interno del nostro progetto;
altra scelta strategica e tecnica l’usa dei tool di supporto, quali usiamo? sono facoltativi, obbligatori per
ogni membro del team?
Definite le strategie, andiamo a definire le regole operative cioè le procedure e le regole standard da
seguire affinché il risultato sia coerente con ciò che ci aspettiamo. Nel caso del SW i casi tipici riguardano a
come andiamo a programmare quindi se l’azienda fornisce degli standard di programmazione.
Bisognerà lavorare sullo standard della documentazione, anche questo dovrà essere standard, ossia il
risultato di tutto il nostro servizio prodotto dovrà essere documentato allo stesso modo seguendo delle
regole standard. Oppure definire le modalità di revisione di una parte, quindi proce