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POLI AHA
Sono molecole più grosse, un esempio il gluconolattone che in realtà è una
molecola che nella pelle da origine all’acido gluconico che è un polidrossiacido.
Essendo una molecola più grande e più idrofila penetra nella pelle in modo più
lenta e graduale, quindi è ben tollerato e meno irritante per la pelle. Oltretutto
ha un’azione protettiva nei confronti dei raggi UV ed è un antiossidante
naturale.
Un altro prodotto è l’acido lattobionico che è formato da una molecola di
galattosio e una di acido gluconico. Questa ha una delicata azione cheratolitica
ma è anche igroscopico, più della glicerina, quindi trattiene umidità nello strato
corneo. Ha un’azione protettiva nei confronti dei radicali liberi in quanto è un
chelante del ferro. PRODOTTI SOLARI
Sono preparati (creme, oli, gel, spray) destinati a essere posti in contatto con la
pelle, al fine esclusivo o principale di proteggerla dai raggi UV assorbendoli,
disperdendoli o mediante rifrazione.
Il range di lunghezza d’onde dai quali i prodotti solari ci proteggono va dai 200
ai 400 nanometri di raggi UV. I raggi UV si suddividono in tre categorie:
1) UVC
Sono altamente nocivi e non raggiungono la superficie terrestre. Vengono
trattenuti completamente a livello della stratosfera, in particolare l’ozono è il
responsabile dell’assorbimento degli UVC.
2) UVB
Penetrano nell’epidermide dando un’abbronzatura più lenta e provocano
invecchiamento precoce e cancro. Hanno una minore capacità di penetrazione
rispetto agli UVA, e quindi non riescono a penetrare nel derma, ma questo non
vuol dire he non riescono a provocare dei danni ai tessuti su cui penetrano.
3) UVA
Vengono usate nelle lampade abbronzanti perché danno meno effetti collaterali
nell’immediato. Questi penetrano nel derma, danno un’abbronzatura più
rapida, portano ad un invecchiamento rapido infatti causano rughe.
Hanno dei buoni effetti sull’abbronzatura con un moderato danno cutaneo,
producono comunque dei danni a livello cutaneo e dato la loro elevata
lunghezza d’onda riescono a penetrare nel derma
Il sole però ha dei benefici, che sono:
Effetti termici
Sintesi della melanina
Azione antidepressiva
Attivazione della vitamina D
Riduzione pressione sanguigna e frequenza cardiaca
Azione antisettica e antibatterica
Azione terapeutica (psoriasi, eczemi, vitiligine…)
E degli effetti negativi che si dividono in:
Acuti
Si verificano nel breve termine e sono:
Eritema
si manifesta dopo qualche ora con rossore, prurito e dolore. Si definisce
una soglia, chiamata MED, che è la minima dose (intensità, non tempo)
dei raggi UV che produce un eritema percettile. Questa dosa è soggettiva
perché dipende dalle caratteristiche della pelle
Desquamazione
Scottatura significativa
Acantosi
(ispessimento dello strato corneo). L’irraggiamento solare influenza la
mitosi e la proliferazione cellulare a livello dello strato basale, questo
causa un aumento dello strato dell’epidermide. Produce però altri effetti,
ossia quello della pigmentazione che è immediata ed è prodotta dai raggi
UV di tipo A che è dovuta all’ossidazione di precursori della melanina.
Questa pigmentazione è poco evidente sulle persone con la pelle chiara e
non produce protezione nei confronti dei raggi UV. L’effetto invece a
lungo termine è l’abbronzatura, la stimolazione della sintesi di melanina,
e i raggi di tipo B sono più efficaci rispetto a quelli di tipo A. la sintesi di
melanina avviene grazie ai melanociti in organuli cellulari (melanosomi),
catalizzata dall’enzima cherosinasi a formare il dopachinone. Da qui la
via sintetica piò continuare usare la cisteina oppure senza cisteina.
Cronici
Si verificano a lungo termine e sono il photoaging ossia l’invecchiamento
prematuro oppure la formazione di tumori cutanei, il più noto è il
melanoma, ma abbiamo anche il carcinoma delle cellule basali, i
carcinomi spinocellulari, il carcinoma squamocellulare (cheratosi
attinica).
Cheratosi attinica
È una forma pretumorale del carcinoma squamocellulare. È
estremamente comune, si presenta come squame eritematose dal
colore normale o pigmentate di rosso e di solito circondate da un
alone rosso (quello a sinistra). Se non viene trattata si può
trasformare in un carcinoma squamocellulare invasivo. Per cui è
importante saperlo differenziare da una semplice cheratosi
seborroica che non ha significato patologico particolare (quello a
destra)
Melanoma
È un tumore cutaneo molto pericoloso che origina dal melanociti. È
stata stabilita una regola ABCDE per riconoscere un melanoma:
Asimmetria, i melanomi sono in genere asimmetrici, con metà della
macchia cutanea più grande dell’altra.
Bordi, che tendono ad essere irregolari
Colore, il melanoma tende ad essere policromo, ma non ha una
colorazione omogena come i nei
Dimensione, una lesione cutanea sospetta, di diametro superiore ai
7 millimetri deve essere verificata da uno specialista.
Evoluzione, la lesione cutanea che tende a modificare la propria
forma, colore e superficie è da ritenersi sospetta e da verificare.
Nell’immagine sottostante c’è una differenza tra un melanoma e un
neo.
Sono state aggiunte altre tre caratteristiche
Elevazione, si presenta rilevata rispetto al piano cutaneo
Firm, la consistenza, palpandola con le dita, è maggiore rispetto
alla pelle circostante.
Growing, crescita rapida in poche settimane o pochi mesi.
Fototipi
I fototipi vanno da 1 a 6 e un numero più alto si accompagna ad un colorito più
scuro. La classificazione è basata
sulla quantità e qualità di melanina
prodotta in condizioni normali.
Questo ci da un’idea di quello che
può essere l’effetto dannoso dei raggi
ultravioletti. È chiaro che un fototipo
6 sarà meno sensibile all’esposizione
rispetto ad uno fototipo 1.
A seconda del fototipo ci sono delle
caratteristiche legate all’esposizione dei raggi UV, il fototipo 1 si scotta e non si
abbronza.
Cosa possiamo fare?
Dobbiamo proteggerci dai raggi UV, perché un’esposizione eccessiva aumenta
l’incidenza dei tumori cutanei, per cui nasce l’impiego di filtri solari.
I filtri solari sono sostanze destinate esclusivamente o prevalentemente a
proteggere la pelle da determinate radiazioni UV attraverso l'assorbimento, la
riflessione o la diffusione delle radiazioni UV. I filtri solari ammessi nell’unione
europea sono 28.
Il filtro solare è la sostanza funzionale, mentre il prodotto solare è la crema
finita. Possiamo classificarli o in funzione della loro natura chimica e quindi:
1) Filtri inorganici
Sono costituiti da materiale inorganico insolubile come il biossido di
titanio, l’ossido di zinco, il biossido di silicio, questi vengono incorporati
nei prodotti solari sotto forma di particelle solide dell’ordine dei micron.
Quando il prodotto viene spalmato sulla superficie cutanea, troveremo
uno strato di formulazione che contiene piccole particelle solide insolubile
opache che quindi sono in grado di riflettere e disperdere i raggi UV.
Questi agiscono per riflessione e scattering dei raggi UV, il biossido di
titanio invece agisce anche per assorbimento.
Agiscono su tutte le lunghezze d’onda, sia su quelli di tipo A che di tipo B.
in alcuni casi possono essere associati con altri filtri solari per aumentare
la protezione solare e sono sostanze molto stabili, tant’è che i prodotti
solari per bambini contengono esclusivamente filtri inorganici perché
essendo particelle solide di qualche decina di micron non penetrano nella
pelle e quindi sono stanze molto sicure. L’unico aspetto negativo è che
abbiamo un aspetto bianco della pelle che non è gradevole dal punto di
vista estetico. Alcuni possono avere anche fotoreattività.
2) Filtri organici
Sono sostanze organiche che assorbono la regione degli ultravioletti.
Questo assorbimento è dato dalla presenza di un anello benzenico nella
molecola. Generalmente gli inorganici riflettono e disperdono le
radiazioni incidenti, i filtri organici invece assorbono la radiazione
incidente in un certo ambito di lunghezze d’onda. Questa radiazione
assorbita produce un passaggio della molecola dallo stato di riposo a uno
stato eccitato e l’energia immagazzinata dalla molecola viene dispersa o
per delocalizzazione o per risonanza della molecola stessa. Tra questi
abbiamo:
Acido para-aminobenzoico e derivati (solo UV-B)
È stato uno dei primi prodotti ad essere usato come filtro solare. È
attivo sugli UVB non è attivo nella regione degli UVA, è insolubile in
acqua e presenta il rischio di poter dare origine ad allergia crociata,
perciò vengono usati i suoi derivati, molti dei quali sono solubili in
acqua e non penetrano nella pelle
Acido salicilico e derivati (solo UV-B)
Si usano dei prodotti come l’Octyl salicilato, sono prodotti stabili e
non sensibilizzanti, sono insolubili in acqua.
Acido cinnamico e derivati (solo UV-B)
La molecola più nota è l’octilmetossicinnamato. Hanno un basso
costo e una bassa capacità di permeare nello strato corneo. Danno
però poca protezione quindi devono essere associata ad altre
sostanze. Sono privi di tossicità e hanno poca sostantività (azione
protettiva limitata nel tempo) e questo li rende scarsamente
resistenti all’acqua.
Composti terpenici (solo UV-B)
Derivati del benzofenone (UV-A e UV-B)
Sono molecole stabili fotochimicamente, hanno uno spettro
d’azione soprattutto nella regione degli UVA.
I più interessanti sono i dibenzoil metani, offrono un’ottima
capacità di assorbimento sia degli UVB sia degli UVA, avendo uno
spettro di assorbimento compreso tra i 290 ed i 370nm. Sotto
l’effetto delle radiazioni UV isomerizzano formando un’altra
molecola che ha scarsa proprietà protettiva
Oppure possiamo classificarli in funzione della fascia UV dalla quale ci
proteggono
1) Filtri UVB
2) Filtri UVA
3) Filtri UVA+UVB
Novità
In commercio le novità sono prevalentemente 2:
Filtri organici particolati
Agiscono per
1) Assorbimento
2) Scattering
3) Riflessione
Sono presenti nel prodotto in forma solida nel prodotto solare, sotto
forma di piccole particelle inferiori a 200nm, quindi oltre all’azione di
assorbire i raggi