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Il principio di legalità è uno dei pilastri fondamentali del diritto penale moderno. Esso

stabilisce che nessuno può essere punito per un comportamento che non sia

espressamente vietato dalla legge. Questa regola, racchiusa nel brocardo latino

nullum crimen, nulla poena sine lege (nessun crimine, nessuna pena senza legge),

rappresenta una garanzia sia per i cittadini che per l'ordinamento giuridico.

Il principio di legalità, sancito in Italia dall’articolo 25, comma 2, della Costituzione e

dall’articolo 1 del Codice penale, si articola in quattro sotto-principi fondamentali:

1. Riserva di legge: Solo la legge, intesa come atto normativo del Parlamento,

può creare fattispecie penali e prevedere sanzioni. Questo garantisce che il

potere di punire non sia arbitrario o delegato a fonti subordinate, come

regolamenti o decreti. La riserva di legge è quindi una garanzia della

separazione dei poteri e tutela i cittadini dall’arbitrio dello Stato.

2. Irretroattività della legge penale: La legge penale non può essere applicata

retroattivamente, ossia non può punire fatti commessi prima della sua entrata

in vigore. Tale principio è essenziale per garantire la certezza del diritto e la

prevedibilità delle conseguenze delle proprie azioni. Tuttavia, esiste

un'eccezione: se una nuova legge è più favorevole rispetto alla precedente, può

essere applicata anche retroattivamente, in ossequio al principio di favore rei.

3. Tassatività e determinatezza: Le norme penali devono essere chiare e

precise. Non è ammesso l’uso di termini vaghi o generici, che lascerebbero un

margine di discrezionalità troppo ampio all’autorità giudiziaria. La tassatività

mira a evitare che una legge ambigua possa essere interpretata

arbitrariamente, esponendo i cittadini a rischi non previsti.

4. Divieto di analogia in malam partem: In materia penale non è consentita

l’applicazione analogica di norme incriminatrici in modo sfavorevole

all’imputato. Ciò significa che i giudici non possono estendere l’ambito di

applicazione di una norma oltre i casi espressamente previsti dal legislatore.

L’analogia è invece ammessa solo quando opera in favore dell’imputato.

Il principio di legalità ha una forte valenza garantista, in quanto mira a proteggere i

diritti fondamentali dell’individuo di fronte al potere punitivo dello Stato. In questo

senso, esso funge da baluardo contro l'arbitrarietà e l'abuso, assicurando che la

punizione sia prevista solo in base a norme certe e prestabilite.

In ambito internazionale, il principio di legalità trova riconoscimento in molte

convenzioni e trattati, come la Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo (articolo 7),

che ne riafferma l’importanza nel contesto dei diritti fondamentali. Questo principio è

quindi universalmente riconosciuto come una delle basi imprescindibili di ogni

ordinamento penale democratico e garantista.

Il principio di legalità è uno dei pilastri fondamentali del diritto penale moderno. Esso

stabilisce che nessuno può essere punito per un comportamento che non sia

espressamente vietato dalla legge. Questa regola, racchiusa nel brocardo latino

nullum crimen, nulla poena sine lege (nessun crimine, nessuna pena senza legge),

rappresenta una garanzia sia per i cittadini che per l'ordinamento giuridico.

Il principio di legalità, sancito in Italia dall’articolo 25, comma 2, della Costituzione e

dall’articolo 1 del Codice penale, si articola in quattro sotto-principi fondamentali:

1. Riserva di legge: Solo la legge, intesa come atto normativo del Parlamento,

può creare fattispecie penali e prevedere sanzioni. Questo garantisce che il

potere di punire non sia arbitrario o delegato a fonti subordinate, come

regolamenti o decreti. La riserva di legge è quindi una garanzia della

separazione dei poteri e tutela i cittadini dall’arbitrio dello Stato.

2. Irretroattività della legge penale: La legge penale non può essere applicata

retroattivamente, ossia non può punire fatti commessi prima della sua entrata

in vigore. Tale principio è essenziale per garantire la certezza del diritto e la

prevedibilità delle conseguenze delle proprie azioni. Tuttavia, esiste

un'eccezione: se una nuova legge è più favorevole rispetto alla precedente, può

essere applicata anche retroattivamente, in ossequio al principio di favore rei.

3. Tassatività e determinatezza: Le norme penali devono essere chiare e

precise. Non è ammesso l’uso di termini vaghi o generici, che lascerebbero un

margine di discrezionalità troppo ampio all’autorità giudiziaria. La tassatività

mira a evitare che una legge ambigua possa essere interpretata

arbitrariamente, esponendo i cittadini a rischi non previsti.

4. Divieto di analogia in malam partem: In materia penale non è consentita

l’applicazione analogica di norme incriminatrici in modo sfavorevole

all’imputato. Ciò significa che i giudici non possono estendere l’ambito di

applicazione di una norma oltre i casi espressamente previsti dal legislatore.

L’analogia è invece ammessa solo quando opera in favore dell’imputato.

Il principio di legalità ha una forte valenza garantista, in quanto mira a proteggere i

diritti fondamentali dell’individuo di fronte al potere punitivo dello Stato. In questo

senso, esso funge da baluardo contro l'arbitrarietà e l'abuso, assicurando che la

punizione sia prevista solo in base a norme certe e prestabilite.

In ambito internazionale, il principio di legalità trova riconoscimento in molte

convenzioni e trattati, come la Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo (articolo 7),

che ne riafferma l’importanza nel contesto dei diritti fondamentali. Questo principio è

quindi universalmente riconosciuto come una delle basi imprescindibili di ogni

ordinamento penale democratico e garantista.

Il principio di legalità è uno dei pilastri fondamentali del diritto penale moderno. Esso

stabilisce che nessuno può essere punito per un comportamento che non sia

espressamente vietato dalla legge. Questa regola, racchiusa nel brocardo latino

nullum crimen, nulla poena sine lege (nessun crimine, nessuna pena senza legge),

rappresenta una garanzia sia per i cittadini che per l'ordinamento giuridico.

Il principio di legalità, sancito in Italia dall’articolo 25, comma 2, della Costituzione e

dall’articolo 1 del Codice penale, si articola in quattro sotto-principi fondamentali:

1. Riserva di legge: Solo la legge, intesa come atto normativo del Parlamento,

può creare fattispecie penali e prevedere sanzioni. Questo garantisce che il

potere di punire non sia arbitrario o delegato a fonti subordinate, come

regolamenti o decreti. La riserva di legge è quindi una garanzia della

separazione dei poteri e tutela i cittadini dall’arbitrio dello Stato.

2. Irretroattività della legge penale: La legge penale non può essere applicata

retroattivamente, ossia non può punire fatti commessi prima della sua entrata

in vigore. Tale principio è essenziale per garantire la certezza del diritto e la

prevedibilità delle conseguenze delle proprie azioni. Tuttavia, esiste

un'eccezione: se una nuova legge è più favorevole rispetto alla precedente, può

essere applicata anche retroattivamente, in ossequio al principio di favore rei.

3. Tassatività e determinatezza: Le norme penali devono essere chiare e

precise. Non è ammesso l’uso di termini vaghi o generici, che lascerebbero un

margine di discrezionalità troppo ampio all’autorità giudiziaria. La tassatività

mira a evitare che una legge ambigua possa essere interpretata

arbitrariamente, esponendo i cittadini a rischi non previsti.

4. Divieto di analogia in malam partem: In materia penale non è consentita

l’applicazione analogica di norme incriminatrici in modo sfavorevole

all’imputato. Ciò significa che i giudici non possono estendere l’ambito di

applicazione di una norma oltre i casi espressamente previsti dal legislatore.

L’analogia è invece ammessa solo quando opera in favore dell’imputato.

Il principio di legalità ha una forte valenza garantista, in quanto mira a proteggere i

diritti fondamentali dell’individuo di fronte al potere punitivo dello Stato. In questo

senso, esso funge da baluardo contro l'arbitrarietà e l'abuso, assicurando che la

punizione sia prevista solo in base a norme certe e prestabilite.

In ambito internazionale, il principio di legalità trova riconoscimento in molte

convenzioni e trattati, come la Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo (articolo 7),

che ne riafferma l’importanza nel contesto dei diritti fondamentali. Questo principio è

quindi universalmente riconosciuto come una delle basi imprescindibili di ogni

ordinamento penale democratico e garantista.

Il principio di legalità è uno dei pilastri fondamentali del diritto penale moderno. Esso

stabilisce che nessuno può essere punito per un comportamento che non sia

espressamente vietato dalla legge. Questa regola, racchiusa nel brocardo latino

nullum crimen, nulla poena sine lege (nessun crimine, nessuna pena senza legge),

rappresenta una garanzia sia per i cittadini che per l'ordinamento giuridico.

Il principio di legalità, sancito in Italia dall’articolo 25, comma 2, della Costituzione e

dall’articolo 1 del Codice penale, si articola in quattro sotto-principi fondamentali:

Riserva di legge: Solo la legge, intesa come atto normativo del Parlamento, può creare

fattispecie penali e prevedere sanzioni. Questo garantisce che il potere di punire non

sia arbitrario o delegato a fonti subordinate, come regolamenti o decreti. La riserva di

legge è quindi una garanzia della separazione dei poteri e tutela i cittadini dall’arbitrio

dello Stato.

Irretroattività della legge penale: La legge penale non può essere applicata

retroattivamente, ossia non può punire fatti commessi prima della sua entrata in

vigore. Tale principio è essenziale per garantire la certezza del diritto e la prevedibilità

delle conseguenze delle proprie azioni. Tuttavia, esiste un'eccezione: se una nuova

legge è più favorevole rispetto alla precedente, può essere applicata anche

retroattivamente, in ossequio al principio di favore rei.

Tassatività e determinatezza: Le norme penali devono essere chiare e precise. Non è

ammesso l’uso di termini vaghi o generici, che lascerebbero un margine di

discrezionalità troppo ampio all’autorità giudiziaria. La ta

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Publisher
A.A. 2022-2023
6 pagine
SSD Scienze giuridiche IUS/17 Diritto penale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher giangi01234 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto Penale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano o del prof Marotta Anna Maria.