->SPECIALIZZAZIONE PRODUTTIVA:
-Condizione nella quale 1/+ individui producono più oggetti di uno stesso tipo
rispetto a quelli che consumano.
-Divisione delle competenze produttive: obbligo allo scambio che crea più un
alto numero di legami e di interdipendenza nei gruppi sociali.
-Per l’economia classica, specializzazione: alla base dello sviluppo
economico, perché tende a migliorare l’efficienza e la qualità dei prodotti,
stimola lo scambio e si colloca alla base dello sviluppo delle città e delle
campagne.
-STANDARDIZZAZIONE: può riguardare diversi parametri come: il tipo di
materie prime adoperate, le misure degli oggetti, la loro forma e decorazione,
ecc.->La bassa standardizzazione può essere il portato di un numero elevato di
addetti non coordinati tra di loro che producono un tipo specifico di oggetti.
Indicatori Valutazione della collocazione
Complessità tecnica degli oggetti topografica delle attività: in città
(conoscenza dei cicli produttivi, ossia e/o campagna, in una stessa zona
dei modi di reperire le materie prime della città/del suburbio, in uno
e tutti i processi e gli strumenti specifico ambito territoriale
necessari per trasformarle in oggetti particolarmente ricco di
finiti). determinate materie prime.
->Il riuso e il riciclo richiedono capacità tecniche differenti e specifiche:
Riuso: non comporta la trasformazione delle materie->Interrogativi
“In qual misura le attività di smontaggio erano controllate e/o
aperti:
organizzate dalle autorità pubbliche oppure spontanee/privatizzate?”;
“Quale complessità organizzativa e tecnica potevano richiedere
recupero, riuso e riciclo?”; “In quale rapporto topografico si trovavano
edifici da riusare ed officine di trasformazione dei materiali di spoglio? ”.
Riciclo: quando si rifondono vetri e metalli/si fa la calce->Cosa
intendiamo per indicativi di produzione?: -Gli scarti di lavorazione e i
residui di materie prime sono spesso problematici per il ruolo all’interno
dei depositi archeologici, in quanto non sempre si può stabilire se si tratta
di residui/reperti in fase.- _Nel senso del valore topografico, essi vanno
considerati tenendo conto anche dei processi di smaltimento dei rifiuti
nella città: se il fenomeno rientra in circuiti urbani preordinati, con la
formazione di ampie discariche polarizzanti, tali indicatori arrivano a
perdere ogni valenza di precisazione locativa._ -Mentre un significato
“mondezzai”
diverso va attribuito ai reperti da di contenuto e volume,
plausibilmente legati a operatività produttive nelle vicinanze.-
->LA PRODUZIONE DEL VETRO A ROMA:
(silice e carbonato di calcio),
-Vetro: sabbia per la quale era particolarmente
adatta e famosa quella presente sulle coste siro-palestinesi + fondente
(natron - carbonato di sodio)
minerale estratto principalmente dai piccoli laghi
egiziani del Wadi el-Natrün. Alcuni centri, definiti secondari, rifondevano questo
semilavorato ricavandone oggetti.
-Il sistema crolla fra Il IX e Il X secolo, quando scompaiono la predominanza del
fondente minerale e il trasporto a lunga distanza del materiale grezzo. Ciò
determina un sostanziale cambiamento nell’intera catena operativa della
produzione. Il fondente minerale egiziano, non più disponibile, viene sostituito
da un fondente a base di ceneri vegetali, ricavate da piante diffuse in ambiti
geografici diversi; tende quindi a scomparire la separazione tra atelier primari e
secondari, perché i forni si strutturano per portare avanti l’intero ciclo
produttivo. L.. Sagui ha messo in evidenza come i pani di
vetro dell’arca siro-palestinese arrivino in città
certamente ancora nel VII secolo.
Nell’VIII secolo i vetri sono ancora di composizione simile a quella del secolo
precedente, ma con un ricorso maggiore al riciclo. L’assenza totale di
ritrovamenti di oggetti di vetro nelle stratificazioni di IX secolo è stata spiegata
con un sistema di riciclaggio talmente capillare e sistematico, che si sarebbe
riusciti a recuperare la quasi totalità dei vetri rotti.
->ARCHEOLOGIA DELLA PRODUZIONE A ROMA:
- Roma imperiale: politica urbanistica volta a relegare le strutture produttive
progressivamente ai margini dell’abitato o ad organizzarle in strutture ben
“chiuse”
definite e e a concentrare nell’area centrale le attività politiche,
giudiziarie e cultuali, tentando di disciplinare le attività artigianali e/o (dei
commerciali. Tuttavia, la tensione tra la tendenza alla regolamentazione
poteri pubblici) (dei piccoli artigiani)
e la resistenza fece sì che alcune attività
(ad esempio quelle legate alle produzioni di lusso, non
produttive
necessariamente poco inquinanti, o le fulloniche, non proprio ben odoranti)
fossero veramente a pochi passi dalle zone monumentali.-> Uno dei fenomeni
che più è stato evidenziato dalla ricerca archeologica recente è, a partire
dall’età tardo antica, la frequente presenza di tracce più o meno
(ad esempio relative a metalli, ceramiche,
consistenti di attività produttive
vetro, calce) (i fori, le
in quelle che erano un tempo le aree monumentali
basiliche, le terme) dei centri antichi.
-Temi dibattuti:
Secondo alcuni alla base di questo fenomeno vi sarebbe l’affievolirsi del
controllo delle autorità pubbliche sul decoro e le infrastrutture urbane.
Un ulteriore taglio individua nello spopolamento delle città e nel decadere
delle funzioni e della centralità di alcune aree, come il Foro, le cause di
questo importante cambiamento urbanistico.
Nella comparsa di botteghe ed attività produttive vi e un chiaro segno di
vitalità delle città, un intensificarsi delle attività artigianali, un novo modo
di vivere gli spazi.
-> Un interrogativo fondamentale riguarda i promotori e/o controlloti di queste
produzioni “inurbate”:
artigianali (specie nelle aree rimaste bizantine)?
le autorità pubbliche
gli enti religiosi?
(controllata o
i privati, con il conseguente tema della privatizzazione
meno) di spazi un tempo pubblici?
->V SECOLO: Trasformazione degli spazi: abbandono totale o
parziale di alcuni monumenti, il loro cambio d’uso, le
attestazioni, seppur ancora sporadiche, delle sepolture
urbane.
Non tutte le testimonianze di attività artigianale si
devono considerare in posizione difforme rispetto al più
Le attività metallurgiche in corrispondenza della taberna X del Foro di Cesare,
potrebbero non costituire affatto una novità, come non lo furono quelle che si
Basilica Hilariana
ampliarono in questo periodo nella sul Celio.
Ulteriore segno di continuità sono le tracce di IV e V secolo di lavorazione dei
marmi nell’area di Testaccio e nella vasta area a nord di piazza Navona
“sacrificata” già in età imperiale alla lavorazione dei marmi.
Allo stesso tempo la riconversione a scopo
.
Osservando la distribuzione produttivo contraddistingue abitazioni private o
topografica dei rinvenimenti edifici commerciali. Talvolta ci si trova di fronte ad
si può notare un’incidenza attività svolte in maniera occasionale, che si
particolarmente attestano con impianti relativamente semplificati,
considerevole nella zona costituiti da un’unita produttiva singola,
centrale della citta, prevalentemente funzionale all’autoconsumo.
compresa tra Celio, Foro
Romano e Palatino, ove si
registra un’affluenza di
officine metallurgiche e
botteghe della lavorazione
dell’osso. La popolazione decimata, molte aree della città
totalmente abbandonate, la moltiplicazione delle
->VI-VII SECOLO:
sepolture in urbe in forme talvolta organizzate, talvolta
“abusive. Athaeneum,
- Una trasformazione impressionante e quella subita dall’ del quale
e stata per altro scavata soltanto una parte. La presenza di alcune decine di
forni di diversa tipologia ed i resti di lavorazione hanno consentito di
individuarvi, con buona ragione, la sede della zecca enea tra VI e VII secolo.
Estrema complessità interpretativa sono gli importanti ritrovamenti dell’area
della Crypta Balbi. In primo luogo consideriamo l’officina sorta nel pieno VI
secolo in uno dei vicoli subito alle spalle dell’esedra. Gli scarti di lavorazione e
(esempio: un frammento di un lingotto di rame)
la presenza di semilavorati e
crogioli fanno pensare che si producessero oggetti di bronzo e anche in osso. Si
ritiene che l’officina sia stata smantellata sistematicamente per spostarsi nelle
vicinanze, quindi non è stato possibile avere un’idea completa della gamma
complessiva degli oggetti prodotti. Grande scarico ben inquadrabile nel VII
secolo, nell’esedra della Crypta Balbi,
pieno di un numero impressionante di
scarti di lavorazione, materie prime
anche preziose, mutrici, attrezzi,
ritagli e prodotti finiti.
Come e noto la pendenza del deposito e la sua composizione hanno fatto
ipotizzare che si tratti di un’attività di scarico non protratta nel tempo e
avvenuta a partire dall’area dove poteva trovarsi il monastero di S. Lorenzo.
Inoltre, data la grande varietà di lavorazioni e di materiali attestati, con
processi produttivi che richiedevano competenze molto specifiche, dobbiamo
immaginare che alle dipendenze del monastero lavorasse un numero molto alto
di addetti.
La possibilità che ci troviamo invece di fronte ai relitti di gruppi di officine, che
operavano per il mercato (probabilmente anche extra urbano), alimentato da
un’élite laica e religiosa piuttosto articolata.
(625-638)
Dopo il pontificato di Onorio 1 e fino a quello di Adriano 1
(772-795) vi sarebbe stato un ulteriore rallentamento delle attività
(nessun edificio costruito ex-novo, difficolta anche eseguire
edilizie
restauri) e nella produzione scultorea ed epigrafica. Il contesto
politico e quello della guerra greco-gotica, quindi della restaurazione
bizantina e poi dei Longobardi alle porte.
->VIII-IX SECOLO: Le testimonianze relative ai secoli VIII-X ci portano a
considerazioni di tipo diverso. In primo luogo si può
(riduzione di oltre il 509)
notare un netto calo
quantitativo degli indicatori delle attività produttive,
rispetto ai quali dobbiamo anche tener presente il
probabile ulteriore calo della popolazione. Una
concentrazione importante di attestazioni e ancora
Crypta Balbi.
nell’area centrale, nel Foro e nella Sempre
in connessione quindi con le aree più intensamente
- Compaiono nuove tecniche e nuovi gusti ad e
-
Primi due capitoli chimica organica
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Riassunto esame Metodologia della ricerca archeologica, prof. Manacorda, libro consigliato Principi di stratigrafia…
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Riassunto esame Metodologia della ricerca psicologica, prof. Primi, libro consigliato Metodologia della ricerca psi…
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Lezioni, Metodologia della ricerca archeologica