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V X P Y

x y

In questo caso V può variare dunque fisso il valore della produzione.

=P +

V X P Y

0 x y

Avendo �� e �� costanti mentre X e Y no, possiamo riscrivere l’espressione effettuando i

seguenti passaggi algebrici:

−P =P

V X Y

0 x y

−P

V X P Y

0 x y

=

P P

y y

V P X

0 x

= − =a−bX

Y è l’equazione di una retta.

P P

y y

Retta ottenuta se � = � ;

0 16

V 0 rappresenta il termine a ed è l’intersezione con l’asse y.

P y

P x rappresenta il termine b ed è il coefficiente angolare, cioè la pendenza della retta.

P y

V 0 con l’asse delle x.

intersezione

P x Adesso se prendiamo un valore diverso da �ₒ ossia �₁,

con � > � , come cambierà la retta. Non cambierà il

1 0

coefficiente angolare (pendenza) rispetto alla retta

precedente perché come vediamo, �₁, non influisce sul

calcolo di quest’ultimo, mentre ciò che andrà a variare

sarà l’intercetta sia in x che in y della retta. Dunque, vi

è uno spostamento verso destra.

Ultimo passaggio da fare sarà: valutare il fascio di rette, tutte con il medesimo coefficiente

angolare e diversa intersezione agli assi, per massimizzare il valore della produzione

rispettando il vincolo dato dalla funzione di produzione.

Volendo il massimo livello della produzione bisognerà collocarsi sulla retta più lontana

possibile dall’origine tangente alla frontiera delle possibilità produttive.

Tutte le altre rette ci daranno: valori possibili ma non ottimali (al di sotto della curva) o punti

al di fuori della funzione di produzione e quindi impossibile da raggiungere (sopra la curva).

Y e X rappresentano la coppia di valori che data la

E E

tecnologia e la dotazione fattoriale a disposizione,

massimizza il valore della produzione. Dunque, è la

nostra scelta ottimale in economia chiusa.

Economia aperta

Adesso andiamo in economia aperta. Partiamo dal fatto che abbiamo sempre due paesi e che

entrambi hanno una loro frontiera delle possibilità produttive. Inoltre, i paesi hanno la stessa

dimensione, e sono uguali dal punto di vista della domanda interna di beni.

Adesso andiamo a disegnare le frontiere delle possibilità produttive per i due paesi:

17 La frontiera delle possibilità

produttive dell’UE è più schiacciata verso Y, mentre quella dell’India è più schiacciata verso X.

Questo perché: K K

UE ¿

>

1) Vi è una differenza tra i paesi nella dotazione relativa di fattori: . L’UE avrà,

L L ¿

UE

K K

UE ¿

<

relativamente, più capitale rispetto all’India. . L’India avrà, relativamente, più

L L ¿

UE

lavoro rispetto all’UE.

2) Differenza che riguarda i beni. Infatti, il bene X è Labour intensive mentre il bene Y è

Capital intensive

Visto che l’UE è relativamente più dotata di capitale e il bene Y è un settore Capital Intensive,

cioè il capitale è il fattore produttivo più efficace nella produzione di quel bene, allora tenderà

ad avere una frontiera delle possibilità produttive più schiacciata verso Y.

Viceversa, il caso dell’India, visto che è relativamente più dotata di lavoro, e il bene X è un

settore Labour intensive, cioè il lavoro è il fattore produttivo più efficace nella produzione di

quel bene, allora tenderà ad avere una curva che tenderà a schiacciarsi verso X.

Adesso, andando ad unire i due grafici e andiamo a porre il fascio di rette che rappresenta il

valore della produzione, con l’idea che sia in India sia in UE si scelga di massimizzare il valore

della produzione. Ma perché abbiamo lo stesso fascio di rette?

Poiché non stiamo più considerando una situazione di

economia chiusa, bensì di economia aperta. Immaginiamo

dunque che ci sia un unico mercato delle t-shirt e dei

microchip e si vende in un unico mercato globale, ciò

implica che la domanda e l’offerta dei due paesi si

sommano e quindi si viene a creare un unico prezzo di

equilibrio per i rispettivi beni (P e P sono unici). Dunque,

x y

dato che la pendenza della retta è data dal rapporto tra i

due prezzi, e quest’ultimi sono unici allora la pendenza

sarà sempre la stessa per entrambi i paesi e il fascio di

rette sarà unico.

Per semplicità supponiamo che la retta tangente scelta da UE e India sia la medesima (ipotesi

di economie di uguali dimensioni). Quindi, la massimizzazione del valore della produzione si

avrà, come in economia chiusa nei rispettivi punti di tangenza.

Avremo quindi la coppia di valori Y e X e Y e X

IN IN UE UE

Confrontando le due produzioni vediamo che:

Y > Y

UE IN

X > X

IN UE

Poiché abbiamo assunto che la domanda tra i due paesi sia uguale, dedurremo che l’India

esporta X verso UE e l’UE esporta il bene Y verso India. In termini generali, dunque, diciamo

che un paese esporta il bene di cui quel paese è relativamente più abbondante e importa

l’altro bene.

Risultati modello H.O.: 18

1) Specializzazione produttiva parziale ciascun paese produce entrambi i beni, ma un

paese produce quantità in eccesso di un bene (quello in cui è specializzata) e in difetto

dell’altro rispetto alla domanda interna. L’altro paese fa l’opposto.

Invece, nel modello di Ricardo la specializzazione è completa I paesi producono solo il

bene in cui si specializzano.

UE → produce poche t-shirt e molti microchip rispetto alla sua domanda interna

 Esporterà microchip e importerà t-shirt

India → produce molte t-shirt e pochi microchip rispetto alla sua domanda interna

 Esporterà t-shirt e importerà microchip

2) Ogni paese si specializza nella produzione del bene per cui si usa più intensivamente il

fattore produttivo di cui il paese è relativamente più dotato.

0,9 0,1

t-shirt Labour intensive X= L +K

 0,1 0,9

microchip Capital intensive Y=L + K

UE è relativamente più dotata di K quindi si specializzerà in microchip, mentre l’India è

relativamente più dotata di L quindi si specializzerà in t-shirt.

3) Teorema del pareggiamento dei prezzi dei fattori produttivi

Immaginiamo sempre due paesi (UE e India) e due fattori produttivi (Lavoro e Capitale)

Il lavoro (L) è misurato dal salario (W), mentre il capitale (K) è misurato dal rendimento del

capitale (R).

Un fattore per cui c’è tanta domanda viene venduto a un prezzo più basso e viceversa.

Tanto K → R basso Poco K → R alto

UE IN

Poco L → W alto Tanto L → W basso

UE IN

In economia chiusa:

 R < R

UE IN

W > W

UE IN

Dunque, in economia chiusa i fattori produttivi sono diversi tra i due paesi.

In economia aperta: i prezzi dei fattori produttivi tendono ad eguagliarsi

 R = R

UE IN

W = W

UE IN

Immaginiamo che i fattori produttivi siano perfettamente mobili (capitale e lavoro si

spostano senza costi).

Quello che accadrebbe è che i lavoratori si sposterebbero dall’India all’UE, aumentando

l’offerta di lavoro e abbassando i salari dell’UE, mentre in India la riduzione dell’offerta

di lavoro farebbe aumentare i salari.

Analogamente in UE la domanda di capitale cresce (perché l’UE si specializza in settori

capital-intensive), facendo aumentare i rendimenti del capitale. In India, invece, il

capitale viene “importato” attraverso il commercio e i rendimenti del capitale

diminuiscono.

Il processo di aggiustamento continuerà finché i salari e i rendimenti del capitale nei

due paesi non si eguaglieranno.

Questa ipotesi è molto complessa: i lavoratori dovrebbero trasferirsi in un altro paese

insieme alla famiglia, invece per spostare il capitale sarebbe necessario delocalizzare la

produzione in un altro paese.

Dunque, per semplicità possiamo dire che le merci si muovono al posto dei fattori, in

quanto è come se i lavoratori indiani fossero incorporati nelle t-shirt che si spostano ed

il capitale europeo fosse incorporato nei microchip. Dunque, possiamo dire che il

movimento delle merci livella il prezzo dei fattori produttivi.

Di conseguenza se l’UE importa t-shirt dall’India, è come se importasse lavoro indiano

senza far spostare fisicamente i lavoratori. Invece, se l’India importa macchinari

dall’UE, è come se importasse capitale europeo senza bisogno che gli investitori

europei costruiscano fabbriche in India.

Questi effetti di pareggiamento implicano che i lavoratori UE siano svantaggiati

dall’apertura al mercato internazionale mentre i proprietari del capitale in UE sono

avvantaggiati dall’apertura dei mercati, e gli stessi ragionamenti, in maniera opposta

per quanto riguarda l’India.

La teoria classica del commercio internazionale dice che dal commercio internazionale tutti i

paesi traggono vantaggio. Secondo il modello di Ricardo, il vantaggio riguarda tutti i paesi e

19

tutti i soggetti. Invece, secondo il modello H-O il vantaggio riguarda tutti i paesi, ma non tutti i

soggetti. Dentro i paesi abbiamo qualcuno che guadagna e qualcuno che perde:

- In UE guadagnerà il capitale e perderà il lavoro.

- In India guadagnerà il lavoro e perderà il capitale

L’effetto netto è comunque positivo.

Nuova Geografia Economica (NEG, New Economic Geography)

Nasce tra la fine degli anni ’80 e l’inizio degli anni ’90, principalmente grazia al lavoro di Paul

Krugman.

Si tratta di un modello di geografia economica. La geografia economica si occupa di studiare

la localizzazione delle produzioni per vedere genericamente dove si producono le diverse

cose, prescindendo dagli stati nazionali, oppure se mi concentro sui paesi cerca di capire

all’interno dei diversi paesi che cosa si produce di diverso.

Quindi, riassumendo cerca di capire dove si produce cosa.

Dentro la geografia economica abbiamo la NEG, quest’ultima si occupa sempre della

localizzazione della produzione ma in un modo nuovo, cioè, usando modelli matematici per

spiegarla. 20

La NEG si domanda perché la produzione di manufatti tende a concentrarsi geograficamente?

Perché è così?

Quest’ ultima domanda è interessante anche per il commercio internazionale o del commercio

fra aree geog

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Scienze economiche e statistiche SECS-P/01 Economia politica

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