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COLLEGAMENTO IN SERIE
Due o più elementi sono detti in serie se hanno un nodo in comune e sono percorsi
dalla stessa corrente.
INGEGNERIA ELETTRICA 8
COLLEGAMENTO IN PARALLELO
Due o più elementi sono detti in parallelo se sono collegati alla stessa coppia di nodi
(stessa tensione ai capi).
COLLEGAMENTO SERIE E PARALLELO
RICORDA! Pur avendo un morsetto in comune, due elementi possono essere né in
serie né in parallelo
INGEGNERIA ELETTRICA 9
INDUTTANZA
La relazione fra la tensione v e la corrente i in una induttanza L è espressa
dall’equazione:
di(t)
= L
v(t) dt
in tale relazione L è costante e si misura in Henry (H).
CAPACITÀ
La relazione fra la tensione v e la corrente i in una capacità C è espressa
dall’equazione:
dv(t)
=
i(t) C dt
in tale relazione C è costante e si misura in Farad(F).
INGEGNERIA ELETTRICA 10
GENERATORE DI TENSIONE IDEALE
Per generatore di tensione ideale si intende un elemento che presenta ai suoi capi una
d.d.p. v indipendente dalla corrente che lo attraversa e quindi dal carico applicato,
ossia:
=
v(t) V
g
il grafico che esplicita l’indipendenza della tensione v dalla resistenza di carico R(curva
di carico) è:
GENERATORE DI CORRENTE IDEALE
Per generatore di corrente ideale si intende un elemento la cui corrente erogata i risulta
indipendente dalla d.d.p. (differenza di potenziale) presente ai suoi capi e quindi dal
carico applicato, ossia:
=
i(t) I
g
il grafico che esplicita l’indipendenza della corrente i dalla resistenza di carico R è
INGEGNERIA ELETTRICA 11
GENERATORI DIPENDENTI
Per generatore dipendente si intende un generatore di tensione o corrente, la cui
grandezza erogata dipende dalla tensione o dalla corrente in un’altra parte del circuito
Le quattro possibilità sono rappresentate in figura, si noti che i parametri μ e h sono
adimensionali, mentre α e g hanno rispettivamente le dimensioni di una resistenza e di
una conduttanza.
INGEGNERIA ELETTRICA 12
DEFINIZIONI
Per rete elettrica si intende un insieme di elementi elettrici interconnessi, ciascuno
dei quali è descritto attraverso la relazione tra la corrente che lo attraversa e la
tensione ai suoi capi.
Il punti di confluenza di almeno tre elementi è detto nodo.
INGEGNERIA ELETTRICA 13
L'insieme di elementi compresi tra due nodi è detto ramo.
Più rami formati da un percorso chiuso costituiscono una maglia.
Le reti elettriche sono studiate attraverso le Leggi di Kirchhoff.
LEGGE DI KIRCHHOFF DELLE CORRENTI
La somma algebrica delle correnti che confluiscono in un nodo è uguale a zero:
INGEGNERIA ELETTRICA 14
Dove N è il numero di rami che confluiscono nel nodo considerato.
LEGGE DI KIRCHHOFF DELLE TENSIONI
La somma algebrica delle tensioni lungo una maglia è uguale a zero
Dove M è il numero di nodi che comprende la maglia considerata.
INGEGNERIA ELETTRICA 15
PARTITORE DI TENSIONE
La corrente che scorre in ognuna delle due resistenze è:
= =
I I I
1 2
Per la legge di Ohm, la tensione ai capi di ogni resistenza è:
= =
V R I R I
1 1 1 1
= = =
V V R I R I
2 0 2 2 2
Ricordando che Vi = V1 + V2 si ha:
= +
V IR IR
1 2
I V
=
I i
+R
R 1 2
La tensione ai capi del resistore R2 sarà quindi, sempre per la legge di Ohm:
R
= 2
V V
2 i +R
R 1 2
PARTITORE DI CORRENTE
Per la legge di Kirchhoff delle correnti
= +
I I I
1 2
Mentre per la legge delle tensioni
=
R I R I
1 1 2 2
In quanto i due resistori sono collegati in parallelo, quindi presentano la stessa
differenza di potenziale ai loro estremi.
INGEGNERIA ELETTRICA 16
Ricavando I2 dalla prima equazione si ha I2=I-I1. Sostituendo questa espressione nella
seconda si ottiene la formula
R
= 2
I I
1 +R
R 1 2
La tensione ai capi del resistore R2 sarà quindi, sempre per la legge di Ohm:
R
= 1
I I
2 +R
R 1 2
GENERATORI DIPENDENTI
Utilizzando le leggi di Kirchhoff e le equazioni caratteristiche di ciascun elemento si
può risolvere qualsiasi rete elettrica.
Se la rete è lineare è però possibile utilizzare metodi particolari che permettono di
semplificarne lo studio.
I due principali metodi per studiare una rete elettrica sono:
-Principio di sovrapposizione
-Teoremi di Thévenin e di Norton
PRINCIPIO SOVRAPPOSIZIONE DEGLI EFFETTI
Consiste nel determinare gli effetti di ciascun generatore indipendente presente nella
rete, annullando tutti gli altri generatori indipendenti.
Un generatore indipendente si annulla sostituendolo con un cortocircuito, se è un
generatore di tensione, o sostituendolo con un circuito aperto, se è un generatore di
corrente.
INGEGNERIA ELETTRICA 17
La risposta totale, ad esempio la corrente in un ramo, si stabilisce attraverso la
somma delle correnti in quel ramo determinate da ciascun generatore preso
singolarmente.
TEOREMA DI THEVENIN E NORTON
Il teorema di Thévenin afferma che una qualsiasi rete lineare compresa tra due
morsetti risulta equivalente ad un generatore reale di tensione.
La forza elettromotrice VE rappresenta la d.d.p. che si misura tra i due morsetti
della rete, quando questi sono aperti.
Il teorema di Norton, duale del precedente, afferma che una qualsiasi rete lineare
compresa tra due morsetti risulta equivalente ad un generatore reale di corrente
IE è la corrente che attraversa i due morsetti quando questi sono collegati tra loro
(quando sono cortocircuitati)
La resistenza si valuta applicando ai due morsetti una d.d.p. ve trovando la
R
E
corrente erogata i, dopo aver annullato tutti i generatori indipendenti, risulta:
= v
R
E i
VALIDITÀ MODELLO A PARAMETRI CONCENTRATI
INGEGNERIA ELETTRICA 18
Stiamo ipotizzando che i segnali elettrici si propaghino alla velocità della luce. Un
esempio di segnale elettrico è la corrente
L —> corrisponde alla dimensione lineare
lambda —> corrisponde alla lunghezza d’onda del segnale elettrico
c —> corrisponde alla velocità della luce
viene ipotizzato che la corrente si muova alla velocità della luce, ma da cos’è data tale
velocità?
Dagli elettroni che si muovono con la velocità della luce?
Qual’è la particella responsabile per la trasmissione di questo segnale?
INGEGNERIA ELETTRICA 19
Tale immagine rappresenta un conduttore con un generatore di tensione (+ e -), le
palline che vediamo sono gli elettroni carichi negativamente che si spostano verso il
polo positivo indicato dalla freccia.
I portatori di carica si muovono con velocità (in m/s), lo spazio Δ (in metri) che essi
percorrono nel tempo è:
Δ = Δ
v
d ,
Se chiamiamo il numero di elettroni liberi che viaggiano attratti dalla forza elettrica
(non per niente si chiama elettro motrice) verso il polo positivo, il numero di cariche nel
volume, Δ per la sezione (in m2), sarà:
= Δ
v
d
N —> rappresentano il numero di elettroni liberi
Se definiamo l'intervallo di tempo Δ, in un intervallo di distanza Δ, la quantità di carica
Δ è uguale:
ΔQ = = Δtq
Nq nSv
d
(tale formula mi serve per trovare la corrente)
.
Dove è la quantità di carica di un elettrone = 1.6 · 10^−19
rappresenta la velocità di deriva ovvero la velocità con cui si muovono gli elettroni.
v
d
Se dividiamo ambedue membri per l'intervallo Δ, durante il quale avviene il flusso di
cariche si ottiene la corrente media nel conduttore che come abbiamo detto è la velocità
per la densità di cariche nel conduttore:
ΔQ =
=
I nSv q
d
Δt I
=
La velocità di deriva risulta:
v v
d d nSq
Dalla tavola periodica degli elementi conosciamo la massa molare (peso atomico) del
/. /3
rame = 63.5 Sappiamo che la sua densità = 8.95 quindi possiamo
calcolare il volume occupato da una mole:
3
= = 7, 09cm /mol
M
V ρ
Una mole di qualsiasi sostanza dell’universo contiene un numero di Avogadro (6.02
·10^23) di atomi.
Sapendo che nel rame il numero delle cariche libere è una per ogni atomo, il numero di
INGEGNERIA ELETTRICA 20
,
cariche libere nel rame per ogni centimetro cubo di rame sarà:
23
6,02⋅10 22 3
=
= 8, 49 ⋅ 10
n elettroni/cm
V 2 −6 2
= 1mm = 1 ⋅ 10
Se supponiamo una sezione di possiamo calcolare la
S m
,
velocità degli elettroni di una corrente elettrica di = 1 fissata una densità di cariche
libere. 1 −5
= = = 7, 36 ⋅ 10
I
v m/s
d 28 −6 −19
8,49⋅10 ⋅10 ⋅1,6⋅10
nSq
/h
= 26 —> non corrisponde alla velocità della luce
Quindi non sono gli elettroni i responsabili della velocità della corrente.
QUINDI COME FA LA CORRENTE ELETTRICA A PROPAGARSI ALLA VELOCITÀ
DELLA LUCE?
E’ il Vettore di Poynting S (rappresenta la direzione dell’onda elettromagnetica) che si
propaga alla velocità della luce.
E’ definito come il prodotto vettoriale tra il campo elettrico E ed il campo magnetico H
nella materia:
(effetto prodotto da grandezze elettriche o magnetiche)
RELAZIONE TRA CORRENTE E CARICA
ΔQ
=
I ΔT
(assumendo che la carica si opponga al moto degli elettroni)
RELAZIONE TRA CORRENTE E CARICA
(corrente alternata)
dq
=
i(t) dt
INGEGNERIA ELETTRICA 21
RELAZIONE TRA CORRENTE E TENSIONE
(legge di ohm in un resistore)
=
v(t) Ri(t)
RELAZIONE TRA TENSIONE E FLUSSO MAGNETICO
V —> tensione
∆φ
=
V ∆T
legge che sta alla base dei motori elettrici:
rotore: dφ
=
v(t) dt
dφ= derivata del flusso magnetico
dt =derivata del tempo
RELAZIONE TRA TENSIONE E CARICA ELETTRICA
= ⋅
Q C V
Q= carica accumulata
C=capacità del sistema
V= tensione
RELAZIONE TRA CORRENTE E FLUSSO MAGNETICO
= ⋅
φ L I ⋅
flusso= induttanza corrente
SIMMETRIA DELLE RELAZIONI
INGEGNERIA ELETTRICA 22