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CLASSIFICAZIONE MATERIALI GEOTECNICI
I geo materiali vengono suddivisi in due grandi categorie:
- ROCCE
- TERR
ROCCE LAPIDEE: aggregato di minerali fortemente cementati tra loro
- COERENTI O FINI (ARGILLE)
- INCOERENTE E GRANULARI (SABBIE)
- da asciutte presentano una resistenza non trascurabile
- non hanno resistenza a taglio
- forma meno regolare
- forma più regolare
- ORIGINE
- STRUTTURA
- LEGAMI INTERPARTICELLARI
- ROCCE
- varia
- continua monofase
- stabili
- TERR
- prevalentemente sedimentaria
- discontinua multifase
- non resistenti all'acqua
STRUTTURA dei TERRENI
TERRA = MEZZO POLIFASE
microstruttura: forma e dimensioni dei granuli e legami esistenti tra le particelle
Un volume di terreno è composto da granuli in contatto fra loro e negli interstizi sono presenti sia acqua che aria.
Nel volume di terreno sono presenti tre fasi:
- fase liquida (acqua)
- fase gassosa (gas)
- fase solida (granuli)
Ho due Tipi di interazione
TIPO MECCANICO
dovuta alle forze di volume
GRANA GROSSA
TIPO CHIMICO
dovuta alle forze di superficie
GRANA FINE
Sulla superficie esterna di ogni granulo esistono delle cariche elettriche che lo portano ad interagire con gli altri granuli e con acqua interstiziale.
La dimensione delle particelle condiziona la natura delle interazioni solido-solido e solido-fluido.
Riassumento
TERRE FINI-COERENTI (ARGILLE)
- da asciutte presentano una resistenza non trascurabile
- forma nulla regolare
- con superficie esterna grande in relazione alla massa, le azioni superficiali sono importanti e quindi le interazioni di tipo chimico possono diventare addirittura più importanti di quelle di volume (forze elettrostatiche)
TERRE INCOERENTI-GRANULARI (SABBIE)
- non hanno resistenza a taglio
- forma più regolare
- con superficie esterna piccola in relazione alla massa, le azioni superficiali sono modeste e prevalgono le interazioni di tipo meccanico (forze di contatto)
microstruttura: osservabile su una porzione di terreno limitata
macrostruttura: evidenziabile a grande scala
Relazioni tra le fasi
Rapporti di volume
Volume dei vuoti Vv = Vw + Vg
Volume totale V = Vs + Vv
Volume specifico ν = V/Vs
Indice dei vuoti e = Vv/Vs
ν = 1+e
n = e/(1+e)
e = n/(1-n)
Ipotizzando i granuli incomprimibili la deformazione di un elemento di terreno può essere osservata più semplicemente in termini di indice dei vuoti
Granuli incomprimibili
- diminuisce l'indice dei vuoti
- individua la deformazione del mezzo tramite variazione del volume dei vuoti
Grado di saturazione S = Vw/Vv
- S = 1 terreno saturo (vuoti sempre pieni H2O)
- s = 0 terreno secco
Rapporti tra pesi
Peso totale Pt = Pw + Ps
- peso H2O nei vuoti
- peso materiale solido
Contenuto d'acqua W% = (Pw/Ps) × 100
In particolare, il grado di saturazione può essere scritto così:
S = WGs/e
Wp LIMITE PLASTICO
È il contenuto d'acqua tale da determinare la formazione di un bastoncino di 3,2 mm di diametro.
Si dovrebbero fare tre prove e poi fare una media.
- Preparazione materiale (pallottola umida ~20g)
- Operazione di rotolamento (3mm in ~10 movimenti)
- Bastoncini fessurati → misuro il volume
WL LIMITE LIQUIDO
È il contenuto d'acqua tale da determinare la chiusura del solco per una lunghezza di 1 cm ed un numero di colpi pari a 25.
Prova su provino di terreno rimaneggiato con le cucchiai di Casagrande.
Si eseguono 3 prove: si misura il numero di colpi necessari affinché il solco si richiuda per una lunghezza di 1 cm, si diagramma il numero di colpi in funzione del contenuto d'acqua.
Si definisce INDICE DI PLASTICITÀ, il campo di variazione del contenuto d'acqua all'interno del quale il terreno ha un comportamento plastico.
Ip = WL - Wp
Rimanda alla mineralogia dei terreni
Campo plastico semplice terreno vuoto attivo
Ip alto = il terreno non cambia facilmente lo stato fisico (struttura costituita da legami forti)
Ip basso = il terreno cambia facilmente lo stato fisico (struttura costituita da legami deboli)
MAGGIORE È L'Ip, MAGGIORE È LA COMPRESSIBILITÀ E MINORE È LA RESISTENZA AL TAGLIO.
σvm=∑Fsi/A + μ
σvm=σ'vm+μ
sforzo efficace (parte di forza che grava sullo scheletro solido)
Quindi il PRINCIPIO DELLE TENSIONI EFFICACI mi dice che il comportamento dei terreni saturi è controllato dalle pressioni efficaci
σ'vm=σvm−μ
Le TENSIONI EFFICACI si definiscono come differenza tra tensioni totali e pressione interstiziale, dal momento che le tensioni efficaci non sono direttamente misurabili.
Una sollecitazione applicata ad un terreno è in parte sopportata dallo scheletro solido (tensioni efficaci) e in parte dal fluido interstiziale (pressione neutra).
τ = T/A = ∑ti/A + 0 = τ'l'acqua non partecipa alla trasmissione delle sollecitazioni tangenziali perciò non trasmette sforzi di taglio.
{ σ' = σ − μ τ = τ' }
Il principio espresso in forma matriciale sarà
(σx τxy τxzτyx σy τyzτzx τzy σz) = (σx τxy τxzτyx σy τyzτzx τzy σz) − (μ 0 00 μ 00 0 μ)
queste nove componenti esaurì definiscono il tensore delle tensioni
σv0, σ'v0
σh0 e σ'h0 le determino ricorrendo ad evidenze sperimentali
Durante la deformazione e dopo un certo periodo di tempo sull'elemento di terreno si accumula il terreno e di conseguenza aumenterà il carico (le tensioni verticali).
Se terreno subisce una compressione annale lungo z, senza deformazioni laterali per ragioni di simmetria, l'elemento se deforma unicamente esteso in direzione orizzontale, si consideri orizzontale l'orientamento.
εh ≠ 0 εv = 0
Il incremento delle tensioni efficaci orizzontali è proporzionale al corrispondente incremento delle tensioni efficaci verticali, secondo un coefficiente detto COEFFICIENTE DI SPINTA A RIPOSO (riposo = assenza di deformazioni laterali)
K0 = σ’h0/σ'v0
COEFFICIENTE DI SPINTA A RIPOSO
in condizioni isotropane
Durante la fase di deformazione tale coefficiente rimane costante, ed il valore della tensione efficace verticale raggiunta e dipende solo dalla natura del terreno.
In condizione isotropane il rapporto tra la tensione orizzontale efficace e quella verticale efficace e K0 = σ'h0/σ'v0
Il cerchio puo’ essere tracciato anche se sono noti σm e τmax (CENTRO e RAGGIO)
Noti i valori delle Tensioni normali e tangenziali secondo due assi ortogonali (x,z) nel piano 1-3, il cerchio di Mohr puo’ essere ugualmente tracciato. Infatti saranno cosi’ noti 2 punti del cerchio cioe’ (σx,τxz) e (σz,τxz) e di conseguenza centro e raggio.
Ogni punto del cerchio ha coordinate σ-τ che rappresentano lo stato tensionale in un punto al variare delle giaciture.
INDIVIDUARE IL POLO DELLE GIACITURE
Qualsiasi retta passante per il polo, interseca il cerchio di Mohr in un punto le cui coordinate (σn, τn) sono rappresentative dello stato tensionale agente su quella giacitura.
RICERCA DELLE TENSIONI PRINCIPALI sapendo PG