Indicatori e misurazione
della povertà
• La misurazione della povertà avviene
attraverso indicatori oggettivi (reddito,
soglie ufficiali) e soggettivi (percezione
individuale della condizione economica).
Altri strumenti sono l’indice di
deprivazione materiale e il tasso di rischio
di povertà, usati per monitorare
l’esclusione sociale.
Cause strutturali della
povertà
• Le cause della povertà sono molteplici e
interdipendenti: comprendono fattori
strutturali come disoccupazione cronica,
precarietà lavorativa, bassa
scolarizzazione, politiche pubbliche
inadeguate, discriminazioni sistemiche e
intersezionali, oltre che condizioni di salute
precarie.
Povertà e disuguaglianze
sociali
• Povertà e disuguaglianza sono
profondamente connesse: la povertà è
spesso l’esito visibile delle disuguaglianze
di reddito, istruzione, potere e capitale
culturale. In assenza di politiche
redistributive efficaci, queste
disuguaglianze tendono a riprodursi e
intensificarsi.
Marginalità sociale:
concetto e dinamiche
• La marginalità sociale è una condizione in
cui individui o gruppi sono esclusi dai
circuiti centrali della vita economica,
politica, culturale e simbolica. Essa implica
una mancanza di riconoscimento sociale,
partecipazione civica e possibilità di
autodeterminazione.
Esclusione sociale e
invisibilità
• L’esclusione sociale si manifesta
attraverso barriere invisibili che
impediscono l’accesso a risorse essenziali.
Gli individui marginalizzati spesso
diventano invisibili agli occhi delle
istituzioni e dei media, alimentando un
circolo vizioso di isolamento e indifferenza.
Processi di stigmatizzazione
• La stigmatizzazione è un processo
culturale e simbolico per cui le persone in
povertà vengono colpevolizzate,
considerate pigre, incapaci o immeritevoli.
Questo contribuisce a giustificare la loro
esclusione e a ridurre l’empatia collettiva
nei loro confronti.
Gruppi vulnerabili nella
società
• I gruppi vulnerabili comprendono le
minoranze etniche, i migranti, le donne
sole con figli, i disabili, gli anziani poveri, i
giovani senza occupazione né formazione
(NEET) e le persone senza fissa dimora.
Essi affrontano rischi multipli e cumulativi
di emarginazione.
Povertà urbana e degrado
periferico
• Le periferie urbane spesso concentrano
disagio sociale, mancanza di opportunità,
degrado ambientale e criminalità. La
povertà urbana è alimentata da politiche
abitative sbilanciate, speculazione
immobiliare e carenza di servizi essenziali.
Povertà rurale e
disconnessione territoriale
• La povertà rurale, sebbene meno visibile,
è caratterizzata da isolamento geografico,
inadeguate infrastrutture, carenza di
trasporti pubblici, difficoltà nell’accesso a
istruzione, salute e opportunità lavorative,
specialmente per i giovani.
Disoccupazione e precarietà
lavorativa
• La precarietà lavorativa, diffusa nei settori
informali e nei lavori a basso salario,
espone a vulnerabilità economica e
sociale. La disoccupazione di lungo
periodo può condurre alla perdita di
autostima e all’esclusione duratura.
Il ruolo dell’istruzione nella
marginalità
• L’istruzione può rappresentare una leva
importante contro la povertà, ma le scuole
spesso riflettono e rinforzano le
disuguaglianze preesistenti, limitando la
mobilità sociale. L’accesso equo
all’istruzione resta una sfida
fondamentale.
Salute, accesso ai servizi e
povertà
• La povertà ha forti implicazioni sanitarie:
le persone povere si ammalano più
spesso, hanno meno accesso a cure
mediche di qualità, vivono in ambienti
insalubri e affrontano maggiori ostacoli
psicologici e logistici nell’accesso ai
servizi.
Politiche pubbliche e welfare
• Le politiche di welfare mirano a ridurre la
povertà attraverso trasferimenti
economici, servizi sociali, supporto
all’occupazione, assistenza abitativa.
Tuttavia, l’efficacia di tali interventi
dipende da risorse, progettazione e
inclusività.
Approcci sociologici alla
povertà
• Le teorie sociologiche della povertà si
dividono in approcci funzionalisti (la
povertà ha una funzione di equilibrio),
conflittuali (risultato dello sfruttamento),
interazionisti (costruzione sociale
attraverso etichette e ruoli).
Teorie culturali e strutturali
della marginalità
• Le teorie culturali pongono l’accento sui
valori e comportamenti dei poveri, ma
rischiano di colpevolizzare le vittime. Le
teorie strutturali evidenziano le barriere
sistemiche e le condizioni
socioeconomiche che ostacolano
l’inclusione.
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