GEOMETRIA DELLA DISPARITÀ BINOCULARE
disparità binoculari
La geometria delle contiene informazione sullo
spazio.
Provate a fare questa osservazione. Sollevate il
braccio sinistro in maniera da mettere la mano
all'altezza del naso e distendete il braccio.
Sollevate il dito indice in modo che sia verticale,
come se voleste indicare verso l'alto. Adesso
fate lo stesso con la mano destra ma mettetela
circa a due terzi della distanza fra il naso e il
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dito sinistro. In orizzontale, tenete le mani abbastanza vicine ma non
esattamente sovrapposte, la posizione più naturale è con la mano
sinistra leggermente più a sinistra e la destra più a destra. Guardate le
dita: naturalmente, il dito sinistro appare più lontano e il destro più
vicino. Ora fissate il dito vicino e chiudete l'occhio destro. Notate che il
dito lontano sembra spostarsi verso la vostra sinistra. Ripete la stessa
operazione ma questa volta fissate il dito lontano. Notate che succede la
stessa cosa, ma si inverte la direzione dello spostamento. Ora se
chiudete l'occhio destro il dito sembra spostarsi verso destra. Provate a
fare qualche altro esperimento, per esempio, ad aprire e chiudere in
alternanza i due occhi (attenzione a mantenere la fissazione che avete
scelto). Notate infine che il dito fissato non si sposta mai. Cosa è
successo? Quando fissate una delle due dita, gli occhi convergono per
portare l'oggetto fissato sulle rispettive fovee. Il dito che viene fissato
cade quindi su punti corrispondenti nelle due retine. L'altro dito cade
invece su punti retinici non corrispondenti, per cui, alternando gli occhi,
sembra spostarsi. Quando guardate con due occhi, in riferimento al dito
che non viene fissato, il cervello può registrare una disparità.
Il sistema visivo percepisce contemporaneamente due immagini
retiniche diverse. Il risultato è che noi vediamo le due dita e il punto di
fissazione a differenti profondità nello spazio.
Quando fissiamo uno di due oggetti, gli occhi convergono per portare
l'oggetto fissato sulle rispettive fovee.
l’oggetto che viene fissato cade quindi su punti corrispondenti (le
due fovee) nelle due retine
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l'altro oggetto, quello che non viene direttamente fissato, cade invece
su punti retinici non corrispondenti, per cui, alternando gli occhi,
sembra spostarsi
Quando guardate con due occhi, in riferimento al dito che non viene
fissato, il cervello può registrare una disparità.
La geometria delle disparità, e la relazione con la posizione nello spazio,
è illustrata in maniera più precisa
in figura. La figura è costruita
immaginando tre oggetti, di cui a
sinistra viene mostrata la
posizione dall'alto e le relative
proiezioni sulle due retine.
Entrambi gli occhi fissano l'oggetto F, per cui la proiezione di F cade sulle
fovee sinistra e destra.
Questi non sono tuttavia gli unici punti corrispondenti sulle due retine.
Dato un punto di fissazione, c'è un insieme di punti esterni che
cadranno su punti retinici corrispondenti.
orottero OROPTERE
Il luogo di questi punti è chiamato o = ovvero
l’insieme dei punti che stimolano posizioni corrispondenti sulle
due retine. Tutti i punti esterni che giacciono in corrispondenza
dell'oroptere hanno una disparità binoculare pari a 0 (siccome
cadono sulla fovea, dove fissiamo). Dal punto di vista geometrico
l’oroptere coincide con il circolo di Vieth-Muller. N.B= l’oroptere è un
luogo di punti che include la fovea.
L’oroptere e quindi la disparità retinica dipende da dove fissiamo.
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In questa immagine l’oroptere è chiamato
CERCHIO DI VIETH-MÜLLER, è una
semplificazione perché immagina che gli
occhi ruotino intorno al punto nodale sulla
cornea, cosa che non è esatta. Visto dall’alto
c’è un altro oggetto che rispetto all’oroptere
è più lontano dal soggetto (pallino marrone).
Questo oggetto cade su punti non
corrispondenti delle due retine, questa proprietà è la disparità
binoculare che in questo caso non è nulla perché l’oggetto non cade
sull’oroptere. Tutto quello che non cade sull’oroptere ha una disparità
(sia oggetti più lontani che più vicini). A un certo punto una disparità
troppo grande provoca diplopia, ma non lo notiamo perché è di solito
molto in periferia e perché il nostro cervello ricostruisce una
rappresentazione del mondo dettaglia e che sembra a fuoco
dappertutto.
Al contrario, sia l'oggetto L, che è più lontano dalla fissazione, sia
l'oggetto V, che è più vicino, cadono al di fuori del circolo di Vieth-Muller,
hanno proiezioni che cadono su punti retinici non corrispondenti
e hanno una disparità diversa da zero.
La disparità retinica è quindi quella cosa che si misura quando
due punti cadono in posizioni non corrispondenti della retina
Quindi un punto che cade al di fuori del circolo di Vieth-Muller cadrà su
zone non corrispondenti della retina.
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Più un punto è lontano da quello che stiamo fissando, cioè dall’
l’oroptere più grande sarà la sua disparità
Si noti inoltre
che:
le proiezioni dell'oggetto V cadono a sinistra della fovea sull'occhio
sinistro e a destra sull'occhio destro. Poiché sarebbe necessario
incrociare ulteriormente gli occhi (convergere) per fissarlo, si dice che
disparità crociata
l'oggetto V ha una gli oggetti con disparità
crociata sono più vicini all'oroptere rispetto al punto di vista
le proiezioni dell'oggetto L cadono a destra della fovea sull'occhio
sinistro e a sinistra sull'occhio destro. Poiché sarebbe necessario
disparità
«disincrociare» (divergere), si dice che l'oggetto L ha una
non crociata gli oggetti con disparità non crociata sono più lontani
all'oroptere rispetto al punto di vista
Il segno della disparità contiene informazioni sull'ordine in
profondità rispetto alla fissazione. Inoltre, l'entità della disparità
distanza relativa
contiene informazione sulla del punto dalla
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fissazione (distanza esocentrica o centrata sull'oggetto). Maggiore
questa distanza, maggiore la disparità.
RICORDA
OPOPTERE
L’insieme dei
punti che
stimolano
Quindi la disparità contiene potenzialmente 2 cose:
posizioni il segno della disparità crociata non crociata,
una cosa è = o e se voi
corrispondenti
avete un meccanismo di fusione binoculare in cui arrivano dei segnali che
sulle due retine si
erano taggati, segregati, rispetto all’occhio di appartenenza lo potete
dice Oroptere. In
costruirlo in maniera che risponda o alla disparità crociata o a quella non
corrispondenza
crociata; quindi, il segnale arrivava dicendo “io vengo dall’occhio sx”, “io
dell’oroptere la
vengo dall’occhio dx” ...quindi potete costruirlo in maniera che risponda a
disparità
questo;
Magnitudo della disparità = più è distante dall’oroptere, in una direzione
binoculare è 0 (la
o nell’altra, più è grande da disparità. Difatti se voi prendete due dita (il
fovea, dove
famoso esperimento delle due dita) e provate a fissare quella lontana e
fissiamo). Dal
quella vicina, a seconda di dove fissate l’altra avrà una disparità crociata o
punto di vista
non crociata e se vi allontanate abbastanza ad un certo punto una delle due
geometrico
si sdoppia (quella che non fissate) perché la disparità diventa troppo grande
l’oroptere coincide
e quindi esce dall’area di fusione. Il segno ti dice se sta davanti o dietro
con il circolo di
l’oroptere , rispetto a dove si sale, mentre la magnitudine della disparità
Vieth-Muller.
indica quanto sono disparate, dice di quanto sono dietro o davanti. Crociata
L’oroptere dipende
sta davanti a dove sto fissando, non crociata sta dietro.
da dove fissiamo.
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N.B= l’oroptere è un
luogo di punti che
include la fovea. metodi
Una curiosità del tutto giustificata, a questo punto, riguarda i
psicofisici che vengono utilizzati per misurare la sensibilità alla
disparità.
Nella scienza della
visione moderna (e
nei test clinici per i
deficit di visione
binoculare), si
utilizzano due immagini della stessa scena che vengono presentate
separatamente all'occhio destro e all'occhio sinistro.
stereogrammi
Queste coppie di immagini vengono chiamate e lo
stereoscopio
strumento per presentarle viene chiamato .
La storia dello stereoscopio è essa stessa un capitolo affascinante della
Charles
nostra disciplina. Nella seconda metà dell'Ottocento,
Wheatstone , iniziò a riflettere su un aspetto spesso trascurato della
percezione pittorica. Quando guardiamo un oggetto in un quadro, non lo
scambiamo per un oggetto solido, dotato di un volume. La
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tridimensionalità viene percepita come una rappresentazione, non come
la proprietà di un solido che ci sta davanti. Come mai? Wheatstone si
rese conto della differenza cruciale: quando guardiamo il quadro, le
immagini disponibili ai due occhi sono identiche perché il quadro è
piatto, bidimensionale. Quando guardiamo un oggetto solido, invece, le
immagini sono leggermente diverse perché stiamo guardando un
oggetto tridimensionale da due punti di vista separati di alcuni
centimetri.
Wheatstone ebbe l'idea di costruire un apparato per presentare appunto
due immagini diverse separatamente ai due occhi (vedi fig. 2.16),
e si accorse che osservando le due immagini, piatte, si aveva la
percezione di vedere oggetti solidi, come in un bassorilievo. Questa
stereopsi
qualità percettiva viene chiamata («stereòs» in greco antico
significa rigido, fermo, solido).
Stereogrammi Coppie di immagini che differiscono per il
posizionamento laterale relativo degli elementi. Quando vengono
viste stereoscopicamente producono un’illusione di profondità.
Stereoscopio Un macchinario per presentare due immagini diverse
ai due occhi in modo da ottenere una sola ed unica immagine
tridimensionale
Usando sia stimoli fotografici, sia semplici disegni a tratto, Wheatstone
fu in grado di stabilire che il segno della dispar
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Percezione e psicofisica
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Percezione e psicofisica - Visione di basso livello
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Arte e percezione visiva - teoria della percezione