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3. “SE L’UOMO PRIMITIVO ERA UN CACCIATORE, OGGI L’UOMO ELETTRICO è UN
CACCIATORE DI INFORMAZIONI”: lega le due età fredde. Pop Art-> innovazione nell’arte.
Negli anni ’90 c’è molta informazione, non c’è la difficoltà di reperire informazioni come negli
anni ’60, quindi ci sono molti più artisti che oltre a saper utilizzare programmi specifici, devono
essere informati sul mondo.
In comune Caravaggio e Gauguin hanno il fatto di rappresentare la natura (=realtà) solo che
Caravaggio è realista con la prospettiva, il chiaro-scuro ecc. Mentre Gauguin non la propone con la
verosimiglianza, ma attraverso la sintesi -> forma x eccellenza è la curva.
Matisse: nuova fase dell’arte. Da giovane usa ancora sia il punto si Seurat, sia lo schiacciamento di
Gauguin portando comunque le tecniche all’estremo.
“Stanza rossa” -> il volto della donna è senza particolari, è solo una macchia bianca. La tovaglia
viene legata alla carta da parati. C’è uno schiacciamento all’estremo, intensifica quindi la strada di
Gauguin.
All’inizio del 1900 ci sono gli espressionisti, che spesso raffigurano corpi, da qui la tela di Matisse
“La danza” -> più schiacciato e semplificato di così non si può, sia le figure che lo sfondo; ci sono
pochi colori, piani compatti. È facile da copiare, non c’è tecnica non è un’immagine “aurea”.
Walter Benjamin autore de “ L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica” conia la parola
AURA per dare il senso della distanza che ha un opera unica e inimitabile (es. Leonardo da Vinci è
impossibile copiarne la pennellata, lo stile ecc.)
Nel ‘900 l’aura si perde come la tecnica non è più necessaria per diventare artisti. Non c’è più un'unica
tecnica (la prospettiva) ma ognuno si inventa la propria.
4. “IL ‘900 NON HA Più BISOGNO DI MISURARE LE DISTANZE” perché la rete elettrica è
policentrica, non ha un centro o una distanza dal centro (qualsiasi sia la presa che utilizzo avrà
sempre la stessa quantità elettrica).
Espressionisti come: Derain, Schiele e Kokoschka, Kirchner (usa angoli e figure geometriche),
Viani e Bonzagni, Rossi e Sironi. Si accaniscono sulla figura umana, volti schiacciati diventano
deformati, sembrano caricature. Pochi tratti ben definiti, in modo differente (sembrano diversi gli uni
dagli altri) con prospettive assurde. Non interessa la proporzione anatomica, ma l’uso dello spazio. C’è
l’idea di velocità, pittura veloce data male, si vede la pennellata -> elemento che rimanda a se stesso.
Schiele Kirchner Sironi
Regressione Ontogenetica: ritorno all’infanzia (pittura di Matisse) per conoscere la realtà intorno a sé.
Regressione Filogenetica: ritorno all’uomo primitivo.
In entrambe le regressioni l’uomo per la sua vita sociale rinuncia alla pienezza psichica per velocizzare
e migliorare il lavoro. Questa pienezza emotiva viene persa, gli espressionisti vogliono recuperarla per
restituire all’osservatore la libertà.
Pellizza da Volpedo: segue invece la strada di Seurat. Ha come teme la rivendicazione sociale,
l’uomo e il suo ruolo. Intreccia filamenti cromatici. Verrà copiato da Balla e Boccioni.
Basquiat: rispetto a Matisse utilizza scritte e ideogrammi, sembrano scarabocchi. Non c’è rapporto tra
figure e sfondo. Usa un quadro per raccogliere le sue idee come fosse un quadernetto. Ogni pensiero
ed emozione.
Keith Haring: ritorno al passato, campiture piatte, linee di contorno, idea di fumetto, ritornano i puntini
di Seurat. A differenza di Matisse usa colori diversi.
J. Schnabel: novità nell’espressionismo, incolla tessuti sulla tela prima di iniziare a dipingere.
Basquiat. Schnabel.
McLuhan preferisce l’età calda ma nei suoi scritti non prende posizione. L’arte serve per creare in noi
elasticità mentale, effetto di rinnovamento. Quando compare una novità tecnologica questa può
causare dei danni, avere conseguenze negative (es. globalizzazione ha portato grossi cambiamenti,
che a loro volta hanno portato a molti conflitti).
L’arte aiuta a non rimanere vittime psicologiche della tecnologia.
Esempio: teatro elisabettiano era molto frequentato, c’erano situazioni di convivialità, poi dall’800
cambia tutto. Il recitare viene assorbito da un nuovo mezzo: il cinema. Alcuni aspetti teatrali rimangono
(l’impersonare qualcuno, la finzione teatrale…) altri sono cambiati (grazie alla pellicola si creano più
copie, non c’è più la prima teatrale; diverso modo di recitare e imporsi al pubblico, xkè si è davanti ad
una cinepresa non ad una platea). Poi arriva la TV e poi Internet -> mezzo che può globare all’interno
altri diversi mezzi (con cambiamenti dall’originale).
900 età fredda -> retribalizzazione.
Picasso: Periodo blu, cerca una sua strada -> tracce di sintesi, pochi segni, nessuna profondità però
contrappone allo sfondo i volti con chiaro-scuro e volumi. Rappresenta figure stereotipate, più
sentimentali.
Fase macro cubista -> “Damoiselles d’Avignon” non è finito, non crea tutto con lo stesso stile
pittorico, i due nudi al centro sono dipinti con linee di contorno, un'unica stesura di colore e
schiacciamento anche nel volto, come la natura morta. La figura di lato a sinistra ha il volto scuro,
ricorda le maschere africane, seno e ginocchio disegnati con forma squadrata, sono disarticolati (vede
opera di Cezanne) mescola l’elemento visivo con forme a priori. La figura in alto a destra ha il volto a
maschera africana, il corpo è costituito da rette ed il seno è un quadrato vero e proprio.
Parte dalle figure geometriche che ha in testa e poi produce una forma. La linea è il punto di partenza
perché è prodotta dall’uomo, è una firma progettuale che l’uomo esercita, si contrappone al naturale ->
concetto di funzionalità.
Figura in basso a destra, testa girata che si affaccia sulla schiena (impossibile nella realtà) non parte
dalla visione della realtà, ma dalla mente, da qui costruisco cose che assomigliano al reale ->
“simultaneità dei piani” primitivismo, rappresentazione fredda e concettuale.
Fase analitica: Picasso e Braque (1907), decidono di spezzare i cubi in molti segmenti messi insieme.
Colori più da costruzione (legno, mattone) prima superfici arrugginite e vetro, dopo lamelle più piccole
e sottili. Comunque si riconoscono le figure.
Fase sintetica: incolla sulla tela pezzi di giornale veri e propri (collage bidimensionale). Interazione tra
due punti di vista -> mentale (progetto su carta bianca) e reale (che entra nell’opera).
“Natura morta con sedia impagliata” -> intelaiatura della sedia vera, attaccata al dipinto
(“assemblage”); usa forme geometriche e linee.
“Chitarra” -> assemblaggio polimaterico (diversi materiali assemblati insieme) e policromo (diversi
colori). Fenomenismo di ritorno (realtà che torna).
Mondrian: pura ragione, non c’è il ritorno alla realtà, utilizza solo linee autoreferenziali, utilizza solo
colori primari (dai quali ne derivano tutti gli altri colori). Ha come intento l’eliminazione dell’emotività,
lasciando spazio solo alla ragione. I piani di colore danno diverse profondità.
Rietveld: architetto de “sedia rosso-blu”, anche le abitazioni che crea derivano dall’utilizzo della retta.
Forme schematiche prive di decorazione.
Mondrian. Rietveld, sedia. Rietveld, architettura.
Anche il Bauhose groups e il costruttivismo russo sono legati al razionale.
Malevich: punta sullo spirituale “Quadrato nero su sfondo bianco” e “Quadrato bianco su sfondo nero”
dove il colore bianco rappresenta il mondo dell’energia.
Robert Morris (1963/64): forma base-> minimalismo (cubo bianco) nessuna complicazione interna,
essenziale. “Less is more” cioè meno cose ci sono meglio è. La linea deve primeggiare su tutto.
Estrema conseguenza-> l’uomo si trova di fronte al cubo, a ciò che costruisce a una dimensione
spirituale (regista Cubrik).
Malevich, quadrato nero su fondo bianco. Morris.
Warhol (1964): la pop art risponde alla “censura” del minimal. L’artista è una persona qualsiasi, uno tra
tanti che non vuole modificare la vita di nessuno.
Lian Ghillick: non elimina le emozioni, il colore e le trasparenze mi fanno vedere più in là (diverso da
Mondrian).
Peter Halley: propone qualcosa che assomiglia ai quadri di Mondrian però ci sono più colori, ricorda i
diagrammi di flusso (esempi di razionalizzazione) integra l’emozione.
Warhol. Halley.
Progetto Utopico minimalista: si sviluppa tramite un gruppo di artisti nel 1963. Donald Judd espone
dei parallelepipedi con vari sviluppi.
Artisti che ci propongono la retta, creano incontri di rette eliminando le cose in eccesso
Dal 1963 abbiamo l’apice con la scuola del design e il declino con il limite del minimalismo (esclusione
delle emozioni, gli artisti comandano, gli altri si devono adattare).
Bruce Nauman autore della fontana coi volti che sputano acqua o dei video sui clown, va contro il
minimalismo.
Alla fine degli anni ’60 entra in crisi la parte minimalista del “formare tutto con linee rette”, ma la
ragione rimane -> POSTMINIMALISMO.
Judd. Nauman, fontana con volti.
Agli inizi del ‘900 Duchamp fa capo e rappresenta il filone principale, dove alcuni artisti lasciano un
segno nell’arte. Nei suoi primi quadri troviamo l’incastro tra cubismo analitico e l’idea di dinamismo
(sensazione del moto, percezione del movimento, flusso interiore che fa vedere il movimento che noi
percepiamo).
“Nudo che scende le scale” -> fa muovere un corpo costruito con forme primarie e lo fa “muovere”.
Picasso è stato il primo ad inserire il mondo reale nel quadro.
Duchamp esclama che l’arte deve uscire dall’emozione retinica.
Con le sue opere, come la “Ruota” possiamo vedere il movimento in sé, reale, non rappresentato
come nei suoi quadri. L’opera d’arte è qualcosa che può essere preso e rifatto. Quest’opera porta un
enorme novità: idea di dinamismo data dalla ruota; idea di stasi data dalla sedia. Possiamo osservare
che i due oggetti sono il primo un frammento di qualcosa di più grande (bici) e il secondo è preso per
intero. Non ha un solo significato, ognuno la interpreta come vuole.
“Scolabottiglie”-> è un o