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LA GESTALT: PERCEZIONE COME ORGANIZZAZIONE

SPONTANEA

Una concezione completamente diversa, rispetto a quella di Helmholtz e

dei neohelmholtziani, è quella proposta dalla psicologia della Gestalt.

Per i gestaltisti, il problema fondamentale nello studio della

visione è il primo aspetto della domanda di Koffka ossia il

problema del costituirsi del mondo dei percetti, in tutta la sua

ricchezza di caratteristiche qualitative ed espressive. Il problema

dell'ottica inversa, ossia della corrispondenza (o non-corrispondenza) dei

percetti con proprietà fisiche dell'ambiente, rappresentava per i

gestaltisti un aspetto secondario, da affrontare solo dopo avere trovato

una risposta soddisfacente al primo.

Ma come è fatto il processo che rende possibile il costituirsi dei

percetti?

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I gestaltisti ritenevano che la percezione visiva non sia un

processo raziomorfo, ma assomigliasse invece a un processo di

organizzazione spontanea in un campo di forze. Il tentativo più

compiuto di delineare questa concezione del processo percettivo s ideve

a Wolfgang Köhler.

Il concetto di Gestalt, introdotto in psicologia dal filosofo austriaco

Christian von Ehrenfels.

I gestaltisti rifiutavano l'idea, che è invece presente in molte versioni del

modello neohelmholtziano, secondo la quale la percezione procede in

due stadi distinti:

uno stadio iniziale in cui viene codificata l'informazione in ingresso,

 un secondo stadio in cui questa viene interpretata grazie all'inferenza

 inconscia.

L'idea della visione a due stadi si ritrova, ancora oggi, nella distinzione

fra «sensazione» e «percezione» presente anche nei titoli di numerosi

manuali.

Per molti ricercatori contemporanei, tuttavia, questa distinzione è

problematica, ed è merito

della teoria gestaltista avere per la prima volta richiamato l'attenzione su

questo problema.

Il tentativo più ambizioso di descrivere l'organizzazione olistica che

secondo i gestaltisti caratterizza la percezione è stato portato avanti da

Köhler si proponeva di mostrare che i fenomeni gestaltici possono

essere descritti come sistemi fisici il cui stato dipende da un campo di

forze; ad esempio:

- la disposizione spaziale di particelle in un campo magnetico

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- la struttura del flusso di un fluido in un contenitore a diverse

temperature sono sistemi di questo tipo.

In tali sistemi, secondo Köhler, l'interdipendenza fra gli elementi del

campo è tale da far sì che qualsiasi modifica locale influenza tutte le altre

parti del sistema, modificandone lo stato globale; il cambio di stato

globale a sua volta determina dunque lo stato delle parti.

Alla stessa maniera, Köhler riteneva che il sistema visivo potesse

essere considerato come un sistema biologico che si organizza

spontaneamente in funzione di interazioni globali di campo. Le

Gestalt sarebbero quindi delle proprietà emergenti di questo

sistema. tecniche

Nei decenni successivi Köhler svolse esperimenti usando

elettroencefalografiche nel tentativo di corroborare l'ipotesi che il

flusso di corrente elettrica nel cervello potesse essere messo in relazione

con specifici effetti percettivi.

I risultati di questi studi, che Köhler riteneva positivi, furono tuttavia

accolti con scetticismo e poco dopo il neuropsicologo statunitense Karl

Lashley pubblicò un lavoro che fu ritenuto la confutazione definitiva della

teoria di campo.

Lashley e colleghi inserirono strisce metalliche in regioni estese

della corteccia di scimmie, verificando che queste rimanevano in

grado di svolgere compiti di discriminazione di forme.

Dato che le strisce metalliche avrebbero dovuto produrre un cortocircuito

nel flusso elettrico corticale, questo risultato appariva incompatibile con

la teoria di campo.

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L'APPROCCIO ECOLOGICO : PERCEZIONE COME

SINTONIZZAZIONE

L'approccio ecologico alla percezione visiva si deve a James .J Gibson,

uno dei teorici più importanti del secolo scorso assieme alla moglie

Eleanor J. Gibson.

Abbiamo già avuto occasione di incontrare alcuni elementi dell'approccio

gibsoniano, in particolare in riferimento ai concetti di ottica ecologica

(vedi cap. 1, par. 2) e di affordance (vedi cap. 4, par. 2). Il nome di Gibson

proposta teorica generale, L'IPOTESI DELLA PERCEZIONE DIRETTA.

Secondo questa ipotesi, la visione consiste semplicemente nel

«raccogliere» l'informazione ottica disponibile nell'ambiente,

senza la mediazione di ulteriori processi di natura organizzativa

o interpretativa. Il costituirsi dei percetti non richiede, secondo

Gibson, che l'informazione sia integrata da conoscenze a priori o

regole interne di organizzazione (ipotesi non costruttivista).

Gli approcci neohelmholtziani e neogestaltisti sono invece costruttivisti: i

percetti sono per così dire «costruiti» nella mente sulla base

dell'informazione ottica e di vincoli interni.

Claire Michaels e Claudia Carello Il punto di partenza è che la

visione non è qualcosa che avviene nel sistema visivo, ma nel

sistema organismo-ambiente.

L'analisi del processo visivo deve quindi iniziare con lo studio

dell'informazione ottica potenzialmente disponibile, ossia della

struttura spaziotemporale dell'assetto ottico.

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Secondo Gibson questo lavoro rivela che, se si considerano l'ambiente

naturale e la naturale attività esplorativa che è propria dell'atto del

guardare, l'informazione ottica è ricca e adeguata per specificare le

proprietà dell'ambiente rilevanti per il comportamento.

Gibson propone quindi che la visione non sia altro che una

attività di raccolta di queste informazioni, una sorta di

«sintonizzazione» dei sistemi percettivi e dei sistemi di azione

nei confronti dell'informazione ambientale, senza ulteriori

mediazioni.

Lo scopo della visione, infatti, non è, secondo Gibson, quello di

risolvere problemi di ottica inversa, ma quello di interagire in

modo adattivo con l'ambiente raccogliendo attivamente

l'informazione che specifica le proprietà rilevanti per questa

interazione.

Questa particolare posizione epistemologica viene chiamata REALISMO

ECOLOGICO.

Tale modulazione è strutturata, nel tempo, in modo da essere

equivalente, a un qualche livello di descrizione, alla struttura del

fenomeno

segnale che si vuole trasportare Questo grazie al

della risonanza .

La risonanza è un fenomeno fisico che si osserva con qualsiasi tipo di

vibrazione: meccanica, elettrica, elettromagnetica, magnetica nucleare, o

nelle funzioni d'onda quantistiche.

Secondo Gibson, la visione consiste nella sintonizzazione

dell'organismo rispetto ai segnali ambientali, attraverso

l'esplorazione attiva dell'informazione ottica disponibile. Quando

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la sintonizzazione riesce, l'organismo semplicemente «risuona» a

quell'informazione, senza ulteriori mediazioni, computazioni o

rappresentazioni interne.

Il realismo ecologico gibsoniano ha stimolato un dibattito acceso:

Da un lato, veniva riconosciuto a Gibson il merito di avere ridefinito il

 concetto di stimolo e di analizzare l'informazione disponibile in

condizioni naturali per lo studio delle funzioni visive. L'ottica ecologica

di Gibson fosse un importante primo passo verso una teoria

computazionale della visione

Dall'altro lato, Gibson veniva accusato di sottostimare la complessità

 delle «computazioni biologiche» che il cervello deve effettuare perché

ci sia visione. Secondo tale critica, un meccanismo di questo tipo

potrebbe essere una descrizione plausibile di come il sistema visivo

risponde alle caratteristiche locali della stimolazione, quali il contrasto

o l'orientazione, ma NON per i processi coinvolti nella percezione delle

caratteristiche globali degli oggetti, per le quali sarebbe indispensabile

ipotizzare una computazione biologica complessa e di natura

integrativa.

Tuttavia, almeno in linea di principio la metafora della risonanza è

applicabile anche a funzioni percettive che sembrano richiedere

computazioni complesse.

L'approccio ecologico assume che anche per proprietà di alto livello, la

percezione consista nella raccolta delle informazioni rilevanti, che

sarebbero specificate da invarianti di ordine superiore, e che questa

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raccolta sia effettuata grazie alla sintonizzazione dell'organismo rispetto

all'ambiente.

La concezione del processo di visione proposta da Gibson ha

alcuni punti di contatto con la Gestalt.

Il pensiero gibsoniano è stato influenzato, soprattutto nella sua fase

 iniziale, dall'incontro con Koffka. In particolare, l'analogia della

percezione come sintonizzazione presuppone interazioni fra variabili

continue, a livello globale, senza stadi di elaborazione intermedi.

Queste caratteristiche sono compatibili, almeno in prima

approssimazione, con quelle di una interazione di campo. Nella

proposta gestaltista, tuttavia, la formazione dei percetti avviene

attraverso una organizzazione spontanea e automatica che ha luogo

nel cervello.

Per Gibson, invece, i percetti emergono nel sistema organismo-

ambiente, grazie alla sintonizzazione resa possibile dall'attività

esplorativa.

In questo Gibson fu profondamente influenzato da un'altra tradizione

 di ricerca, quella della biologia evoluzionistica e in particolare

dell'etologia, il settore della biologia che studia il comportamento degli

organismi nella loro nicchia ecologica e la sua funzione adattiva. In

particolare, è stato sottolineato che le idee di Gibson assomigliano a

quelle del grande biologo tedesco Jacob von Uexküll secondo cui

l'esperienza degli organismi può essere descritta nei termini di uno

l'Umwelt

schema concettuale specie-specifico e spazio-temporale,

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(letteralmente, «ambiente», ma anche «mondo circostante», «mondo

fenomenico»).

L'Umwelt è un costrutto teorico che definisce il mondo

soggettivo in cui l'organismo percepisce e agisce, e che può

essere considerato come un sistema di segni ossia di

interazioni che sono portatrici di significato («biosemiotica»).

Due aspetti importanti di questo sistema sono ciò che von Uexküll

chiamava lafunktionale Tönung («tonalità funzionale») del rapporto

organismo-ambiente, un concetto molto simile a quello di affordance,

e la nozione di una «armonia» inerente a questo rapporto, che sembra

richiamare la metafora gibsoniana della sintonizzazione.

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Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/02 Psicobiologia e psicologia fisiologica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Mari2800009 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Percezione e psicofisica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Parma o del prof Ferrari Bruno.
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