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Per quanto riguarda la presenza di Funisulana Vettulla a fianco del marito, il praefectus Aegypti C.

Tettius Africanus bisogna specificare che, fin dalla prima età imperiale, l’opportunità o meno che un

governatore portasse con se la propria moglie nella provincia era stata oggetto di un serrato e acceso

dibattito. Tacito racconta infatti che Caecina Severus, pur essendo in perfetta armonia con la

moglie, in occasione di una seduta in senato tenutasi nel 21 d.C., mise in guardia dal pericolo

dell’intervento delle donne nel governo provinciale affermando che il magistrato cui fosse stato

assegnato tale incarico non avrebbe dovuto farsi accompagnare dalla moglie, nel rispetto di una

prassi che, ancora osservata in età augustea. Egli affermava di non aver mai condotta con se la

moglie durante le sue ben quaranta missioni svolte in numerose province, sostenendo che la

compagnia femminile avrebbe potuto costituire una pericolosa fonte di turbamento sia nei negoziati

di pace sia in occasione delle campagne belliche. L’intervento di Cecina riscosse scarsi consensi e

suscitò un’animata discussione, discussione basata sulla eventuale incapacità degli uomini a gestire

l’avidità e l’ambizione delle mogli, elementi questi che avrebbero portato l’uomo alla corruzione.

La presenza della moglie era anzi molto importante per ritemprare l’animo del marito al ritorno

L’interpretazione

dalle battaglie. Per tale motivo la proposta di Cecina fu respinta. dei versi 33-34

del III libro degli Annales di Tacito, cui viene riportato il discorso in senato di Severo Cecina, ha

dato vita a varie posizioni; secondo Friedländer è presente la testimonianza del processo

degenerativo dei comportamenti femminili, per Donaldson la sconfitta di Cecina è la prova del

concreto supporto offerto dalle mogli ai governatori provinciali. Pflaum ha considerato

l’intervento dice che l’attacco di Cecina è una volontà di

antifemminista di Cecina, Balsdon

riportare indietro l’orologio, Hermann vi ha visto un emblema di antifemminismo e di ostilità

all’emancipazione delle donne. Phang ne ha parlato come gender inversion per via della presenza

donne in un ambito di appartenenza maschile; Berino ha visto l’angoscia di una società

delle

maschile minacciata dal sexus muliebis descritto come imbecillus e impar laboribus, ma che ora

diventa saevus, ambitiosus e potestatis avidus.

 FULVIA iscrizione 3

E’ una iscrizione in greco anche se i committenti erano latini (come testimoniato dal nome) databile

al 122 d. C. La persona che parla in prima persona è Lucio Funisulano Carisio, stratego di

Hermonthites e Latopolites che si era recato, insieme alla moglie Fulvia presso il Colosso. Il

periodo è quello del regno di Adriano e ciò sta ad indicare un maggiore interesse nei confronti

dell’Egitto. Siamo alle 7 del mattino, anno 122 d.C. e Lucio insieme alla moglie sente Memnone per

due volte.

 FULVIA iscrizione 4

In questa epigrafe ritornano i soggetti della precedente, ovvero Lucio Funisulano e Fulvia;

l’iscrizione è rovinata perché è spaccata sulla destra, per cui è perduta (si intravedono anche i segni

parlare della luce dell’aurora

di gesso dei fratelli Bernard). I due, probabilmente volevano che rende

viva la statua ed è possibile che abbiano compiuto dei sacrifici e delle libagioni. In questa epigrafe

vengono riportati i riferimenti a Hermonthites e Latopolites. La datazione è ipotizzata al 122; il

fatto di recarsi in pellegrinaggio presso la statua sembra essere, più che una moda del momento una

tradizione di famiglia infatti altri Funisulani si erano recati nel posto con le mogli ad ascoltare la

statua. Si registra quindi questa costanza presenza del nome Funisulana, che fa pensare a un

interesse da parte di questa famiglia.

 GIULIA BALBILLA ISCRIZIONI 5, 6, 7, 8

Si tratta di una serie di iscrizioni (5, 6, 7, 8) in lingua greca; di queste iscrizioni è stata fatta

un’edizione critica da parte di Cirio, perché sono iscrizioni metriche. Anche se si datano all’età

adrianea, il dialetto usato è eolico e il modello è Saffo. Giulia Balbilla conosce bene lingua e

contenuti moderni. È lei l’autrice dei versi e racconta in prima

metrica saffica, riproponendo

persona cosa è successo durante il viaggio lungo il Nilo (con meta Tebe) con l’imperatore Adriano.

Nella prima, (5) viene celebrata la visita di Balbilla e Adriano; si legge che Adriano sente la voce

di Memnome una prima volta appena un raggio di sole colpisce la statua, poi alle 8 e infine una

terza volta come forma di saluto che Adriano ricambia abbondantemente (linea 12). Per questo

Adriano decise di lasciare dei versi sulla pietra per tutti quelli che sarebbero venuti dopo a

testimonianza di quello che aveva udito (linea 14). Non si può evitare di dire che tutti si accorsero

che Adriano fosse amato dagli dèi (linea 15). La seconda (6) ricorda la visita di Balbilla insieme

all’imperatrice; racconta di quando Giulia si reca alla statua insieme ad Adriano e alla sua consorte,

Sabina. Giulia Balbilla si presenta da Memnone salutandolo e pregandolo di accogliere con

Κοιράνω Αδριάνω

benevolenza la moglie di Adriano che parla. è uno degli appellativi del signore.

Continua poi a descrivere gli empi gesti contro Memnone compiuti da Cambise che, per aver

operato contro il figlio della divinità, era stato colpito dalla vendetta divina impazzendo (molto

simile ad Aiace). Inoltre Giulia crede che il simulacro non possa essere andato in decomposizione

perché è di pietra e dentro di lui vive uno spirito. Infine Giulia Balbilla afferma di essere di stirpe

regale: suo nonno è stato il re Antioco e i versi che scrive rappresentano lei stessa e la sua famiglia

(v. 20 dell’iscrizione). È discendente di sovrani illustri che si erano sposati con sovrani importanti.

Il testo è tormentato a causa del danneggiamento dell’iscrizione. La terza (7) racconta del

capriccioso silenzio di Memnone al cospetto di Adriano; riporta di come Memnone non parlò nel

giorno in cui Adriano si recò al colosso senza la moglie e di conseguenza si adirò perché la statua

non parlava. In questi 10 versi, molto complessi, si snoda la vicenda di Memnone e Adriano, uno

Infatti Memnone, per paura dell’ira di Adriano

scambio di divinità al quale partecipa Sabina. fa

viene documentata l’esperienza personale della stessa Balbilla

sentire la sua voce. Nella quarta (8)

che udì la voce della statua. Balbilla dichiara di aver sentito e ascoltato la pietra parlante, di aver

udito i suoni divini di Memnone, in compagnia di Sabina. I tutto si sviluppa tra la prima (ore 7) e la

seconda ora(ore 8). È il 24° giorno di Athyr (nome egiziano del mese di novembre), corrispondente

al 21 novembre. Le iscrizioni 5, 6, 7, 8 (come numeri delle iscrizioni intitolate a Giulia Balbilla) si

trovano in punti diversi del colosso (piede e caviglia sinistra e basamento) ma vanno letti insieme.

Si tratta di distici elegiaci in greco. Siamo nel 130 d.C. Sono liriche in dialetto eolico che seguono

la moda di Saffo. È interessante lo stemma della famiglia di Balbilla e il ruolo di questa donna

dentro la corte. Oltre a essere una poetessa eccellente, molto colta che conosceva il dialetto eolico e

Saffo.Aveva un fratello, Caio Giulio Antioco Epifane Filopacco, che è stato consul suffectus nel

109. Sono di origine greca. Nella lirica 6 Giulia aveva raccontato di suo papà, sua mamma e suo

nonno. Vanta una discendenza che non la porta a essere regina, ma è talmente inserita

nell’entourage che suo fratello diventa console. Nel II sec. d.C. le élites orientali grecofone sono

inserite nell’estabilishment romano come le élites barbare erano accolte nell’impero. Il nonno,

Antioco I, era re di Commagene (38-72 d.C.). Alcuni membri di questa stessa famiglia erano

astrologi di corte; abbiamo tale informazione grazie a Tacito: sotto Nerone uno di questi astrologi,

Claudio Balbillo, diventa prefetto d’Egitto, perché suggerisce all’imperatore di uccidere tutti i

primogeniti, in modo che non venisse minacciato nel regno. La presenza di Balbilla fra i membri del

seguito di Adriano all’epoca del suo viaggio in Egitto si lega con un episodio tanto grave quanto

verificatosi meno di un mese prima della visita al Colosso da parte dell’imperatore, della

misterioso

moglie e della stessa Balbilla. La risalita del Nilo, come e noto, fu segnata infatti da un‘tragico’

evento, la morte di Antinoo amasio della Bitinia (Turchia settentrionale), il giovane favorito del

principe: egli annego, non ancora ventenne, nel grande fiume, probabilmente il 30 ottobre 130 o

qualche giorno prima, forse il 22 o il 24. Adriano nelle sue perdute Memorie racconta di una caduta

accidentale del giovane mentre Cassio Dione riteneva che il giovane si fosse immolato in sacrificio

e buttandosi nel Nilo fosse stato divorato dai coccodrilli. Le fonti antiche riportano che Antinoo

dell’imperatore e gli

fosse innamorato storici si interrogano sul motivo per cui Antinoo sia morto: è

scivolato, è stato spinto oppure si è buttato dalla barca? Svetonio aggiunge un particolare

Tiberio Claudio Balbillo, rivelò all’imperatore che i re

importante, perchè precisa che l’astrologo

erano soliti scongiurare i funesti presagi immolando qualche nobile vittima e stornando quel

pericolo da sé per farlo ricadere sulla testa dei maggiorenti. La presenza al seguito di Adriano in

dell’astrologo

viaggio lungo il Nilo di Giulia Balbilla, nipote per parte di madre di corte, non è

Βάλβιλλος

causale così come il fatto che in uno degli epigrammi (il numero 6) sia

ricordato per ben due volte. Come era già avvenuto alla corte di Nerone ai tempi del nonno, cosi

adesso la poetessa, nipote del celebre astrologo, avrebbe potuto avere un ruolo nel avanzare

che, per il bene dell’imperatore, Antinoo fosse‘sacrificato.

l’opportunità Si potrebbe quindi

sostenitrice di Sabina, lo abbia spinto, ma nessuno l’ha vista,

pensare che Giulia Balbilla, quindi è

un’accusa infondata. Cassio Dione aggiunge anche che l’imperatore, non solo diceva di aver visto

ὁρᾶν

τινὰ αὐτός τε

personalmente una stella, proprio quella di Antinoo (ἀστέρα

ὡς Ἀντινόου ὄντα ἔλεγε),

καὶ τοῦ τοὺς

ma che ascoltava volentieri

che raccontavano della stella nata dall’anima del ragazzo e per t

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Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/02 Lingua e letteratura greca

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher lina.leonardi di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura greca e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Catania o del prof Paolo Cipolla.
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