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ETA’ PEDIATRICHE INVECE SONO:
INFANZIA: va dal primo mese, quindi da fuori dell'età neonatale, fino al
decimo anno di età e a sua volta è suddivisa in tre periodi.
1° Infanzia fino ai 2 anni,
2° infanzia è dai 3-5 anni
3° infanzia è dai 6-10
PRE-ADOLESCENZA/ADOLESCENZA: dai 10 anni fino ai 16-18 anni
2. ACCRESCIMENTO
La crescita rappresenta il fenomeno biologico più importante dell'età evolutiva. Si
parla, oltre che di età pediatrica, di età evolutiva proprio per dare spazio a questa
evoluzione e rappresenta uno degli indici più sensibili dello stato di salute globale del
bambino. L'accrescimento delle proporzioni corporee, è una delle caratteristiche più
importanti. Il bambino cresce in statura, in peso, circonferenza cranica. Questi aspetti
sono intrinsecamente correlati. La crescita rappresenta il fenomeno biologico più
importante dell’età evolutiva e rappresenta uno degli indici più sensibili dello stato di
salute del bambino. La crescita è un fenomeno dinamico complesso che inizia al
momento del concepimento e termina con la completa maturazione dell’individuo. La
crescita, globalmente considerata , consiste nell’armonico accrescimento staturale e
ponderale, nell’appropriata maturazione scheletrica, nella giusta modificazione dei
rapporti tra i diversi segmenti corporei e dalla corretta maturazione funzionale e
biochimica dell’organismo. I fattori che influenzano la crescita sono:
GENETICI: la crescita staturale e lo sviluppo puberale sono fortemente
influenzati dal patrimonio genetico trasmesso dai genitori
ENDOCRINOLOGICI: gli ormoni tiroidei, gli ormoni sessuali e gli ormone
GH dell’ipofisi
NUTRIZIONALI: apporto alimentare adeguato sia qualitativamente che
quantitativamente. (Le carenze nutrizionali si evidenziano prima sul
peso poi sull’altezza)
PSICOLOGICI E PSICOAFFETTIVI
AMBIENTALI.
Il pediatra segue l'accrescimento dei bambini controllando periodicamente la statura,
il peso e la circonferenza cranica, tramite dei parametri e tabelle che normalizzano e
permettono il confronto del peso e dell'altezza della circonferenza cranica con valori
di riferimento affidabili. Le tabelle sono suddivise per sesso, riguardano il peso,
l'altezza, circonferenza cranica, pressione arteriosa, frequenza cardiaca, sviluppo
psicomotorio ecc. Le tabelle centiliche permettono il confronto dei parametri
auxologici con standard di riferimento affidabili. Il loro utilizzo rappresenta un requisito
fondamentale per interpretare la crescita di un bambino con i dati ottenuti da una
popolazione di riferimento. Per convenzione si
considerano normali valori tra il 3° e il 97° centile. Ecco
alcuni esempi:
Sull'asse orizzontale è descritta l'età, sono tabelle per
la lunghezza o altezza dei maschi dalla nascita ai 36
mesi. Quella blu più spessa centrale corrisponde al
cinquantesimo per centinaia, cioè è quella misura in cui
ricade la media della popolazione a quell'età. La
distribuzione di questi parametri ha un andamento
gaussiano ha un range di variabilità che sempre rientra
nella normalità e quanto più ci sia lontana dalla media
tanto più c'è il rischio di sovrapposizione con la
patologia. Si parla di media e di deviazioni standard e, quanto più maggiori le
deviazioni standard si allontanano,
tanto più il rischio che si entri in una
curva di patologia è più alto. La
patologia è fino al terzo percentile in
un bambino di bassa statura e sotto
il terzo percentile, che non la
consideriamo patologica. Tutto
quello che sta fra le due curve rosse
è la normalità.
Questo bambino X ha una
microcefalia, perché è al di
sotto del terzo percentile,
che potrebbe aver sempre
avuto una circonferenza
cranica piccolina, come i sui
genitori, dunque non è detto che abbia una patologia. Più preoccupante è un bambino
nato con una testa grande che si rimpicciolisce. Un bambino che è cresciuto al
cinquantesimo percentile e che poi si sta spostando a una testa più piccola, perché
sotto il novantesimo percentile, rispetto a questo che è sopra è preoccupante. Quindi
quale di questi due bambini preoccupa di più? Il secondo perché sta diventando
patologico perché potrebbe avere una massa cerebrale
3. SVILUPPO PSICOMOTORIO.
Lo sviluppo è un processo di maturazione e interazione con l’ambiente che porta
l’individuo dallo stato di dipendenza assoluta del periodo neonatale all’indipendenza e
autonomia dell’età adulta. Lo sviluppo psicomotorio, in particolar modo, è un
passaggio per tutte quelle funzioni che rientrano nell'area sensoriale o neurologica. La
psiche comporta sia l'aspetto affettivo, emotivo relazionale e cognitivo. È una
complessa interazione, tra una linea di sviluppo del movimento, la linea di sviluppo
della vista, dell’udito, dell'intelligenza. L’attività motoria, nella misura in cui si
presenta come intenzionale, non può essere separata dall’intelligenza. L’agire motorio
partecipa attivamente allo sviluppo intellettivo. Il bambino piccolo si muove, guarda,
tocca, annusa (agisce). Acquisisce informazioni sul mondo, che diventeranno
rappresentazioni. Il bambino piccolo inizialmente « agisce » nell’immediato. Solo
successivamente diventerà capace di rappresentare tramite il pensiero le proprie
azioni e passare dall’immediato e concreto a qualcosa di più elaborato (progettuale).
Così l’attività motoria partecipa attivamente allo sviluppo del pensiero,
dell’intelligenza, e viceversa. L’attività motoria, nella misura in cui si presenta come
intenzionale, non può essere separata dall’intelligenza. Quindi ciascuna delle linee di
sviluppo mancanti può influenzare l'altro. Lo sviluppo motorio riassumendo è dunque
strettamente connesso allo sviluppo cognitivo e affettivo e il raggiungimento delle
varie tappe motorie nel primo anno viene considerato elemento indicativo della
normalità dello sviluppo intellettivo. L'autismo è una forma di disturbo psichico del
bambino piccolo importante di cui i primi segni di autismo, verso la fine del primo
anno di vita, è quello che di non guardare negli occhi per l'assenza dell'interazione
sociale. La funzione visiva è molto importante dal punto di
vista dell'intelligenza nella fase precoce, infatti il bambino
con grave deficit intellettivo, è un bambino che non ha
un'interazione visiva, ma perché non ci arriva
intellettualmente. L’attività motoria del bambino è uno
strumento fondamentale per la conquista del “suo
mondo”. Fin dai primi mesi di vita, con la comparsa delle
prime attività motorie intenzionali del bambino diventa
evidente come essa non possa essere concepita solo come effetto dello sviluppo
neurologico e fisiologico che la sottende, ma come sia strettamente collegata allo
sviluppo psichico, sia intellettivo che affettivo-relazionale. L’esempio è un bambino
sopra l'anno d'età che acquisisce la stazione retta e il cammino che induce un certo
grado di autonomia avviandosi alla ‘’separazione’’, di esplorare l'ambiente. H.Wallon,
per esempio, ha mostrato (1925) l’effetto dello stato emozionale sul tono muscolare,
dimostrando che il dialogo tonico precede il dialogo verbale. Importanza della
relazione con l’altro. Lo sviluppo psichico e motorio è influenzato dagli scambi emotivi
ed affettivi tra il bambino ed il care-giver.
Il Mason textbook, prevede scale dei percentili per misurare lo sviluppo psicomotorio.
È presente l'età, la percentuale di acquisizione di una diversa tappa psicomotoria. Si
può costruire una curva di sviluppo, rilevare una deviazione da una traiettoria di
sviluppo e identificare condizioni neurodegenerative. Anche se lo sviluppo del bambino
è un processo continuo e’ utile distinguere diverse tappe. Le tappe sono
“appuntamenti evolutivi” dove ad ogni età ci sono cose che il bambino dovrebbe saper
fare competenze emergenti da sperimentare da integrare nel sistema. Le tappe
rappresentano la fase evolutiva attuale e preparano la fase evolutiva successiva. Si
considera patologico un bambino che a 12 mesi esatti non cammina, solo se alla tappa
successiva non ha raggiunto questa capacità.
Il mancato raggiungimento di un appuntamento evolutivo all’”età giusta” ha
ripercussioni a breve e a lungo termine
LO SVILUPPO PSICOMOTORIO NORMALE
INTRODUZIONE
La metodologia di valutazione dello sviluppo
psicomotorio deve comprendere l’osservazione sia
dell’attività spontanea del bambino che della sua
interazione con l’ambiente. La valutazione deve
comprendere l’esame di diverse funzioni:
1. FUNZIONE MOTORIA
2. FUNZIONE VISIVA
3. FUNZIONE UDITIVA E LINGUAGGIO
4. SVILUPPO PSICHICO
1. FUNZIONE MOTORIA
È possibile studiare lo sviluppo psicomotorio da due punti di vista complementari:
OSSERVANDO CIASCUNA SINGOLA FUNZIONE CHE LO COMPONE COME EVOLVE
ALLE DIVERSE ETÀ
OSSERVANDO AD UNA DATA ETÀ COME SONO LE DIVERSE FUNZIONI.
1.1OSSERVANDO CIASCUNA SINGOLA FUNZIONE CHE LO COMPONE COME EVOLVE
ALLE DIVERSE ETÀ
SVILUPPO MOTORIO
FUNZIONE VISIVA
FUNZIONE UDITIVA E LINGUAGGIO
SVILUPPO PSICHICO
SVILUPPO MOTORIO: A sua volta suddivisa in postura, movimento grossolano e fine
motorio. Mentre la funzione motoria è la capacità di manipolare gli oggetti, il grosso
motorio e la postura variano a seconda dello sviluppo.
POSTURA
2 anni: corre, sale le scale con sostegno, sta su un solo piede, seduto su
triciclo/non pedala
3 anni: sale le scale da solo, sta su un solo piede, corre più veloce, bicicletta
con rotelle
4 anni: inizia a saltare su un solo piede, corre, bicicletta senza rotelle, lancia la
palla in aria ed afferra la palla al volo
5 anni: salta su un piede solo, si veste da solo, sa la marcia in tandem, fa le
capriole
Autonomia e coordinazione motoria crescenti
5-6 anni: si sviluppano gli schemi motori di base (marcia, corsa, salto e lancio)
che rappresentano i presupposti psicomotori delle abilità motorie
8-10 anni: si sviluppano le abilità motorie sportive elementari
GROSSO MOTORIO
• 2-3 m: controlla il capo
• 6 m:
rotola
• 6-7 m: sta seduto, compare paracad