Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
LA COMUNICAZIONE CON IL CORPO
Emittente invia il messaggio ma spesso il messaggio arriva in maniera distorta a
prescindere dalla volontà.
Oppure si emette un messaggio unico ma arriva ad ognuno di noi in modalità differente
perché ognuno di noi lo elabora in maniera differente per via del backgorund.
In relazione dei deficit che stiamo trattando la comunicazione cambia
La comunicazione non deve essere un’arma, che se la utilizzo con aggressività diventa
un’arma
L’assertività si può raggiungere, ci sono persone che sono più predisposte ad altre, la
comunicazione non è aggressività, ne disorientamento, non si può avere due indicazioni
contraddittorie, e non si deve essere disorientante. Quanto ci sia disorientamento in quello
che noi vediamo. Spesso la comunicazione con i genitori non arriva diretta e precisa, noi a
volte parliamo un linguaggio che non è capace di adeguare al target, quello che può
sembrare banale magari a quella persona è inaccessibile. La comunicazione non deve
essere disorientante.
Il fuoco artificio ci da l’idea dell’irruenza, privo di aggancio, illumina la notte ma poi
svanisce. Tanto rumore per nulla. La comunicazione deve avere le caratteristiche che
siano dettate dall’irruenza dalla capacità di fare chiasso più dell’altro. Non per questo sto
comunicando in maniera positiva.
Quanto la comunicazione è falsata e ci porta a vizi comunicativi. Uno degli effetti della
pandemia sui ragazzi con disabilità intellettiva è stata la paura. Con una comunicazione
strutturata in maniera ansiosa, creando un’ansia in maniera nociva. In questa immagine
c’è anche una contrapposizione, anche dalla più feroce delle prigioni può entrare la luce.
Trasferite questa metafora ai ragazzi con disabilità, quante volte noi diventiamo prigionieri
dalla loro condizione, la luce come metafora come disabilità comunicative che si possono
mettere in atto. Una buona insegnante deve avere anche una buona memoria, ascolto
attivo ed efficace
LA COMUNICAZIONE E’
- ascolto efficace, autentico, avere buona memoria per poter ascoltare attivamente e
poi riscrivere, non a
- chiarezza, un gesto molte volte racconta più di mille parole
- strategia, consapevolezza del proprio ruolo, delle caratteristiche dell’interlocutore,
delle cose affrontante
- utilizzare oltre la parola, il suono la musica, dare musicalità
- percorso, avere ben chiaro l’obiettivo, buon comunicatore deve essere capace di
selezionare. Se noi inondiamo ragazzi con lo spettro autistico non trasferiamo
niente, non possiamo infarcire di idee. Non ci può essere un sovraccarico di
nozioni. Formulare costrutti precisi, chiari, una volta per ciascuno
- La comunicazione è una questione generazionale, capire che abbiamo di fronte
ragazzi che hanno uno status genealogico differente. Ricordare quando noi
eravamo adolescenti. Quanto consideravamo le cose ci dicevano i genitori e gli
insegnanti? Badate che questo per insegnante è un esercizio che deve essere
sottovalutato. Quello che recepisce l’adolescente è quello che comunica l’adulto
- Razionalità: ci sono dei centri nel nostro sistema neurologico, la comunicazione è
un sistema più complesso
- RISCHI, la comunicazione è rischiosa, calpestata significa anche farsi male.
Ricordatevi il direttore del primo circo quando dice a Will storpio, comunicazione
intenzionalmente per ferire.
- Percezione: quello che noi percepiamo, caduta del concetto di oggettività. La
percezione che abbiamo di noi stessi non è quella che ha il mondo, quella che noi
percepiamo non arriva all’esterno perché chi ci guarda ha un’altra percezione.
Un’immagine corporea, idea corporea, sconvolgimenti dovuti all’evoluzione.
Compromissione somatica, Will, come deve fare a mettere insieme un’identità
deficitaria in maniera eclatante. Una signora in la con gli anni, grassottella che si
vede allo specchio e si vede giovane e snella. Nel passaggio riguardava soltanto le
ragazze, e volevano corrispondere ad un canone estetico imposto, oggi riguarda
anche i ragazzi. Questi ragazzi, sono degli scheletri ma si guardano immensi.
Addirittura, percepiscono di occupare uno spazio che è inconsistente rispetto a
quello che sono veramente. La comunicazione deve saper accogliere, l’ascolto
efficace, non a quello che vedo. Quindi riparliamo di maschere e di apparenza.
Capire quanto i nostri ragazzi arrivino all’intenzionalità del nostro messaggio.
PERCORSO
Noi comunichiamo con tutto il corpo, con gli atteggiamenti, la mimica e gli sguardi.
Tutto il nostro comportamento è comunicazione, ogni interazione costituisce un
sistema complesso di messaggi. Alcuni segnali che mandiamo non sono presenti
alla consapevolezza.
La percezione influenza la comunicazione, ci sono tanti stimoli abbiamo necessità
di selezionare e interpretare.
La nostra comunicazione è caratterizzata da automatismi, abitudini e stereotipi
acquisiti per esperienza. Dobbiamo essere consapevoli che non è la realtà ma la
percezione che abbiamo di essa.
Parole scritte invertendo la prima e l’ultima noi li leggiamo correttamente perché
automatizziamo la lettura nell’intera lettera. Nei ragazzi con disabilità dobbiamo
automatizzare questi processi.
CONFERENZA DI PALO ALTO esito che la parola nella comunicazione incide il 7%.
Le altre componenti sono
- Inflessioni para-verbali 38%: intonazione, ritmo, timbro, alterazione, punteggiatura,
semantica, silenzi e pause, caratterizzatori vocali.
- Linguaggio del corpo 55%, sguardi, occhi, mimica facciale, gestualità, sorriso,
postura, spostamenti, posizione testa, posizione mani e piedi, deambulazione,
contatto corporeo, distanza e gestione degli spazi.
Nel 55% del corpo c’è un sacco di tutto quanto spiegato
Il suono suggerisce la forma MALUMA E TAKETE
La comunicazione con un gesto reiterato e già da come una persona ci stringe la
mano capiamo, qualcuno che ti stringe e ti fa male comunica aggressività e
sopraffazione,
- la presa di mano viscida che la persona sfuggente che vuole scappare
- la presa a guanto, tipica dei politici, quando vogliono il voto, chi vuole accaparrarsi
la benevolenza, chi ti vuole manipolare, addirittura il rafforzativo è mettere la mano
sopra, soprattutto il prete
- stretta di mano dominante tipica di quella persona che hanno un potere e lo
esplicitano anche consapevolmente, e tirano a senza anche dedicato, non c’è una
simmetria ma girano la mano portandoti verso si loro
- modalità che rappresentano il gruppo, gesti di saluto
Il linguaggio
LEZIONE 17/12/2022
DISTURBI GENERALI DELLO SVILUPPO
DSM v ha unificato elementi del DSM IV,
L’insegnante specializzato in equipe soffre di inferiorità come se gli specialisti che
partecipano al GLO, gli esperti dell’apprendimento siamo noi, tutto esprimono la
loro competenza ma la regia spetta ai servizi sociali fuori scuola e nella scuola
siamo noi.
Errori macroscopici come ritardo mentale, disturbo specifico dell’apprendimento in
caso con deficit cognitivo medio-lieve…ERRORI TREMENDI DA FAR RILEVARE.
SPETTRO perché nell’ambito di diagnosi l’ambito comportamento ci sono tante
sfumature e quindi uno spettro. Come nello spettro dei colori c’è una sfumatura fra
un colore e l’altro, uguale in questo disturbo che assume anche un modo di essere
specifico con modalità di essere caratteristica, da prendere con le molle perché
quando c’è un deficit cognitivo non si può dire che non sia deficitario.
Secondo Gianluca Nicoletti sono marziani venuti sulla terra che vedono le stesso
cose che vediamo noi ma con una percezione diversa.
Quando c’erano picchi di abilità una volta venivano chiamati idioti sapienti e prima
tutto veniva riportato a deficit psichiatrico.
Ora ancora dobbiamo studiare il mistero e la peculiarità di queste persone.
Lo spetro autistico è una condizione della persona, possiamo intervenire con cure
farmacologiche o altra modalità per poter migliorare la qualità della vita di queste
persone è l’intervento educativo. La domanda di Nicoletti, è fino a quel punto
intervenire per modificare la struttura di una persona che è strutturata diversamente
da noi, sicuramente fino al punto di migliorare la qualità della vita e migliorare le
capacità di adattamento per poter vivere una vita dignitosa. Nella nostra
predisposizione con la presa in carico, se io devo cambiare la struttura della
persona non sto accettando il deficit ma se non modifico questa struttura non posso
migliorare l’adattamento quindi mi devo muovere su un filo fragile con soluzione
originali.
Nello spettro autistico, se pensiamo alla divisione di alto e basso funzionamento ci
troviamo tra due divisioni di mondi diversi in cui solo le difficoltà di relazione li
accumuna. In entrambi avremo due interventi educativi e didattici.
Nello spettro autistico a basso funzionamento oltre alla rigidità di pensiero marcato
e difficoltà di concettualizzazione, ci troviamo in una situazione ulteriormente
complicata dalle difficoltà comportamentali. Non è che nel deficit cognitivo non
abbiamo delle difficoltà comportamentali. Dal punto di vista didattico affrontiamo la
realtà volta per volta. Cerchiamo di non applicare categorie rigide e non etichettarle.
Non si deve dire gli autistici, lo spettro indica l’infinita possibilità di combinazioni che
si possono avere dei singoli aspetti e comportamenti, la dimensione delle possibilità
è da attivare e lo deve fare l’insegnante.
Disturbo generalizzato dello sviluppo: disturbo perché c’è alterazioone
dell’adattamento alla realtà, generalizzato perché c’è una diversa circonvinzione
dell’area cerebrale, diversa percezione e quindi una diversità del comportamento. Il
DSM-V cambia,
- dice che non si deve distinguere la sindrome di Asperger perché non distante in alto
funzionamento (anche se continuiamo ad usarla perché molti non sono d’accordo e
si continua ad usarla come sinonimo di alto funzionamento). Quando ci ritroviamo di
fronte allo spettro autistico con alto funzionamento nella letteratura si parla di
DOPPIA ECCEZIONALITA’ quindi persone con spettro autistico e alto potenziale.
Dal 130 di QI si ha la plus dotazione, dal 140 si ha l’alto potenziale. Molte volte si
commettono errori diagnostici perché i ragazzi con plus dotazione o alto potenziale
assumono connotazione di difficoltà di connotazione dei pari, o dei docenti per