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Il rapporto tra morale ed educazione secondo Winnicott

In tale prospettiva, Winnicott indica come elemento portante del rapporto tra morale ed educazione la capacità dell'adulto di creare intorno al bambino un ambiente affidabile; solo in questo modo si realizza un'autentica educazione morale, atta a sviluppare un personale approccio alle norme.

Infatti il compito dell'adulto è quello di fornire spiegazioni chiare e adeguate volte a far comprendere l'importanza delle norme, che porta ad un confronto aperto sul senso del limite e sul valore della convivenza sociale; questo confronto con le regole permette al bambino di scoprire le frustrazioni, sperimentando il conflitto tra i propri desideri e le attese dell'adulto, che lo portano a conoscere se stesso, gli altri e la realtà.

Il progetto di crescita di un bambino avviene anche attraverso il rapporto con la realtà spazio-temporale, che diventa un'occasione per incontrare il proprio mondo interiore (influenzando i processi di apprendimento).

di comunicazione e di crescita). Per arrivare a ciò, la pedagogia deve:

  1. Decifrare gli spazi, cogliendone i messaggi e la dimensione simbolica.
  2. Riscoprire il ruolo strategico dei luoghi relazionali, per la promozione dello sviluppo dei bambini.

Un elemento particolare è la presenza di una forte contraddizione nel rapporto fra spazio privato e pubblico in cui spesso le iniziative del bambino sono sempre più ristrette a causa di una sensibilità troppo accentuata rispetto ai pericoli che il bambino può correre muovendosi in autonomia.

Francesco Indovina, un intellettuale italiano, ha evidenziato che il dualismo sociale (cioè la società benestante e quella emarginata) produce effetti drammatici ma diversi a seconda della condizione sociale dei bambini:

  1. I bambini di condizione elevata sono quelli costretti a vivere in zone tutelate.
  2. I bambini di condizione meno elevata sono quelli che godono della città ma finiscono per aderire a
sottoculture violente. In tale senso non si può non rimandare una riflessione sul modo di abitare gli spazi in quanto bisogna garantire un senso di continuità e qui gli adulti, avendo la possibilità di dare significato ai luoghi di vita, devono permettere ai bambini di abitare gli spazi. Un'errata considerazione del concetto di sicurezza e un'eccessiva ansia di controllo nei confronti dei più piccoli creano un vuoto di occasioni per fare esperienza. Infatti negli ultimi decenni la città ha perso le sue molteplici dimensioni; nata come luogo di incontro, ha scoperto il valore commerciale dello spazio e ha stravolto tutti i concetti di socializzazione per seguire logiche di interesse ed è per questo la città sta diventando sempre più progettata con le caratteristiche di un adulto lavoratore. Di fronte a questi eventi la pedagogia deve decostruire la cultura dell'estremo controllo, creando una nuova sensibilità rispetto.al tema della sicurezza, e l'adulto deve imparare ad accostare lo spazio secondo le modalità specifiche dei bambini. Si possono rivelare alcune differenze di approccio spaziale tra fase adulta e infanzia: 1) Mentre l'adulto osserva gli spazi urbani dall'alto al basso, il bambino li contempla dal basso verso l'alto. 2) I bambini fanno un uso non convenzionale degli spazi e delle strutture architettoniche. 3) I bambini sviluppano un forte attaccamento emotivo agli oggetti. 4) In uno spazio, il bambino cerca la relazionalità. 5) Per conoscere un luogo, il bambino ha tempi diversi rispetto a quelli dell'adulto. Con quest'ultimo, la categoria del tempo è considerata una componente fondamentale di ogni processo educativo perché ha la funzione di identificare o di raccontare le vicende dell'uomo in rapporto con gli eventi. Il tempo della crescita rappresenta un pieno diritto e bruciare le tappe dell'infanzia significa privare questo.momento di vita che permette di esistere in modo autentico.
Korczak declina il diritto al rispetto del bambino come rispetto del suo tempo: un tempo qualitativamente denso e quantitativamente senza misura perché il bambino non ha fretta, ma spesso viene velocizzato dagli adulti.
Quindi aver cura in modo autentico significa anche dare all'altro il tempo di essere, ovvero il tempo di cui il bambino ha bisogno per rispondere all'appello della sua esistenza.
La psicologia evolutiva dimostra come l'evoluzione del bambino non sia lineare ma subisca "scarti di crescita", attraverso la multidirezionalità, in quanto segnato da acquisizioni ma anche da perdite (ovvero la progressione evolutiva comporta perdite in termini di neuroni che vengono però compensate da una riorganizzazione delle reti neurali).
L'incompiutezza non può essere by-passata ricorrendo ad anticipazioni ed accelerazioni ma essa deve trasformarsi in una sfida ad attraversare.

Il tempo con l'impegno di edificarsi incessantemente. Oltre all'incapacità di rispettare l'incompiutezza del percorso formativo dei bambini, gli adulti sottovalutano i modi con cui i bambini percepiscono il tempo perché spesso gli adulti usano un modello basato sull'orologio mentre per i bambini la percezione del tempo non è uniforme (oscillando tra la lentezza e la rapidità); inoltre il tempo dei bambini è un tempo quieto, cioè un tempo che richiede pazienza e i movimenti lenti.

Per l'adulto, dare tempo ai bambini significa anche guadagnare per sé un prezioso tempo per osservarli e ascoltarli con autenticità e profondità. Accanto alla riflessione sullo spazio e tempo, l'attenzione va rivolta anche alle relazioni interpersonali (considerate come base del processo di crescita del bambino). L'attenzione allo sviluppo sociale dei bambini è molto recente e coincide con una svolta.

nellapercezione dell’infanzia che si ricava dalla sostituzione del termine “socializzazione” con l’espressione sviluppo sociale, con l’obiettivo di far notare che fin dall’inizio l’essere umano è un essere sociale. Anche gli studi di Winnicott dimostrano che la storia di un essere umano inizia al momentostesso della nascita, in quanto il bambino è fin dall’inizio una persona e ha bisogno di essereconosciuto da qualcuno. Essendo un essere sociale, la formazione del Sé avviene all’interno delle interazioni con gli altri (che danno forma all’identità personale), in cui il contatto interpersonale lascia un segno nell’interiorità dei soggetti coinvolti, presentandosi come un autentico influsso educativo. In un articolo del 1964, Merleau-Ponty mette in discussione il fatto che la psiche sia accessibile soltanto all’individuo: la tesi da cui si muove il filosofo francese è che il soggetto nonsia in séstesso ma in un mondo con gli altri e ne consegue che il bambino ha un'originaria apertura verso l'esterno, condividendo lo spazio in cui abita con gli altri. Studi successivi hanno poi confermato questa tesi, dimostrando come già, pochi minuti dopo la nascita, il neonato sia in grado di attuare processi imitativi perché è collegato con il corpo delle persone che sono vicine a lui. In termini pedagogici ciò significa che il bambino è un essere autenticamente relazionale e interattivo e contemporaneamente lo sviluppo del bambino va considerato alla luce della qualità delle relazioni infantili nella loro totalità. Una rivelazione della fenomenologia delle relazioni si trova anche nei nuovi assetti sociali che condizionano l'universo relazionale dell'infanzia. Come mostrato da un lavoro di Rubin, negli anni 80, l'apertura della ricerca alle relazioni interpersonali dei bambini si trova nelle trasformazioni.del contesto sociale; infatti il riconoscimento della funzione educativa svolta da educatori, nonni e dalla comunità dei pari ha permesso di arricchire l'universo relazionale dell'infanzia. La sfida educativa è quella di preparare i bambini a vivere in un mondo di scambi e convivenze complesse, in assetti relazionali che possono trasformarsi da un momento all'altro. In questo senso possiedono un valore educativo nella strutturazione dell'identità del bambino due tipologie di relazioni: 1) Relazione con i pari: oltre alle relazioni con gli adulti, esiste una modalità connotata dalla simmetria, cooperazione e confronto paritario. Molti bambini hanno la fortuna di sperimentare la relazione con i fratelli/sorelle in famiglia; in particolare la relazione fraterna possiede tutte le caratteristiche di un'autentica relazione di attaccamento. Per molti anni gli studi si sono concentrati sul tema della rivalità tra i fratelli, ma non è

Solo l'unica dimensione in quanto la fratellanza presenta aspetti di complicità, coesione e fantasie condivise che segnano la relazione. Ma, a causa della situazione demografica e delle scelte familiari, i bambini sono sempre più spesso posti nella condizione del figlio unico, il quale è sfornito di una rete di relazioni all'interno della famiglia; nonostante questo problema, le relazioni nei contesti extrafamiliari risultano fondamentali in quanto offrono delle occasioni di confronto e di condivisione delle conoscenze.

In questa relazione è importante soffermarsi anche sulle amicizie, che sono relazioni basate sulla stabilità e sulla selettività che permettono al bambino di sperimentare una positiva intimità. Secondo Rubin, l'amicizia tra i bambini svolge tre importanti funzioni:

  1. Fornisce occasioni per l'apprendimento di abilità sociali.
  2. Stimola i confronti sociali per prendere consapevolezza della propria identità.
  3. Offre supporto emotivo e sociale durante momenti di stress o difficoltà.

esistenza.c) Promuove il senso di appartenenza al gruppo. Una particolarità è che questa capacità di stabilire i legami di amicizia con i pari è molto precoce, tramite due aspetti:

  1. Effetto lumaca: rivolgendo un'attenzione privilegiata ad oggetti che sono stati coinvolti, l'effetto lumaca fa intendere ad una scia che segna gli oggetti come potenzialmente interessanti e stimola i bambini.
  2. Processo di imitazione: nell'ambito della socializzazione, l'imitazione non si presenta come copia dei comportamenti osservati ma è sempre un processo creativo, in cui i bambini imitano ma aggiungendo aspetti originali.

2) Relazioni con i nonni: le famiglie di oggi si contraddistinguono per l'esistenza di un numero di generazioni maggiore rispetto al passato e di conseguenza tale fenomeno porta alla elaborazione di nuovi sistemi di scambio tra le generazioni. Nelle analisi di Donati, i legami con i nonni sono più forti rispetto al passato.

poiché i legami interni alla famiglia sono affettivamente più intensi; quindi molto spesso i bambini possono
Dettagli
A.A. 2021-2022
70 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PED/01 Pedagogia generale e sociale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Simone-Murdaca di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Pedagogia generale e della cura educativa e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof Zini Paola.