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Compiti e ruoli del Ministero dell'Istruzione
Il Ministero dell'Istruzione ha diversi compiti e ruoli che riguardano l'istruzione e l'educazione. Alcuni di questi sono:
- Garantire l'autonomia delle scuole
- Promuovere la centralità della scuola pubblica, come stabilito dalla Costituzione
- Promuovere la connessione tra scuola e mondo del lavoro
- Definire linee guida pedagogiche per la formazione ed educazione
Il ruolo della famiglia
Molti considerano la famiglia come l'istituzione educativa più importante. L'educazione familiare non riguarda solo la formazione dei figli come cittadini, ma anche come membri della comunità. L'educazione familiare ha un impatto globale.
Quando i genitori si trovano di fronte a una diagnosi di disturbi o ritardi nel loro figlio, possono provare ansia. È importante per i genitori cercare di conoscere e capire come agire per aiutare il bambino. Questo richiama l'idea di Montessori, secondo cui l'adulto deve offrire un aiuto educativo.
èquello du agire sostenendo le esigenze dell’infanzia e quindi lasciandolo fare da solo. Dunque il legame tra genitori e figli è difficile, il bambino deve crescere sereno, perchè la maturazione della sua personalità percorre una strada tortuosa. La presenza della collettività sociale all’interno della scuola accelera i processi di socializzazione e democratizzazione, ed è x qst motivo ke l’insegnamento deve essere sempre revisionato. Gli obiettivi della partecipazione sociale sono, dunque, pedagogici volti ad attivare un clima educativo in continuità tra scuola e famiglia e tale obiettivo si raggiunge con incontri periodici che permettono di mettere in luce le problematiche del bambino, mentre gli obiettivi socio-culturali sono divisi, di conseguenza la scuola può far sì che le culture di un territorio si integrino e qst si realizza solo se l’adulto partecipa alla vita scolastica. GLI ENTI LOCALI per disegnare una
Linea di governo e gestione del sistema formativo da parte dell'ente locale occorre analizzare gli avvenimenti passati che vengono proposti in 3 stagioni:
Stagione è quella della costituzione del 2 giungo del 1946 fino agli anni 70, quando il comportamento dell'ente fu quello di sostituire il sistema formativo.
Stagione l'ente ha un posto centrale nel sistema formativo, ma non ha politiche capaci di orientare il suo operato, questa inoltre è una fase dove vede l'ente locale impegnato in momenti di gestione (ricordiamo la nascita dei nidi) e sperimentazione. La legge 517 prevede per la scuola elementare l'integrazione dei diversamente abili e la nascita di nuovi programmi, mentre per quanto riguarda la sperimentazione l'ente locale, al di fuori della scuola, ha proposto molte iniziative ben gestite. Sempre in questa periodo ricordiamo la legge 328 2 616 che offrono agli enti di assumere la gestione del sistema formativo.
Stagione, anni 80, c'è
Una alta progettualità che intende il sistema formativo organico, ma comunque esistono ancora divaricazioni tra nord e sud. L'ente locale deve quindi tenere presente un sistema formativo capace di espugnare l'integrazione culturale, poiché il sistema formativo sta diventando policentrico, i luoghi dell'educazione si stanno frantumando per cui il sistema si presenta disintegrato e questo porta delle conseguenze, quali la discriminazione sociale e l'improduttività culturale. L'ente ha il dovere di contribuire al passaggio da un sistema formativo allargato ad un unitario, dove esso sa in grado di governare le risorse e i terreni e i servizi internazionalmente formativi, dovrà inoltre occuparsi delle politiche al diritto allo studio e alle diversità. Per quanto riguarda la scuola dell'infanzia, si dovrà evitare la burocratizzazione del nido che ha reso più flessibile, in grado pertanto di sviluppare le potenzialità del bambino.
0-3, mentre per la scuola materna c'è l'esigenza di vivere un sistema pubblico nazionale che integri le 17 scuole dello stato e l'ente. Nella scuola elementare occorre che l'ente si allarghi nella rete delle opportunità didattiche del territorio, l'allievo, cioè, dovrà usufruire di attività pomeridiane extrascolastiche. L'ASSOCIAZIONISMO si propone come una risorsa pedagogica per lo sviluppo, per cui la legislazione regionale dovranno affermare il principio di sussidiarietà a favore dei movimenti associazionistici: una regione deve finanziare l'associazionismo quando svolge funzioni pedagogiche. Infatti una politica culturale per i giovani orientata alla formulazioni di programmi vuole che venga ridisegnata una rete istituzionale degli enti locali su un sistema formativo integrato. Assicurare all'associazionismo le risorse economiche per rafforzare il 3° settore significa permettergli di creare un progetto.
Nazionale d centri d'aggregazione per adolescenti, visaranno, inoltre, offerte strutturate e di progetto che mirano ad ampliare e integrare la formazione. La socializzazione all'interno dell'associazionismo si realizza nella partecipazione alla gestione dei servizi, mentre la produzione culturale sempre nell'ambito dell'associazionismo è contrassegnata da una fantasia, intesa come esigenza di superamento del banale, delle forme di monologo, come esigenza di vivere un'intensa tensione emotiva ecc..
L'intercultura. La presenza nelle nostre città di bambini e ragazzi immigrati, rende necessaria una formazione interculturale in grado si promuovere una buona convivenza tra soggetti aventi culture e origini diverse. Da un punto di vista pedagogico l'incontro con l'altro si struttura come un reciproco scambio di valori e di pensieri che determina l'integrazione, e in questa prospettiva ci si rende conto come i propri punti di vista siano
relativi e di come è importante comprenderel'uguaglianza e la diversità con le quali si può superare il pregiudizio etnocentrico. Per comprendere come una pedagogia si muove per promuovere l'intercultura è importanteriprendere alcune parole, quali l'uguaglianza, che accomuna tutti gli esseri della terra, e la differenza del colore della pelle, della cultura, delle lingue ecc.. ma tali parole devono esserecolte in modo diverso ovvero, differenza diventa semplice assimilazione del diverso, uguaglianza diventa indifferenza diffusa. L'occidente ha sempre gestito il controllo sulle culture, ma inoltre ha anche preciseresponsabilità nei processi di desertificazione e deforestazione dei territori extraeuropei. L'identità culturale si costruisce sul riconoscimento del soggetto complesso e diverso, percui è necessario confrontarsi con l'altro, ma quando l'identità è debole e fragile è
difficileaccettare il confronto,e quindi si crea la discriminazione.Per cui l'intolleranza e la discriminazione di altre etnie scaturiscono da forme di sistemi e dipensieri rigidi e dogmatici.Quindi l'interculturalità, significa disponibilità ad allargare le proprieconoscenze, approcciando a culture diverse, ma soprattutto facendo una critica sia allapropria cultura che quella altrui. Il modello scolastico tradizionale offre saperi proponendoli attraverso programmi formativiche si concentrano soprattutto sul territorio italiano senza dar spazio ad altri popoli, senza uninsegnamento storico-geografico che rispecchi le caratteristiche dell'interculturalità a queiluoghi smarriti e marginali. La religione cattolica diventa l'unico insegnamento di religione ufficialmente impartitonella scuola italiana, per cui risulta + difficile integrare l'insegnamento di altre religioni. La fede si propone come luogo d'incontro e confronto tra cultura e modi.Di legarsi alle culture, lo studio comparato delle religioni diverse comporterebbe una opposizione alle forme di fondamentalismo religioso che sono alla base dei conflitti nazionali. L'insegnamento della lingua italiana ha allontanato le lingue delle minoranze e ha generalizzato la sua offerta formativa su 2° e 3° lingue extranazionali. Le discipline scientifiche, invece, hanno assunto un carattere più flessibile. L'insegnamento della musica si muove all'interno della teoria melodica tradizionale, il ritmo, le qualità del suono, che confermano una visione parziale della musica, ma un discorso simile viene affrontato nelle arti figurative, ma il problema sta nel conoscere nuovi modi di vedere le cose, soprattutto la capacità di intendere nuovi modi di cogliere e formalizzare lo spazio.
19Esame PEDAGOGIA GENERALE prof. Frauenfelder Riassunto Libro Frabboni - Pinto Minerva: Introduzione alla pedagogia generale
Parte I. L'identità della pedagogia
CAPITOLO 1 Pedagogia fra
scienza e utopiaLa pedagogia è una disciplina che per un lungo periodo è stata subordinata alla filosofia, sviluppando approcci di tipo teoretico ed etico, critico-dialettico e filosofico-ermeneutico. Solo nella seconda metà del novecento si può assistere all'avvio di un difficile percorso scientifico con il progressivo distacco dalla filosofia. La pedagogia è una disciplina che si muove in uno spazio di interdisciplinarietà, essa avendo come oggetto di studio la relazione tra istruzione - educazione - formazione, necessita dei risultati e delle tesi ottenute in altri ambiti disciplinari, quali quello psicologico, sociologico, filosofico, scientifico, sociale ecc.. La formazione in campo pedagogico assume una duplice dimensione, la prima relativa al "dar-forma" ossia ai processi attraverso i quali le istruzioni formative si occupano di conservare e trasmettere alle giovani generazioni la conoscenza e la cultura di un gruppo sociale.E unaseconda dimensione relativa al "formar-si", ossia ai processi auto-costruttivi attraverso i quali il singolo soggetto elabora e trasfigura tale cultura con l'apporto della propria individualità. La pedagogia come sapere generale e riflessico si muove in direzione della ricerca teorica, focalizzando l'attenzione in modo particolare sull'analisi dei fini e dei mezzi dell'istruzione-educazione - formazione, in direzione della prassi pedagogica attraverso la progettazione, realizzazione e verifica dei processi formativi mettendo in risalto la complessità delle stagioni dell'educazione (dall'infanzia alla vecchiaia) e della pluralità dei luoghi dell'educazione (che vanno dalla scuola alla famiglia, alle strutture sociali e culturali del territorio). La pedagogia nel tentativo di definire il suo ruolo in un ampio ambito sociale, comincia allargando il proprio interesse teoretico verso correnti di pensiero, quali il
logia in Germania e l'esistenzialismo in Francia. Questi movimenti filosofici hanno avuto un impatto significativo sulla cultura e sul pensiero del XX secolo. Il neopositivismo, nato nel primo dopoguerra, si basava sull'idea che solo le proposizioni verificabili empiricamente avessero significato. Questo movimento ha influenzato molti campi, tra cui la filosofia del linguaggio e la scienza. Il pragmatismo, sviluppatosi negli Stati Uniti nel XIX secolo, sosteneva che la verità di una teoria dovesse essere misurata dalla sua utilità pratica. Questo approccio ha avuto un impatto significativo sulla filosofia, sull'educazione e sulla politica americana. La fenomenologia, sviluppatasi in Germania nel XX secolo, si concentrava sull'esperienza diretta e sulla consapevolezza soggettiva. Questo movimento ha influenzato la psicologia, la sociologia e la filosofia della mente. L'esistenzialismo, emerso in Francia nel XX secolo, si concentrava sull'individualità, sulla libertà e sulla responsabilità umana. Questo movimento ha avuto un impatto significativo sulla letteratura, sull'arte e sulla filosofia morale. In conclusione, questi movimenti filosofici hanno contribuito a plasmare il pensiero e la cultura del XX secolo, influenzando una vasta gamma di discipline e fornendo nuove prospettive sulle questioni fondamentali dell'esistenza umana.