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ASCOLTANDO MARIO BERETTA: ALCUNE CONSIDERAZIONI PEDAGOGICHE

La prima frase che ho annotato è "Non possiamo trattare tutti allo stesso modo: dire che

siamo tutti uguali è una falsità, siamo tutti diversi".

L'IMPORTANZA DELL'ASCOLTO → Nella sua esperienza Mario, entrando in contatto con

centinaia o forse migliaia di giovani e adulti, si è reso conto che ognuno di noi è unico e

ognuno va ascoltato per ciò che è, nella sua unicità. Credo sia una testimonianza perfetta

dell'importanza dell'ascolto inteso come "mi metto di fronte a te e sono pronto a uscire dai

miei schemi e incontrare qualcosa/qualcuno di unico e irripetibile". Ciò vale non solo per le

persone ma anche per i contesti: allenare a Torino è stato diverso che allenare a Verona

CHI NON RISCHIA... NON CRESCE! → Dopo anni di esperienza coi giovani, a Mario è

stato chiesto di allenare una prima squadra, quindi adulti, professionisti, non più adolescenti

in crescita (ricordate che "adolesco" vuol dire "ho fame e sto crescendo"?). Per gli

adolescenti, si trattava certamente di occuparsi dell'aspetto tecnico ma soprattutto essere

"educatore", cioè avere un occhio sul percorso umano. Con gli adulti Mario non aveva mai

lavorato: accettare il lavoro per lui, quindi, è stato un RISCHIO, un salto nel vuoto...

potremmo dire un'avventura, con il linguaggio di Bertolini. Accettare le sfide, sempre, in ogni

momento della vita! (tra l'altro anche allenare una squadra di migranti, per Mario, è stata una

nuova sfida, un rischio)

AMBIENTE E APPRENDIMENTO → Cito testualmente: "l'ambiente gradevole aumenta

l'apprendimento". Si parlava di spogliatoi, di campo da gioco. E dell'allenatore che deve aver

cura anche degli spazi. Gli spazi, il setting, sono stati un grande tema del nostro corso, e

una cosa che dicevamo era proprio che l'ambiente influisce sulle relazioni tra le persone e

sull'apprendimento (Franco Lorenzoni per es.) Lo stesso concetto lo ha espresso Matteo

Capone, il responsabile di Yousport, quando diceva che una parte importante del loro

progetto è far sì che i campi da gioco siano belli.

GLI ERRORI → Mario guarda indietro e dice "di errori ne ho fatti una valanga"... la vita di

ogni sportivo (e ogni persona, direi) è costellata di errori: la nostra forza è non farci

spaventare dall'errore, andare avanti, imparare...

IL CONTINUO CAMBIAMENTO → Dice Mario "quanto sono cambiato in 35 anni di

lavoro...". Ricordate il concetto di "lifelong learning"? Si impara lungo tutta la vita, a tutte le

età... è il bello dell'imparare! È ciò che ci tiene in vita!

Noi impariamo facendo esperienza e secondo lo studioso John Dewey "we learn by doing

something". Prima si parlava solo di una trasmissione, mentre ora il punto focale è proprio il

fare

John si laurea in filosofia e si appassiona alle nuove correnti di quei tempi, il pragmatismo e

l’evoluzionismo, distaccandosi dalle filosofie “non-corporee”.

- Pragmatismo = l’azione forma il pensiero (non viceversa) e determina il cambiamento

- Evoluzionismo = basato sulle teorie di darwin, è l’ambiente modifica l’individuo (e

viceversa) in base alle reciproche interazioni

Tutto ciò, unito alla sua passione politica e all’esperienza accumulata grazie ai suoi

numerosi viaggi, fu la base per l’innovazione pedagogica per cui lo ricordiamo, basata

soprattutto sul concetto di ESPERIENZA EDUCATIVA

Educare quindi significa fare esperienze e il compito dell'educatore è:

1. Predisporre setting

2. Creare incontri con la materia con cui ha a che fare

3. Far fare e far muovere verso l'oggetto di apprendimento

4. Mettersi in ascolto e poi scegliere l'esperienza da far fare

→ punto focale è quindi fare un'esperienza

Ma l'aggettivo educativo si può usare solo quando:

● Apre ad altre esperienze e quindi scatena una catena di eventi

● Mette in moto una ricerca

● Fa nascere domande

● Apre ad un cambiamento, anche talvolta di sè

● Fa riflettere (come ad esempio si faceva con l'autobiografia)

→ quindi impariamo sulle esperienze e soprattutto sulle riflessioni delle esperienze

La parola intelligenza deriva dal latino e significa saper leggere dentro, quindi guardare la

realtà e saper cogliere cosa c’è davanti a noi; l’intelligenza è il modo in cui l’individuo si

interfaccia e impara in 9 differenti modi (nove intelligenze Gardner); nonostante questo

l’essere umano è un mix di fattori interni ed esterni che permettono a lui stesso di essere

differente da chissà altro

Ma nella pedagogia intelligenza significa riconoscere i modi con cui impariamo, quindi i

diversi modi con cui entriamo in contatto con la realtà; ognuno di noi ha una propria

intelligenza che non è però possibile settorializzare in quanto noi esseri umani siamo

complessi

→ In generale, l’intelligenza pedagogica è l’insieme delle cose che stiamo studiando in

questo corso: la capacità di ascoltare le persone, di mettersi in relazione, di predisporre un

setting, di rischiare senza aver paura di sbagliare

Innanzitutto l’intelligenza nasce e ci permette di far crescere anche attraverso l’esperienza;

uno dei primi studiosi fu Jean Piaget che ispirato dagli studi di biologia e psicoanalisi formulò

una nuova disciplina: epistemologia genetica, alla base dei suoi futuri studi sullo sviluppo

cognitivo

Possiamo poi parlare di 3 movimenti dell’intelligenza:

1. assimilazione, ovvero l’interazione con l’ambiente nei modi che conosco, in poche

parole vedo/so una cosa nell’ambiente e la utilizzo

2. accomodamento, azione che permette di modificare i miei schemi in relazione ad un

elemento a me sconosciuto nell’ambiente → situazione che si verifica dopo un

disequilibrio con la produzione di un nuovo schema corporeo

3. omeostasi o equilibrio, situazione venutasi a creare dopo l’incontro con qualcosa di

nuovo e nuovo schema

→ questo schema si ripeterà continuamente con fasi di disequilibrio e successivi

equilibri ecc ecc.

Piaget quindi formulò una serie di 4 stadi dello sviluppo cognitivo, dopo aver raccolto un

sacco di dati e risultati

● sensomotorio 0-2 anni, in cui conosciamo il mondo attraverso i sensi e il movimento,

è una fase in cui il bambino non distingue il mondo da se stesso → fase egocentrica

perché non abbiamo una distinzione tra individuo e mondo, ciò che accade fuori

accade nel e al mondo

● pre-operatorio 2-7 anni, l’essere umano inizia ad usare simboli rappresentando,

facendo finta e creando libere associazioni a livello mentale perché l’individuo fa

connessione tra cosa sta vivendo e cosa ha vissuto

● operatorio concreto 7-12 anni, prende forma il ragionamento

matematico-classificazione-logica-problem solving

● operatorio formale 12+ anni, capacità di formulare pensieri astratti, immaginare e

immedesimarsi con gli altri; per cui abbiamo un passaggio da centro del mondo a

differenziazione e presa coscienza dell’essere un vero e proprio individuo in

relazione con l’esterno e gli altri → progressività dell’intelligenza umana

→ la divisione in stadi è fluida e discontinua, per cui gli stadi si attraverso l’un l’altro e si

mischiano

Un altro importante esponente fu Howard Gardner che scrisse il libro “Formae mentis” nel

1987 in cui vennero descritte e raggruppate le 9 intelligenze

1. intrapersonale

2. interpersonale

3. visuo-spaziale

4. naturalistica

5. logico-matematica

6. esistenziale

7. musicale

8. cinestesico-corporea

9. linguistica

Successivamente nel 2007 sempre lui scrive un altro libro “le 5 chiavi per il futuro”, che va

ad identificare 5 nuove differenti intelligenze, basate su nuovi studi e nuovi cambiamenti, e

che soprattutto sono utili all’individuo per non estinguersi

- intelligenza disciplinare, la capacità di sapere approfondire e conoscere a fondo una

cosa che noi scegliamo, per poi essere disciplinati su quella cosa; evita un rischio

fortissimo ad oggi = la dispersione conoscitiva, ovvero il non imparare nulla di fronte

alla miriade di cosa che abbiamo di fronte oggi

- intelligenza sintetica, la capacità di fronte all’enormità di info moderne di creare

connessioni-sintesi unire i pezzi del puzzle mettendo a sistema; permette inoltre di

fare collegamenti e connessioni tra più aspetti

- intelligenza creativa, la capacità del problem solving, dell’accettare gli errori come

parte del processo e saper trovare una soluzione

- intelligenza rispettosa, la capacità di cogliere differenze tra gli individui e saperle

rispettare, è la modalità o state of mind/mindset di trovarsi di fronte a qualcosa che

non penso e quindi diverso pur sapendolo accettare

- intelligenza etica, la capacità di essere etici in relazione alla natura, per cui le nostre

scelte che si rifanno sul mondo esterno o sistema

La “competenza jazz” è quella dote che un educatore deve saper gestire, ovvero la dote di

saper improvvisare → il jazz è quindi quel genere musicale in cui si improvvisa, non a caso i

musicisti si ascoltano a vicenda, si supportano e si mettono al servizio delle proposte

musicali; si valorizza ciò che arriva soprattutto quello più inaspettato

Competenza significa: piena capacità di orientarsi in un determinato campo, ma in particolare In

pedagogia, è la capacità dimostrata da un soggetto di usare le conoscenze acquisite, le

specifiche abilità e le attitudini personali, di interazione sociale e di carattere metodologico per

svolgere in modo autonomo e con senso di responsabilità determinate attività, spec. di studio o

di lavoro

Possiamo anche citare delle competenze di cittadinanza, ovvero dei punti che il Parlamento e la

Commissione europea si è posta come oggetto necessario a ogni cittadino per poter vivere nella

società; per cui solo nel 2018 si è venuti a conclusione con la redazione di un documento in cui

sono esplicitate le 8 capacità che ognuno deve possedere e che i dispositivi educativi devono

avere come obiettivo: si concretizza nella piena capacità di comunicare,

1. competenza alfabetica funzionale,

sia in forma orale che scritta, nella propria lingua, adattando il proprio registro ai

contesti e alle situazioni; fanno parte di questa competenza anche il pensiero critico

e la capacità di valutazione della realtà

Il contrario si riscontra con l’analfabetismo funzionale, ovve

Dettagli
Publisher
A.A. 2022-2023
24 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PED/01 Pedagogia generale e sociale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher maria.pirola di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Pedagogia generale e applicata alle scienze motorie e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano o del prof Maccioni Fabio.