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PRINCIPALI DIFFERENZE TRA TUMORI BENIGNI E MALIGNI

I tumori prevedono una riproduzione incontrollata delle cellule che smettono di rispondere ai normali meccanismi fisiologici. Una crescita cellulare alterata ma ancora lenta, l'attività mitotica è bassa, le cellule sono ancora differenziate, in genere sono capsulati, hanno una bassa invasività e non sono metastatizzanti, raramente sono fatali. I tumori maligni invece hanno capacità invasiva, sono metastatizzanti, crescono rapidamente, le cellule sono poco e per niente differenziate, in genere privi di capsula e spesso sono fatali.

DIFFUSIONE METASTATICA: CARATTERISTICHE E MECCANISMI

La diffusione metastatica è il distacco del tumore primario che migra attraverso la membrana extracellulare e può colonizzare nuovi tessuti diffondendosi tramite il circolo sanguigno, il circolo linfatico e la via trans-celomatica. Dal punto di vista molecolare la metastasizzazione

è dovuta a una diminuita espressione dellecaderine E che provocano una riduzione dell’adesione tra le cellule, inoltre le cellule tumoraliesprimono un recettore che si lega alla laminina, cioè una proteina della membrana basale, questomedia l’invasione della membrana cellulare da parte delle celluleè un meccanismo importante chetumorali. Poi inizia la proteolisi della matrice stessa che permette il movimento delle celluletumorali attraverso la membrana.

40. MECCANISMO DI ATTIVAZIONE DEGLI ONCOGENI.

L’attivazione di un proto-oncogene ad oncogene è determinata da mutazioni che alterano ilgenoma. Alcune mutazioni possono provocare un’alterazione dell’attività del gene: mutazionipuntiformi, delezioni, traslocazioni. Altre invece un aumento dell’espressione dell’oncogene:traslocazione del gene sotto il controllo di un promotore più potente, inserzione di un RNA viruslento in prossimità del gene che

finisce sotto il controllo del promotore virale, amplificazionegenica, generi di mutazioni che aumentano l'espressione dell'oncogene. Un esempio di mutazione puntiforme è fornito dalla famiglia Ras, cioè 3 proteine G ad attività GTPasica (K-ras, H-ras, N-ras). Queste proteine legano la porzione citoplasma di molti recettori e trasmettono segnali di attivazione GTP-dipendenti. Posseggono attività GTPasica che regola negativamente il segnale. In seguito a mutazione Ras perde la sua attività GTPasica e il recettore è sempre attivo, quindi la trasmissione del segnale è continua. 41. MARCATORI TUMORALI: COSA SONO E COME VENGONO UTILIZZATI PER DIAGNOSTICARE I TUMORI. I marcatori tumorali sono sostanze prodotte dal tumore o dall'organismo in risposta alla presenza di un tumore (proteine, ormoni, enzimi ecc) che fungono da indicatori della presenza di un processo neoplastico in corso. Molti marcatori sono presenti anche in altre

patologie nonneoplastiche, per questo i markers tumorali non possono essere utilizzati come criteri diagnostici, ma sono utili per supportare un diagnosi. I marcatori misurabili nei liquidi biologici sono i marcatori sierici o circolanti e si differenziano dai marcatori tissutali o cellulari che invece vengono studiati grazie al prelievo di un campione di tessuto. L'impiego clinico prevede il dosaggio dei marcatori con metodi immunometrici che si servono di anticorpi monoclonali, che quindi riconoscono in modo specifico un dato marcatore. Il dosaggio prevede che gli anticorpi monoclonali nel sangue riconoscano il marcatore e la quantità di marcatore viene rilevata attraverso un tracciante. Il tracciante risulta legato agli anticorpi e a seconda del tracciante usato la sua quantità può essere rilevata tramite test specifici.

I marcatori più usati:

  • AFP: marcatore utilizzato per diagnosticare tumori localizzati nel fegato.
  • CEA: associato ai tumori del tratto intestinale,

In genere si usa per fare una diagnosi di controllo a intervento chirurgico avvenuto. E' elevato nei fumatori e in patologie come la cirrosi e la colite ulcerosa.

CA 125: specifico per i tumori ovarici.

CA 19-9: associato a cancro gastro-intestinale. Può rappresentare anche infiammazioni croniche di fegato, pancreas, intestino.

CA 15-3: neoplasia della mammella in stato avanzato.

TPA: tumore dello stomaco, del polmone, del colon-retto e del pancreas.

PSA: fisiologicamente presente nel liquido seminale quantità elevate suggeriscono tumori benigni o in caso di quantità molto elevate potrebbero indicare neoplasia.

HGC: presente in gravidanza ma anche indice di tumore al testicolo e all'ovaio.

43. AMPLIFICAZIONE E TRASLOCAZIONE GENICA NELLA PATOLOGIA TUMORALE.

L'amplificazione genica è l'aumentata espressione delle copie di un proto-oncogene che determinano un aumento delle proteine sintetizzate. Ci sono più processi che determinano questo tipo

di mutazione è la presenza di copie multiple di uno stesso gene, inserzione di un promotore più forte. Per esempio l'amplificazione di c-myc provoca leucemia e cancro al polmone, n-myc neuroblastoma e retinoblastoma, c-erbB carcinoma epidermoidale, k-ras carcinoma al colon e carcinoma adrenocorticale. È lo spostamento di un gene su un altro cromosoma variando l'espressione. La traslocazione qualitativa o quantitativa dell'oncogene rispetto a una situazione normale. Per esempio può avvenire lo spostamento di un gene dalla sua posizione a una nuova posizione sotto il controllo di un promotore più potente che causa quindi un aumento della sua espressione. Per esempio la traslocazione t(8,14) del gene myc provoca un aumento dell'espressione di questo gene perché risulta sotto il controllo del promotore attivato delle IgG nei linfociti B. Questa traslocazione provoca il linfoma di Burkitt. Un caso di traslocazione genica che ha come conseguenzalesione aterosclerotica è provocata da un danno endoteliale che si può aggravare originando la stria lipidica (lesione precoce) che si può ulteriormente aggravare in placca fibrosa che si può evolvere in lesione complicata. Le cause possono essere di tipo meccanico (desquamazione dell'intima) o di tipo funzionale (aumento permeabilità, aumento adesione leucocitaria). PATOLOGIE DI DIVERSI ORGANI E APPARATI. 44. MECCANISMO DI FORMAZIONE DELLA LESIONE ATEROSCLEROTICA. La lesione aterosclerotica colpisce soprattutto le grosse arterie dove il movimento del sangue è più vorticoso.stria lipidica inizia con l'accumulo di lipoproteine (soprattutto LDL) nella tonacaintima dei vasi. Le LDL si ossidano e si legano molto più facilmente ai recettori "scavenger" suimacrofagi inducendo la formazione di cellule schiumose. Inoltre le LDL ossidate sono pro-infiammatorie, cioè richiamano i monociti, che aderiscono all'epitelio e nel sottoendotelio diventanomolecole schiumose, facilitano l'espressione delle molecole di adesione dei leucociti (VCAM1 eICAM1), sono chemiotattiche e costituiscono uno stimolo per la secrezione di fattori di crescita. Lecellule endoteliali attivate aumentano l'espressione delle molecole di adesione per i linfociti masoprattutto per i monociti che liberano fatto di richiamo per le cellule muscolari lisce della tonacamedia. La stria lipidica si può trasformare in placca fibrosa in seguito alla migrazione delle cellulemuscolari lisce dalla tonaca media alla tonaca intima e alla loro

moltiplicazione e trasformazione incellule schiumose rendendole capaci di produrre matrice extracellulare fibrosa (collagene, elastina,proteoglicani). Le placche risultano costituite da una capsula fibrosa con una zona centralecostituita da lipidi.

45. FATTORI DI RISCHIO CHE PORTANO ALL'ATEROSCLEROSI.Tra i fattori di rischio non modificabili si possono elencare: età (la formazione della placca richiede diversi anni), sesso (grazie agli estrogeni prima della menopausa le donne sono più protette, infatti l'incidenza è minore, ma si eguaglia dopo la menopausa), storia famigliare e difetti genetici (per esempio iperlipidemia genetica). I fattori di rischio controllabili sono invece l'iperlipidemia, l'ipertensione, il fumo (formazione di radicali liberi e composti ossidanti che danneggiano la parete) e il diabete. Altri fattori secondari sono obesità, inattività fisica, alcol, stress, infezioni, contraccettivi orali, carenza di estrogeni.

post-menopausa. L'iperlipidemia è uno dei fattori di maggior rischio per l'aterosclerosi, infatti nelle placche c'è unagrande quantità di colesterolo quindi una colesterolemia alta ne favorisce l'accumulo. L'iperlipidemia può essere causata da difetti genetici nel metabolismo delle lipoproteine (ipercolesterolemia familiare) o da difetti genetici o acquisiti che causano ipercolesterolemia (diabete, ipotiroidismo). L'iperlipoproteinemia può essere causata da un disturbo metabolico che provoca un aumentata sintesi o una ridotta degradazione delle lipoproteine (LDL, IDL, VLDL) ed è la concausa di molte patologie oltre all'aterosclerosi. Provoca anche sintomi secondari come xantomi cutanei, epatomegalia, splenomegalia.

46. COMPLICANZE A CUI VA INCONTRO UNA PLACCA. Le complicanze a cui può portare una placca sono la riduzione del flusso ematico, la formazione di un trombo e la formazione di un aneurisma. Se la

placca, che rende la lesione ancora più rigida e fragile. La calcificazione può portare alla formazione di microcalcificazioni, che sono piccoli depositi di calcio all'interno della placca. Questi depositi possono causare ulteriori danni alle pareti dei vasi sanguigni e aumentare il rischio di rottura della placca. È importante sottolineare che la formazione e la rottura delle placche sono processi complessi e multifattoriali. Sono influenzati da diversi fattori, tra cui l'età, il sesso, la presenza di malattie come l'ipertensione e il diabete, nonché lo stile di vita, come la dieta e l'attività fisica. In conclusione, la rottura della placca è un evento critico che può portare a gravi conseguenze, come l'occlusione dei vasi sanguigni e l'insorgenza di eventi cardiovascolari come l'infarto miocardico e l'ictus. È quindi fondamentale adottare uno stile di vita sano e monitorare regolarmente la propria salute cardiovascolare per prevenire o gestire efficacemente la formazione e la rottura delle placche.placca ad opera dei periciti che depositano idrossiapatite. L'aneurisma è
Dettagli
A.A. 2023-2024
33 pagine
SSD Scienze mediche MED/04 Patologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher HimejimaKaito95 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Patologia generale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano o del prof Taramelli Donatella.