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1. RISPOSTA INFIAMMATORIA ACUTA: DESCRIVETE LA FASE VASCOLARE E LA FORMAZIONE DELL’EDEMA L’INFIAMMAZIONE è una reazione tessutale innata ad un agente lesivo, in particolare è una reazione della microcircolazione caratterizzata da un movimento di fluidi e di leucociti dal sangue ai tessuti extra-vascolare, allo scopo di circoscrivere e riparare i danni fisici o eliminare gli agenti patogeni. Questo processo ha un ruolo fondamentale di difesa contro i traumi, le ustioni, i danni ischemici e infezioni virali, batteriche o fungine. Il processo di infiammazione acuta consiste in una fase vascolare, data da vasodilatazione con iperemia seguita dalla formazione dell’edema. Gli sfinteri precapillari e la muscolatura liscia di venule e arterie si rilasciano e determinano un maggiore afflusso di sangue nel tessuto infiammato causando il rossore. Questo processo di vasodilatazione avviene utilizzando come mediatore l’ossido di azoto NO: in particolare i mastociti, risentendo di cambiamenti ambientali, de-granulano e rilasciano l’istamina, che agisce sui recettori H1 localizzati a livello della muscolatura liscia e deII’endoteIio e in questo modo la cellula endoteliale reagisce portando alla produzione di OSSIDO NITRICO (NO). La produzione di ossido di azoto avviene ad opera di enzimi detti eNOS. L’endotelio bersagliato produce NO e questo gas diffonde e induce nelle cellule della muscolatura liscia sottostante un aumento dei livelli intra-cellulari di cGMP, causando quindi il rilassamento della muscolatura liscia del vaso. L’NO può essere prodotto anche da parte dei macrofagi localizzati nell’interstizio extra-vasale attraverso l’enzima INOS, determinando la formazione, per reazione con l’anione superossido, di perossi-nitriti che esercitano un effetto tossico sui microorganismi. Inoltre, l’istamina permette di far contrarre singolarmente le cellule endoteliali, facendo sì che le giunzioni cellula-cellula diventino più lasse e più permeabili. La fase vascolare successiva è la formazione dell’edema, cioè il gonfiore, dovuto al liquido e alle cellule che fuoriescono dal Ietto vasale ai tessuti, a causa dell’aumento della pressione idrostatica e dell’aumento della permeabilità. In condizioni normali, la pressione idrostatica esercitata dal sangue sulla parete dei vasi a livello delle arteriole, supera la pressione colloido-osmotica presente nell’ambiente interstiziale e facilita la fuoriuscita di nutrienti dal sangue ai tessuti, a livello capillare le due forze si equivalgono, mentre a livello delle venule, di solito, prevale la forza colloido-osmotica, che permette il recupero dei materiali tossici e di rifiuto dai tessuti verso il sangue. In condizioni di infiammazione, la vasodilatazione fa sì che in tutti e tre i livelli predomini sempre la forza idrostatica, che spinge il liquido verso l’esterno. Prima fuoriesce l’acqua, causando il gonfiore tipico, ma se Io stimolo persiste, oltre ai liquidi iniziano a fuoriu
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A.A. 2022-2023
84 pagine
SSD Scienze mediche MED/04 Patologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher ariannapavi22 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Medicina e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano o del prof Taramelli Donatella.