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EPATOPATIA STEROIDEA
È una degenerazione vacuolare che colpisce il fegato del cane indotta dai glucocorticoidi. Per
ipercorticalismo endogeno (eccesso di sintesi endogena di glucocorticoidi, sindrome di Cushing) o
iatrogeno (somministrazione prolungata di elevate dosi di glucocorticoidi).
Nell’esame istologico: cellule vuote per degenerazione lipidica e cellule palloniformi o diafani con un
diametro 20 volte maggiore del normale, con vacuoli contenenti glicogeno. Colorazione PAS.
Si associa ad una marcata epatomegalia e colorito pallido.
Degenerazioni da accumulo di glucidi
Glicogenosi ereditarie:
• Tipo I: malattia di von Gierke. Fegato e rene, difetto di glucosio-6-fosfatasi.
• Tipo II: malattia di Pompe. Può coinvolgere il sistema nervoso, difetto della 1,4 glucosidasi.
• Tipo III: malattia di Cori. Difetto amilo-1,6-glucosidasi. Una forma analoga, ereditaria, nel pastore
tedesco, accumulo di glucidi in epatociti, cellule muscolari, neuroni e cellule gliali.
La mannosidosi è una glicogenosi ereditaria nel bovino. Carenza ereditaria dell’enzima lisosomiale alfa-
mannosidasi. Comporta l’atassia, tremori, aggressività e morte entro il primo anno di vita. 30
Patologia generale – Romanucci Accumulo di proteine
Le cellule epiteliali vanno incontro a degenerazione per accumulo di materiale proteico. Nella degenerazione
vacuolare: componente mista di acqua e proteine (in particolare albumine). Qui invece difetti del
metabolismo.
Non confondere con processi omonimi che riguardano i tessuti connettivi, come le ialinosi (glomerulo renale,
in corso di diabete), è processo regressivo della sostanza intercellulare.
Degenerazione/rigonfiamento mucoide: in alcuni organi o tessuti con caratteristiche molli (cuore)→
endocardiosi: processo regressivo delle valvole, cani anziani, trasformazione del connettivo.
La degenerazione è collegata alle cellule.
La degenerazione ialina colpisce l’epitelio (tubulare renale), mentre ialinosi e degenerazione/rigonfiamento
mucoide al connettivo.
Tubulo-necrosi per degenerazione ialina: gocce ialine (per colorazione debolmente eosinofilica, forme
amorfe, compatte, omogenee) nel citoplasma del sistema tubolare del rene: ialinosi tubulare (non troppo
corretto).
Compaiono degli stampi o cilindri intra-tubulari nelle urine, dei coaguli proteici nel lume tubolare, proteine
non riassorbite dall’epitelio tubolare per difetto di filtrazione del glomerulo e conseguente sovraccarico dei
tubuli, in particolare il prossimale. Non per forza a morte. Cellule espressione di una proteinuria o
albuminiuria, che danno degenerazione ialina a causa di un passaggio anomalo di albumine.
Degenerazioni anormali, come quando passano frazioni anticorpali anomale in corso di neoplasie che
colpiscono le plasmacellule. Negli animali colpiti da plasmocitoma o mieloma multiplo si possono trovare nel
plasma frazioni anomale di immunoglobuline, prodotte in maniera anomala da plasmacellule neoplastiche,
che, possono passare attraverso il glomerulo. Non tutte le proteinurie sono albuminurie.
Nel fegato, malattie epatiche croniche, c’è un accumulo enorme di proteine nel citoplasma degli epatociti,
compaiono corpiccioli, chiamati o corpi di Councilman o di Mallory. Epatociti sempre colorati come le gocce
ialine.
All’interno delle plasmacellule di grandi dimensioni possono esserci corpi enormi, chiamati cellule di Russel
(corpi ialini nel citoplasma), in caso di forte infiammazione.
Degenerazione, che potrebbe essere inclusa in una formazione di metaplasia ghiandolare (epitelio non
ghiandolare in un tessuto ghiandolare) in seguito a stimoli cronici, come nell’apparato respiratorio in cui c’è
la secrezione di mucine dove non dovrebbero, soprattutto in un momento di flogosi catarrale cronica, può
avvenire anche nel ghiandolare gastroenterico. Quindi cellule non secernenti acquistano la capacità di
secernere a causa dello stimolo catarrale cronico ricevuto.
ESEMPIO: enterite mucoide nel coniglio, per forti flogosi croniche o mangimi sbagliati: alta secrezione di
muco, c’è un adattamento delle cellule all’alto stress cronico.
Accumulo di lipidi
Anche in sedi extraepatiche: accumulo in cellule dove normalmente questi lipidi dovrebbero essere.
Ritroviamo: lipomatosi o anche adiposità→ aumento del numero delle cellule adipose in sedi sottocutanee
o peri-viscerali. →
Tessuto adiposo al posto del tessuto muscolare distrofia muscolare lipotmatosa.
Le lipidosi degenerative: abnorme accumulo di lipidi, vengono classificate:
• Steatosi: lipidosi da grassi neutri. 31
Patologia generale – Romanucci
• Xantomtosi: accumuli localizzati di lipidi come colesterolo (aterosclerosi) o anche sistemici.
• Sfingolipidosi: forme di malattie da accumulo al SN, come le lipodistrofie cerebrospinali.
Per malfunzionamento lisosomiale: tesaurosi lipidiche, paralisi di sistemi enzimatici lisosomiali, quindi
carenze a base ereditaria. Queste malattie si manifestano con difetti del sistema nervoso.
La steatosi, maggior frequenza, lipidosi da grassi neutri→degenerazione grassa propriamente detta.
Quando il fegato non riesce a metabolizzare alcuni elementi, che poi vengono accumulati.
La patogenesi della steatosi epatica è la forma che più riconosce vari meccanismi patogenetici.
Il termine steatosi è utilizzato in maniera indifferente con lipidosi.
La steatosi è l’accumulo di grassi neutri, ovvero trigliceridi, che si accumulano in cellule che normalmente li
metabolizzerebbero. Nel fegato è più frequente, diviene complicata la sintesi di lipoproteine.
In sede extraepatica (rene, miocardio, muscolo scheletrico)c’è un difetto di catabolismo dei lipidi. La
patogenesi è più complicata in sede intraepatica.
La steatosi è la più evidente tra le degenerazioni. Le cellule che sono prive di qualsiasi contenuto, perché nel
citoplasma sono presenti dei vacuoli. Al microscopio ottico se si usano solventi (paraffina), che sciolgono i
grassi, la parte lipidica viene a mancare, lasciando fuori solo i vacuoli.
Evidenziare con colorazioni istochimiche speciali (Sudan III, Sudan nero, Rosso scarlatto e Oil red 0), su tessuti
che non sono fissati con formalina/paraffina, ma congelati rapidamente e tagliati al criostato. Il
congelamento rapido, preserva il tessuto e evidenzia i lipidi (non si usa per la steatosi,
poiché questa è particolarmente evidente).
Steatosi macrovacuolare, una grande goccia unica (gocce piccole che tendono a fondersi), o tante piccole
gocce. Gli epatociti assomigliano agli adipociti, con il nucleo sposato in periferia. Si possono avere vari aspetti
istologici.
L’aspetto macroscopico: organo aumentato di volume, perde molta più consistenza. Il fegato acquista una
tonalità giallastra ed è untuoso al tatto, facilmente lacerabile.
Possono essere una doppia patogenesi: blocco della sintesi delle lipoproteine o aumento dell’introduzione
o sintesi di trigliceridi.
Le cause possono essere multiple. Vediamo la componente tossica: o una lesione primitiva degli epatociti,
che non riescono più a far fronte dell’attività biosintetica (cause tossiche, ipossiche e carenziali) o anche un
eccesso di apporto lipidico (diete iperlipidiche, fattori ormonali).
Steatosi tossica epatica: sostanze che bloccano in qualche punto la conversione dei trigliceridi in
lipoproteine.
Steatosi ipossica: diminuita disponibilità di ossigeno negli epatociti comporta un difetto di ossidazione degli
acidi grassi, per difetti circolatori nel fegato (ischemia o stasi passiva cronica del fegato) o anemie gravi
protratte, malattie emolitiche, insufficienza cardiaca destra.
Steatosi dietetica. Causata da:
• assunzione di troppi lipidi (iperlipemie lipidiche);
• diete con pochi fattori lipotropi, aiutano per smaltimento lipidico, come colina e metionina);
• diete carenti di acidi grassi insaturi o da diete carenti di vitamine (B12, E, B5, H). 32
Patologia generale – Romanucci
Steatosi ormonali: le catecolammine e il cortisone (o cortisolo) di sintesi hanno un ruolo importante nella
degenerazione epatica. I cortisonici per lungo periodo (nel cane): effetto di degenerazione grassa (steatosi),
attivano l’adenilato ciclasi, aumentando AMPc e l’azione delle lipasi, quindi aumento di liberazione degli
acidi grassi. Anche per le catecolammine (effetto fugace). L’ACTH (ormone adrenocorticotropo, sindrome di
Cushing nel cane), grosse degenerazioni epatiche steroidee e la tiroxina, hanno un effetto indiretto, mediato
dalle catecolammine. Es: ipertiroidismo cronico (aumento di ormoni teroidee). L’effetto diretto è
rappresentato invece dal cortisone.
La steatosi epatica è frequente in animali che soffrono di diabete mellito,per problemi di sintesi di insulina e
quindi aumento di scissione di lipidi di deposito.
Fegato steatosico la malattia concentrata nella parte periferica del lobulo, epatociti che per primi ricevono
il sangue iperlipemico, quindi aspetto steatosico.
Le steatosi ipossiche, invece, tendono ad essere centrolobulari, ossia le zone meno ossigenate del lobulo
(condizione intrinseca di ipossia).
Quando la steatosi è di carattere tossico, si possono ritrovare segni sparsi per tutto il lobulo.
Epatopatie croniche: mix di degenerazioni. Abbiamo cellule con rigonfiamento torbido, altre con dei
vacuolini che non sono proprio vuoti, altre che sono invece steatosiche macrovacuolari.
Steatosi extraepatica. Nelle sedi extraepatica solo catabolismo degli acidi grassi: mitocondri non
catabolizzano i lipidi, quindi accumulo di trigliceridi. Danno o ipossico o tossico). Gli organi più colpiti: rene,
miocardio o muscolo scheletrico. NECROSI
La necrosi, detta morte cellulare intravitale, per stato grave irreversibile o punto di non ritorno di una
degenerazione, con stati gravi sui mitocondri e membrane cellulari.
Si parla di morte cellulare accidentale, diversa da autolisi post mortale: degradazione delle strutture
protoplasmatiche in seguito all’arresto delle funzioni cellulari che avviene con la morte dell’intero
organismo).
La necrosi può conseguire a tante cause, tra cui ritroviamo:
• Cause fisiche;
• Cause chimiche;
• Agenti infettivi;
• Reazione immunologiche o immunopatologiche: reazione aberrante del sistema immunitario,
responsabile di processi infiammatori e poi a necrosi;
• Ipossia o ischemia;
• Carenze nutrizionali.
I meccanismi patogenetici sono equivalenti a tutti quelli detti precedentemente, solo nella loro forma
irreversibile: danno diretto alle membrane (radicali) o indiretto (ridotta sintesi di ATP), alterazioni delle
pompe sodio potassio, dei canali per il calcio o a livello lisosomiale o mitocondriale.
I radicali sono le principali cause del danno cellulare, anche grave o sub letale (danno al DNA). 33
Patologia generale – Romanucci
Anche la perdita dell’omeostasi de