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RECIDIVA
La recidiva è la ricomparsa di un tumore dopo un periodo in cui sembrava
essere stato completamente eliminato o controllato. Può verificarsi dopo mesi
o anni dalla fine del trattamento e rappresenta una delle principali sfide nella
cura dei tumori maligni.
Tipo di recidiva Descrizione
Locale Il tumore ricompare nella stessa sede di origine
Regionale Si manifesta nei linfonodi o nei tessuti vicini
A distanza (metastatica) Il tumore ricompare in organi lontani (es. fegato, polmoni, ossa)
Le recidive sono quasi sempre legate a cellule tumorali residue che non sono
state eliminate del tutto:
1. Cellule tumorali residue possono sfuggire alla chirurgia, radioterapia
2. Cellule dormienti rimangono inattive per lunghi periodi e si riattivano
successivamente
3. Selezione clonale la terapia elimina le cellule sensibili, ma
sopravvivono quelle resistenti, che danno origine a una recidiva
4. Microambiente favorevole alcuni siti corporei possono proteggere le
cellule tumorali dalla terapia
Il tumore maligno per crescere ha necessità di sviluppare intorno a sé nuovi
vasi, con lo scopo di portare nutrienti per la crescita del tumore.
L’angiogenesi tumorale è il processo attraverso cui si formano nuovi vasi
sanguigni a partire da quelli già esistenti. Nel tumore, l’angiogenesi viene
attivata artificialmente dalle cellule tumorali per sopravvivere e proliferare
oltre una certa dimensione.
Il tumore, in condizioni di ipossia (poca disponibilità di ossigeno), produce
fattori che stimolano la formazione di vasi:
Fattore Funzione
Stimola la crescita di cellule endoteliali dei
VEGF (Vascular Endothelial Growth Factor) vasi sanguigni
Favorisce proliferazione e migrazione delle
FGF (Fibroblast Growth Factor) cellule vascolari
PDGF, TGF-β, ecc. Coinvolti nel rimodellamento vascolare
STRATEGIE TERAPEUTICHE
Si utilizzano per tale motivo delle terapie che hanno come bersaglio le
cellule endoteliali (necessarie per la produzione dei vasi). Queste terapie si
concentrano sul blocco dell’angiogenesi tumorale, impedendo al tumore di
“nutrirsi” e crescere oltre una certa dimensione.
Le principali strategie terapeutiche includono:
1. Anticorpi monoclonali contro VEGF
Questi farmaci si legano al fattore di crescita dell'endotelio vascolare
(VEGF), impedendo la sua interazione con i recettori sulle cellule
endoteliali, bloccando così la stimolazione della formazione di nuovi
vasi sanguigni.
2. Inibitori dei recettori tirosin-chinasici (TKI)
Questi farmaci interferiscono con i recettori VEGF sulle cellule
endoteliali, inibendo la trasduzione del segnale che promuove la
proliferazione e la migrazione cellulare necessarie per la formazione dei
vasi.
3. Trappole di VEGF
Proteine di fusione che sequestrano il VEGF, impedendogli di legarsi ai
suoi recettori e inibendo così l'angiogenesi.
La reazione fibroblastica cerca di contenere la crescita cellulare costituendo
un ostacolo meccanico comprimendo le cellule dei vasi. Essa è la risposta del
tessuto connettivo a un danno, infiammazione o presenza di un tumore.
I fibroblasti (cellule del tessuto connettivo) si attivano, proliferano e
producono fibra collagene e altre componenti della matrice extracellulare.
Serve a riparare e ricostruire la struttura tessutale.
Funzioni principali
Funzione Descrizione
Riparazione Sostituzione del tessuto danneggiato
Fornire un’impalcatura per la rigenerazione
Supporto strutturale
Barriera difensiva Limitare la diffusione di agenti patogeni o cellule tumorali
Se il tumore non riceve nuovi vasi e nutrimento, le cellule nella porzione
centrale del tumore vanno incontro a morte. Poiché quando un tumore non
riesce a sviluppare nuovi vasi sanguigni, la sua crescita è limitata. Le cellule
situate nella parte centrale della massa tumorale, infatti, si trovano troppo
lontane dai vasi sanguigni esistenti e quindi non ricevono abbastanza
ossigeno e nutrienti.