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AUTOIMMUNITA’:
Un soggetto con malattia autoimmune ha un S.I. che si “imbroglia”, si confonde e aggredisce le sue stesse strutture, per
cui il soggetto sarà costretto cronicamente ad assumere farmaci antinfiammatori da una parte e immunosoppressori
dall’altra. Il sistema immunitario dovrebbe aggredire il non-self, mentre nelle malattie autoimmuni aggredisce anche il
self. Queste patologie sono prevalentemente femminili.
FUNZIONI DEL SISTEMA IMMUNITARIO:
Ci difende dagli organismi patogeni, cioè organismi che causano malattia, ad esempio:
Patogeni opportunisti: microrganismi che normalmente non danno problemi, ma diventano patogeni in condizioni
particolari, di immunodeficienza (laddove le difese immunitarie sono compromesse). Ad esempio, Escherichia Coli,
batterio commensale della nostra flora batterica saprofita, con cui noi conviviamo pacificamente fin quando sta
nell’intestino, è di grande utilità, però può spostarsi e quando colonizza distretti non idonei dà cistiti, infiammazioni
vescicali molto dolorose e spesso ricorrenti soprattutto tra giovani donne.
Batteri intestinali che colonizzano il sangue: condizione definita setticemia o sepsi, ad esempio in caso di rottura di
diverticoli intestinali (sfiancamento della parete intestinale, dove si accumulano feci, invece di transitare
liberamente) e, rompendosi, può liberare una gran quantità di organismi nel peritoneo che normalmente sono
benefici fin quando stanno nel diverticolo.
Prima di scomodare il sistema immunitario, noi utilizziamo una serie di difese anatomiche che sono la cute e le mucose,
che costituiscono una prima barriera all’ingresso dei patogeni. Noi non ci accorgiamo che le nostre barriere stanno
lavorando, quando ci viene una malattia infettiva significa che queste barriere non sono state efficaci. Sono proprio la
cute e le mucose queste barriere e, in particolare, gli epiteli della cute e delle mucose, perché, in realtà, la cute e le
mucose sono le vie di accesso dei batteri.
BARRIERE MECCANICHE:
Cute e mucose rappresentano una prima forma di difesa, ma anche la via di accesso, sono il nostro contorno esterno e
interno, la linea di demarcazione rispetto all’ambiente. Siccome i patogeni vengono dall’ambiente, queste sono le
possibili vie di accesso. Gli epiteli di cute e mucose sono barriere meccaniche e biologiche contro le infezioni. Gli epiteli
mucosali sono di gran lunga più vulnerabili della cute, per motivi istologici.
Il primo tipo di barriera è di tipo meccanico: le cellule epiteliali della cute sono strettamente congiunte le une con le altre
mediante tight junction, occlusioni strette, che non lasciano passare nulla e, in più, sono cheratinizzati, cioè ricoperti da
uno strato che è la cheratina. La pelle secca è cheratina che se ne va, in realtà, quando ci spelliamo vanno via anche le
cellule superficiali, ma noi abbiamo in profondità uno strato, un compartimento staminale che rigenera continuamente
quelli sovrastanti. Al contrario, le mucose sono monostratificate e non così congiunte e nemmeno cheratinizzate (che fa
da isolante). Sulla cute, c'è flusso continuo di aria e di fluido sulla superficie epiteliale dato dal nostro spostarci e dal
sebo e dal sudore che contribuiscono ad a allontanare i patogeni. Nell’epitelio mucosale, il corrispondente è il muco che
normalmente si trova nei bronchi, nel canale gastrointestinale e vaginale, che viene rimosso, in alcuni distretti tramite
apposite cellule cigliate, altrimenti tramite feci o colpi di tosse; scoraggia l’attecchimento dei batteri, ne facilita la
rimozione e, in caso di infiammazione, il muco può diventare catarro.
BARRIERE CHIMICHE:
Sono sostanze presenti in secrezioni particolari, come lacrime, saliva, sudore…
Acidi grassi: cute
Enzimi: nella saliva, come lisozima che degrada il peptidoglicano dei batteri e pepsina, enzima digestivo.
pH acido: nello stomaco e nella vagina, sfavorisce l’attecchimento dei batteri, fatta eccezione di uno particolarmente
fetente che si chiama Elicobacter Pilori che riesce a sopravvivere anche in questo ambiente molto ostile, creando
nicchie in cui sopravvive, è responsabile di gastriti e difficile da eradicare. In menopausa, il pH vaginale (di solito
<7) tende a basificare. Non usare detergenti intimi neutri (soprattutto per le giovani donne), perché potrebbero
abbassare il pH.
Peptidi antibatterici: pepsina, prodotta dalle cellule dell’intestino tenue
Difese biologiche o microbiologiche: flora saprofita commensale che colonizza tutto il nostro intestino, soprattutto il
colon. In un individuo che pesa 60 kg, l’ammontare di tutta questa quantità ammonta circa a qualche kg di batteri.
Aiutano la sintesi vitamina K. Sono utili, perché c’è una competizione tra flora saprofita e patogeni, sia per i siti di
attacco che per il nutrimento. Inoltre, E.Coli produce colicine, sostanze antibatteriche per ceppi diversi da quelli che
noi abbiamo.
Quando tutto questo non basta, entra in azione il S.I che è peculiare, perché:
1. È dato da cellule che si spostano tra i distretti
2. Le cellule del S.I. si modificano. Mentre un epatocita (cellula del fegato) è sempre lo stesso, che noi siamo digiuni o
meno, le cellule immunitarie si modificano continuamente, lo apprezziamo dal punto di vista citologico e funzionale.
Quando si modificano? Quando incontrano un patogeno, si attivano. La parola “attivazione” include un
cambiamento morfologico, un suo spostamento e un’interazione con altri tipi cellulari, un sistema estremamente
dinamico. Le cellule del S.I. si trovano soprattutto nel sangue: leucociti. Si trovano anche nella cute, linfociti isolati
e le cellule di Langherans, poi nel tessuto connettivo ricchissimo di mastociti e macrofagi, le cellule di Kapfer (nel
fegato sono cellule macrofagi), anche le cellule della glia sono cellule fagocitarie e le cellule della milza. E poi,
dulcis in fundo, ci sono tessuti e organi linfoidi specializzati, linfociti e cellule APC.
SANGUE:
La formula leucocitaria va a vedere come sono distribuite le varie cellule del sangue. Leucocita è una parola che vuol
dire globulo bianco, per distinguerlo dai globuli rossi che si chiamano anche eritrociti che sono la stragrande
maggioranza delle nostre cellule del sangue.
6 3
Globuli rossi: circa 5x10 /mm , cinque milioni per millimetro cubo, in una micro goccia di ago.
3 3
Leucociti: 4-10x10 /mm , mille volte meno, tre ordini di grandezza meno.
Se noi centrifughiamo, vediamo i globuli rossi o eritrociti in basso (rappresentano la componente più pesante), poi una
striscia gialla data dal plasma (acqua e proteine) e poi i leucociti. I polimorfonucleati o leucociti neutrofili sono i più
abbondanti, circa il 60-70%, e costituiscono, insieme ai monociti, che sono invece pochi, i nostri fagociti che, quando
entrano nei tessuti, diventano macrofagi. I linfociti sono visibili in esame del sangue generico, sono distinguibili in B e T
(piccoli) e NK (grandi).
Da dove originano i linfociti, o meglio, tutte le cellule del sangue?
Tutte le cellule del sangue originano dal midollo emopoietico (che produce sangue), che si trova nelle nostre ossa, lunghe
e piatte, ossa del cranio, vertebre, femore, bacino… Dentro queste ossa, c’è un tessuto che produce giornalmente grandi
quantità di cellule. Si originano a partire da cellule staminali emopoietiche pluripotenti, cioè totalmente indifferenziate
che, in quanto tali, possono prendere strade differenziate diverse, dalle quali origineranno cellule un po’ più
specializzate, che avranno già qualche idea di quello che faranno in futuroi. Originano dai cosiddetti progenitori: il
progenitore linfoide comune (che darà origine ai linfociti B e T) e il mieloide (che darà origine a due altri progenitori, da
una parte al progenitore dei granulociti macrofagi, cioè granulociti neutrofili, eosinofili e monociti e poi al progenitore
del megacariocita per le piastrine e al progenitore dell’eritroblasto per gli eritrociti maturi) .
Linfoide: progenitore di linfociti B e T
Mieloide comune:
progenitore di granulociti macrofagi → granulociti neutrofili, eosinofili e monociti
progenitore di megacariociti/eritroblasto:
dal megacariocita → piastrine
dall’eritroblasto → eritrocita maturo
Quando il processo di maturazione di queste cellule sarà concluso, allora queste cellule saranno immesse nel sangue.
TESSUTI E ORGANI LINFOIDI SPECIALIZZATI:
Sono tutti quei tessuti e quegli organi proprio preposti alla maturazione.
Primari: dove il linfocita matura e deve, cioè, acquisire le sue potenzialità immunologiche, a partire da una cellula
staminale pluripotente, e sviluppa le varie potenzialità effettrici immunologiche. Recettore BCR e TCR. Gli organi
linfoidi primari sono:
Midollo osseo: dove maturano i linfociti B e tutte le altre cellule del sangue.
Timo: dove maturano linfociti T, che cominciano la maturazione nel midollo osseo, ma spostandosi attraverso il
sangue molto precocemente, terminano la maturazione nel timo che è un organo destinato ad involvere verso i
trent’anni.
Secondari: hanno funzione diversa, perché i linfociti arrivano già maturi per incontrare i patogeni e quindi si
attivano. Sono il salotto di casa dove avvengono le presentazioni (presentazione dell’antigene) tra linfociti appena
maturati B o T naive (vergini, che non hanno mai incontrato l’antigene), maturi, ma appena nati, non per nulla si
chiama presentazione dell’antigene, questi possono incontrare il patogeno e attivarsi. I secondari in azzurro che sono
i linfonodi. La milza è l’unico organo a non essere raggiunto da vasi linfatici, è costituita da due parti, la porzione
rossa ha una funzione emocateretica cioè di distruzione dei globuli rossi vecchi o danneggiati, poi c’è la polpa
bianca che ha funzioni immunologiche; vi sono isole scure, delle zolle di polpa bianca. Non ha connessioni
linfatiche, è l’unico organo dove arrivano solo vasi sanguigni, ma non linfatici, per cui possono arrivare patogeni dal
sangue in casi di setticemia oppure iniettati da insetti ematofagi, oppure patogeni fuoriusciti dai linfonodi, perché nei
linfonodi non sono stati eliminati bene. I linfonodi sono organellini molto piccoli, non più grandi di un fagiolo, delle
specie di stazioni di servizio lungo delle autostrade che sono i vasi linfatici. Possono essere superficiali (abbondanti
nelle regioni del collo sotto mandibolare, sotto le ascelle, il cavo popliteo, la regione del collo; i patogeni arrivano ai
linfonodi superficiali in caso di intrusione per via cutanea attraverso ferita, ad esempio) o mesenterici (profondi, i
patogeni vi arrivano per colonizzazione di visceri; al linfonodo arrivano uno o più vasi linfatici afferenti attraverso
cui arriva