FENOMENO REVERSIBILE SE LO STIMOLO CHE L’HA CAUSATO VIENE RIMOSSO.
Esistono due grandi classi di metaplasie:
• LA METAPLASIA EPITELIALE
o l’epitelio cilindrico ciliato (o un epitelio cilindrico con predominanti cellule caliciformi muco-
secernenti) viene sostituito da un epitelio squamoso stratificato (simile a quello dell’epidermide). È il
risultato di un’irritazione cronica.
Es: Si riscontra nei bronchi dei fumatori, nelle vie urinarie dei pazienti affetti da calcolosi ed
infezione.
• LA METAPLASIA CONNETTIVALE
o Il tessuto connettivo può assumere le caratteristiche degli osteoblasti ed iniziare a deporre tessuto
osseo.
o Questo può avvenire nelle cicatrici così come nelle infiammazioni croniche delle tonsille.
METAPLASIA: ESEMPI
COMPARSA DI EPITELIO SQUAMOSO PLURISTRATIFICATO
• nella trachea e nei bronchi per fumo di sigaretta o infiammazione cronica
• nell’endocervice in seguito ad infiammazione cronica
• nella mucosa dello stomaco in seguito a reflusso alcalino dal duodeno
COMPARSA DI EPITELIO CILINDRICO MUCO-SECERNENTE
• nella mucosa dell’esofago in seguito a reflusso acido dallo stomaco (esofagite da reflusso): esofago di Barrett
COMPARSA DI TESSUTO OSSEO IN TESSUTI MUSCOLARI
• Un trauma cronico può indurre conversione di cellule muscolari a osteoblasti con deposizione di tessuto
osseo.
ESEMPIO DI METAPLASIA: POLMONE
Nei fumatori cronici l’epitelio cilindrico ciliato è
sostituito da cellule stratificate di tipo pavimentoso
(perdita della produzione del muco). RISPOSTA
ADATTATIVA AD UN DANNO CRONICO. La persistenza
degli stimoli dannosi che causano la metaplasia può
condurre al cancro.
METAPLASIA
• Esofago di Barrett: Epitelio di rivestimento (squamoso) → epitelio ghiandolare
TERMINE FENOMENO STIMOLO CARATTERISTICHE
Ipertrofia Incremento nel volume Stress meccanico, Fattori Proprietà di cellule
delle cellule/organo di crescita incapace di divisione
Iperplasia Incremento nel numero Ormoni, fattori di crescita, Proprietà di cellule capace
delle cellule/organo farmaci di divisione
Atrofia Diminuzione delle Mancanza di nutrienti, Diminuzione della sintesi
dimensioni delle stimoli ormonali, disuso proteica, eliminazione di
cellule/organo organelli
20
Metaplasia Sostituzione di un tipo di Stimolo irritante Mediata da cellule
cellule con un altro tipo staminale
FENOMENI CELLULARI NON COLLEGATI ALL’ADATTAMENTO:
ANAPLASIA O ATIPIA CELLULARE: = MANCANZA DI DIFFERENZIAMENTO.
È un indice di trasformazione maligna.
Letteralmente significa “formarsi a ritroso”, cioè implica il passaggio da una forma più differenziata ad una meno
differenziata.
È un processo metaplastico particolare in seguito al quale la cellula presenta caratteristiche di differenziamento
minore o nullo. Si osserva variazione di forma e volume delle cellule e dei nuclei.
• CELLULE DI DIMENSIONI DIFFERENTI
• NUCLEI “IPERCROMICI”
• NUCLEI PIÙ GRANDI DEL NORMALE
• ORIENTAMENTO DELLE CELLULE ALTERATO
DISPLASIA
È una “proliferazione disordinata”.
Si riscontra principalmente negli epiteli e comporta la perdita dell’orientamento
delle singole cellule nell’architettura generale del tessuto.
Queste cellule mostrano un aumento nella velocità di divisione e una maturazione
incompleta (=irregolarità nella differenziazione).
Le cellule displastiche mostrano anche una notevole pleomorfismo (variazione di forma e dimensioni) e presentano
nuclei ipercromici e voluminosi rispetto al volume della cellula.
È UNA TAPPA NECESSARIA NELL’EVOLUZIONE CELLULARE A PIU’ STADI VERSO IL CANCRO
Es. CARCINOMA IN SITU.
Esistono diversi GRADI di displasia:
1. LIEVE
2. MODERATA
3. GRAVE (generalmente irreversibile)
Una displasia grave che coinvolge l’intero spessore dell’epitelio = CARCINOMA IN SITU (lesione considerata una forma
pre-invasiva di neoplasia).
Displasia squamosa dell’epitelio della cervice uterina; (CIN: neoplasia intraepiteliale cervicale)
CERVICE UTERINA La displasia è l’unica tra le alterazioni qui descritte che è considerata
premaligna e può progredire in carcinoma (es. carcinoma a cellule squamose)
se non trattata.
Nell’immagine c’è la displasia
della cervice uterina: il PAP-TEST è in grado di evidenziare la presenza
di displasia e, a seconda che questa sia di basso o alto grado, si
procede o meno all’intervento e si va ad eliminare la porzione di
tessuto compromessa. 21
LE CONSEGUENZE DI UNO STIMOLO DANNOSO DIPENDONO DA:
1. NATURA, DURATA E GRAVITÀ dello stimolo patogeno: ad esempio basse dosi di tossine o una breve durata
dell'ischemia possono portare a lesioni cellulari reversibili, mentre dosi più elevate di tossine o intervalli
ischemici più lunghi possono provocare lesioni irreversibili e morte cellulare.
2. TIPO, STATO NUTRIZIONALE, ADATTABILITÀ, DIFFERENZIAZIONE E BACKGROUND GENETICO DELLA CELLULA
COLPITA.
3. ALTERAZIONI BIOCHIMICHE CHE AGISCONO SU ALCUNE COMPONENTI CELLULARI CRITICHE: QUATTRO
SISTEMI CELLULARI SONO PARTICOLARMENTE VULNERABILI AGLI INSULTI
a. i mitocondri
b. la membrana plasmatica
c. la sintesi proteica
d. l’integrità genetica
4. I componenti strutturali e funzionali sono strettamente correlate per cui, indipendentemente dall’evento
iniziale, si generano rapidamente CONSEGUENZE MULTIPLE.
5. La perdita delle FUNZIONI cellulari avviene molto prima della morte cellulare. I danni MORFOLOGICI si
possono apprezzare tardivamente.
DALL’ADATTAMENTO AL DANNO
Relazione fra cellule cardiache normali, adattate e danneggiate reversibilmente e irreversibilmente in risposta a diversi
tipi di stress.
Cause di danno cellulare:
• Ipossia (=deficit di ossigeno)
• Agenti chimici (tossine, veleni, etc.)
• Agenti biologici (virus, batteri, etc.)
• Agenti fisici (temperatura elevata, radiazioni, etc.)
• Invecchiamento…
Quando le cellule incontrano stress fisiologici o stimoli
patologici, possono subire adattamenti, raggiungere un
nuovo stato stabile e preservare vitalità e funzionalità.
Le risposte adattative possono progredire a DANNO CELLULARE se lo stress non è rimosso e/o supera le capacità di
adattamento.
MORTE:
• NECROSI - morte ‘accidentale’. Processo passivo.
• APOPTOSI – morte ‘programmata’. Processo attivo.
ASPETTI MORFOLOGICI DEL DANNO CELLULARE
➔ DANNI REVERSIBILI
22
QUANDO LA CAUSA DI DANNO PERSISTE O È MOLTO POTENTE LA CELLULA ARRIVA A UN PUNTO DI NON RITORNO PER
CUI IL DANNO DIVENTA IRREVERSIBILE. SI INDUCE COSÌ LA MORTE CELLULARE
MECCANISMI CHE PORTANO ALLA MORTE CELLULARE (DANNO CELLULARE
IRREVERSIBILE)
1) la risposta cellulare dipende dalla natura del danno, dalla sua durata e dalla
sua intensità
2) le conseguenze dipendono dallo stato della cellula in quel momento e dalle
sue capacità di adattamento
3) il danno è il risultato di meccanismi biochimici che agiscono su alcune componenti cellulari critiche
(mitocondri e membrane cellulari, sintesi proteica e integrità del DNA)
4) le cause che producono danno sono moltissime e agiscono in modo diverso su componenti cellulari diverse
per cui non esiste uno schema unificato che spieghi l'induzione della necrosi.
NECROSI -> MORTE PASSIVA
Indotta da agenti non fisiologici.
La cellula si rigonfia e scoppia, con conseguente rilascio di materiale citoplasmatico ad azione infiammatoria.
La necrosi interessa folti gruppi di cellule.
La necrosi induce SEMPRE infiammazione.
La necrosi è causata da danni alla cellula irreparabili, repentini.
EZIOLOGIA DELLA NECROSI – PRINCIPALI CAUSE
• CAUSE ESOGENE →
o AGENTI FISICI ad esempio temperatura elevata, freddo intenso, radiazioni
→
o AGENTI CHIMICI ad esempio tossine, veleni ed una enorme serie di composti chimici
→
o AGENTI BIOLOGICI ad esempio infezioni virali e batteriche, parassitarie
• CAUSE ENDOGENE
→
o IPOSSIA riduzione dell’apporto di ossigeno ad un tessuto o ad un organo
→
o ANOSSIA mancanza dell’apporto di ossigeno ad un tessuto o ad un organo
→
o ISCHEMIA riduzione fino alla scomparsa dell’irrorazione sanguina di un tessuto o di un organo che
consegue al blocco della circolazione del sangue in una arteria oppure all’alterato drenaggio venoso.
È più grave dell’anossia e dell’ipossia perché riduce o abolisce l’apporto non solo di ossigeno ma
anche di sostanze nutritizie
→
o RISPOSTA IMMUNITARIA lesioni da ipersensibilità ritardata mediate da perforine o da granzimi o
lesioni da attivazione del sistema del complemento.
→
o RISPOSTA INFIAMMATRIA oltre che possibile causa di necrosi, rappresenta sempre il corollario di
ogni evento necrotico. →
o INTERMEDIARI DELL’O (ROS) responsabili di danno ossidativo.
2
CAUSE DI NECROSI: DANNI BIOCHIMICI GENERALI
• Danni mitocondriali
• Deplezione di ATP per blocco della produzione
• Aumento delle specie reattive dell’ossigeno
• Difetti nella permeabilità di membrana plasmatica da blocco di pompe ioniche con ritenzione di ioni sodio,
fuoriuscita di ioni potassio
• Perdita dell’omeostasi del calcio
PATOGENESI DELLA NECROSI: LE FASI DELLA NECROSI
1. CRISI BIOENERGETICA: il danneggiamento dei MITOCONDRI, (in molti casi è il primo evento) → interruzione
della produzione di ATP 23
2. PERDITA DELL’OMEOSTASI IONICA-VOLUMETRICA: il calo dell’ATP blocca le POMPE IONICHE di membrana,
causando
• +
aumento del Na intracellulare → RIGONFIAMENTO osmotico
• 2+
alterazione nell’omeostasi del Ca
2+ 2+
3. AUMENTO DEL Ca CITOSOLICO: il Ca diffonde nel citosol
dalla membrana plasmatica e dal reticolo endoplasmico
2+
4. ATTIVAZIONE DELLE FOSFOLIPASI Ca - DIPENDENTI:
• Distruzione dei fosfolipidi e danno alle membrane
5. INNESCO DEL CIRCOLO VIZIOSO: il danno di membrana causa:
• 2+
Ulteriore aumento di Ca
• 2+
Attivazione PROTEASI Ca - dipendenti (es. calpaina)
danno proteine strutturali
• Attivazione delle ENDONUCLEASI con distruzione
della cromatina
6. Morte cellulare: rottura membrana plasmatica e degradazione DNA
ASPETTI MORFOLOGICI DI TESSUTI NECROTICI
A. Cellule epiteliali normali colorate con ematossilina ed eosina (TUBULI RENALI)
B. DANNO REVERSIBILE indotto da ischemia. Estroflessioni (blebs) della
membrana plasmatica, rigonfiamento cellulare, intensa colorazione con eosina
C. NECRO
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