Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
Reazione dei vasi sanguigni nell'infiammazione acuta
Il travaso, cioè la migrazione dei leucociti dal lume vascolare verso il tessuto interstiziale, può avvenire in 3 tappe:
- Migrazione, rotolamento e adesione all'endotelio, grazie all'attivazione delle cellule endoteliali, in grado così di legare i leucociti (in condizione basale, inattiva, non possono legare i leucociti circolanti).
- Migrazione attraverso l'endotelio e la parete vasale, quindi dobbiamo oltrepassare l'endotelio e il vaso per poi andare esternamente.
- Il leucocita una volta all'esterno si sposterà verso la zona flogogena (o sede della lesione) grazie alla chemiotassi (per combattere l'antigene).
Reazione dei leucociti nell'infiammazione
Iniziamo con l'immunità innata a riconoscere e processare direttamente gli antigeni (soprattutto agenti flogogeni infettivi o prodotti delle cellule necrotiche) a
estinzione della risposta infiammatoria.
livello extracellulare grazie ai recettori PRR delle cellule APC (macrofagi) presenti nei tessuti come il TLR col quale possiamo riconoscere in modo aspecifico diversi microrganismi che contengono LPS e processarli; a livello intracellulare, endosomiale, possiamo anche riconoscere LPS di cellule infettate e digerire il materiale riconosciuto. Se poi ci sono dei batteri, patogeni, ATP extracellulare: l'inflammasoma invece è un complesso citoplasmatico multiproteico che riconosce prodotti di cellule morte (quindi nella maggior parte dei casi è attivato in caso di necrosi tissutali, ma comunque anche da microrganismi ma in condizioni meno frequenti); APC e inflammasomi poi insieme anche a mastociti e cellule endoteliali, producono mediatori dell'infiammazione (citochine proinfiammatorie come TNF, IL-1β e le chemochine o citochine chemotattiche). Nella fase iniziale dell'infiammazione acuta si verificano alterazioni del flusso e del calibro vascolare nel
globuli rossi sono più piccoli di concentrarsi nel centro del vaso (lume), mentre i leucociti che hanno maggiori dimensioni si dispongono vicino alla zona endoteliale creando una predisposizione a un contatto fisico tra leucociti e cellule endoteliali.
Mediatori dell'infiammazione (citochine proinfiammatorie come TNF, IL-1β e le chemochine o citochine chemotattiche) secreti da cellule presenti nei tessuti in risposta a microbi o agenti lesivi (quindi quando un microrganismo infetta un tessuto potremmo avere già una presenza di citochine che attivano le cellule endoteliali ed è un modo tramite il quale riusciamo ad attivare il microcircolo nella zona flogogena, ed è per questo che il leucocita riesce a riconoscere la zona infettata) attivano le cellule endoteliali delle venule post capillari (se avessimo attivazione non controllata delle cellule endoteliali ed espressione di queste molecole di adesione in tutto il microcircolo, avremmo dei leucociti
appiccicati intutti i microcircoli) le quali esprimono molecole di adesione (E selectina e ligandi (recettori) per L selectina a livello dellamembrana cellulare; il leucocita che è in circolo, ha integrine e anche L-selectina, che è complementare al ligando per laL-selectina della cellula endoteliale e interagiscono inizialmente a bassa affinità grazie alla quale il leucocita si attacca e sistacca dando l’impressione di rotolare (rotolamento, rolling) sull’endotelio grazie a questa adesione temporanea.
Nell’infiammazione acuta abbiamo i neutrofili, che sono responsabili (costituiscono) dell’infiltrato cellulare. Poi in fase dirotolamento delle chemochine si legano ai leucociti attivandoli e attivazione delle integrine (altre molecole di adesione),che passano da uno stato a bassa affinità a uno ad alta affinità, e in questo modo il leucocita può formare dei legamisaldi. Poi le integrine si legano con i ligandi delle
integrine (ICAM) che si trovano sulle cellule endoteliali attivando dellechinasi che alterano temporaneamente le giunzioni tra le cellule endoteliali. La lettera iniziale indica il tipo cellulare in cui sono state identificate.
L-selectina (espressa sui leucociti, L sta per leucociti) I leucociti esprimono L-selectina e ligandi per le selectine E e P chesi legano alle molecole complementari dei leucociti. Le integrine sono proteine eterodimeriche di superficie associate aileucociti. Il TNF e l'IL-1 inducono l'espressione endoteliale dei ligandi per le integrine (VCAM-1 e ICAM-1, che sono dellemolecole di adesione che permettono di riconoscere le integrine e legare in modo saldo i leucociti).
E-selectina (espressa sull'endotelio, E sta per endotelio)
P-selectina (espressa sulle piastrine e sulle cellule endoteliali) le piastrine sono molto importanti nel processocoagulativo, se c'è un'adesione vascolare per evitare un'emorragia si attiva un
processo emostatico, e la P selectina che siritrova anche a livello endoteliale partecipa al reclutamento anche delle piastrine per la riparazione di un dannovascolare. I ligandi per le selectine sono degli oligosaccaridi sialilati legati a un’impalcatura di proteine mucina-simili.L’istamina, la trombina ed il fattore di attivazione delle piastrine (PAF) stimolano la ridistribuzione della P-selectina daisuoi depositi intracellulari (granuli) sulla superficie della cellula endoteliale. Nella fase iniziale della vasodilatazione,quando abbiamo istamina, si attiva anche questo processo che permette di spostare queste selectine P a livello dellamembrana cellulare della cellula endoteliale.Aumento della permeabilità vascolare del microcircolo: le cellule endoteliali grazie mediatori dell’infiammazione comeistamina, NO o altre citochine cambiano conformazione e si creano degli spazi tra queste (questo avviene velocemente eper poco tempo, come il processo.ma il liquido e le proteine plasmatiche. Questo processo è chiamato permeabilizzazione vascolare e contribuisce all'accumulo di liquido extravascolare, causando l'edema. Durante l'infiammazione acuta, i leucociti escono dal vaso sanguigno e si dirigono verso la zona infiammata. Questo avviene attraverso la permeabilizzazione vascolare, che permette ai leucociti di passare attraverso le cellule endoteliali del vaso. Durante questo processo, si forma un essudato, che è un accumulo di liquido e proteine plasmatiche vicino al vaso. È importante notare che i leucociti non rimangono nell'essudato, ma continuano a spostarsi verso la zona infiammata. L'essudato può formarsi anche tramite transcitosi, un processo in cui vescicole formano canali transendoteliali per trasportare il liquido e le proteine dall'interno all'esterno del vaso. In conclusione, durante l'infiammazione acuta si verifica una permeabilizzazione vascolare che permette ai leucociti di uscire dal vaso e di raggiungere la zona infiammata. Questo processo porta alla formazione di un essudato, che è un accumulo di liquido e proteine plasmatiche vicino al vaso.cellula non può portare dentro di sé un'altra cellula. Questo può avvenire nei processi che coinvolgono l'angiogenesi; quando si attiva una costruzione di una struttura vascolare possiamo tramite dei fattori di crescita vascolari endoteliali attivare il processo iniziando con la permeabilizzazione vascolare.
Quando abbiamo un danno endoteliale (quindi si ha una lesione diretta dell'endotelio ad es del vaso) prima che questa lesione venga recuperata è possibile che la permeabilizzazione rimanga più a lungo. Un conto è regolare una struttura sana, un altro è dover riparare un danno che c'è stato direttamente.
Se ad es il vaso stesso ha una lesione si può attivare il processo infiammatorio acuto, ma attiviamo prima dei processi di omeostasi per bloccare la fuoriuscita di sangue che porterebbe a ipovolemia, ma in ogni caso quando avviene una lesione si attivano processi infiammatori come in casi di infezione.
prima quindi si tappa la ferita e poi si attivano le cellule endoteliali. Danni vascolari mediati dai leucociti possono durare per lungo tempo e i leucociti stessi sono responsabili di danneggiare le cellule endoteliali. Nelle patologie polmonari ad es, i capillari della struttura polmonare possono essere colpiti da processi infiammatori che possono portare a un’attivazione leucocitaria in grado di danneggiare le cellule endoteliali. Edema: eccesso di liquido a livello extravascolare o nelle cavità tissutali o sierose e può essere rappresentato da trasudato o anche essudato. Per capire se la causa della formazione dell’edema è un’infiammazione acuta (essudato) o un’altra condizione patologica (trasudato), devo capire la natura del liquido che lo costituisce e il modo in cui avviene la formazione, quindi se siamo in presenza di un essudato o trasudato. Essudato: liquido extravascolare con elevata concentrazione proteica (detriti cellulari) con peso.specifico elevato(aumento della permeabilità dei vasi), tipico dell’infiammazione acuta. In alcune condizioni particolari possiamo avere un diverso tipo di essudato, il pus (essudato purulento), in cui possiamo trovare batteri, detriti di cellule morte e anche leucociti ma i leucociti sono già arrivati nella zona flogogena, e questo essudato in genere è anche piuttosto imponente perché riusciamo a vederlo a livello macroscopico.
Trasudato: è un accumulo extravascolare di liquido contenente invece proteine a basso PM (albumina) (poco presenti), ridotti detriti cellulari e basso peso specifico. È una sorta di ultrafiltrato perché quello che viene modificato nel microcircolo è il flusso tra ambiente intra ed extravascolare dipendente da una pressione idrostatica o osmotica e non rappresenta un’alterazione delle cellule endoteliali. La diversa composizione proteica del trasudato è dovuta a un processo diverso di
fuoriuscita di acqua durante la formazione del trasudato. Per mantenere la fluidità del sangue è importante mantenere dei rapporti con la zona extravascolare ben specifici e questo viene controllato anche dalla pressione idrostatica e colloidosmotica (dipende dalla quantità di proteine che troviamo nel sangue); quando abbiamo