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Se abbiamo una diminuita richiesta funzionale o una diminuita quantità di sostanze nutritive
le cellule possono andare incontro ad un’atrofia o ipotrofia, cioè diventano più piccole,
diminuisce il loro volume, oppure diventano meno numerose nel tessuto, in entrambi i casi il
tessuto diminuisce di dimensione (per esempio il muscolo). L’atrofia cellulare è dunque la
diminuzione del volume di una cellula per perdita di sostanza causata da diminuzione della
funzione cellulare; l’atrofia di un organo o tessuto, invece, puo’ essere dovuta a:
•Atrofia cellulare (cellule vive), diminuzione del volume
•Apoptosi (cellule morte) diminuzione del numero delle cellule nel tessuto
Le cause dell’atrofia possono essere:
- Diminuzione della richiesta di lavoro
- Denervazione
- Diminuzione dell’apporto di sangue
- Apporto nutritivo inadeguato
- Mancanza di stimolazione endocrina
Esempi: involuzione del timo nell’adolescenza, involuzione post-partum dell’endometrio,
invecchiamento.
Questi fenomeni che abbiamo descritto sono l’adattamento ad un’aumentata o diminuita
richiesta funzionale e nutritiva.
Metaplasia, anaplasia e displasia
Possiamo avere delle condizioni di stress dall’esterno che portano a conseguenze diverse,
come per esempio i cambiamenti della morfologia della cellula, perché la cellula si adatta ad
una condizione diversa e diventa qualcosa di diverso. Qui possiamo distinguere due
condizioni diverse, la metaplasia e la displasia.
La metaplasia è un cambiamento della morfologia delle cellule, che porta il tessuto ad avere
differenti caratteristiche e, conseguentemente, un cambiamento della funzione. Invece per
displasia intendiamo una cellula disorganizzata e, quindi, un tessuto disorganizzato, poiché
ha perso tutti quelli che sono gli equilibri tra le interazioni cellula-cellula.
Un caso particolare di modificazione e differenziazione cellulare è l’anaplasia, ana ci fa
pensare alla perdita un po’ di tutto, qualcosa di anaplastico è qualcosa di non definito, di
embrionale, quindi le cellule tornano ad essere in uno stato embrionale in cui si ha minore
differenziamento cellulare e non riconosciamo più il tessuto di origine, anche questo non è
indice di un qualcosa di normale, c’è qualcosa che non è andato bene, il differenziamento
cellulare in questo caso non ha funzionato e c’è un’alterazione della funzionalità dell’organo
stesso.
La metaplasia è dunque la modificazione reversibile nella quale un tipo cellulare
differenziato viene sostituito da un altro tipo cellulare differenziato. Si intende anche la
riprogrammazione genetica di cellule progenitrici (epiteliali o mesenchimali). Questo
processo talvolta può compromettere la funzionalità di un organo.
Un esempio di metaplasia è la trasformazione dell’epitelio cilindrico in un epitelio squamoso.
Un epitelio cilindrico, come quello del collo dell’utero, dello stomaco o del sistema
respiratorio, ha delle caratteristiche particolari con funzioni importanti, tra cui produrre
sostanze mucose, e spesso è anche ciliato per far muovere sostanze. Un fumatore, per
esempio, a causa delle varie sostanze chimiche presenti nel fumo, come il catrame ecc,
stressa queste cellule, che, a fronte di ciò, cominciano a comportarsi come cellule che si
adattano a tale stress. Quindi possiamo avere vari passaggi che portano a modificazioni
della forma e della dimensione, però alla fine abbiamo una condizione di metaplasia, perché
questo tessuto ha cambiato morfologia per rispondere al periodo di esposizione cronica ad
agenti stressanti. E’ una condizione che può migliorare, infatti se noi smettiamo di stressare
le cellule queste torneranno ad una condizione di maggiore normalità, che nel tempo, con i
cicli cellulari, può ridivenire totalmente normale. L’epitelio delle nostre mani e in generale
della pelle esterna, che è di tipo squamoso, si adatta maggiormente a stress esterni, infatti,
dato che la matrice originaria del tessuto è di tipo epiteliale, la risposta ad un certo tipo di
stress è un adattamento di tipo squamoso. Possiamo avere anche un passaggio di tipo
osseo, un tessuto che non è osso a seguito di traumi può diventarlo, ad esempio la
cartilagine in tessuti sottoposti a stress fisico continuo può avere calcificazioni e passare a
un tessuto osseo. Ci possono essere molti casi possibili di metaplasia.
La metaplasia è ancora un processo reversibile.
La displasia è un’alterazione delle cellule di tipo disordinato nelle dimensioni, nella forma,
nell’irregolarità del numero e nella disposizione all’interno dell’epitelio. Morfologicamente è
caratterizzata da: variazioni di dimensioni e forma delle cellule, disposizione disordinata
delle cellule nell’epitelio, modificazioni nucleari definite da ingrossamento, confini irregolari
ed ipercromatismo dei nuclei. Questa crescita disordinata è più comune nelle cellule
epiteliali squamose a seguito di danno cronico. La displasia è forse l’unica anomalia della
crescita cellulare che si avvicina a un tumore, perchè tutto questo disordine sta a indicare
che le cellule hanno acquisito delle caratteristiche diverse rispetto alle cellule normali
attraverso meccanismi di controllo e potrebbero esitare poi in un ulteriore step, quello della
neoplasia, se non trattata; è considerata quindi pre-maligna.
Cosa distingue le condizioni sopra citate dalla neoplasia o dal cancro? Il fatto che tutte le
anomalie che abbiamo visto prima sono di tipo reversibile, infatti se ci alleniamo avremo
un’ipertrofia muscolare, ma se siamo fermi un mese intero perdiamo l’ipertrofia, allo stesso
modo una condizione di ipotrofia si può recuperare, o una metaplasia, uno stato di stress,
può tornare normale quando perdiamo la causa di questo stress.
La displasia, che è una condizione di maggiore disordine rispetto al tessuto originario, non
ha portato qualcosa di utile rispetto alla metaplasia squamosa, in cui cambia la morfologia
ma troviamo un nuovo equilibrio per adattarci a quello stress, infatti la displasia ha portato a
un cambiamento completo e una perdita di controllo e questo rappresenta un segnale di
allarme. La displasia non è ancora tumore, ma quando un istopatologo analizza un tumore ti
dice che c’è un’area fortemente displastica, non significa che non è tumore ma che si
osserva un grande disordine, anche nella cellula tumorale. Ma qual è la novità della cellula
tumorale, che è una neoplasia, un qualcosa di nuovo, rispetto ad una displasia, qualcosa di
disordinato? Cosa abbiamo di nuovo, che ci rende quest’alterazione un qualcosa di
irreversibile di cui dobbiamo preoccuparci? Nella cellula neoplastica si è verificata una
mutazione, è cambiato qualcosa nei geni che regolano il comportamento della cellula; la
mutazione è un fenomeno irreversibile, le cellule non possono più tornare indietro anche se
noi andiamo a levare la causa dello stress, anzi il rischio è che col tempo la neoplasia
accumuli ulteriori alterazioni che possono portarla a comportarsi in maniera aggressiva e
parassistica nei confronti dei tessuti circostanti, che cambiano.
Quello che accade a livello cellulare può portare ad una serie di cambiamenti, ma anche a
delle condizioni patologiche che non siamo in grado facilmente di essere risolte da sole, ma
vanno trattate poi in maniera specifica. Questo ci insegna che è molto importante fare
prevenzione, fare tutti i controlli possibili e necessari per evitare che la situazione degeneri,
e purtroppo non abbiamo neanche la certezza che all’interno ci sia già una mutazione,
quindi dobbiamo intervenire.
Non tutte le cellule rispondono agli stress esterni nello stesso modo, vi sono infatti diversi
fattori di sensibilità al danno cellulare:
- Lo stimolo può essere di diversa intensità e natura e può avere una durata variabile
- Tipo di cellula (cellule labili, stabili, perenni), stadio del ciclo cellulare, adattamento
cellulare: le cellule sono anche molto diverse nella loro funzionalità, ci possono
essere cellule estremamente resistenti o meno, ci sono cellule che replicano molto
velocemente e ci sono cellule che replicano poco, o che sono stabili, questo cambia
la loro sensibilità; per esempio un agente che porta danno al dna se incontra una
cellula che è in replicazione rapida se ha un danno al dna sicuramente o morirà o
andrà a creare danni rischiando di diventare tumorale, invece se incontra una cellula
che non replica se ha il danno verosimilmente cambierà molto poco, perchè queste
singole mutazioni hanno bisogno di una replicazione per essere fissate.
- Elementi cellulari coinvolti: membrane, mitocondri, RE e apparato genetico sono i più
vulnerabili; per capire quanto una cellula può essere danneggiata dobbiamo
considerare che tipo di danno può causare l’agente, se colpisce le membrane o i
mitocondri, dove avviene la respirazione, che serve a dare energia alla cellula per
svolgere le sue funzioni.
- Caratteristiche fisiologiche e metaboliche delle cellule coinvolte
Non è facile prevedere una certa sostanza che tipo di effetti avrà. Il danno cellulare è un
processo continuo, spesso dovuto ad accumulo, quindi in genere non è possibile identificare
il punto esatto in cui diventa irreversibile. Quando lo stress e i danni conseguenti sono
eccessivi, la cellula va incontro a un processo di morte, prima però possiamo osservare vari
tipi di degenerazione cellulare.
Alterazioni cellulari reversibili:
• Degenerazione cellulare idropica (ipossia, infezioni, veleni)
• Rigonfiamento torbido (es.ipossia, agenti chimici, tossine batteriche)
• Degenerazione vacuolare (es. ipossia, veleni)
• Depositi intracellulari di materiale di natura diversa (es. steatosi), che possono essere:
lipidi, proteine, glicogeno, acidi nucleici metabolizzati, pigmenti, calcificazioni.
La steatosi è un accumulo intracellulare di grassi, che può essere causato da un abuso di
alcool o di tossine, da anossia, obesità e da malnutrizione proteica. Può colpire i seguenti
organi: fegato, cuore, rene, sistema nervoso. Comporta un colore giallo o giallo-rossastro,
un aumento di volume e il fatto di essere organi friabili e untuosi al taglio.
Morte cellulare: necrosi e apoptosi
La morte cellulare avviene quando la cellula ha dei danni tali da non essere più in grado di
mantenere qualche tipo di equilibrio. Riconosciamo due tipi di morte cellulare estremamenti
diversi tra di loro con differenti conseguenze sui nostri tessuti: la necrosi e l’apoptosi.
La necrosi è un tipo di morte che noi poss