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LE STRATEGIE PER SUPERARE GLI EVENTI STRESSANTI
Tra gli strumenti di cui ci si può avvalere per fronteggiare eventi e situazioni stressanti, uno di rilievo è il
coping, ovvero l’insieme degli sforzi cognitivi e comportamentali attuati per controllare specifiche richieste
interne e/o esterne che vengono valutate come eccedenti le risorse della persona. Attraverso modalità che
definiscono il processo di adattamento, si riduce o si amplifica l’impatto della situazione.
Genericamente, la capacità di un evento di generare stress dipende dalla valutazione:
cognitiva e dalla percezione emotiva dello stimolo (appraisal primario);
che un individuo compie delle proprie risorse e capacità di far fronte allo stimolo stressante
(appraisal secondario).
Un evento è tanto più stressante quanto più l’individuo si percepirà inadeguato e incapace di fronteggiarlo.
Il coping, processo dinamico, comprende una serie di azioni, sia cognitive che comportamentali,
intenzionali e finalizzate, volte a controllare l’impatto negativo dell’evento stressante.
Gli stili di coping si distinguono, essenzialmente in:
Coping task-oriented (orientato al problema): è rappresentato dalla tendenza ad affrontare il
problema in maniera diretta, ricercando soluzioni per fronteggiare la crisi, chi ha punteggi elevati
tende ad affrontare e risolvere i problemi (corrispondente alle strategie “problem-focused” di
Lazarus);
Coping emotion-oriented (stile emozionale): abilità specifiche di regolazione affettiva, che
consentono di mantenere una prospettiva positiva di speranza e controllo delle proprie emozioni in
una condizione di disagio, oppure di abbandono alle emozioni, come la tendenza a sfogarsi o,
ancora, la rassegnazione; alti punteggi indicano la tendenza ad arrabbiarsi, a rimproverarsi invece
che affrontare il problema;
Coping avoidance-oriented (stile evitante).
Il contatto con le proprie emozioni (e la comprensione di quelle degli altri) è fondamentale per il benessere
psicologico.
Una certa quota di stress è necessaria perché fa affrontare la vita con maggiore energia, ma, ove possibile,
è bene esercitare il controllo e ridurre l’imprevedibilità.
Il coping orientato al problema è quello più funzionale, ma quando siete in uno stato di forte tensione
psicologica, le strategie di evitamento possono essere di aiuto: importante è che non diventino pervasive.
Non bisogna guarire da sé stessi, ma bisogna imparare a conoscersi e accettarsi.
COPING E SOSTEGNO SOCIALE
Appunti secondo sub-ciclo ORGANIZZAZIONE AZIENDALE Dario Cannata
Per molti anni la strategia del sostegno sociale è stata assunta come una modalità di evitamento del
problema, caratterizzata come meno avanzata dal punto di vista evolutivo rispetto all’azione centrata sul
problema (Griffith et al., 2000).
Oggi si basa sulla ricerca del sostegno emotivo:
Levy e colleghi (1990) hanno evidenziato che donne con carcinoma al seno che cercavano in modo
attivo sostegno sociale avevano una più alta attività delle cellule natural killer (cioè un sistema
immunitario più aggressivo verso il tumore);
Pennebaker (1990) ha evidenziato che di fronte a traumi personali (violenza sessuale, suicidio del
partner, ecc.), il confidarsi con persone comprensive e disposte all’aiuto ha effetti positivi sulla
salute fisica sia poco dopo il trauma sia nel lungo periodo;
Al contrario, la presenza di conflitti nella rete sociale tende a mostrare una salute fisica e emotiva
peggiore. Le relazioni sociali conflittuali possono peggiorare la salute fisica tramite il sistema
immunitario;
I conflitti coniugali portano ad una riduzione dell’immunocompetenza.
PROBLEM SOLVING
Il problem solving è una strategia cognitiva in cui l’ individuo cerca di analizzare le cause dei problemi che
stanno alla base del disagio emotivo. Viene fatto uno sforzo per cercare di generare soluzioni al problema
sollevato. Questa strategia è nota anche come “pianificazione”.
La tecnica consiste delle seguenti fasi:
1. Identificazione del problema: ragioni, cause, caratteristiche.
2. Generazione di possibili soluzioni (alternative)
3. Anticipazione delle conseguenze di ognuna delle soluzioni proposte.
4. Selezione della migliore soluzione e conseguente applicazione
5. Verifica dell’efficacia della soluzione scelta o eventuale rimpiazzo con un’altra, se necessario.
COPING E VISUALIZZAZIONE POSITIVA
La visualizzazione positiva è basata sull’immaginazione e consiste nell’immaginare se stessi in azione
utilizzando la propria intelligenza emotiva. L’individuo quindi visualizza le immagini relative alla situazione
ed immagina di agire emotivamente (ad es. mantenersi calmi nelle situazioni in cui di solito siamo ansiosi,
sentirsi solo un po’ a disagio invece di sentirsi in panico in situazioni di grande paura). La visualizzazione
positiva serve a raggiungere un maggior grado di controllo sulla mente, sulle emozioni e sul corpo e
permette alle persone di innescare cambiamenti nel proprio comportamento.
COPING E SCRITTURA EMOTIVA
Un‘ altro modo di esprimere le emozioni è quello di scrivere riguardo ad esse. Scrivere della propria
esperienza di vita, di situazioni, di specifiche circostanze e di qualsiasi altro aspetto delle nostre relazioni
personali ci permette di essere più profondamente consapevoli delle nostre emozioni, del perché e come
esse ci influenzino e di ciò che possiamo fare per cambiarle e per impedire che esse danneggino la nostra
salute emotiva.
COPING E NEGAZIONE
Appunti secondo sub-ciclo ORGANIZZAZIONE AZIENDALE Dario Cannata
Un modo più disadattivo di affrontare le emozioni negative è la negazione (o coping di rimozione).
Il coping di rimozione provoca una maggiore attività del sistema nervoso autonomo (rimuovere le emozioni
dalla consapevolezza può causare ipereccitazione cronica e, conseguentemente, malattia fisica). La
negazione della propria identità può, analogamente, essere nociva per la salute.
Gli uomini che nascondono la propria omosessualità hanno una probabilità pari circa al triplo di sviluppare
cancro e malattie infettive (ad es. polmonite, bronchite, sinusite, tubercolosi) nell'arco di un periodo di 5
anni, rispetto agli uomini che manifestano la propria identità omosessuale. Negli omosessuali HIV-positivi,
la progressione della malattia è più veloce negli uomini che nascondono la loro omosessualità rispetto a
quelli che non lo fanno.
COPING E RIMUGINAZIONE
Uno studio longitudinale su persone che hanno subito un lutto ha evidenziato che coloro che rimuginano
(ad es. individui più socialmente isolati o che vivono relazioni sociali più conflittuali) spesso mostrano
depressioni più durature.
Uno studio della Stanford University ha misurato gli stili di coping e i livelli di depressione di un ampio
gruppo di studenti, 10 giorni e 7 settimane dopo il terremoto a San Francisco nel 1989. I risultati hanno
dimostrato che gli studenti con uno stile di coping emotivo “rimuginativo” avevano una maggiore
probabilità di andare incontro ad una forte depressione. Rimuginare sul problema non significa avere
maggiori probabilità di risolverlo! Una strategia rimuginativa ostacola un problem-solving attivo, dopo uno
stress. A volte, allontanarsi (TEMPORANEAMENTE) un po' dal problema può essere fruttuoso.
TOPIC 6.3 LA FELICITÀ Articolo del prof sul MITsloan Management Review: surviving a day without smartphones
Seligman è il padre della psicologia positiva. Come presidente dell’American Psicological Assosiacion dettò
nuove linee di indirizzo volte a rivoluzionare l’approccio psicologico. Mentre la psicologia si era sempre
occupata delle persone con problemi o disturbi (alle quali era riuscita a fornire delle buone risposte), non
aveva adeguatamente attenzionato chi stava bene. Seligman avvia un movimento basato sulla positive
psicology per vedere quali caratteristiche dimostrano le persone in salute psicofisica.
Ted talk di Seligman che spiega, con perizia di particolari, il nuovo approccio della psicologia positiva.
Seligman parte dal discutere la catena di proposizioni: lavoro sodo –> ottengo successo –> sono felice. La
formula, secondo le neuroscienze, è errata. Se fosse vero, chiunque (o quasi) sarebbe felice. Non è il
successo che genera la felicità, ma è “la felicità che genera successo” (Shawn Achor, “The happiness
advantage”).
Achor, studioso di Harward (della stessa idea di Seligman), viveva in un pensionato e aveva modo di
osservare gli studenti dell’università. Notava che all’inizio del percorso accademico tutti erano coinvolti ed
euforici, ma, pian piano, l’entusiasmo veniva soffocato da altre emozioni. La grande carica iniziale si
perdeva, principalmente, per via della percezione di non essere all’altezza e per via della competizione. La
domanda da cui partì Achor fu: come fare a mantenere vivo l’entusiasmo iniziale? Come imparare a
coltivare e sviluppare una mentalità e dei comportamenti che, secondo dimostrazioni empiriche,
alimentino maggior successo e motivazione?
Appunti secondo sub-ciclo ORGANIZZAZIONE AZIENDALE Dario Cannata
Non esiste un’unica via, perché la felicità è soggettiva: solo il singolo può dire se è felice e cosa lo rende
felice. Questo fa render conto che c’è un potere incredibile concentrato nelle mani dell’individuo per la via
del successo e della felicità. La felicità è l’esperienza di emozioni positive combinate con elementi profondi,
quali significato e scopo. Qui risiede l’idea di uno stato mentale positivo: l’idea di presente e futuro insieme,
l’eudemonia aristotelica, da cui passa la concezione di prosperità dell’uomo. Quindi la felicità è la gioia che
si prova dando il massimo per realizzare il proprio potenziale.
Di studi sulle emozioni positive ce ne sono tanti. Eccone alcuni:
Diener, nel 2002, misurò il livello di felicità delle matricole universitarie, notando che da questo
sarebbe stato possibile fare previsioni sul loro reddito diciannove anni dopo.
Danner e altri suoi colleghi, nel 2001, si sono soffermati su un altro bizzarro studio: hanno guardato
i diari di 180 suore monache nate prima del 1917 e hanno scoperto che il livello di positività poteva
prevedere il resto della loro vita. Il 90% delle donne più felici erano ancora vive all’età di 85 anni,
mentre lo era solo il 34% di quelle nel percentile inferiore.
Cohen, nel 2003, osserva il rapporto tra felicità e salute, chiedendosi: è la salute a generare la
felicità o viceversa