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Tutela delle risorse idriche e difesa del suolo

Le biocenosi svolgono un ruolo di protezione dai dissesti idrogeologici (piogge intense, piene improvvise ecc.) nei confronti del suolo. La mancanza della copertura vegetale comporta smottamenti ed erosione del suolo che alla lunga determinano una riduzione della fertilità del suolo stesso e una riduzione delle produzioni agrarie. Altre conseguenze sono legate alla torbidità delle acque dei corpi idrici e quindi al peggioramento della qualità dell'acqua potabile e all'interramento dei bacini artificiali. Cessato il disturbo, la perdita di ingenti strati di suolo non consente il ritorno delle biocenosi originarie.

NB: Il valore degli ecosistemi può essere stimato sulla base dell'ammontare dei danni provocati dai disastri ambientali causati a loro volta dalla distruzione degli ecosistemi.

Regolazione del clima

Le comunità vegetali hanno un'importante azione sul clima a scala locale, regionale e globale.

Scala locale (microclima)

La vegetazione influenza la temperatura dell'aria mitigandola, riduce la velocità del vento e quindi diminuisce l'intensità dell'erosione eolica (importanza delle siepi), rallenta il ruscellamento delle acque. Le siepi, i boschi e la copertura vegetale in generale hanno un valore indiretto ben superiore al loro valore economico intrinseco (legname).

Scala regionale (mesoclima)

Agisce a livello del ciclo dell'acqua attraverso la traspirazione fogliare. Il taglio delle foreste su superfici estese può causare la riduzione delle precipitazioni annue.

Scala globale (macroclima)

Agisce a livello del ciclo del carbonio. L'eliminazione della vegetazione su superfici molto vaste riduce l'assorbimento di anidride carbonica atmosferica e la concentrazione di tale gas indirettamente aumenta. Ciò contribuisce al fenomeno del riscaldamento globale. Le grandi foreste rappresentano inoltre il polmone verde della Terra in quanto emettono nell'atmosfera grandi quantità di ossigeno.

Smaltimento dei rifiuti e ritenzione dei nutrienti

I corpi idrici (laghi artificiali, fiumi, stagni, paludi e il mare) svolgono un ruolo importantissimo nello smaltimento dei rifiuti provenienti dagli allevamenti, dalle industrie, dalle aree agricole e dalle aree urbanizzate (fognature). In questi ecosistemi, le comunità di piante, alghe, funghi e batteri sono in grado di degradare la sostanza organica e di immobilizzare alcuni inquinanti quali i metalli pesanti e pesticidi. Quando questi ecosistemi naturali non funzionano più perché sono sovraccarichi o vengono distrutti dall'uomo, occorre intervenire dall'esterno con attività estremamente costose (costruzione di depuratori, discariche ecc.).

Il valore indiretto di questa risorsa può quindi essere calcolato in base al costo necessario per lo smaltimento artificiale degli inquinanti e dei liquami. Le piante inoltre hanno un ruolo fondamentale nel ciclo dei nutrienti tra i quali l'azoto che, tramite i batteri azotofissatori simbionti ospitati nelle radici di alcune piante, rende quindi il terreno più fertile. Il valore indiretto di questi ecosistemi può essere calcolato in base al costo dei fertilizzanti.

Relazioni tra le specie

Molte piante utili all'uomo, sia selvatiche che coltivate, dipendono strettamente da altre specie selvatiche. La scomparsa o riduzione di quest'ultime può determinare la riduzione anche delle piante e degli animali utili all'uomo. Es. il pesce e la selvaggina dipendono da altre specie della loro catena alimentare (insetti, molluschi, crostacei, lo zooplancton, il fitoplancton, funghi, batteri ecc.).

Le piante coltivate (ortaggi, alberi da frutto) traggono benefici da uccelli, insetti impollinatori, insetti predatori di parassiti delle piante o talvolta dipendono da questi per l'impollinazione e la dispersione di frutti e di semi. Inoltre, negli ecosistemi terrestri, vi sono stretti rapporti tra piante e microrganismi che vivono nel suolo (funghi, protozoi, batteri, artropodi, anellidi ecc.) e che decompongono la sostanza organica e rimettono in circolazione i nutrienti. Si verificano anche rapporti di simbiosi (azotofissatori, micorrize).

Attività ricreative ed ecoturismo

Con esse la natura può essere goduta senza essere «consumata» o irrimediabilmente danneggiata. Esempi di attività ricreative in natura sono:

  • Escursionismo
  • Birdwatching (osservazione degli uccelli)
  • Whalewatching (osservazione di mammiferi marini)
  • Fotografia naturalistica
  • Caccia e pesca controllate

Per stimare il valore di questa risorsa si può calcolare il costo dei biglietti d'ingresso, le spese di viaggio, di soggiorno, per il cibo, l'attrezzatura ecc. Per alcune località particolarmente belle (parchi nazionali, Dolomiti, fiordi norvegesi ecc.), e in caso di paesaggi unici (es. le Cinque Terre, i paesaggi toscani, la Sardegna) il valore ricreativo della natura supera di gran lunga quello di altre forme locali di guadagno come le industrie, l'agricoltura intensiva, le attività estrattive e forestali, soprattutto quando queste sono ad alto impatto sull'ambiente. In alcuni paesi l'ecoturismo (inteso come trascorrere un periodo di riposo a diretto contatto con la natura che arrechi benessere e godimento interiore) rappresenta la risorsa più importante dell'economia nazionale. Es.: Africa orientale (Kenya, Tanzania) e più recentemente paesi tropicali dell'America e l'Asia.

Valore educativo e scientifico

Si tratta di servizi culturali: libri, riviste, documentari, film, mostre, esposizioni su temi naturalistici/ambientali con finalità puramente informative e/o didattiche ed educative. Il valore economico di questo tipo di servizio è molto elevato.

Indicatori ambientali

Un servizio importantissimo è fornito da specie particolarmente sensibili a determinati tipi di inquinanti che quindi possono essere utilizzate come indicatori dello stato di salute dell'ambiente che, in alcuni casi, possono sostituire costose apparecchiature necessarie per il monitoraggio ambientale. Es.: licheni che crescono su rocce, muri e corteccia di alberi e assorbono sostanze chimiche contenute nell'acqua piovana e nell'aria; animali acquatici filtratori (molluschi), api.

Il valore di opzione

Il valore di opzione di una specie è la sua potenzialità di procurare nel futuro un beneficio economico all'uomo. Poiché la società è in continua evoluzione e con essa anche le tecnologie, le strategie e gli strumenti per soddisfare le mutate esigenze, la soluzione a nuovi problemi potrebbe risiedere nell'uso di specie animali o vegetali ancora inutilizzate. Gli esempi di campi in cui si stanno facendo ricerche sono molteplici:

  • Insetti: potenzialmente ottimi agenti di controllo biologico di parassiti di piante animali o ancora come fonte di cibo per l'uomo o per gli animali.
  • Batteri: possono essere utilizzati nell'industria biochimica (per riduzione dell'inquinamento, sviluppo di processi industriali a basso impatto ambientale) e farmaceutica (lotta ad alcune malattie attraverso le biotecnologie che sfruttano la ricombinazione genica).
  • Animali superiori: potrebbero fornire proteine in modo più efficace delle specie domestiche attualmente utilizzate.
  • Piante: specie potenzialmente utili per curare patologie molto gravi (es. Taxus brevifolia, Ginkgo biloba ecc.).

Problema: a chi appartengono i diritti sulla biodiversità nel mondo? Oggi si cerca di tutelare i paesi fornitori della materia prima naturale attraverso trattati che garantiscano loro un ritorno economico. L'estinzione di una specie potenzialmente utile all'uomo, prima ancora della sua scoperta o prima che essa sia stata studiata, rappresenta una perdita per l'economia globale. Quantificare il valore d'opzione è quindi estremamente difficile se non impossibile.

Valore di non uso (di esistenza)

Il valore di esistenza (gratificazione che si prova nel sapere che una tale specie o risorsa esiste); Il valore di esistenza delle specie, delle comunità e degli ecosistemi è determinato da quanto le persone sono disposte a pagare per la loro conservazione. La sensibilità delle persone verso la biodiversità è, soprattutto in certe classi sociali e in certi paesi, molto grande. Alcune specie, soprattutto animali, sono state utilizzate negli anni come specie simbolo per la conservazione (lupi, panda, leoni, bisonti, elefanti, mammiferi marini, molte specie di uccelli). La stessa cosa accade per gli ecosistemi (foreste pluviali, barriere coralline, dune e lagune costiere, praterie steppiche, savane) e scenari di rara bellezza. Le persone mostrano il loro interesse verso i problemi ambientali anche cercando di indirizzare le politiche dei governi verso programmi di tutela e conservazione della natura. Le singole persone e le organizzazioni spesso si impegnano a garantire la salvaguardia di tali ricchezze naturali e a impedirne la distruzione: gli investimenti che fanno ne rappresentano il valore di esistenza.

All'economia ambientale va sicuramente riconosciuto il merito di aver posto l'attenzione su alcuni rischi ambientali concreti e, grazie alla valutazione di impatto ambientale e all'analisi costi-benefici, aver messo in evidenza le conseguenze nel lungo termine di interventi sul territorio. Dal lato opposto, tuttavia, le argomentazioni di carattere economico possono risultare insufficienti a giustificare la conservazione di specie, ecosistemi, comunità non direttamente utili all'uomo come per esempio è il caso di specie rare o di piccole dimensioni o poco appariscenti, che costituiscono piccole popolazioni o che vivono in aree geografiche molto limitate, prive di qualsiasi utilità pratica e alcuna relazione con specie economicamente importanti. Per questo è importante tenere conto anche dei principi dell'etica ambientale e dello sviluppo sostenibile.

Sviluppo sostenibile

«Lo sviluppo sostenibile è uno sviluppo che soddisfa i bisogni del presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri bisogni» (Conferenza mondiale dell'ONU del 1972 su Ambiente e sviluppo).

Come si pone la legge italiana

Il concetto di sviluppo sostenibile in Italia, alla luce del D.L. 3 aprile 2006, n. 152, in materia "ambientale" con le modifiche apportate dal D.L. 16 gennaio 2008, n. 4, è così definito: Art.3-quater (Principio dello sviluppo sostenibile) Ogni attività umana giuridicamente rilevante ai sensi del presente codice deve conformarsi al principio dello sviluppo sostenibile, al fine di garantire all’(continua)

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Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-GGR/01 Geografia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher cabimirko di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Gestione e tutela della biodiversità e del Paesaggio e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Politecnica delle Marche - Ancona o del prof Casavecchia Simona.
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