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FORME ORGANIZZATIVE DEI MERCATI MOBILIARI
1) Mercato a ricerca autonoma
Chi intende concludere un’operazione di compravendita cerca autonomamente la controparte, senza
rivolgersi a un intermediario.
Questa forma organizzativa presenta due grandi svantaggi:
a) Si sostengono elevati costi di transazione, ovvero tutti quei costi relativi alla ricerca della controparte,
all’acquisizione di informazioni su di essa e alla stipula ed esecuzione del contratto.
b) La qualità del prezzo è molto bassa, poiché il prezzo di vendita/acquisto del titolo tiene conto solo di
una minima parte della domanda di mercato, ovvero solo quei pochi contraenti che si riescono a
contattare direttamente.
In generale, la qualità del prezzo della transazione aumenta all’aumentare della frazione di domanda di
cui si tiene conto nella formazione del prezzo.
2) Mercato del broker
Per concludere lo scambio ci si affida a un broker, una figura professionale che si pone come intermediario
puro, ovvero come soggetto che ricerca la controparte per conto del cliente (sulla base di un mandato),
senza acquistare i titoli dal venditore per rivenderli.
La qualità del prezzo è superiore rispetto al mercato a ricerca autonoma ma è comunque bassa perché si
interroga soltanto una piccola quota della domanda di mercato (qualche migliaio di persone).
Solo se si realizza effettivamente lo scambio il broker incassa una commissione, detta success fee, che può
essere fissa o variabile in base al controvalore della transazione.
Il broker, per lo svolgimento della sua attività, sostiene costi fissi elevati, poiché deve investire in tecnologia
e personale in modo da riuscire a raggiungere il più ampio numero possibile di persone e aumentare la
probabilità di trovare un acquirente (e quindi incassare la commissione).
Il broker quindi da una parte ha ricavi variabili e dall’altra costi fissi; di conseguenza, la sua attività è
caratterizzata da un’alta leva operativa e da un break-even point spostato molto a destra, che determinano
un elevato rischio operativo e la necessità di concludere molte transazioni prima di andare in pareggio.
L’attività di brokeraggio è inoltre caratterizzata da una bassa qualità, poiché il settore non ha alte barriere
all’entrata, non essendo necessarie particolari competenze per lo svolgimento della professione e non
essendo presente una grande differenziazione tra i vari broker.
Tuttavia, negli ultimi anni si è assistito a un incremento della qualità dell’attività di brokeraggio, dovuta
all’introduzione di nuovi servizi per i clienti (es. analisi di mercato e consulenza) che ha permesso una
maggiore differenziazione.
3) Mercato del dealer/market-maker/specialist
Il dealer è un intermediario impuro, ovvero un soggetto la cui attività di intermediazione consiste
nell’acquisto di titoli per rivenderli e ricavare un profitto dalla differenza.
In ogni momento il dealer indica due prezzi per ciascun titolo trattato: quello di acquisto, detto bid o
denaro, e quello di vendita, detto ask o lettera.
La differenza tra questi due prezzi, detta spread, costituisce il profitto del dealer e l’entità dello spread
dipende dalla rischiosità del titolo, la quale viene misurata dalla volatilità del prezzo (variabilità del prezzo
del titolo in un determinato arco di tempo): maggiore è la volatilità, maggiore è il rischio associato a quel
titolo e di conseguenza il dealer richiederà uno spread maggiore per sopportare tale rischio.
Il settore dei dealer è caratterizzato da alte barriere all’entrata, rappresentate dagli ingenti capitali necessari
per acquistare i titoli prima di rivenderli.
La normativa ha stabilito che l’attività di dealer possa essere svolta da banche con patrimonio superiore ai
5mld e spesso le banche fanno ricorso al mercato interbancario per operare come dealer.
La qualità del prezzo è medio-alta, in quanto le banche possono raccogliere informazioni a livello mondiale
sull’andamento della domanda e dell’offerta di un titolo, ma non è massima in quanto una parte della
domanda non viene interrogata.
L’attività del dealer è molto rischiosa, a prescindere dalla volatilità dei titoli trattati, poiché il prezzo di questi
ultimi può variare per effetto di fenomeni esogeni imprevedibili (eventi macroeconomici e politici).
Tuttavia, in situazioni di mercato turbolento e instabile il dealer può decidere di uscire temporaneamente
dal mercato, per rientrare una volta terminato il periodo di instabilità.
Il market-maker è un intermediario che svolge un’attività identica al dealer ma, al contrario di quest’ultimo,
è obbligato a operare in ogni momento sul mercato, a prescindere dalla sua stabilità, e non ha quindi la
possibilità di interrompere l’attività in caso di crisi di mercato esogene.
Alcuni market-maker, detti specialist, si specializzano nella compravendita di specifici titoli, in genere di
società con un’elevata capitalizzazione (e quindi con prezzo unitario alto) e che richiedono ingenti capitali
per essere acquistati.
4) Mercato ad asta (Borsa)
I mercati ad asta possono essere di due tipologie:
a) Mercato a chiamata o alle grida: era l’unica forma presente in passato. Tale mercato coinvolge due
attori: il banditore, che gestisce l’asta, e gli agenti di cambio, che piazzano ordini di acquisto o di
vendita per conto dei propri clienti.
Ciascun titolo veniva trattato in orari diversi. Il banditore chiamava un titolo e per 5 minuti
raccoglieva gli ordini di acquisto/vendita, con i relativi prezzi, gridati dagli agenti di cambio.
Dopo questa fase il banditore incrociava domanda e offerta e fissava il prezzo di equilibrio. A questo
prezzo non tutti concludevano lo scambio: soltanto gli agenti che intendevano acquistare a un
prezzo uguale o superiore e soltanto gli agenti che volevano vendere a un prezzo uguale o inferiore.
La qualità del prezzo di questa forma di mercato è massima, si ha un prezzo quasi perfetto, perché
ciascun agente di cambio rappresentava moltissimi clienti da tutto il mondo e in ciascuna sessione
erano presenti l’intera domanda e offerta mondiale di ciascun titolo.
I soggetti che rimanevano esclusi dagli scambi, perché non riuscivano a presentarsi sul luogo in
tempo o perché il prezzo di equilibrio non incontrava le loro aspettative, iniziarono a concludere
scambi al di fuori dei mercati ufficiali, dando luogo al fenomeno dei cosiddetti mercati grigi.
Si trattava di mercati paralleli non regolamentati e poco trasparenti, che produssero conseguenze
negative in quanto gli scambi che venivano effettuati non erano comunicati alla Borsa ufficiale e i
prezzi stabiliti erano diversi da quelli di mercato. Questo portò al declino dei mercati a chiamata,
che vennero soppiantati dai mercati a negoziazione continua.
b) Mercato a negoziazione continua: si tratta di una borsa telematica in cui vengono scambiati titoli
in ogni istante della fase di apertura del mercato. Durante la giornata di borsa, ciascun titolo
presenta un grafico in continuo movimento, in base all’andamento della domanda e dell’offerta
(es. se la domanda supera l’offerta il prezzo sale), e ciascun punto del grafico rappresenta il prezzo
di equilibrio del titolo in un determinato istante temporale.
Poiché si hanno tanti prezzi di equilibrio nel corso della giornata, la qualità del prezzo non è
massima come in passato, poiché altrimenti ci sarebbero tanti prezzi “perfetti”; tuttavia, la qualità
resta comunque molto elevata.
Dal punto di vista operativo, il mercato continuo ha introdotto due nuove modalità di operare:
Trading online (il pioniere è stato Charles Schweb): si possono acquistare e vendere titoli in
qualsiasi momento, in tempo reale, e chiudere posizioni all’interno della stessa giornata di
borsa (intraday). Inoltre, non è più necessario affidarsi ad agenti di cambio poiché è
sufficiente un’app o un sito internet per concludere autonomamente le operazioni;
Scalping: vera rivoluzione dell’asta continua. Si chiudono posizioni nel brevissimo termine,
acquistando un titolo e rivendendolo appena sale di un tick, ovvero l’unità minima di rialzo
o ribasso, conseguendo un profitto di bassa entità. Ripetendo questo processo numerose
volte nel corso della giornata è pero possibile ottenere enormi utili.
A queste modalità se ne aggiunge una terza, già presente prima del mercato ad asta continua, ovvero la
logica cassettista, che si basa sull’analisi dei valori fondamentali dell’impresa (bilanci, business plan,
strategie, ciclo di vita del prodotto ecc) per cercare di prevedere l’andamento del titolo nel medio-lungo
termine.
GIORNATA TIPICA DI BORSA
Le fasi e le modalità di funzionamento della Borsa vengono stabiliti da Borsa Italiana S.p.A.
La giornata di borsa si compone di 5 fasi:
1) Preapertura o pre-market (dalle 8 alle 8:50): durante questa fase il book di negoziazione riceve gli
ordini di acquisto/vendita, li processa e fissa il prezzo di preapertura, ovvero un prezzo di equilibrio
teorico con il quale potrebbero aprirsi le negoziazioni del titolo. Tale prezzo, prima di diventare
effettivo, deve essere convalidato nella fase successiva e quindi non è certo che sarà il prezzo di
apertura della giornata.
2) Validazione (alle 9): viene valutato se il prezzo di preapertura deve essere convalidato o meno. Il
prezzo di preapertura può essere validato se è compreso in un range tra il +-10% rispetto al prezzo
di riferimento del giorno precedente. Se non rientra in questo range, il prezzo non può essere
convalidato e tutto il processo ricomincia da capo, rimandato di un’ora.
3) Apertura (alle 9): si avviano le negoziazioni con il prezzo di preapertura che è stato convalidato;
4) Asta continua (dalle 9 alle 17:30): il titolo viene negoziato e il prezzo di equilibrio si muove a
seconda dell’andamento della domanda e dell’offerta (se D>O, il prezzo sale, se D<O, il prezzo
scende);
5) Chiusura (17:30): si chiudono le negoziazioni e il book indica due prezzi per ciascun titolo quotato:
a) Prezzo ufficiale: media ponderata di prezzi e quantità scambiate del titolo nel corso della
giornata;
b) Prezzo di riferimento: media ponderata di prezzi e quantità ma solo per l’ultimo 10% degli
scambi effettuati. Sarà il prezzo con cui verrà confrontato il prezzo di preapertura della giornata
successiva, in modo tale da dare una certa continuità ai prezzi nel corso delle varie giornate di
borsa.
Dopo la chiusura della borsa gli operatori possono comunque svolgere negoziazioni su mercati esteri che<