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PHYLUM SARCOMASTIGOPHORA
Questo phylum del regno dei protozoi comprende 2 sub-phylum(sottoclassi):
1. SUBPHYLUM SARCODINA O AMEBE
2. SUBPHYLUM MASTIGOPHORA O FLAGELLATI
SUBPHYLUM SARCODINA O AMEBE
Sono protozoi caratterizzati dalla presenza di pseudopodi (cioè fuoruscite di
membrana citoplasmatica che ne permettono il movimento) e interessano
l’intestino e il sistema nervoso centrale.
Esse si riproducono per scissione binaria (da un trofozoite se ne formano due),
e molto spesso sono monoxeni (diretti). Esse vengono trasmesse dalle feci
via oro-fecale
infette di cisti cioè ,infatti quando l’ameba in forma cistica viene
trasportata e ingerita è in grado di infettare l’uomo fuoriuscendo dalla parete cistica e
inoltre di insediarsi nei vari apparati .Le amebe quindi hanno un ciclo monoxeno
diretto.
La maggior parte delle amebe sono patogene; alcune causano patologie nell’uomo
non gravi e quindi vengono dette forme o AMEBE COMMENSALI.
Le amebe commensali che interessano l’intestino sono:
l’ENTAMOEBA HISTOLYTICA è la più importante perché è l’unica che può
perforare la mucosa intestinale e diventare invasiva raggiungendo tramite il
torrente sanguigno il fegato e i polmoni dove crea gli ascessi amebici. E’
difficile da individuare perché allo stadio di trofozoite è quasi trasparente con un
nucleo con cariosoma centrale e circondato da un bordo di cromatica periferica
all’interno del quale vi sono molti globuli rossi infatti li fagocita). Allo stato
cistico presenta invece 4 nuclei e ciò lo differenzia dalle altre entamoeba.Essa si
contrae ingerendo acqua,verdure o molluschi contaminati da cisti poiché o
manipolati da persone infette oppure trasportate da mosche o blatte che sono
entrati a contatto con le feci di soggetti infetti. Le forme cistiche eliminate con le feci,una volta emigrate e quindi
ingerite si liberano dalla parete cistica, si riproducono per scissione binaria e vivono nel lume o sulla mucosa
dell’intestino tenue fagocitando batteri e muco senza provocare alcun danno. Scendendo nel lume intestinale,i
protozoi reagiscono alla disidratazione formando una parete cistica e quindi vengono espulsi con le feci come cisti
capaci di sopravvivere nell’ambiente.E’ diffusa particolarmente nel nord Africa,centro sud America e per quanto
riguarda le manifestazioni cliniche si ha una distinzione nel:
l’amebosi intestinale che si manifesta con crampi addominali, diarrea, dissenteria amebica (feci con
muco e sangue), tenesmo(contrazione sfintere anale), flautolenza, emorragie intestinali. E’grave soprattutto
nei bambini dove si manifesta anche con la febbre, rapida disidratazione e spesso peritoniti.
L’Amebiasi extraintestinale è dovuta al circolo dei trofozoiti tramite il flusso ematico che determinano la lisi
degli epatociti e dei vasi intraparenchimali causando così un ascesso epatico con epatomegalia. Essa si manifesta
con febbre, dolore all’ipocondrio destro, che si irradia a spalla e scapola sinistra. L’invasività è molto pericolosa e
avviene in breve tempo.
E’ molto importante che venga fatta una DIAGNOSI precoce e ciò la si può ottenere:
1. svolgendo un esame coprologico che consiste nell’esaminare le feci per ricercare le cisti (a 4 nuclei) o i trofozoiti
(in feci diarroiche)
2. una volta recuperato il parassita si osserva la presenza di emazie fagocitate (presenti solo nella forma invasiva).
3. il Test immunologico ELISA consente di rilevare nelle feci del paziente un antigene specifico presente sulla
membrana dei trofozoiti che indica l’infezione di entamoeba.
4. Oppure si svolge l’elettroforesi isoenzimatica o la PCR molto sicuro perché individua il DNA del parassita,.
TERAPIA: I portatori di Entamoeba histolytica vengono trattati con farmaci che riducono il rischio di trasmissione del
protozoo e il rischio di evolvere in senso invasivo. Questi farmaci utilizzati detti amebicidi sono: il metronidazolo e
l’amminosidina.Per quanto riguarda la PROFILASSI : è necessario soprattutto un miglioramento a livello igienico
sanitario (reti fognarie) e una giusta informazione da parte delle guide per turisti diretti in zone a rischio.
Poi si ha l’ENTAMOEBA GENGIVALIS che vive nel cavo orale senza formare cisti e si trasmette per contatto
diretto(rapp.sessuali oro-genitali o oro-rettali).
Poi l’ENTAMOEBA COLI molto simile all’Histolytica ma la differenza sta nel numero di nuclei all’interno della cisti
eliminata con le feci e al fatto che la cromatina non è centrale ma decentrata.
L’ENTAMOEBA DISPAR è identica all’histolytica ma non è invasiva.
Altre amebe a vita libera nell’ambiente sono anfizoiche e possono causare patologie molto gravi,spesso letali se vengono a
contatto con l’uomo.Esse vengono dette AMEBE SISTEMICHE e comprendono:
La NAEGLERIA FOWLERI un’ameba che dallo stadio di trofozoide può diventare anche un flagellato (t.sopra i 16 gradi)e
può essere contratta facendo il bagno in acque tiepide contaminate dall’ameba (es. trasportata dal vento nelle piscine
termali,stagni) dove si moltiplica trasformandosi in flagellato.Se viene a contatto con l’uomo, il protozoo entra nelle fosse
nasali trasformandosi di nuovo in ameba dove attraversando la mucosa olfattiva e il nervo olfattivo giunge all’encefalo
causando meningoencefaliti fulminanti. (Naegleria è sempre patogena)
L’ACANTHAMOEBA è diffusa un po’ ovunque in natura e la si può trovare in
acque dolci,salate, ortaggi,pesci e anche nella soluzione fisiologica usata per la pulizia
delle lenti a contatto.Quando l’ameba in forma cistica ,trasportata dalla polvere,entra a
contatto con l’uomo lo infetta fuoriuscendo dalla parete cistica e insediandosi
nell’apparato respiratorio o digerente o nella cornea.Nei pazienti con deficit
immunitari può verificarsi la diffusione dell’ameba da queste sedi al sistema nervoso
centrale. Quindi è opportunista dato che può diventare altamente patogena solo negli immunodepressi.A livello oculare
causano le cheratiti che se non vengono riconosciute in tempo,sfociano in perforazioni della cornea.Profilassi:controlli delle
acque e educazione alla corretta igiene delle lenti ovvero lavarle dopo l’uso e non prima di indossarle e conservarle in
contenitori con soluzioni sterili.