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La sala dei cavalli, con i cavalli che avevano anche i nomi, che sono disposti in 3D, sembrano uscire da una

parete fregiata da un ordine architettonico fatto da queste lesene, tutte dipinte con dei finti marmi dipinti,

con finte statue dipinte, che rappresentano le divinità dell’Olimpo. Vulcano è sul camino, in quanto è la

divinità del fuoco, quello che forgia le armi di Marte. Ci sono altri temi: i cavalli, la passione del duca, e le

divinità dell’Olimpo che proteggono il suo casato. I temi di forza che raffigurano alcune fatiche di Ercole.

Qui si vede uno dei cavalli tra Giove e Giunone, e Ercole che combatte e uccide il leone di Nemea. In cima

si vede questo fregio policromo, con questo gusto locale giullaresco, per questi colori vivi e romani, giullaresco

per la licenza alla regola, cioè la volontà di stupire e di rompere gli schemi della regola. Lo si vede nei

mascheroni. Si è in luoghi di rappresentanza ma anche fuori dalle regole - e in alcuni punti gli angioletti sono

bizzarri in posizioni acrobatiche.

Dopo la sala, che serviva come anticamera per le grandi feste, danze o banchetti pubblici. Si sa che nel 1530,

quando arriva Carlo V, questo viene fatto accomodare nella sala e la nobiltà mantovana viene a dargli omaggio

e viene allestito un grande banchetto, dove si mangia e si danza, mentre Carlo V e il novello duca, cenano

separatamente nella camera di Psiche, successiva alla Sala dei Cavalli, forse la camera più celebre assieme alla

camera dei Giganti. La Camera di Psiche celebra questo onesto ozio, nella quale si prefigurano anche le attività

che seguiranno la cena. Per cui si ha una struttura molto particolare - è una stanza immersiva, con figure

gigantesche che circondano a 360° e anche sul soffitto, il soffitto che è costituito da una volta cassettonata

in una struttura lignea, con degli ottagoni che contengono delle tele, sulle quali sono rappresentati dei temi:

la storia di Amore e Psiche (quella che Giulio dipinge assieme a Raffaello nella Farnesina). Si vede che è una

storia dell’antico, tratta dalla mitologia antica, che era già stata utilizzata in una villa e che qui torna, ma gli

episodi sono messi in disordine, in maniera tale che il visitatore dovesse rintracciare in una sorta di gioco la

sequenza corretta. Nel soffitto si vede Venere che osteggia Psiche, quindi le prove che Psiche deve superare

per sposare Amore.

Nella parete si vedono Amore e Psiche al matrimonio. Quindi finalmente il loro sogno si corona e una serie

di divinità si radunano per il banchetto dei due sposi che sono su un triclinio, come due antichi Romani.

Sono tutti nudi, è un trionfo di nudità perché celebra il matrimonio antico. Si vede la grande credenza in

cui sono esposte le stoviglie del banchetto, e c’è la tavola imbandita. Il tutto su uno sfondo di paesaggio

diurno, mentre le prove sono più cupe, in notturno, segno di un certo pessimismo che viene rischiarato dal

coronato sogno.

Se si notano i dettagli, si vedono le pergole che erano state introdotte da Raffaello nella loggia della Farnesina.

Nelle altre pareti vi sono altri temi amorosi: la tavolata di Amore e Psiche che finisce, e poi ce n’è una terza

dedicata a Marte e Venere, che sono due amanti perfetti, se non che ci si mette in mezzo Adone, un bellissimo

uomo mortale, che fa innamorare Venere, e quindi Marte uccide Adone mentre Venere cerca di fermare l’ira

di Marte. Il tutto su uno sfondo di colonne tortili o di natura.

Sul camino vi è una figura gigantesca, Polifemo, che sta nella sua caverna, in compagnia di un orso, mentre

la sua amata Galatea sta fuori a guardare il mare abbracciata con Ace. Anche lui è tradito dalla sua amata.

Stessa scena che si è vista nella loggia tamponata della Farnesina, dove Sebastiano del Piombo dipingeva

Polifemo e Raffaello dipingeva Galatea. Poi due episodi più scabrosi, sopra le righe, amori molto carnali. Giove

che si unisce con Olimpiade, la madre di Alessandro Magno. Filippo viene accecato dalla folgore di Giove, e

Giove entra nella camera da letto e si trasforma in essere umano per unirsi ad Olimpiade. Un altro episodio

è su Passive Che, per unirsi con Giove in forma di toro, si fa costruire da Dedalo, un simulacro, dove entra

per unirsi con Giove - il massimo della scabrosità in assoluto.

Si arriva alle ultime camere del marchese. Il marchese prima di ritirarsi, andava nella Camera dei Pianeti, nella

quale anche Carlo V, rimane folgorato. La camera dei pianeti è l’anticamera da letto fregiata dall’oroscopo

del principe: è lo studio verso oriente nel quale va a lavorare dopo che si è svegliato, e si ha sulla volta i

segni dello zodiaco, le divinità degli antichi che ispirano l’uomo (Marte, Giove e Venere), i mesi dell’anno, da

gennaio a dicembre e i venti che soffiano, e gli influssi delle stelle.

Si vede come era organizzata la volta: si hanno i quadrati in stucco e finto bronzo che rappresentano i segni

dello zodiaco. Poi i mesi, e sopra lo zodiaco, ci sono gli dei dell’olimpo, e i venti che soffiano sui tondi che

raffigurano le attività dell’uomo. Gli astri, dominati dagli dei dell’Olimpo, attraverso i venti, influiscono sulla

vita degli esseri umani. Lo stesso imperatore rimane bocca aperta perché non aveva un palazzo così bello.

Il duca si ritira nella sua camera da letto, più confortevole, in cui si presentano le aquile del Gonzaga, disposti

ai quattro angoli in stucco, delle scene d’amore molto volenti: le lotte tra amazzoni e centauri, le notti di

passione più sfrenati dell’antichità, perché amore è passione violenta, e poi si prenotano delle scene in cui gli

amorini vincono una serie di imprese, perché l’amore vince su tutto.

Al di sopra c’è il mito di Fetonte, che ruba il carro del Sole, fino a che il Sole impazzito, coglie l’attenzione di

Giove, che vede l’impazzimento del Sole, folgora Fetonte che cade nella pianura padana, e, dove cade,

nasce il Po. C’era il memento mori, che ricorda di essere prudenti. È un mito padano, che lega la mitologia

alla pianura padana e alla dinastia dei Gonzaga. Usciti dall’appartamento di Federico, ci si trova di fronte ad

una loggia particolare, chiamata loggia di Davide, che si trova di fronte all'accesso occidentale del palazzo.

Nella casa romana si sarebbe visto oltre al cavedio, lo studio del padrone di casa, uno spazio che si poteva

aprire sul cavedio e sul giardino.

La loggia di Davide ha questa funzione, nel senso che è una sorta di spazio aperto sui due fronti in diretta

comunicazione con quelle che sono le stanze del proprietario di casa. Questo spazio apribile di

rappresentanza e di studio, è un luogo dove Carlo V viene ricevuto, ed è la loggia più monumentale del

palazzo, la cui pianta è costituita da un fronte cieco verso il cortile quadrato, e da un fronte porticato con

dei gruppi tetrastili, di quattro colonne in forma di doppia coppia, come Peruzzi nella sala dipinta alle

Colonne della Farnesina, quella che Giulio vede e qui riproduce con delle colonne vere, fatte di laterizio e

intonacate per simulare la pietra. Questi gruppi tetrastili sorreggono delle porzioni trabeate che definiscono

una serliana continua, sorta di citazione della loggia di villa dante a Roma, opera di giulio, in versione 3D. Da

che cosa è decorata questa volta a cassettoni dipinti, da un tema che mescola amore, parti amorose e parti

eroiche, ad unire di fatto la porzione privata del principe con l’appartamento politico e invernale.

Chi è il protagonista? Re Davide, reso famoso dall’abbattimento del Golia. Sulla testata della loggia si ha la

scena dell’abbattimento di Golia, mentre nella parte alta gli amori di Davide con Betsabea, che mescolano i

due generi. Carlo V vede la loggia non ancora terminata. Carlo V, al quale viene dedicato l’appartamento

politico che segue il fronte della loggia verso il giardino con l’esedra, che opera successiva (seicentesca) di

Nicolò Sepegozi?.

La planimetria mostra l’assetto attuale

dell’appartamento politico; e si vede il confronto con

Andreasi che mostra la peschiera che costituisce un

accessorio fondamentale del fronte verso sud est che è

mitigato da due espedienti: l’acqua della peschiera, che

si è vista anche a villa madama (serve per pescare il

pesce), e l’altro espediente per mitigare il caldo è la

presenza di una loggia che protegge tutto il fronte

verso sud est, che consente di schermare il sole caldo

in estate e di riscaldare questi ambienti in inverno.

Consente un uso polivalente degli spazi: le ville non

erano solo fatte per l’estate, ma erano anche destinate

a viverci tutto il tempo dell’anno se il padrone di casa lo

avesse voluto. Le stanze che costituiscono

l’appartamento politico sono nella parte di

rappresentanza, due salette e un camerone, non si ha

la grande sala, anche per ragioni di comfort,

dimostrazione del fatto che non potesse essere abitato

nel periodo invernale, in quanto sarebbe stato

impossibile banchettare. Sono due triclini per le mezze

stagioni e la camera dei Giganti che fa da contraltare per

la posizione simmetrica della camera di Psiche, che è la

sala da pranzo più solenne e più calda. La prima stanza che si vede entrando è la saletta, la camera dei trionfi

degli imperatori, come la chiama Strada.

Il trionfo degli imperatori è il primo tema politico. Si ha una volta disegnata da Andreasi tutta fatta di stucchi,

ma quello che le dà il nome è il trionfo imperiale che si vede sui due registi a rilievo a imitare i rilievi della

colonna traiana, e viene riprodotto un trionfo di un esercito imperiale con la fanteria in alto e la cavalleria in

basso, disposto sulle quattro pareti e su due registri, con Marte e Ercole. Gli artefici di questi stucchi sono

stuccatori che lavoravano all’epoca per Giulio, uno di questi è Francesco Primaticcio, che nel 31 esporterà il

verbo Giuliesco nella corte di Francesco I di Francia, quel Rinascimento romano che ha in Mantova un ponte.

La stanza successiva è la saletta dedicata ai Cesari/condottieri, sempre un tema politico. (l’imperatore che

figura nella sala dei trionfi porta insegne, che ha uno scudo con l’aquila degli Asburgo, un riferimento

imperiale antico declinato al moderno; la saletta successiva mostra temi dedicati ai grandi condottieri, con

l’ottagono allungato del soffitto con la clemenza di Cesare, che dimostra clemenza nei confronti degli sconfitti,

attraverso dei gesti di clemenza. Secondo Cesare occorreva essere clementi con coloro che vengono sconfitti.

Ci sono una serie di disegni lungo le pareti ispirati alla sua maniera e alcuni oggetti preziosi derivati da un suo

disegno. Cosa viene rappresentato nei dipinti sulla volta? Si hanno Augusto, Alessandro magno, Filippo il

Macedone, i condottieri e

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Publisher
A.A. 2023-2024
23 pagine
SSD Ingegneria civile e Architettura ICAR/18 Storia dell'architettura

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Alberto207 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia dell'architettura e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Politecnico di Milano o del prof Togliani Carlo.