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OVERVIEW SULLE PRODUZIONE DI
PROTEINE RICOMBINANTI
Lunedì 8 marzo 2021
Il vettore di espressione viene amplificato perché ho bisogno di
amplificare il DNA per disporre di quantità sufficienti di questo
per poter poi realizzare tutti gli step di controllo (verifico di
avere tutte le caratteristiche che voglio) verifico la struttura
generale del costrutto attraverso la definizione di un profilo di
restrizione, posso sequenziare la regione di DNA che contiene
il gene di interesse.
Ripasso possibili enzimi di ligazione:
Scale up (ampiamento della scala di lavoro)
Quando si ottengo dei cloni trasformanti dal ceppo che stiamo
utilizzando come ospite di espressione, ho la possibilità si
scegliere singole colonie da una piastra su cui è avvenuta la
selezione utilizzando un marker di selezione
Il passaggio su piastra può essere diretto, cioè ottenuta
direttamente dopo la trasformazione di un certo ceppo oppure
può essere una piastra su cui ho trasferito cellule che vengono
da una glycerine culture (glicerato). Un glicerinato è una
sospensione di cellule che si trovano nel terreno di coltura in
cui sono state amplificate, mescolato con glicerina, in
proporzione diverse a seconda del ceppo utilizzato. Per cellule
di E. coli il rapporto è di solito 1:1.
Dopo aver mescolato bene le cellule nella sospensione è
possibile stoccarle a -80° così ottengo colture stabili
conservabili anche per anni da cui poi è necessario
“risvegliare” la coltura portandola in condizione di crescita si
estrae da una coltura glicerinata una piccola qualità di
sospensione, fare degli strisci sulla piastra ed ottenere delle
singole colonie.
Le differenze tra un clone e l’altro (tra le colonie) possono
essere meno marcate tra cloni che siano portatori di plasmidi
di tipo episomale plasmide che si replica all’esterno del DNA
genomico il plasmide è dotato della propria ori quindi si può
replicare indipendentemente dalla sua integrazione nel
cromosoma nelle cellule di E. coli.
Nel caso dei trasformanti ottenuti dalla trasformazione di un
ceppo di espressione di E. coli con un vettore di espressione,
mi aspetto una minore variabilità tra un clone e l’altro ma si
prendono comunque in considerazione almeno tre colonie
diverse di cui si vanno a saggiare i livelli di espressione
individuiamo e scegliamo il miglior clone di produzione.
Questa scelta si realizza comunque attraverso un lavoro di
scale-up cioè la produzione di colture che abbiamo un volume
maggiore che ci consenta di osservare i livelli di espressione
della proteina target.
Il primo passaggio a questo punto sarà quindi quello di
preinoculo in un volume che va solitamente da 2 a 10 ml di
terreno e si lascia in crescita e si lascia raggiungere una
densità cellulare controllata.
Successivamente si aumenta ulteriormente il volume
realizzando una diluizione della coltura preinoculo può
essere 20-50 millilitri maggiore realizzo così un’inoculo della
coltura di produzione, quella in cui mi aspetto di fare delle
verifiche di produzione.
Questa coltura sarà a sua volta soggetta un’induzione
utilizzando IPTG.
Questo percorso può essere fatto su piccola scala (50ml) se ho
l’obbiettivo di verificare quali siano i livelli di produzione nelle
colture. È valido nel caso di ceppi di espressione di tipo
microbico (batterio, lievito).
Una volta individuato il clone produttivo posso ulteriormente
aumentarne il volume. In scala di laboratorio la crescita delle
colture di produzione e di induzione avvengono in beuta
(erlenmeyer flasks= tipo specifico di beuta).
Durante queste espansioni della coltura bisogna tener conto
che il volume operativo (della coltura di produzione che
utilizziamo nelle beute) non deve essere superiore ad un terzo
di quello nominale una beuta da 500ml non utilizzo più di
su
150 ml di coltura.
Questo rapporto va mantenuto perché durante la fase di
produzione devo conservare delle condizioni operative che
riguardano non solo la composizione del terreno e la
temperatura, ma anche il grado di ossigenazione della coltura.
riempire la beuta implica il fatto che la regione di
non
scambio con l’ambiente (con l’O nell’aria) sia molto ridotta
2
rispetto al volume della coltura.
Queste beute sono tenute in agitazione, i cui termini sono
rivoluzioni per minuto, perché vengono poste su oscillatori di
tipo orbitale su cui imposto le rivoluzioni per minuto (rpm) cioè
una rotazioni del piatto del dispositivo dalla velocità di
rotazione dipende il grado di ossigenazione della coltura.
La formazione di schiuma impedisce lo
scambio con l’ossigeno per cui per quanto
possibile si eviterà la formazione di
schiuma attraverso dei surfattanti che ne
impediscono la formazione (composti anti
foam)
La produzione in beute fino a 3L è il massimo che ci possiamo
consentire quando si fa lo scale up in laboratorio
successivamente si fa lo scale up con dei fermentatori o
bioreattori che sono dispositivi che consentono il controllo di
tutti gli elementi che vogliamo controllare durante la
produzione di proteine ricombinanti. Il bioreattore è dotato di
una camici termostata che consente di controllare in modo
molto stretto la temperatura e di tracciare nel tempo tutte le
variazioni di temperatura a cui può essere andata in contro la
coltura. È controllata anche l’ossigenazione che dipende da un
sistema di agitazione (braccio mobile a cui sono collegate della
pale che ruotano). Posso anche controllare l’aggiunta di
nutrienti e del pH. Posso fare dei prelievi.