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PRINCIPALI PATOLOGIE DELL’ORECCHIO

Parliamo di ipoacusia in caso di alterazioni della capacità uditiva per alterazioni di una o più

strutture dell’apparato uditivo, può essere mono o bilaterale e di entità variabile fino

all’anacusia. La diagnosi può essere fatta con

otoscopio o con l’esame audiometrico.

Con l’otoscopio può essere usato lo speculum

articolare, che permette di osservare l’orecchio

con le sue dimensioni normali e di effettuare

interventi con rimozioni di tappi, l’otoscopio

convenzionale, che invece ha una visione

ingrandita bidimensionale e non permette di

fare manovre ma solo di osservare, o il

fibro-otoscopio, che permette una visione ben

ingrandita. Importante è verificare la corretta

luminosità dell’otoscopio e detergere la cute.

Col diapason si

chiede se la

vibrazione è a

destra o a sinistra

facendo delle valutazioni neuro sensitive.

Si può poi ricorrere all’esame audiometrico, con

ambiente insonorizzato in cabina, il

posizionamento di una cuffia in testa tramite la

quale vengono mandati dei suoni, e se il paziente

sente premerà un pulsante (via aerea). Si fa poi

anche la valutazione della via ossea, attraverso

suoni mandati tramite un oggetto che vibra

posizionato sull’orecchio. Valutando l’orecchio più compromesso deve essere mascherato

l’orecchio performante.

Esistono ipoacusie trasmissive (otite, perforazione timpanica, malformazioni, tappi di

cerume), dovute a malattie dell’orecchio esterno o medio con problematiche della via aerea,

ipoacusie neurosensoriali, in cui la via aerea è uguale alla via ossea, e le ipoacusie

miste in cui la via ossea è abbassata ma non quanto la via aerea.

Tra le principali cause di ipoacusie trasmissive e patologie dell’orecchio esterno

abbiamo l’otite esterna semplice, cioè un’infiammazione del condotto uditivo esterno,

batterica, talvolta micotica. Provoca dolore intenso e viene trattata con gocce contenenti

antibiotico e cortisone. L’otite esterna maligna, diffusa nel diabetico, presenta possibile

evoluzione mortale per diffusione cranica con distruzione delle ossa. Guarisce con una

lunga terapia antibiotica. Talvolta può entrare in diagnosi differenziale con il carcinoma

dell’orecchio esterno e richiedere biopsia.

L’herpes zoster oticus può dare la formazione di vescicole e la terapia è antivirale. Ci può

essere poi anche dermatite con prurito e desquamazioni per le quali vengono indagate

eventuali allergie e si utilizzano cortisonici come pomate o gocce, ma anche micosi, con

funghi a forma di puntini bianchi, grigi o neri a seconda della tipologia, e come terapia si

usano gli antimicotici. Può esserci poi anche il tappo di cerume, migliorabile con gocce

emollienti, lavaggi auricolari e asportato dallo specialista.

Per quanto riguarda le patologie dell’orecchio medio possiamo avere l’otite, la quale è più

diffusa nel bambino in quanto l'orecchio è più corto e largo. L’esame è l'impedenzometria,

viene inserito un dispositivo con tre vie sonore andando a registrare il timpanogramma, se di

tipo A la situazione è normale, di tipo B con probabile problema catarrale, e C, sempre

disfunzionale.

Quando c’è un rumore molto forte scatta il riflesso stapediale, muscolo che si inserisce sulla

staffa, la quale si irrigidisce e smette momentaneamente di funzionare. Questo è utile per

proteggere le strutture da danni.

L’otite media secretiva acuta non è in infezione, ma è caratterizzata dalla presenza di

liquido che si accumula. Questa situazione non causa dolore e può insorgere anche con

immersione subacquea. Si utilizzano mucolitici per os e aerosol. Risulta da attenzionare

nell’adulto in quanto le secrezioni potrebbero essere dovute ad un tumore maligno in

crescita. L’otite media acuta è invece un’infezione spesso concomitante ad un raffreddore, i

batteri passano dal naso all’orecchio, può andare poi ad accumularsi essudato, il quale può

portare a mettere in tensione le fibre nervose dando dolore o causare perforazione

timpanica per la grande quantità (ci sarà otorrea, fuoriuscita di liquido purulento). La

diagnosi si effettua con otoscopio e come trattamento si utilizzano antibiotici. Complicanze

sono la mastoidite, la persona si presenta con padiglione lateralizzato (orecchio a sventola)

e rossore, che può portare ad una mastoidectomia, paresi del nervo facciale, in quanto

questo nervo motore facciale attraversa l’orecchio medio, e anche in questo caso può

essere richiesto trattamento chirurgico. A seguito di una perforazione il

timpano si rimargina, ma in caso di forme di otite cronica potrebbe avvenire

una compromissione. In caso di otite media secretiva cronica possono

essere inseriti tubi di ventilazione transtimpanici in anestesia locale o

generale per far uscire il versamento. Nei casi in cui si prevede che si possa

riformare velocemente il liquido si inserisce un drenaggio, il quale permette

una ventilazione rimanendo in sede per circa 6 mesi, in seguito il timpano

tagliato solitamente si rimargina.

Possiamo avere anche un’otite media cronica semplice con cui il buco nel timpano

potrebbe permanere richiedendo un intervento di miringoplastica, il quale prevede la

chiusura della perforazione con fascia di muscolatura temporale autologa o pericondrio

tragale. Nello stesso intervento può essere a volte fatta anche l’ossiculoplastica, con cui si

inseriscono protesi autologhe ed eterologhe se ci sono erosioni della catena degli ossicini.

Il colesteatoma avviene dalla formazione di una tasca di retrazione, la parte superiore non

ha infatti lo strato fibroso risultando quindi più debole, questo può permettere l’ingresso di

pelle esterna che si accumula in una sacca, il colesteatoma. Potrebbero

non esserci sintomi oppure esserci la presenza di secrezioni o cattivi odori,

l'esame che si effettua è la TAC e il trattamento è chirurgico di

timpanoplastica, con asportazione del colesteatoma, e può essere chiusa,

con conservazione della normale anatomia, o aperta con apertura del

canale uditivo.

La timpanosclerosi si osserva per la formazione di placche con

l’otoscopio, solitamente non ci sono trattamenti in quanto non causano

sordità o problematiche particolari.

L’ipoacusia percettiva o neurosensoriale per problematiche dell’orecchio

interno, può spesso dare sordità permanente (in quanto le cellule ciliate non si riparano),

può essere causata da trauma acustico, ototossicità da farmaci, labirintite virale o batterica,

malattie autoimmuni, malattia di Meniere ecc… Oltre all’audiometria tonale, con la quale

inviamo i suoni, può essere eseguita anche l’audiometria vocale, con cui si mandano 10

parole bisillabiche e il paziente deve ripeterle. Questo può essere indagato in pazienti che

devono probabilmente posizionare apparecchi acustici.

Tra questo tipo di ipoacusia abbiamo la presbiacusia, che prevede il progressivo calo di

vista e udito con l’invecchiamento. La ridotta perfusione della coclea può dipendere anche

da stress, arteriosclerosi, diabete, fumo, farmaci ototossici. Il trauma può essere spesso

anche lavorativo.

Per quanto riguarda l'ototossicità esistono ben più di 100 classi di farmaci che possono

causare danni all’udito, i più frequenti sono gli antibiotici aminoglicosidi (streptomicina contro

la tubercolosi), i diuretici dell’ansa (furosemide), salicilati (aspirina), e chinino. Anche chi è

sottoposto a chemioterapia potrebbe avere dei danni dall’utilizzo di cisplatino e carboplatino.

L’ipoacusia improvvisa è l’unica vera urgenza audiologica, la perdita percettiva di almeno

30 dB per 3 frequenze contigue insorta entro tre giorni. La causa è spesso sconosciuta ma

può riguardare ipotensione. Non esiste una terapia di sicura efficacia, ma si utilizza la

terapia steroidea, e può essere poi proposta la camera iperbarica, nella quale c’è

un’iperossigenazione.

La malattia di Meniere è una malattia dell’orecchio interno a causa sconosciuta, porta

sintomi come crisi vertiginose rotatorie, acufeni, ipoacusia fluttuante e fullness auricolare,

cioè orecchio ovattato. Si parla di questa malattia a seguito di 2 episodi insorti con questi

sintomi. I pazienti hanno spesso un profilo psicologico di ossessione perfezionistica con

rilevante stress, e avviene un aumento di endolinfa, per produzione aumentata o ridotto

riassorbimento nel sacco endolinfatico. Molto forti sono le vertigini, che possono essere

associate a tachicardia e il paziente dovrebbe rimanere da solo al buio per gestire la

situazione con meno stimoli possibili. Può avvenire anche nistagmo spontaneo, movimento

regolare involontario del bulbo oculare, che può essere analizzato con degli occhiali appositi

(occhiali di Frenzel).

Solitamente c’è una fase iniziale, poi una attiva con crisi più intense e infine una fase di

remissione o di trasferimento all’altro orecchio. La diagnosi può essere più complicata se

non ci sono tutti i sintomi. Durante la crisi si deve posizionare al buio la persona, in generale

sono importanti le regole dietetiche con riduzione di sale, caffè, cioccolato, alcol e fumo,

aumento dell’apporto idrico, regole di vita possono essere la gestione dello stress, anche

farmacologica (benzodiazepine). Una tipologia di trattamento può essere attraverso

iniezione transtimpanica di gentamicina, oppure chirurgico in base al grado di

compromissione dell’udito, se assente si distrugge tutto l’apparato, se invece è meno

compromesso si effettua neurectomia vestibolare, la quale viene effettuata dal

neurochirurgo permettendo al paziente di non sentire più le vertigini.

Un’altra causa di ipoacusia è il neurinoma dell’acustico, tumore benigno che nasce spesso

dal nervo vestibolare, sintomi sono progressiva ipoacusia, acufeni, l’evoluzione è

imprevedibile e solo se grande può dare altri sintomi come cefalea. Importante è la

valutazione con audiometria vocale, ma anche la risonanza magnetica o la TAC con mezzo

di contrasto nei pazienti in cui non può essere effettuata la risonanza (presenza di PM o altre

controindicazioni). Le opzioni sono la chirurgia, l’attesa e il monitoraggio dell'eventuale

crescita, e la radioterapia. Chirurgicamente si deve asportare il tumore mantenendo integro il

nervo facciale, sintomi postoperatori possono essere paresi del nervo, lagoftalmo,

scompenso vestibolare, cefalea, anacusia, acufeni, ma anche complicanze come ematoma

A

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Scienze mediche MED/34 Medicina fisica e riabilitativa

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Vezz_jr di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Medicina riabilitativa e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Ferri Gian Gaetano.
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