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Estratto del documento

Termina alla base della lingua, dove emette i rami linguali (sono i suoi rami terminali

nervo timpanico, rami faringei, ramo del seno

sensitivi). I rami collaterali sono il i

carotideo, ramo per il muscolo stilofaringeo, rami tonsillari rami linguali.

e i

X paio: nervo vago

Il nervo vago è un nervo misto che possiede una componente motoria somatica e

motoria viscerale (parasimpatica), sensitiva somatica, sensitiva viscerale e gustativa.

È il nervo più importante del sistema parasimpatico. Il nervo vago emerge dal solco

laterale posteriore del bulbo con numerose radicole che si uniscono in un tronco che

esce dal cranio tramite il foro giugulare.

Fibre motori somatici

1. – originano dal nucleo ambiguo del bulbo e innervano i

muscoli striati del palato, Laringe e faringe.

Fibre pregangliari parasimpatiche

2. – provengono da neuroni che nascono dal nucleo

motore dorsale del vago e vanno ai gangli parasimpatici annessi al cuore, apparato

respiratorio, digerente e urinario.

Fibre sensitive somatiche

3. – fibre che dal ganglio giugulare (superiore) portano la

sensibilità cutanea del meato acustico esterno e del padiglione auricolare. Attraverso

la radice discendente del V paio terminano nel nucleo del trigemino.

Fibre viscerali generali e gustative

4. – originano nel ganglio nodoso (inferiore) portano

la sensibilità viscerale degli apparati respiratorio, digerente e urinario e la sensibilità

gustativa dalla radice della lingua. Le fibre della sensibilità viscerale trasportano la

sensibilità degli stessi organi innervati dal componente parasimpatico del nervo.

Inoltre portano i stimoli sensitivi del seno carotideo e del glomo carotideo al nucleo del

tratto solitario nel bulbo. Queste vie afferenti non trasportano la sensibilità dolorifica

dei visceri (lo fanno i nervi spinali con le fibre sensitive del ortosimpatico.

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Spinato Andrea

Il nervo vago, dopo che esce dal foro giugulare, scende nel collo indietro la vena

fascio vascolo

giugulare interna e l’arteria carotide interna che insieme formano il

nervoso del collo. Alla base del collo il vago di destra scende posteriormente alla vena

succlavia e anteriormente all’arteria succlavia, ed entra nella cavità toracica. Il vago di

sinistra, invece, decorre fra l’arteria carotide comune e quella succlavia, entra nella

cavità toracica e incrocia anteriormente l’arco dell’aorta.

I vaghi entrano nella cavità toracica incrociando anteriormente il corrispondente

plesso

bronco. Il vago di sinistra scende anteriormente all’esofago formando il

esofageo anteriore, mentre il vago destro scende posteriormente all’esofago e forma il

plesso esofageo posteriore. Dopo aver formato i plessi esofagei, I due vaghi

percorrono il orifizio esofageo del diaframma per giungere la cavità addominale. Il

vago sinistro termina alla piccola curvatura dello stomaco formando il plesso gastrico

anteriore. Il vago di destra forma il plesso gastrico posteriore e poi confluisce nel

ganglio celiaco destro dell’ortosimpatico.

Durante il loro tragitto i nervi vaghi emettono rami collaterali a livello cervicale,

toracico e addominale e rami anastomotici (rami tramite altri nervi cranici) con il

ganglio cervicale superiore (tramite i nervi glossofaringeo, accessorio del vago e

ipoglosso).

Rami collaterali del tratto cervicale – Rami faringei e i rami cardiaci superiori più

il nervo laringeo superiore (per il muscolo tensore delle corde vocali).

Rami collaterali del tratto toracico – Rami cardiaci inferiori, tracheali, bronchiali

(che con i rami dell’ortosimpatico formano il plesso polmonare), esofagei e il nervo

laringeo inferiore.

Rami collaterali del tratto addominale – Rami gastrici ed epatici dal vago di

sinistra. Il vago di destra va direttamente al ganglio celiaco.

XI paio: Nervo accessorio nucleo

Il nervo accessorio è un nervo motore somatico con fibre che originano dal

spinale del nervo accessorio (al limite fra bulbo e midollo) posto lateralmente e alla

base delle corna anteriori dei primi cinque segmenti cervicali. Da questa parte del

midollo spinale entra nel cranio attraverso il foro occipitale e si unisce a fibre del

nucleo ambiguo (del nervo IX glossofaringeo) che insieme escono dal cranio dal

forame giugulare (dove passano il nervo vago e glossofaringeo). Il fatto che nasce

fuori del cranio è una particolarità di questo nervo. Dopo che esce dal forame

giugulare, scende nel collo e incrocia la vena giugulare interna. Scende fino alla faccia

profonda del muscolo sternocleidomastoideo e termina alla fascia profonda del

muscolo trapezio, lo innerva e qui termina.

XII paio: Nervo ipoglosso

Il nervo ipoglosso è un nervo esclusivamente motore somatico che origina dal nucleo

nel nervo ipoglosso nel bulbo. Il nervo emerge con numerose radicole dal solco

laterale anteriore del bulbo che si uniscono ad un tronco unico prima di uscire dal

cranio attraverso il canale dell’ipoglosso che si trova vicino al foro occipitale. Dopo che

esce dal cranio, scende nel collo tra il nervo vago e la vena giugulare interna e si

addossa poi all’arteria carotide esterna fin che arriva all’osso ioideo. Da lì va alla faccia

inferiore della lingua, dove termina e innerva la muscolatura striata della lingua.

Fra i suoi rami collaterali i rami per muscoli tiro ioideo, ioglosso, stiloglosso e

ramo discendente

genioglosso e il che si stacca dal nervo dal nervo a livello del suo

incrocio con l’arteria carotide esterna e a livello del muscolo omoioideo forma una

curva denominata ansa dell’ipoglosso, incrociandosi con il plesso cervicale.

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Spinato Andrea

Ghiandola tiroide

La ghiandola tiroide è endocrina, di colore

rosso bruno, altamente vascolarizzata, si

trova anteriormente nella porzione inferiore

del collo, tra la 5a vertebra cervicale e la

vertebra toracica. È avvolta dallo strato

pretracheale della fascia cervicale profonda

ed è composta dai lobi destro e sinistro

connessi da un sottile istmo mediano. Pesa

in genere 25 g, ma tale parametro è assai

variabile. La ghiandola è leggermente più

pesante nelle donne e si allarga nel corso

delle mestruazioni e in gravidanza. La stima

delle dimensioni della tiroide è di notevole

importanza clinica ai fini della valutazione e

della gestione dei disturbi della tiroide e può

essere ottenuta in modo non invasivo

mediante l’ecografia. Non è stata osservata

alcuna differenza significativa per quanto

riguarda il volume della ghiandola tiroide tra

i maschi e le femmine dagli 8 mesi ai 15

anni di età.

I lobi della ghiandola tiroide presentano una forma approssimativamente conica. I loro

apici diretti verso l’alto divergono lateralmente a livello delle linee oblique sulle lamine

della cartilagine tiroidea, e le loro basi sono al livello della quarta e della quinta

cartilagine tracheale. Ciascun lobo è lungo in genere 5 cm, con ì suoi diametri

trasverso e antero-posteriore rispettivamente di 3 cm e 2 cm. I versanti posteromediali

dei lobi sono inseriti ai lati della cartilagine cricoidea per mezzo dal legamento laterale

della tiroide.

L’istmo connette le porzioni inferiori dei due lobi, sebbene talvolta possa essere

assente. Misura 1,25 cm in senso trasversale e verticale e si trova in genere

anteriormente alla seconda e alla terza cartilagine tracheale, anche se spesso si può

riscontrare più in alto o più in basso a causa della notevole variabilità di forma e

dimensioni.

Spesso un lobo conico piramidale, proveniente dall’istmo o dalla porzione adiacente di

uno dei due lobi, più spesso il sinistro, sale verso l’alto in direzione dell’osso ioide. È

talvolta suddiviso in due o più parti. Talvolta una banda fibrosa o fibromuscolare, il

muscolo elevatore della ghiandola tiroide, scende verso il basso dal corpo dell’osso

ioide verso l’istmo o il lobo piramidale. Al di sopra dei lobi o dell’istmo possono

riscontrarsi delle ghiandole tiroidee accessorie sotto forma di piccole masserelle

distaccate di tessuto tiroideo. Tra l’istmo e il forame cieco della lingua possono

persistere residui del dotto tireoglosso, talvolta come noduli accessori o come cisti di

tessuto tiroideo posti lungo la linea mediana o addirittura nella lingua.

La ghiandola tiroide è vascolarizzata dalle arterie tiroidee superiore e inferiore (arriva

dal tronco tireocervicale) e talvolta da un’arteria tiroidea ima proveniente dal tronco

brachiocefalico o dall’arco aortico. Le arterie sono ampie e i loro rami si anastomizzano

di frequente sia sulla ghiandola sia al suo contesto, ipsilateralmente e

controlateralmente. L’arteria tiroidea superiore, che è in stretto rapporto con il nervo

laringeo esterno, attraversa la fascia tiroidea per poi dividersi nei rami anteriore e

posteriore. Il ramo anteriore irrora la superficie anteriore della ghiandola, mentre il

ramo posteriore irrora le superfici mediale e laterale. L’arteria tiroidea inferiore si

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Spinato Andrea

avvicina alla base della ghiandola tiroide e si divide nei rami tiroidei superiore

(ascendente) e inferiore per supplire le superfici inferiore e posteriore della ghiandola.

Il ramo superiore irrora anche le ghiandole paratiroidi. Il rapporto tra l’arteria tiroidea

inferiore e il nervo laringeo ricorrente è assai variabile ed è di notevole importanza

clinica.

Il drenaggio venoso della ghiandola tiroide avviene in genere attraverso le vene

tiroidee superiore, media e inferiore, per poi unirsi alla vena giugulare.

Le ghiandole paratiroidi sono quattro strutture piccole, di colore camoscio, ovoidali o

lentiformi, localizzate in genere a livello dei margini lobari posteriori della ghiandola

tiroide e della sua capsula. Misurano in genere 6 mm in lunghezza, 3-4 mm in senso

longitudinale e 1-2 mm in senso antere- posteriore e ognuna pesa circa 50 mg. In

genere, ve ne sono due su ciascun lato, la superiore e l’inferiore, ma ve ne possono

essere di più o solo tre o vi possono essere numerose piccole isole paratiroidee sparse

nel tessuto connettivo accanto alle abituali sedi di localizzazione. Producono il

paratormone che serve per il metabolismo del calcio.

Mediastino

Per mediastino, in senso stretto, si intende

la regione interposta tra i polmoni,

compresa la pleura mediastinica di

entrambi i lati; tuttavia, il termine è

comunemente utilizzato per indicare la

regione che si trova tra le due cavità

pleuriche, delimitata anteriormente dallo

sterno e posteriormente dalle vertebre

toraciche. Questa regione, che si estende

verticalmente dall’apertura del torace al

diaframma, è suddivisa arbitrariamente in

mediastino superiore

Dettagli
Publisher
A.A. 2018-2019
13 pagine
SSD Scienze biologiche BIO/16 Anatomia umana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Spina97 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Anatomia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi dell' Insubria o del prof Battaglia Paolo.