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LO STUDIO DI WOODWARD SULLA TECNOLOGIA MANIFATTURIERA
Joan Woodward visitò diverse organizzazioni e raccolse dati sulle caratteristiche della
tecnologia, sulla struttura organizzativa e sui sistemi di gestione.
Predispose poi una scala di classificazione e ordinò le aziende in base alla complessità
tecnica del processo manifatturiero, cioè del grado di meccanizzazione del
processo manifatturiero
CLASSIFICAZIONE DI WOODWARD BASATA SUL SISTEMA DI PRODUZIONE
GRUPPO 1:
produzione su
commessa,
autonomia,
discrezionalità,
creatività della
risorsa umana,
livello di
complessità
tecnica molto
basso, i
dipendenti
hanno un ruolo
chiave nel
processo di
lavorazione,
pochi prodotti e
personalizzati
GRUPPO 2: tanti prodotti e di massa, complessità tecnica che sale, alte quantità
prodotte, i prodotti sono di massa
GRUPPO 3: Complessità tecnica massima, processo continuo (trasformazione
dell’energia elettrica ad esempio), non è possibile identificare l’inizio dalla fine
del processo, vede un ruolo imponente riconosciuto alla tecnologia, un ruolo
modesto riconosciuto alle risorse umane, (IMPERATIVO TECNOLOGICO:
all’aumentare della complessità, aumenta il ruolo della tecnologia) 35
CONSLUSIONI/RISULTATI DELLO STUDIO DI WOODWARD:
C’è un legame tra scelte tecnologiche e strutturali, la tecnologia è variabile
indipendente e la struttura è variabile dipendente molto importante
allineamento tra tecnologia e struttura, questi due elementi interrelati tra di loro
devono essere allineati con la strategia organizzativa (CHE ANCORA NON SI CONOSCE)
La tecnologia e la struttura devono essere allineati con la strategia
organizzativa per soddisfare bisogni mutevoli e offrire nuovi vantaggi
competitivi.
I sistemi tecnologici e quelli umani di un’organizzazione sono interconnessi
all’aumentare della complessità tecnica diminuisce il ruolo riconosciuto
alla risorsa umana
Non imparare a memoria ma impara il ragionamento che c’è dietro:
NUMERO DI LIVELLI DI MANAGEMENT, che fanno riferimento alla dimensione
strutturale della gerarchia
ALL’AUMENTARE DELLA COMPLESSITA’ TECNICA (ruolo riconosciuto alla tecnologia)
aumenta il numero dei livelli di management
SPAN OF CONTROL DEI SUPERVISORI (AMBITO DI CONTROLLO DEI SUPERVISORI,
ovvero quanti subordinati dipendono da un unico sovraordinato gerarchico. Relazione
che sempre aumentare dalla prod. Unitaria ea quella di massa che viene falsificata con
la produzione continua. (NO RELAZIOEN LINEARE). La formalizzazione è bassa, no
legame diretto nelle varie formalizzazioni, no rapporto diretto nelle varie
centralizzazioni, RELAZIONE CHIARA E INVERSA TRA FORMALIZZZIONE E AUMENTARE
DI COMUNICAZIONE VERBALE: piu alta è la formalizzazione, minore è la
comunicazione verbale.
TECNOLOGIA MANIFATTURIERA: STRATEGIA, TECNOLOGIA E PRESTAZIONI
LA FABBRICA INTELLIGENTE (SMART FACTORY) 36
Macchine computerizzate gestiscono molti dei compiti di routine, gli impianti
di produzione sono digitalmente connessi l’uno all’altro, nonché ai fornitori e ai clienti
in una costellazione del valore digitale.
Computer-aided design (CAD):
1. utilizzo dei computer nelle fasi di disegno,
progettazione, PROTOTIPIZZAZIONE e ingegnerizzazione di nuove parti.
Computer-aided manufacturing (CAM):
2. utilizzo di macchine a controllo
computerizzato nella gestione dei materiali, nella fabbricazione dei componenti,
nel processo produttivo e nell’assemblaggio.
Robotizzazione:
3. nuovi robot in grado di comunicare e collaborare con i
dipendenti ed essere di aiuto in ogni fase del processo produttivo
Stampa 3D:
4. costruisce oggetti sovrapponendo in successione strati di materiali
uno alla volta.
TECNOLOGIA MANIFATTURIERA: APPLICAZIONI CONTEMPORANEE
La produzione snella e quella flessibile hanno permesso la personalizzazione di massa,
che consiste nell’utilizzo di tecniche della produzione di massa per realizzare
rapidamente e a costi ragionevoli beni personalizzati per singoli clienti
TECNOLOGIA MANIFATTURIERA: PERFORMANCE E IMPLICAZIONI STRUTTURALI
Confronto tra le caratteristiche organizzative associate alla produzione di massa e
quelle associate alla fabbrica 37
TECNOLOGIA “CORE” PER I SERVIZI
Le organizzazioni di servizi conseguono il loro obiettivo primario attraverso la
produzione e la fornitura di servizi. Le principali differenze tra le tecnologie
manifatturiere per i servizi sono:
La caratteristica delle tecnologie per i servizi con un’influenza precisa sulla
struttura organizzativa e i sistemi di controllo è la necessità che i dipendenti
del nucleo tecnico siano vicini al cliente
Le differenze nella progettazione di organizzazioni di prodotto e servizi sono: 38
20/04/2023
TECNOLOGIA AUSILIARIA DELLE UNITA’
MODELLO DI PERROW : è il modello di riferimento per la comprensione delle
tecnologie a livello di unità e ne permette di analizzare la natura della
tecnologia ed il suo rapporto con la struttura dell’unità stessa. Le due
dimensioni rilevanti per le strutture ed i processi organizzativi delle unità sono:
Varietà: frequenza di eventi inattesi e nuovi nel lavoro. Può essere alta o
bassa (in una catena di montaggio è bassa, in un ospedale è alta)
Analizzabilità: se il lavoro può essere scomposto in step ed esistono
procedure basate su dati e criteri oggettivi, può essere bassa o alta (bassa
quando è prevista discrezionalità, alta quando è alta anche la
formalizzazione, quanto più un processo è formalizzabile, quanto più sarà
suddivisibile in step, inoltre più è formalizzabile più è prevedibile)
Varietà ed inabitabilità di una tecnologia forniscono elementi per valutare lo stile di
gestione, la struttura, e il processo che dovrebbero caratterizzare quell’unità
TIPOLOGIE DI TECNOLOGIA: diverse categorie tecnologiche che nascono dai due
descrittori: analizzabilità e varietà
La varabile dipendente è la struttura organizzativa e la variabile indipendente è la
categoria tecnologica
- ROUTINARIE: basso grado di varietà del compito ed alto livello di analizzabilità:
match tra caratteristiche della categoria tecnologica e caratteristiche della
struttura organizzativa. In questo caso, i compiti saranno standardizzati, e sarà
conveniente implementare processi meccanici
- ARTIGIANALI: varietà e analizzabilità sono basse. I compiti richiedono molta
formazione ed esperienza.
- INGEGNERISTICHE: VARIETA’ E ANALIZZABILITA’ ALTA, conoscenze tecniche
ben sviluppate che servono a risolvere alcuni problemi ricorrenti. TUTTAVIA,
quantomeno si hanno sviluppato dei repository di conoscenza e esperienza che
consentono di risolvere in modo rapido i problemi che si manifestano con una
certa regolarità
- NON ROUTINARIE: alto grado di varietà del compito e analizzabilità bassa.
Molto tempo è dedicato all’analisi di problemi e attività 39
Modello di riferimento: le dimensioni di varietà e analizzabilità formano i
criteri per l’individuazione di quattro categorie principali di tecnologie:
routinarie, artigianali, ingegneristiche e non routinarie
COME SI PROGETTANO LE UNITA’ ORGANIZZATIVE
Una volta identificata la natura della tecnologia di un’unità organizzativa è
possibile determinare la progettazione appropriata. Le tecnologie routinarie sono
associate a strutture e processi di tipo meccanico, mentre le tecnologie non
routinarie sono associate a una struttura organica
Natura della tecnologia e progettazione (strutture/processi) appropriata:
Nelle routinarie: struttura meccanica
Nelle non routinarie: struttura organica
Nell’artigianale: prevalentemente organica
Nell’ingegneristica: prevalentemente meccanica
QUESTE CATEGORIE TECNOLOGICHE, (strutture, progettazione,
processi) ALL’INTERNO DI UNA STESSA ORGANIZZAZIONE, devono
coesistere, a patto che si effettui un adeguato investimento in termini
di coordinamento tra le diverse categorie, effettuato attraverso il 40
design, la progettazione degli adeguati strumenti di interdipendenza
organizzativa. Il meccanismo dell’interdipendenza organizzativa: variabile A
influenza la variabile B che a sua volta influenza la variabile A
INDERDIPENDENZA TRA LE UNITA’
Interdipendenza: è l’intensità della comunicazione, del coordinamento
tra le diverse unità organizzative. LA MISURA IN CUI LE UNITA’
DIPENDONO LE UNE DALLE ALTRE PER INFORMAZIONI, RISORSE O
MATERIALI, AL FINE DI SVOLGERE I PROPRI COMPITI.
All’aumentare dell’interdipendenza, cresce il bisogno di coordinamento
all’interno dell’organizzazione
CLASSIFICAZIONE DI THOMPSON: crea delle tipologie di interdipendenze
TRE TIPOLOGIE DI INTERDIPENDENZA INFLUISCONO SULLA STRUTTURA
ORGANIZZATIVA
1. INTERDIPENDENZA GENERICA: è la forma più bassa di interdipendenza; il
lavoro non fluisce tra le varie unità ed ognuna di esse è in grado di
operare in modo indipendente: es: gruppo bancario ogni filiale è in
grado di svolgere i propri task e raggiungere i propri obiettivi in modo
indipendente
2. INTERDIPENDENZA SEQUENZIALE: il lavoro fluisce tra le unità
prevalentemente in un’unica direzione e gli output prodotti
dall’unità precedente è l’input dell’unità successiva. (ES: catena di
montaggio)
3. INTERDIPENDENZA RECIPROCA: livello più alto di interdipendenza. Gli output
delle unità influiscono su di esse in maniera reciproca: l’output di A è l’input
di B, e l’output di B è l’input di A (ES: PRONTO SOCCORSO)
LE ORGANIZZAZIONI DEVONO ESSER EPROGETTATE PER RISPONDERE AI MECCANISMI
DI INTTERIPENDENZA
SCARSI LIVELLI DI INTEDIPENDENZA PORTA A BASSI LIVELLI DI
PERFORMANCE CLASSIFICAZIONE DI THOMPSON 41
GENERICA: è la forma più bassa di interdipendenza; il lavoro non fluisce tra le varie
unità ed ognuna di esse opera in modo indipendente. non c’è necessità di collocare le
filiali le une vicino alle altre
SEQUENZIALE: è molto importante comunicare efficacemente tra le unità, e per fare
questo non è più sufficiente fare riferimento a regole e procedure ma serve qualcosa
di più strutturato, e si lavora per task force, che sono uno strumento di comunicazione
orizzontali e temporanei. Il lavoro fluisce tra le unitù à prevalentemente in una
direzione e gli output div