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I RISCHI
L’attività di outsourcing è molto rischiosa (molteplicità di rischi più o meno palesi); infatti, il rischio maggiore è di vincolarsi con
fornitori che non sono in grado di fornire i servizi ricercati. In più, spesso, proprio a causa del contratto (magari per cause temporali
non si inseriscono le clausole), è difficile il “Call back in house”, ovvero far ritornare all’interno dei confini quelle attività che si erano
trasferite in outsourcing (questa potrebbe diventare eccessivamente onerosa). Esempio: organigramma (strumento per
rappresentare gerarchia all’interno delle organizzazioni + ogni box rappresenta un’unità organizzativa).
Si registrano delle criticità per quanto riguarda i sistemi informativi; ci sono due opzioni: esternalizzazione o outsourcing. Nel
secondo caso non si avrà più un controllo diretto su di essi ma mi vincolo con uno o più fornitori esterni.
In questo modo si ridimensionano i confini delle unità organizzative visto che la variabile ora viene gestita esternamente, le
differenze nelle risorse verranno reindirizzate sulle altre unità organizzative. Se pre-outsourcing, ad esempio, c’erano 10 risorse
umane nei sistemi informativi, post outsourcing ne saranno sufficienti 3. Dunque, si tratta di un processo rischioso perché: perdo il
controllo diretto dell’unità organizzativa ed è necessario ridimensionare i confini, riprogettare [processo non così immediato, le
risorse in eccesso, infatti, dovranno sviluppare delle competenze, e quindi affrontare attività di formazione]. Nonostante ciò a volte
l’outsourcing è inevitabile: infatti, se correttamente attuato può garantire sicurezza [in Italia ci si riferisce ad esempio come
“Appalto”]. ● Rischio di perdita dell’autonomia (principale) = in quanto per ricevere il servizio, che prima era erogato
internamente, ora si dipende da uno o più supplier, elemento costitutivo dell’ambiente di riferimento (TE). Viene
ristrutturata la dinamica di potere-dipendenza
● Rischio derivante dalla perdita di controllo della variabile critica = tramite l’outsourcing si ha un controllo
indiretto, visto che la sua gestione è stata affidata ad un provider esterno
● Rischio di sottostima dei costi (vedi costi legati alle fasi)
● Rischio di non corretta valutazione dei tempi = ogni fase del processo di outsourcing richiede, infatti, dei tempi
minimi necessari per il loro corretto svolgimento; dall’avvertenza del disagio alla stipula effettiva del contratto
possono intercorrere dai 4 ai 6 mesi (anche perché se si commettono errori all’inizio si ha un effetto a cascata)
● Rischio di incorrere in un processo irreversibile a causa delle barriere all’uscita = irreversibile in quanto può
risultare eccessivamente oneroso retrocedere/disdire il contratto se non sono state inserite le adeguate clausole
di recesso
● Rischio derivante dalla condivisione con terzi di informazioni confidenziali (ecco perché si stipulano NDA)
≠
Outsourcee: colui che fa ricorso all’outsourcing outsourcer/supplier
LE RAGIONI ● GESTIONALI = un’organizzazione avverte delle criticità di funzione nell’unità organizzativa oppure riconosce di
non disporre delle risorse adeguate alla sua gestione
● ECONOMICHE = ci si rivolge all’outsourcing perché è più conveniente della gestione in house (contenimento dei
costi: apparentemente). Questo, però, non è sempre vero; infatti, bisogna tenere in considerazione la
composizione dei costi legati all’outsourcing:
- Canone periodico al fornitore [FEE], è quello più facile da identificare visto che si trova nel contratto (è obbligatorio per
ricevere il servizio)
- Costi opachi, ovvero quelli più difficili da identificare, possono essere ricavati solo attraverso l’utilizzo dell’esperienza [vedi
fasi e costi ad essi legate]
● STRATEGICHE = le risorse che vengono risparmiate tramite l’outsourcing possono essere reindirizzate nelle
attività strategiche, ovvero quelle che sono di core business; inoltre, tramite l’outsourcing, l’organizzazione può
accedere alle migliori competenze disponibili su piazza, "world class capabilities”
LE FASI
1. FUNCTIONAL ASSESSMENT: consiste nella valutazione dello stato di salute di un’unità organizzativa [=studio analitico];
inoltre, si valutano anche le competenze delle risorse umane attualmente utilizzate nell’unità organizzativa indagata: fase
preliminare in cui si decide se procedere con l’outsourcing o con l’internalizzazione
- Report: documento formalizzato sintetico in cui si descrive lo stato di salute rilevato tramite il functional assessment. Con
questo in mano ho varie possibilità: posso decidere di attuare l’internalizzazione se ho competenze interne da poter
sfruttare (quindi, investono risorse e sviluppo competenze). Se, invece, non si hanno le competenze/troppo oneroso
internalizzare/time consuming, allora si decide di attuare l’outsourcing
2. SELEZIONE delle attività candidate all’outsourcing (ad esempio all’interno dell’unità organizzativa sistemi informativi ci
sono varie attività: infatti, si può scegliere di affidare all’esterno l’intera unità oppure fare una selezione)
3. REQUEST FOR PROPOSALS (richieste di preventivo): nel caso del ricorso all’outsourcing allora l’organizzazione inizia a
rivolgersi ai potenziali fornitori (consegnandoli il report), esponendo le sue criticità ad essi (il che costituisce un rischio;
quindi, per tutelarmi essi sottoscrivono delle clausole di riservatezza, dette “NDA”)
4. Successivamente si passa alla SCELTA del fornitore/i (il partner = tendenza a creare rapporti di natura collaborativa) ideali:
quelli che garantiscono la giusta combinazione/trade off prezzo-qualità
5. DEFINIZIONE DEL RAPPORTO con esso e Iniziano, così, i processi negoziali per determinare i contenuti dell’accordo;
avviene la stipula del contratto (pagando il canone ricevo il servizio).
6. GESTIONE del rapporto e benchmarking del servizio offerto [contract monitorer]
Bisogna, quindi, considerare che tutte queste fasi rappresentano dei costi, che incidono sul costo complessivo del ricorso
all’outsourcing; richiedono impiego di tempo e denaro.
Inoltre, quando si fa ricorso all’outsourcing all’interno dei confini, si svolge un’attività di monitoraggio e controllo dei servizi ottenuti
e della loro qualità; essa è svolta dal:
● CONTRACT MONITORER = colui che si occupa dell’attività di benchmarking, ovvero del confronto tra la qualità del servizio
pattuito e quello ricevuto effettivamente. Per misurare la qualità del servizio ricevuto si utilizzano dei parametri di
riferimento, le metriche (quindi numeri) dell’outsourcing dette “Service level agreement”; si possono verificare tre
situazioni: →
- SLA erogati = SLA pattuiti (corrispondenza tra metriche inserite nel contratto e quelle che il supplier fornisce) situazione
ideale →
- SLA erogati < SLA pattuiti si riceve un servizio di qualità inferiore rispetto a ciò che si era pattuito. Si procede
inizialmente con un richiamo verbale, uno scritto per poi passare eventualmente a delle soluzioni più serie e gravi
→
- SLA erogati > SLA pattuiti situazione favorevole per entrambi (l’outsourcee riceve eccellente servizio e il supplier si fa
un buon nome sulla piazza)
● COORDINATORE = figura molto importante soprattutto in caso di ricorso a più di un fornitore (?)
TIPOLOGIE DI SOURCING [= modalità di gestione di un servizio/attività/unità organizzativa]
● TOTAL OUTSOURCING/outsourcing = in questo caso si ha una situazione definita 1:1, in quanto l’organizzazione
fa ricorso ad un fornitore unico per ricevere il servizio (sviluppo di partnership con un singolo provider). Si tratta
di un’attività molto rischiosa in quanto se il fornitore dovesse dimostrarsi poco affidabile allora si riceverebbe un
servizio inappropriato (pagando un canone). È caratterizzato da un contratto di lungo termine, in media dai 3 ai
5 anni; inoltre, con il supplier si condividono i rischi e le remunerazioni (qualora il servizio ricevuto è top allora
ad esempio pubblicità al supplier). Si mantiene il controllo diretto, “in house”, del controllo strategico della
variabile critica, quindi sulle attività di verifica della qualità del servizio
● MULTIPLE-SUPPLIER SOURCING (tipologia di smart sourcing) = in questo caso si ha una situazione 1:n, un
outsourcee e n fornitori, in quanto ogni fornitore è uno specialista di una parte del servizio/i affidati all’esterno.
Anche questa è molto rischiosa perché si devono svolgere per forza delle attività di coordinamento dei diversi
supplier, ecco il motivo della presenza, oltre al contract monitorer, anche del coordinatore [= costi da
aggiungere]. Inoltre, si dovrebbe introdurre la standardizzazione delle operazioni così da ridurre il livello di
incertezza [= costi da aggiungere]. Si devono inoltre formulare degli accordi/schemi prototipo di riferimento in
quanto si hanno tanti contratti quanti fornitori; si tratta di contratti relativamente a breve termine: da 1 a 3 anni
● INSOURCING/internalizzazione = ciò avviene quando l’unità organizzativa è considerata fortemente collegata al
core business. In questo caso vi è un alto livello di competenze in-house così che l’organizzazione preferisce
investire in esse e migliorarle. Questa tipologia di sourcing si utilizza anche quando, sebbene l’organizzazione
abbia necessità di fare ricorso a fornitore esterni, a seguito di un’analisi del mercato (quindi richiesta di
preventivi) realizza che le condizioni di questo non sono idonee: mercato instabile, discontinuo, che non
permette di creare piani di medio lungo periodo con uno o più fornitori. Oppure, ancora, l’organizzazione non ha
trovato nessun potenziale supplier con le caratteristiche adeguate e desiderate
IL CASO LAVAZZA
1) Identificare:
- Outsourcer: Atos origin
- Outsourcee: Lavazza
- Aree critiche di Lavazza:
● A livello centrale la mancanza di integrazione dei sistemi informativi
● Riscrittura applicazioni contabili (adeguamento anno 2000
● Problema a livello di consociate europee in quanto sono totalmente dipendenti dai consulenti
informatici locali; c’è difficoltà integrazione e omogeneizzazione delle informazioni con la sede e c’è
necessità di coordinamento
2) I limiti/vincoli posti da Lavazza: scadenze non rinviabili e norme civilistiche e fiscali dei singoli paesi delle sedi consociate
da rispettare
3) Caratteristiche del partner ricercato d