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I BISOGNI DEL PAZIENTE ONCOLOGICO
Il paziente non ha bisogni solo di tipo terapeutico e riabilitativo. Gli ambiti in cui deve essere supportato sono:
- la nutrizione: se non fatta bene va incontro a tossicità da farmaci e rischia di non poter completare nemmeno l'inizio del percorso terapeutico (+ chili perde prima della diagnosi + è svantaggiato)
- Supporto socioeconomico: molti farmaci non sono supportati dal sistema sanitario nazionale, alcune vitamine proteine
- Perdita di autonomia, la quale può essere graduale ed improvvisa. La famiglia si struttura intorno al cancro
- Funzioni cognitive
- Aspetti spirituali: viene meno la fiducia o viceversa
QUALITÀ DI VITA
Il supporto della riabilitazione durante i percorsi terapeutici è importante. Poter godere della propria vita è importante. C'è un momento in cui è necessario fermarsi con le terapie, ci sono condizioni che non permettono di fare nulla di oncologico e si fa un programma di
Il supporto che migliora la qualità di vita, non la sopravvivenza, garantisce un fine vita dignitoso. Con gli approcci riabilitativi viene aumentata la curva della qualità di vita che va di pari passo con quella della sopravvivenza.
IL DOLORE ONCOLOGICO
Il dolore oncologico è suddiviso in tre dolori:
- Dolore acuto: sorge all'improvviso
- Dolore cronico: accompagna ogni giorno della vita del paziente
- Dolore episodico intenso (DEI): insorge all'improvviso tra le due/tre volte e se ne va, di un'intensità assurda tanto che il paziente deve interrompere ciò che sta facendo e fare subito uso di un analgesico. Bisogna capire se non è una mal gestione del dolore cronico, ma il DEI si cura con dei farmaci derivati dagli oppioidi tramite spray nasali o tramite un bastoncino che si mette all'interno della bocca sulla guancia, sulla cui punta c'è una sostanza che viene subito assorbita. Questo può avvenire anche in
La fase dell'esercizio fisico può causare dolore, ma non bisogna spaventarsi perché il paziente sa come gestire questi momenti e cosa fare. Il dolore normalmente è qualcosa di positivo, ma diventa sofferenza quando è prolungato ed è un stimolo che non è più protettivo ed è l'effetto della distruzione dei tessuti, il cancro porta proprio a questo.
Per i pazienti anziani il problema più grave è la stipsi, cioè la difficoltà a defecare, l'attività fisica aiuta questa situazione.
Il dolore, inoltre, ha una forte componente personale. Le variabili che abbassano la soglia del dolore sono: un paziente stanco, che non dorme, arrabbiato, che ha paura, che è solo. Le variabili che innalzano la soglia del dolore sono: quando c'è un supporto, stimoli positivi.
SCALA NUMERICA A 11 PUNTI DEL DOLORE
Parte da 0 (nessun dolore) e arriva a 10. Dovremo giudicare noi di che tipo di dolore si tratta: se passa senza nessun intervento farmacologico,
ma semplicemente fermando l'attività fisica siamo su 1-2; ci sono pazienti invece che nascondo la fatica perché vogliono continuare ad allenarsi ed il dolore è 8, ce ne accorgiamo perché li vediamo sudati, affaticati.
In oncologia, nella maggior parte dei casi, il dolore cela la paura della morte, è un dolore totale. Anche i bambini hanno problematiche di dolore.
SCALA DELLE FACCE DI WONG-BAKER
È importante quantizzare il dolore nei bambini, basta fargliele vedere e fargli indicare come "sente" il suo dolore.
NUTRIZIONE
I tumori del pancreas sono tra quelli che più intaccano l'ambito nutrizionale. Un problema molto importante è la sarcopenia, in cui c'è una perdita delle fibre, per cui c'è la difficoltà a svolgere le normali attività. Non è un problema che riguarda solo i pazienti magri, ma anche quelli in sovrappeso perché è tutto tessuto adiposo e la parte
muscolare è minima. Bisogna stare attenti alle proposte dietetiche, molti sono approcci sconfessati per gravi tossicità.
ONCOLOGIA ED ESERCIZIO FISICO
Quali sono gli ambiti in cui l'attività fisica ha un ruolo ben preciso. 3 sono gli ambiti in cui la nostra azione si esplica:
- Preventivo
- Sport therapy: a supporto del paziente nella fase del trattamento
- Dopo il cancro
Il 60% degli italiani non pratica attività fisica corretta e regolare.
Perché l'esercizio fisico è importante per la prevenzione?
- Riduce l'indice di massa corporea
- Previene l'insulinoresistenza
- Riduce il tempo di permanenza di quelle sostanze che con la defecazione eliminiamo, infatti, là dove c'è una stipsi le sostanze restano a contatto con l'intestino e possono alterarne la struttura
- Si riducono gli ormoni
- Stimola il sistema immunitario
La sedentarietà dà alterazioni metaboliche, alterazioni della vitamina D
Importante perché agisce sul sistema immunitario, l'infiammazione sistemica che determina un ambiente ideale per la formazione di un tumore. Non tutti i tumori sono oggetto di prevenzione, non possiamo dire che l'esercizio fisico incide su tutti i tumori nello stesso modo, ci sono degli studi che vengono fatti interrogando i pazienti oncologici, chiedendo se svolgessero un'attività.
C'è uno studio pubblicato nel 2013, in cui sono state sottolineate quelle che sono le principali patologie in cui c'è un riscontro reale di interazione tra attività fisica e prevenzione oncologica, sicuramente i tumori del colon, della mammella e dell'ovaio. 1 milione e mezzo di persone che avevano preso parte a degli studi dal '87 al 2004, è stata vista l'incidenza di 26 tipi diversi di tumori. I più sportivi avevano una minore incidenza di: adenocarcinoma dell'esofago, del fegato, del polmone, del rene, a livello dello stomaco, dell'endometrio,
ma anche colon e mammella. Sostanzialmente chi fa sport ha il 7% rischio in meno di ammalarsi di tumore, ma in ¼ di tumori il rischio è inferiore del 20%. C’è uno studio che è stato fatto per vedere se iniziare da adulti a iniziare a fare attività fisica regolare secondo le linee guide dell’OMS, quali attività moderata e intensa, che si spalma in più sedute, in una settimana e si è visto che c’è una riduzione della mortalità correlata alle neoplasie; in realtà è stato fatto un altro studio per tutti coloro che lavorano e non possono fare attività, e questo studio permette di fare attività fisica solo nel week-end, per tutte le cause di mortalità ma anche per il rischio cardiovascolare e la mortalità del tumore, c’è sicuramente un beneficio anche per chi attività fisica costante di circa 1 ora e mezza tutti i week-end.
Sport
therapyL'esercizio fisico sul tumore riduce l'infiammazione sistemica, c'è un'alterazione di tipo metabolica, perché c'è un consumo superiore di carboidrati, c'è un effetto dal punto di vista endocrino e un'alterazione della funzione citotossica delle cellule. Con l'esercizio fisico c'è un effetto positivo sul sistema immunitario, rilascio degli ormoni che contrastano l'infiammazione sistemica, aumenta la temperatura corporea e le cellule tumorali cominciano a soffrire, aumenta il flusso sanguigno.
L'esercizio fisico è diventato un vero e proprio approccio (Pubmed). Negli anni passati erano pochi gli studi che correlavano l'oncologia con l'esercizio fisico. Ad oggi ci sono numerosissimi studi sull'esercizio fisico.
La prima associazione scientifica nel mondo oncologico che ha accolto quest'input, lo ha fatto 8 anni dopo la società nazionale di oncologia in Australia.
Ogni anno le associazioni nazionali di oncologi di ogni nazione, forniscono le proprie linee guide, ci sono delle regole che vanno seguite.Linee guide:
Ogni anno vengono modificate, sulla frequenza, intensità, durata e la lunghezza dell'intervento. L'intervento aerobico ma si lavora anche sulla forza. È importante valutare la fattibilità, l'intensità e la sicurezza dell'esercizio fisico, esplorando le barriere, costruendo dei percorsi che possono facilitare ed esplorando come viene percepito l'esercizio fisico dal paziente.
Durante le terapie incide riducendo la stanchezza, la nausea e il vomito correlata alla chemioterapia, proteggiamo il paziente per il problema dell'osteoporosi, si riduce il dolore articolare, causate da molte terapie, rinforza il tono muscolare, l'equilibrio, migliora la circolazione sanguigna, la capacità respiratoria, si contrasta l'obesità e in generale si ha un miglioramento del
benessere psico-fisico. L'immunoterapia funziona in alcuni pazienti ed altri no, ma vi è proprio un aspetto che condiziona la risposta all'immunoterapia che è il microbioma, l'Escherichia coli, ci sono tanti batteri, microorganismi che vivono nella nostra bocca, nelle nostre mucose, nell'intestino, nella mucosa vaginale, ma ci servono, ci aiutano ad eliminare delle sostanze tossiche e producono alcune forme vitaminiche. Il cortisone e gli antibiotici che i pazienti oncologici devono assumere perché il cancro crea l'ambiente ideale perché i geni proliferano, spesso viene alterato l'equilibrio del microbioma, quando c'è un microbioma ben funzionante il paziente risponde meglio alla chemioterapia e all'immunoterapia. Ci sono dei pazienti che fanno dei percorsi che arrivano in un momento che non hanno più paura, convivono con il cancro. Ci sono una serie di studi su quello che è l'esercizio fisico.
sulla riabilitazione prima e dopo gli interventi chirurgici, per esempio nella respirazione, un paziente che viene seguito con dei percorsi di riabilitazione prima e dopo con esercizio fisico mirato, i risultati sono davvero importanti e recupera la funzionalità. Ci sono delle controindicazioni assolute all'attività fisica che possono essere sia cardiovascolari che non vascolari e soprattutto quando i pazienti fanno la chemioterapia ci possono essere dei problemi di neutropenia, si abbassano i globuli bianchi soprattutto i neutrofili, le piastrine sono basse e quindi in presenza di un piccolissimo taglietto, potrà iniziare un'emorragia imponente, l'emoglobina inferiore a 8 mg per dl, è un paziente che respira male, ha la tachicardia. Importante però avere una comunicazione con l'oncologo per essere seguiti, proprio per evitare problemi. C'è una proposta fatta dal Coni in correlazione con un gruppo della fondazione.insieme contro il cancro’, per unire i percorsi e implementa