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EGFR PTEN
di tumori, come mutazioni di e
Eziopatogenesi
Lo sviluppo di questi tumori può essere correlato a:
Fattori ambientali; esposizione a radiazioni e sostanze cancerogene (cloruro di vinile, pesticidi
e fertilizzanti)
Fattori genetici; si possono manifestare in quadri sindromici come: sindrome di Li-Fraumeni
(mutazione germline di p53) o nella (mutazione di VHL), correlata a tumori
Von-Hippel-Lindau
vascolari come l’emangioblastoma o neurofibromatosi di tipo 1 o di tipo 2
G.V e R.S 72
Sintomatologia
I sintomi sono spesso aspecifici e vanno posti in diagnosi differenziale con altre patologie. Inoltre,
io sintomi dipendono fortemente dalla localizzazione della neoplasia, per via della compressione
operata dalla massa tumorale, nonché dall’edema.
I sintomi principali sono: cefalea, nausea, vomito, disturbi visivi, perdita della memoria, disturbi del
movimento, disturbi della sensibilità, disturbi dell’equilibrio, allucinazioni, disturbi di personalità,
disturbi del linguaggio, uditivi e incontinenza sfinterica.
Diagnosi
Il gold standard diagnostico è rappresentato dalla RMN, mentre, come esami di seconda linea si
possono effettuare TC e PET.
Questi esami devono essere preceduti da un’attenta anamnesi ed esame obiettivo.
Diffusione a distanza
I tumori cerebrali generalmente non danno metastasi, se non a livello del SNC e qualche volta del
midollo spinale.
Prognosi
Sulla base della prognosi i tumori gliali sono suddivisi in 4 stadi (Glio1-4):
Glio1; Astrocitoma policistico BRAF
che presenta mutazioni in e una sopravvivenza a 10 anni
• del 90%
Glio2; Oligodendroglioma astrocitoma diffuso, IDH1/2
e entrambi presentano mutazioni con
• una sopravvivenza a 10 anni rispettivamente del 65% e 40%
Glio3; Oligodendroglioma anaplastico IHD1/2 co-delezione 1p/19q
che presenta mutazioni e
• con una sopravvivenza a 10 anni del 20%
Glio4; Glioblastoma, IDH1/2 silenziamento dell’MGMT
che presenta mutazioni e con una
• sopravvivenza a 5 anni del 5,5%
Si può notare come le mutazioni IDH riguardano prevalentemente gliomi a malignità intermedia.
Trattamento
Viene definito in base alle caratteristiche del tumore.
Trattamento chirurgico
Si utilizza in tumori non troppo estesi, generalmente gliomi di basso grado. Quando si fa
riferimento alla chirurgia è necessario tenere in considerazione il possibile danno funzionale che ne
può derivare. radioterapia
Nel postchirurgico si utilizza la come trattamento adiuvante.
Radioterapia + chemioterapia concomitante e adiuvante
Il trattamento radioterapico associato al trattamento chemioterapico si utilizza nelle forme più estese
non aggredibili chirurgicamente.
Per la chemioterapia si utilizza il che presenta una spiccata capacità di
temozolamide (TMZ),
attraversare la BEE. Quando si utilizza è importante che vi sia la metilazione del promotore
TMZ G.V e R.S 73
MGMT
della (metil-guanina-metil-transferasi), enzima coinvolto nel metabolismo di La
TMZ.
MGMT,
metilazione del promotore permette di ridurre l’espressione dell’enzima garantendo
un’emivita e una biodisponibilità maggiore del TMZ. STUPP
Il trattamento radioterapia + chemioterapia viene somministrato mediante lo schema
(prende il nome da chi ha condotto lo studio) e consiste:
- Si effettua la migliore resezione possibile e si valuta
- Radioterapia 5gg a settimana per 6sett.
- Attesa di 4 settimane
- 6 cicli sa 28 giorni di TMZ
Trattamento delle recidive
In caso di recidiva, se possibile si può effettuare un reintervento. Se il paziente non candidabile per
la chirurgia si segue una terapia sistemica con:
Rechallenge con TMZ, se il paziente è ancora responsivo
• Ragorafenib come II linea, si è rivelato essere una buona opzione sostitutiva che offre un
• vantaggio in termini di sopravvivenza e di progression-free survival
Immunoterapia
Non è molto utilizzata, sia perché i tumori cerebrali sono tumori a basso carico mutazionale, sia
perché non attraversano la BEE (questo è un problema relativo perché il farmaco attiva la risposta
immunitaria e poi i linfociti attraversano la BEE).
Metastasi cerebrali
Fra il 20 e il 40% dei pazienti con tumore sviluppa metastasi cerebrali, che sono 4 volte più
frequenti de tumori primitivi. I tumori che danno più frequentemente metastasi sono: polmone,
mammella e melanoma.
La terapia si sceglie in base al tumore primitivo.
Chirurgia; si utilizza usata se la metastasi è unica; meno in caso di malattia polimetastatica
⇒ Radioterapia; all-brain (panencefalica) in caso di lesioni multiple (>4 lesioni),
⇒ stereotassica se la malattia è ben localizzata e (<4 lesioni).
La radioterapia stereotassica consente di usare dei fasci di elettroni più robusti a breve
termine e colpire direttamente la sede interessata.
Chemioterapia; nei tumori chemio-sensibili, come quello della mammella (HER2+), del
⇒ polmone o del testicolo
Immunoterapia;
⇒ Target therapy; in base al tumore:
⇒ Crizotinib (anti-ALK); se il tumore primario è un carcinoma polmonare non a
o piccole cellule
Vemurafenib e dabrafenib; BRAF mutato
nel melanoma
o G.V e R.S 74
15. Tumori del distretto testa-collo
I tumori del distretto testa-collo presentano un elevato grado di fragilità, per cui sono malattie non
bevitori e fumatori
facilmente gestibili, soprattutto perché spesso si ha a che fare con pazienti
e epatopatie gravi).
datati che presentano già patologie importanti (broncopneumopatie
Inoltre, la difficoltà nella gestione è correlata al fatto che non si parla di patologie d’organo, ma
patologie di distretto, ovvero che possono interessare diversi organi:
Cavità nasali
• Seni paranasali
• Faringe
• Cavità orale
• Laringe
• Ghiandole salivari
•
Epidemiologia 7°
I tumori del distretto testa-collo sono la causa di cancro in tutto il mondo e rappresentano il 3%
dei tumori maligni. sesso maschile, 5°-6° decade di vita.
Hanno maggiore incidenza nel soprattutto intorno alla Anche
infezione da EPV giovani
se, il carcinoma correlato a si presenta con maggiore incidenza nei
(prognosi favorevole).
carcinoma del rinofaringe
Il ha caratteristiche differenti rispetto agli altri tumori testa-collo,
neoplasia indifferenziata
infatti, inizialmente si presenta come molto responsivo a chemio e
carcinoma squamoso,
radioterapia, ma nelle fasi successive tende ad evolvere in diventando
refrattario alla terapia.
Fattori di rischio
I principali fattori di rischio sono:
- Fumo e alcol; che, se presenti insieme hanno un effetto sinergico
- Scarsa igiene orale
- Radioterapia del distretto; ad esempio, per il trattamento di linfomi
- Esposizione professionale a polveri di legno, cuoio o amianto
- Infezione da EPV e EBV; sono correlati ad una patologia più favorevole
- Lesioni precancerose:
Leucoplachia; placca di colorito bianco-perlaceo non asportabile meccanicamente di
o forma e grandezza variabile con consistenza duro-elastica
Eritroplachia; area eritematosa a superficie vellutata
o Lichen planus; legata ad una reazione autoimmunitaria
o
Diagnosi
La diagnosi parte da anamnesi ed esame obiettivo con valutazioni delle vie aeree superiori e delle
stazioni linfonodali, per poi procedere con:
- Biopsia; di particolare importanza in pazienti giovani non bevitori e non fumatori, nei quali si
va a ricercare: p16
Presenza di mediante immunoistochimica; proteina associata a HPV
o G.V e R.S 75
PDL-1; mediante CPS (rapporto tra il numero di cellule positive per PDL-1 e le cellule
o tumorali totali del campione in percentuale)
- RMN collo e massiccio facciale; rappresenta l’esame di I scelta
- TC con mezzo di contrasto; come II scelta per evidenziare lesioni a distanza
- TC total body o PET in caso di metastasi a distanza
HPV positivi p53 CDKN2A
I tumori sono spesso mutati in (85%) e in (60%), mentre, i tumori
HPV negativi pathway PI3K.
sono spesso mutati a livello del
Stadiazione
La stadiazione è quella AJCC e vede:
- Stadio I e II; tumori piccoli senza coinvolgimento linfonodale
- Stadio III e IV; tumori localmente avanzati con infiltrazione delle strutture adiacenti ed elevato
numero di linfonodi coinvolti
I tumori HPV+ e HPV- presentano una stadiazione separata a causa della differenza prognostica.
Malattia recidivante
La recidiva della patologia dipende da una serie di fattori:
- Maggiori;
Margini di resezione chirurgica positivi
o Margini si resezione chirurgica “close” (<5mm, mentre <1mm per la laringe)
o Estensione extracapsulare e coinvolgimento linfonodale
o Embolia vascolare neoplastica
o
- Minori;
Infiltrazione peri-neurale
o Invasione linfo-vascolare
o Profondità di infiltrazione
o
Terapia chirurgia, chemioterapia, radioterapia e immunoterapia.
Il trattamento prevede: La scelta del
trattamento dipende dallo stadio della patologia:
Nelle forme iniziali la chirurgia e la radio sono equivalenti con un miglioramento del 70-
90% in termini di sopravvivenza globale
Nelle forme avanzate si possono applicare trattamenti combinati con chirurgia, radio o
target therapy
carcinoma rinofaringeo
Il è l’unico che non prevede come trattamento iniziale la chirurgia, ma
bensì la radioterapia o la chemioterapia (anche in associazione). Infatti, il tumore è
puro
radiosensibile, per cui non ha senso un trattamento demolitivo. La situazione cambia se il tumore
diventa squamoso.
Stadio I e II
Negli stadi iniziali il trattamento prevede:
Chirurgia conservativa TORS;
(TLM; microchirurgia laser transorale o microchirurgia
• chirurgia classica
robotica transorale) associata a dei linfonodi laterocervicali o in caso di
G.V e R.S 76
biopsia del linfonodo sentinella.
La chirurgia conservativa permette di dare uno sguardo alla preservazione di organo e di
funzione che in questi tumori sono estremamente importanti, soprattutto per le relazioni
sociali.
Radioterapia EBRT
(senza chemioterapia concomitante); si può effettuare la (RT a fasci
• brachiterapia
esterni) o la (consiste nell’inserire all’interno del corpo del paziente alcune
sonde radioattive direttamente all’interno del corpo del pz).
Nonostante i due trattamenti siano simili in termini di miglioramento della sopravvivenza
- cavità orale paranasali
Nei carcinomi della e in quelli la chirurgia è il trattamento di I scelta
per la facilità di accesso
- carcinomi dell’orofaringe
Nei si possono utilizz